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 Forum Animali - Natura Mediterraneo
 MOLLUSCHI TERRESTRI E DULCIACQUICOLI
 Campylea planospira del Lago Santo modenese
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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

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Inserito il - 29 giugno 2015 : 21:36:34 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


Il ritrovamento di questi esemplari nell'Appennino Tosco - Emiliano mi ha fatto rivedere tutti i post che abbiamo inviato su questa specie, dalle foto ho potuto accertare che tutte le popolazioni dell'alta Toscana hanno un mollusco neri con finissima punteggiatura bianca, non si vede bene nelle mie foto scattate con poca luce ma è evidentissima in quelle di chi è molto più bravo di me.


Campylea planospira
Campylea planospira del Lago Santo modenese



Campylea planospira del Lago Santo modenese


In questa popolazione la spira è particolarmente piana ma il peristoma è di colore corneo a differenza del tipo indicato dalla Paulucci e confermato da G. Hermod che lo ha bianco.
Anche il profilo del tipo risulta avere una spira più elevata come si vede nell'illustrazione di Hermod di un tipo di Lamark.

Queste foto di ff77 da Cavriglia (AR) potrebbero corrispondere al tipo

Campylea planospira del Lago Santo modenese

Campylea planospira del Lago Santo modenese


mentre il mollusco fotografato da ilarica nella provincia di Salerno appare molto diverso.

Campylea planospira del Lago Santo modenese


Osservazioni di questi caratteri forse potrebbero darci qualche indicazione.





La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro

papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


4515 Messaggi
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Inserito il - 29 giugno 2015 : 23:07:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sul tosco-emiliano siamo tutti un pò sale e pepe.
In questa foto forse evidenzio meglio quello che vuoi dire, io credo che l'unico che possa dire qualcosa in merito sia Fabio.
Beppe


Immagine:
Campylea planospira del Lago Santo modenese
128,58 KB

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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

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Inserito il - 30 giugno 2015 : 13:56:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Perfetto Beppe, sono proprio i puntini bianchi che volevo evidenziare, purtroppo il colore di fondo è diventato grigio chiaro.
Anche se si è sempre sostenuto che il colore è variabile la presenza - assenza dei puntini può essere molto indicativa, colpa mia se ho trascurato questo particolare ed ora non è più recuperabile nelle campionature passate.
Da quello che ho potuto recuperare nelle foto sul forum emerge chiaramente una chiara divisione tra gli esemplari tipici toscani e quelli campani che si presentano di un colore di fondo sul marrone ma non si evidenzia se sia omogeneo e punteggiato.
La stessa differenza cromatica è emersa anche tra C.planospira e C.padanum ma in questo caso è supportata anche da nette differenze anatomiche mentre la conchiglia non ha evidenziato caratteri che potevano portare ad una separazione sicura.
Le prime considerazioni ci portano a considerare un areale di C.planospira tipica che va dalla provincia di Lucca a quella di Arezzo con una grande variabilità altitudinale, gli esemplari del Lago Santo Modenese provengono da 1500 m ma non presentano grandi differenze da quelli del fondo valle dell'Arno a 300 m in quello che fu indicato dalla Paulucci come locus tipico.
In questa località ho trovato solamente una conchiglia vuota ma ad una quota di circa 800 m, rispetto a quella descritta dalla Paulucci ha una spira più alta ma corrisponde esattamente alla foto del tipo di Lamark di G. Hermod.




C. planospira Regello 800 m
Campylea planospira del Lago Santo modenese


Campylea planospira del Lago Santo modenese


Non è il massimo ma consente di evidenziare alcune differenze rispetto agli esemplari del Lago Santo, la conchiglia è molto più solida, potrebbe anche dipendere dall'età o da un habitat in un luogo più caldo/secco, il labbro è bianchissimo come nel tipo mentre è di color corneo negli esemplari in quota, anche questa differenza potrebbe essere legata all'ambiente ed all'alimentazione,la ricchezza di tannino nella faggeta potrebbe influire sul colore del peristoma, quest'ipotesi però me la smentisce la planospira del Monte Gelbison del Cilento trovata in faggeta a 1700 m che ha un labbro perfettamente bianco come si puo vedere qui.
In campania troviamo un quadro invertito, peristoma corneo al livello del mare e bianchissimo in quota.
Concordo con Beppe che senza le indicazioni di Fabio non ne potremo uscire, ma anche evidenziare le differenze riscontrate sul campo può indirizzare i campionamenti.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2349 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 giugno 2015 : 14:24:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non stupisce che la Paulucci avesse distinto tante varietà, e non è detto che avesse sempre torto. Contribuisco con un esemplare dell'Appennino reggiano (1000 m circa)


Campylea planospira del Lago Santo modenese
226,35 KB

ed uno di Piedimonte Matese (CE), circa 300 m.


