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 Camoscio appenninico - Rupicapra pyrenaica ornata
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AngelaI
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 12:49:25 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Con non poco disagio, dovuto ai trascorsi problemi in questa sezione, mi accingo ad aprire un nuovo post sul Camoscio Appenninico.
Personalmente avrei continuato volentieri a chiamarlo Camoscio d'Abruzzo, ma ormai gli studiosi sembrano concordi su quest'ultimo nome.

Ancora non ho capito qual è il consiglio per l'impostazione delle nuove discussioni, perché non mi sembra che si sia giunti ad una conclusione, ma forse ho perso qualche passaggio. In questo caso me ne scuso.

Per non sbagliare inserisco 4 foto che ritraggono lo stesso camoscio di profilo, davanti, di spalle e girato.

E' un bel maschio in livrea primaverile. Si tratta di un soggetto solitario incontrato per caso sulle Mainarde nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, in una zona dove non avevo mai visto camosci.

Foto dell'11 maggio 2014


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AngelaI
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 12:53:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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AngelaI
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 12:54:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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AngelaI
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 12:55:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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marcospada
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 15:37:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bellissimo esemplare, in ogni caso per quanto mi riguarda (e per quanto possa contare) continuo a chiamarlo Camoscio d'Abruzzo ( del resto l'Orso marsicano si chiama marsicano, anche se gira per il Lazio, per il molise, per l'Umbria e per le Marche ).
Ho l'impressione che i Camosci (d'Abruzzo :-) ) stiano cominicando a colonizzare o addirittura a trasferirsi dalle aree "storiche" della Val di Rose e del Monte Petroso alle nuove aree sotto il Monte Meta e nelle Mainarde, dove forse stanno più tranquilli rispetto alle orde estive di predatori in bermuda e con zainetto che imperversano accompagnati da solerti accompagnatori turistici.

Marco
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clse
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 21:50:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
finalmente Angela!!!!!!
bellissime immagini, cominciavo a sentirne la mancanza!!

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puckie
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Inserito il - 13 maggio 2014 : 23:21:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bentornata Angela!
Sono contento che hai trovato i camosci in posti nuovi.

Siamo adolescenti. Col bisogno di emanciparci dalla natura che è la nostra madre. Quando avremo la maturità per cominciare a occuparci di lei?
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marcospada
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Inserito il - 14 maggio 2014 : 15:10:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una buona notizia ... a seguito di una brutta..

##################

È stato completato il percorso diagnostico per il decesso dei Camosci di Sterpi d’Alto

Pescasseroli, 14 Mag 14 - Come è noto tra il 23 e 24 aprile furono rinvenuti e recuperati in totale 10 esemplari di camoscio appenninico deceduti e le carcasse furono conferite all'IZS del'Abruzzo e Molise, sedi di Teramo e Isernia, per stabilire la causa di morte. Più precisamente si trattava di 7 femmine e 3 maschi, di età oscillante tra 1 anno e 10-11 anni, e pesi tra i 6 e 26 kg circa.
L'episodio aveva destato molta preoccupazione, soprattutto perché il Camoscio è una specie molto delicata ed anche per la possibilità che poteva trattarsi di qualche forma epidemica di malattia.
Era quindi necessario stabilire con certezza e rapidità, compatibilmente con i tempi tecnici di accertamento, la causa di morte degli animali.
Ovviamente sono stati avviati tutti gli accertamenti sanitari previsti nell'apposito protocollo sanitario in ambito Life Coornata, all'esito dei quali si può affermare con certezza, in base alle lesioni anatomopatologiche riscontrate sulla gran parte delle carcasse, che il decesso, praticamente in simultanea di 10 animali, è stato determinato dalla folgorazione di un fulmine.

Tali lesioni, abbastanza caratteristiche e patognomoniche, sono caratterizzate dalla presenza di evidenti bruciature del pelo e da ustioni di secondo-terzo grado della cute, non rilevate immediatamente perché le carcasse degli animali, esposti alle intemperie, presentavano il vello bagnato e quindi scuro.

Tali lesioni sono determinate dal passaggio della corrente elettrica del fulmine che scorre sulla pelle, attraversa il corpo dell'animale e causa il decesso per arresto cardiaco.
Le lesioni possono non essere presenti su tutti gli animali, ma quando si verificano tali eventi, cioè decesso in contemporanea di molti animali su un'area di circa 400 mq e distanze massime tra camosci di 30 metri circa, il decesso è attribuibile sia all'azione diretta della corrente sull'animale (presenza della lesione patognomonica), sia all'azione indiretta, alla grave sensazione di panico e conseguente stato di stress acuto irreversibile.

"Possiamo quindi escludere qualsiasi malattia diffusiva di tipo infettivo – come dichiarato dal direttore del Parco – e da nostri accertamenti abbiamo appreso che l'evento, certamente non frequente, è comunque stato registrato anche in passato, come ricordato da anziani pastori di Civitella Alfedena, che hanno testimoniato circa casi simili avvenuti sul monte Sterpi d'Alto, che hanno provocato la morte di pecore al pascolo".

Il quadro interno riscontrato dalle analisi effettuate è sovrapponibile per tutti i camosci analizzati, sia per i parassiti presenti che per l'assenza di virus e/o batteri. In ogni caso gli accertamenti di laboratorio delle 10 carcasse condotte sia dall'IZS sperimentale di Abruzzo e Molise che dall'Università di Torino e di Barcellona (SEFAS) consentiranno di aggiornare il quadro sanitario e parassitologico della popolazione di camoscio nel PNALM.

