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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2007 : 13:23:36
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| Certamente non sono vostro coetaneo, ma fortunatamente il consenso può anche prescindere dalla generazione di appartenenza! |
Francesco è verissimo quello che dici siamo in linea anche su questo . Ti trovo molto moderno nelle Tue idee
Alessandro PD |
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Francesco Ciabattini
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
3437 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 15:40:51
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| Messaggio originario di Alessandro:
| Certamente non sono vostro coetaneo, ma fortunatamente il consenso può anche prescindere dalla generazione di appartenenza! |
Francesco è verissimo quello che dici siamo in linea anche su questo . Ti trovo molto moderno nelle Tue idee
Alessandro PD
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Ti ringrazio per uno dei più graditi complimenti che abbia mai ricevuto! E’ vero che ho sempre cercato di rimanere aperto al nuovo e al diverso, ma, a voler essere veramente sinceri, non è soltanto merito mio né tutta farina del mio sacco! Vi ho già accennato in altre discussioni che ho fatto parte per interi decenni di un gruppo di ricerca costituito da diverse decine di persone, laureate e non, le cui finalità erano quelle di esplorare la realtà che ci circonda sotto i più diversi profili, scientifico, filosofico, religioso e culturale in genere. Riporto qui di seguito alcune parti di una delle relazioni tenute dal coordinatore di questo gruppo. Per ogni eventuale commento e osservazione preciso subito che il testo non è mio, anche se lo condivido pienamente: Siamo negli anni ottanta e la relazione era intitolata: “Il problema della interdisciplinarietà nella ricerca scientifica e non” Ne riporto soltanto alcuni passi: “Connessione tra iniziative diverse all’interno di una qualsiasi forma di ricerca. Che cosa bisogna fare per………. E’la prima domanda che ci si pone quando ci si avvicina a qualsiasi attività umana. Raramente si verifica una evoluzione su questo primo innesco del processo. Come si concilia, che rapporto c’è tra questa iniziativa ed il contesto. Si parte per qualsiasi iniziativa sotto la spinta di cause che nemmeno si conoscono completamente. Un individuo si chiede come deve fare per raggiungere un obiettivo. Raramente si pone il problema di come la sua iniziativa, libera o coatta che sia, si concili, si colleghi con altre situazioni. Tanto meno si pone il problema se gli sia possibile, tenendo conto del contesto più generale, raggiungere l’obiettivo che si è proposto. Le situazioni collegate non sono il contorno della iniziativa, ma fanno parte integrante della iniziativa, del problema. Il problema della interdisciplinarietà potrebbe risultare un tantino più collegato di quello che non sembri. Non si tratta di vezzo, di senso di scuola. Ogni tentativo di ricerca non si risolve né con aggressioni , né con fughe, né con scetticismi, né con invadenze. In questo senso il problema della interdisciplinarietà potrebbe essere sostanziale, imprescindibile, necessario (non obbligatorio). Necessità di conoscere anche quanto è noto ad altri. A me non serve soltanto di sapere cosa devo fare, mi serve di sapere cosa sanno gli altri, non perché gli altri sono più importanti, ma solo come fatto tecnico. In genere quello che sanno gli altri ci serve erroneamente soltanto per contestarlo oppure per subirlo. Ragione/torto. Con questo gioco/usura logorante si va fuori strada. Quelli che dicono: “questa cosa non la so, questa cosa non la capisco” sono altrettanto ridicoli di quelli che dicono: “io questa cosa la so proprio bene!”. Come le cose siano in realtà non si recupera affondando nella conoscenza miniaturizzata, capillare di una o più cose, ma inventariando tutte le cose che stanno loro intorno. Non è continuando protervamente a chiederci come e perché funziona il protone, ma chiedendoci come/perché il protone sia inserito in un contesto nucleare, atomico, molecolare, astrofisico che si può intravedere uno spiraglio di soluzione. Lo stesso per tutto ciò che momentaneamente e localmente cade sotto la nostra attenzione”
Francesco Ciabattini Link |
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franci
Utente Senior
Città: Morbegno
Prov.: Sondrio
Regione: Lombardia
1364 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 18:58:50
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| Messaggio originario di Alessandro:
Leggendo il messaggio di Francesca trovo in quello che ha scritto l'essenza della cultura sia essa naturalistica, scientifica, letteraria, ecc. non ha importanza se a livello scolastico, universitario oppure pura passione. Il saper parlare di tutto, essere curiosi di tutto ciò che ci circonda è la vera cultura non il "pezzo di carta", seppur sudato ed agoniato. Tornando al tema ho giò detto che almeno la formazione universitaria italiana è iperspecialistica, troppo davvero! Ma il tema a me più caro è l'interdisciplinarietà. Quello che ha evidenziato Francesca secondo me è proprio quello a cui si dovrebbe tendere. Purtroppo almeno tra gli studenti, conosco meglio questo mondo scusate, trovo che non solo non abbiano capito l'interdisciplinerarietà ma nemmeno sappiano fare dei semplici collegamenti tra le materie imparate. Ho cercato di capire il problema, a parte casi isolati, questa "non cultura" gliela stiamo trasmetendo noi. Il nostro esempio è deleterio. Viene percepita sicuramente questo distacco e diffidenza tra docenti e ricercatori di materie affini che invece di dialogare per raggiungere un risultato condiviso, assumono un atteggiamento a riccio e si arroccano sulle proprie posizioni giuste o sbagliate che siano.