Campylea planospira del Lago Santo modenese
234,07 KB


Campylea planospira del Lago Santo modenese
237,15 KB

ciao,

fern
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vill
Utente Senior

Città: Castelnovo di Sotto
Prov.: Reggio Emilia

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 30 giugno 2015 : 17:37:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,
metto la foto di un Chilostoma planospira dell'appennino reggiano proveniente dalla stessa zona di quello postato da Fernando.

Viller

Immagine:
Campylea planospira del Lago Santo modenese
107,3 KB

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Devil1
Utente nuovo

Città: Introbio (Lecco)
Prov.: Lecco

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Inserito il - 08 luglio 2015 : 17:43:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La presenza di puntini bianchi sulle parti molli merita quanto meno una riflessione sulle possibili cause.
Provo a buttarne lì un paio. La punteggiatura in quella popolazione, può essere di natura alimentare dovuta alla presenza nell'ambiente di un vegetale contenente, un particolare metallo o molecola (a sua volta legato al substrato più o meno roccioso) che, una volta metabolizzato dal mollusco produce quella manifestazione fenotipica.
Poi c'è un'altra ipotesi che nessuno prende mai in considerazione, e cioè che i molluschi non possano mai ammalarsi.
In questo caso di una patologia, non immediatamente letale, provocata dalla presenza di un virus o di un batterio che instaura col mollusco una forma di simbiosi tramite la quale ne ricava un nutrimento. Fantascienza?

devil
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Devil1
Utente nuovo

Città: Introbio (Lecco)
Prov.: Lecco

Regione: Lombardia


19 Messaggi
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Inserito il - 09 luglio 2015 : 11:29:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Articolo meglio il mio punto di vista per non farlo apparire un po' strampalato. I molluschi terrestri sono soggetti anche loro a delle malattie che in non pochi casi ne possono producono la morte.
Ho formulato quelle due ipotesi perchè le ritengo altamente probabili grazie anche alla letteratura di cui disponiamo.
Alcuni metalli pesanti come cadmio, arsenico cromo, ecc, presenti nel terreno, possono agire direttamente ma anche attraverso il nutrimento vegetale del mollusco.
E' accertato che la bava prodotta dalla chiocciola contiene una sostanza antibiotica che agisce contro diversi batteri, non contro alcune specie di Aeromonas. Alcuni funghi del genere Fusarium agiscono in modo anche letale. In questi due casi possono essere prodotte delle necrosi di vario tipo che si possono osservare nel momento in cui raccogliamo la chiocciola durante la nostra escursione (i possibili puntini bianchi).
Non possiamo altresì escludere, in caso di cronicizzazione della malattia senza portare alla morte, che il mollusco può sempre riprodursi e, attraverso una “mutazione indotta” o anche “puntiforme”, queste agiscono sul fenotipo, quindi anche sul guscio.
Certamente si tratta di situazioni estreme e che statisticamente non hanno un'incidenza. Ma non dobbiamo escluderle.

devil
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Subpoto
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Città: Roma
Prov.: Roma

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Inserito il - 09 luglio 2015 : 13:07:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Non mi sembra molto probabile una malattia, da quello che ho potuto vedere tramite la foto degli amici questa fine punteggiatura è presente in tutte le popolazioni dell'Appennino Tosco_Emiliano sia a Nord che a Sud di Firenze, aspetto di reperire esemplari più meridionali vivi per fare un confronto.
Probabilmente non sono significativi ma a volte questi caratteri possono aiutare nelle determinazioni, negli Hydrobiidi salmastri è possibile distinguere Hydrobia acuta da Ecrobia ventrosa proprio dalla colorazione dei puntini con una assoluta precisione mentre è praticamente impossibile distinguere le conchiglie in una tanatocenosi a causa di una forte sovrapposizione morfologica.
Se questo carattere è presente anche nelle popolazioni meridionali non si potrà considerare indicativo, il colore marrone del mollusco di quelle popolazioni potrebbe essere solamente on fenotipo locale privo di valore tassonomico in assenza di ulteriori caratteri differenziali.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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