Ufficio di Presidenza

Antonietta Ursitti tel. 0863.9113204 ufficiodipresidenza@parcoabruzzo.it

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AngelaI
Utente Super


Città: Sant'Elia Fiumerapido (FR) - 03049
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Inserito il - 14 maggio 2014 : 16:58:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marcospada:

Una buona notizia ... a seguito di una brutta..

##################


Assolutamente d'accordo con Marco, molto molto peggio sarebbe stata l'ipotesi di un'epidemia. Ovviamente dispiace, però agli eventi naturali, seppur rari, si ci può fare una ragione, ma guai se ancora una volta ci fosse stata la mano anche indiretta dell'uomo.
Resta il fatto che la presenza di bestiame domestico nelle zone frequentate da orso e camosci è pericoloso.

Angela

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carolan
Utente Senior

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Inserito il - 17 maggio 2014 : 14:25:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di AngelaI:

...Con non poco disagio, dovuto ai trascorsi problemi in questa sezione, mi accingo ad aprire un nuovo post sul Camoscio Appenninico...


ciao Angela,ben capisco il tuo disagio ma comprendo anche la tua solita voglia di andare OLTRE la polemica gratuita che ti ha interessato ingiustamente con la proposta spontanea e gratuita delle immagini "vere" di natura,in questo caso del camoscio d'Abruzzo o appenninico come vogliono chiamarlo ora gli studiosi moderni che magari l'hanno mai visto!
Grazie ancora,ciao!
stefano


Modificato da - carolan in data 17 maggio 2014 14:27:44
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marcospada
Utente Senior


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Inserito il - 20 maggio 2014 : 17:26:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho trovato su ebay il libro "Il popolo delle rocce" scritto negli anni '80 da Sandro Lovari, attualmente il maggior studioso italiano del Camoscio d'Abruzzo e non solo. Ho anche avuto con lui un interessante scambio di email. Se ne trovate ancora una copia lo raccomando perchè è interessantissimo da leggere e si ritrovano, accuratamente descritti, molti dei comportamenti fotografati da Angela e da altri nel precedente nostro thread sul camoscio abruzzese.

Dello stesso autore poi è notevole il recentissimo libro "l'enigma delle pecore blu" che parla dei caprini dell'Himalaja e del Leopardo delle nevi.


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Tejon
Utente Junior

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Inserito il - 29 maggio 2014 : 17:02:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marcospada:

bellissimo esemplare, in ogni caso per quanto mi riguarda (e per quanto possa contare) continuo a chiamarlo Camoscio d'Abruzzo ( del resto l'Orso marsicano si chiama marsicano, anche se gira per il Lazio, per il molise, per l'Umbria e per le Marche ).
Ho l'impressione che i Camosci (d'Abruzzo :-) ) stiano cominicando a colonizzare o addirittura a trasferirsi dalle aree "storiche" della Val di Rose e del Monte Petroso alle nuove aree sotto il Monte Meta e nelle Mainarde, dove forse stanno più tranquilli rispetto alle orde estive di predatori in bermuda e con zainetto che imperversano accompagnati da solerti accompagnatori turistici.

A dire il vero, lo spostamento – o per meglio dire l'ampliamento dell'areale – dei camosci nel PNALM in aree diverse da quelle «storiche» è cominciato ben 20 anni fa! Anzi, semmai oggi c'è il problema opposto: sono almeno 10 anni che l'areale del camoscio non aumenta in modo significativo. Esemplari maschi si possono trovare anche in luoghi piuttosto lontani dai nuclei più grandi di femmine e piccoli. I maschi giovani, soprattutto, tendono ad esplorare anche aree marginali e in generale possono «girare» parecchio. Nel corso del recente progetto LIFE Coornata, uno dei camosci radiocollarati, uno yearling maschio, si è spostato dalla Val di Rose, dove era stato catturato, fino alle propaggini più meridionali delle Mainarde, in pieno Molise, per poi piano piano rientrare nella zona di origine.

Quanto al disturbo dei turisti, purtroppo ormai anche La Meta non ne è immune: io sono stato testimone di innumerevoli comportamenti assolutamente deprecabili da parte del turistume più becero (scout e processioni religiose inclusi). Dal 2010, infatti, proprio in seguito alle ripetute segnalazioni di disturbi ai camosci (compreso gente che dava loro da mangiare panini!), il Parco ha ritenuto opportuno chiudere l'accesso alla cima per il periodo estivo (che poi questo divieto sia davvero efficace e venga fatto rispettare da chi di dovere, è un'altra questione!).
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marcospada
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Inserito il - 03 giugno 2014 : 20:31:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Avevo letto anche, mi sembra proprio sul sito LIFE Coornata, che la popolazione abruzzese sia in regressione, o almeno non cresce; mentre le popolazioni del Gran Sasso, della Maiella e del Monte Bove sono in crescita. Sicuramente l'impatto col turismo di massa fà la sua parte.

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AngelaI
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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:26:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono tornata a vedere i camosci. Ho incontrato maschi solitari, femmine e giovani. Il branco di femmine con i piccoli era lontano. In quel gruppo ho contato 12 nuovi nati, speriamo ce ne siano molti altri.

Un maschio.
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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:27:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una femmina.

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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:27:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giovani dell'anno precedente.

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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:29:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un giovane con un corno rotto. Per avere avuto quella rottura avrà subito un bel trauma. Forse è un sopravvissuto a qualche incidente.

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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:30:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Inserito il - 04 luglio 2014 : 12:30:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Inserito il - 04 luglio 2014 : 15:28:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto baldanzosi questi nuovi nati! Che bello.
La tua passione continua...

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Inserito il - 12 settembre 2014 : 19:27:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il mantello dei camosci è in continuo cambiamento. Il colore rossiccio dell'estate è già in fase di modifica e si sta preparando la futura livrea invernale.
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