Alessandro PD
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Caro Alessandro, per quella che è la mia esperienza di "educatrice" noto che la tendenza a confondere il sapere con "l'etichettare" sia uno dei problemi. Naturalmente è necessario e interessante conoscere i nomi di ciò che ci circonda (in fondo questo è uno degli scopi del nostro amato forum! ) e non può esistere cultura senza questo aspetto. Quella che manca è però la capacità di collegare, di mettere in relazione... Esempio pratico: quando si portano le classi nel bosco, proponendo attività che aiutano a capire, che so, la rete alimentare piuttosto che il ciclo della materia, non serve conoscere i nomi degli esseri viventi che incontriamo, ma le loro relazioni. I nomi, secondo me, verranno dopo, quando, affascinati dalla trama della vita, ne vorremo sapere di più. Ci sono insegnanti che apprezzano questo approccio ed altri che proprio non lo capiscono, passando tutto il tempo a chiedere "come si chiama questo?... e questo?". Il punto è che o sono parenti di Pico della Mirandola o non possono umanamente imparare in due ore una massa di nomi che a me hanno richiesto anni di studio e amore per la materia... e alla fine cosa resterà loro di utile? I giovani allievi assorbono il modo di approcciarsi al mondo dei loro insegnanti, nel bene e nel male, più di quanto si possa credere ad una osservazione superficiale: ed ecco fatto il danno. Quando arrivano all'università, dove, se vogliamo, è il momento di imparare "tanti nomi", non hanno ancora imparato ad osservare, correlare... Peccato.
Franci Morbegno (SO) |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 20:01:20
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Quello che dici Francesca è molto giusto.
Tutti noi, penso, che ricordiamo con particolare affetto e riconoscenza quelli, tra i nostri maestri, che hanno saputo farci vedere qualcosa in più rispetto ad uno sterile approccio sistematico (con tutto il rispetto per la sistematica).
Il mestiere di formare i giovani alla natura, così come quello di divulgarla agli adulti, sono talenti. Se non si riescono a fornire suggestioni, ma solo informazioni, è ben poco quello che resta.
Ciao, Andrea |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 21:19:10
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Anch'io Francesco sono d'accordo che un approccio interdisciplinare è più ricco. Mi chiedo però se allargare le proprie conoscenze in orizzontale possa in qualche modo limitare la capacità di andare in profondità, tu cosa ne pensi?
Se per esempio avessi necessità di un intervento chirurgico mi farebbe piacere pensare che chi mi opera ha passato la vita a migliorare quel particolare tipo di intervento, anzichè inquadrarlo all'interno di una visione generale di antropologia. Insomma vorrei un chirurgo ultraspecializzato e molto poco filosofo.
Ciao, Andrea |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2007 : 21:38:18
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Andrea aspetto anch'io la risposta di Francesco, ma vorrei esporti anche il mio pensiero. L'approfondimento culturale è necessario, direi indispensabile. Non demonizzo la specializzazione anzi. E' che siamo talvolta ultra specializzati e non sappiamo dialogare con altre competenze. Questo è un reale e grave pericolo!
Alessandro PD |
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Francesco Ciabattini
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
3437 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 21:47:30
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| Messaggio originario di theco:
Anch'io Francesco sono d'accordo che un approccio interdisciplinare è più ricco. Mi chiedo però se allargare le proprie conoscenze in orizzontale possa in qualche modo limitare la capacità di andare in profondità, tu cosa ne pensi?
Se per esempio avessi necessità di un intervento chirurgico mi farebbe piacere pensare che chi mi opera ha passato la vita a migliorare quel particolare tipo di intervento, anzichè inquadrarlo all'interno di una visione generale di antropologia. Insomma vorrei un chirurgo ultraspecializzato e molto poco filosofo.
Ciao, Andrea
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Sempre che quel chirurgo ultraspecializzato, dopo aver concordato con te la data dell'intervento, non sia schiodato prima per un infarto, dopo essersi alimentato in modo sbagliato per non aver avuto una visione più generale di quello che avrebbe dovuto mangiare! Se vuoi, possiamo anche continuare con le battute! Francesco
Francesco Ciabattini Link |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 22:22:01
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Alessandro, sono perfettamente d'accordo. In effetti non è un problema di facile soluzione...
| Messaggio originario di Francesco Ciabattini: Occorre sempre sapersi mettere in discussione, essere umili e disposti ad affrontare qualsiasi argomento sotto diverse e nuove angolazioni e soprattutto, come ci hanno insegnato gli Gnostici di Princeton...
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Letto quanto sopra immaginavo che tu non avessi nessuna difficoltà a rivedere le tue convinzioni sotto un'angolazione diversa, ma evidentemente sbagliavo.
Non era mia intenzione fare una battuta, volevo solo sottolineare il fatto che, nonostante sia anch'io d'accordo in linea generale con il principio della interdisciplinarietà, mi sembra però di intravedere in essa anche dei potenziali pericoli, là dove il presunto arricchimento orizzontale si trasformi in tanti suggestivi e moderni bla bla bla, a discapito della preparazione sceintifica e della reale cognizione di causa. Ma forse sono solo io che immagino pericoli inesistenti...
Ciao, Andrea |
Modificato da - theco in data 10 febbraio 2007 22:23:40 |
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Francesco Ciabattini
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
3437 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 10 febbraio 2007 : 23:00:40
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Scusami Andrea, pensavo veramente che volessi fare soltanto una battuta! C'era sicuramente anche una maniera "seria" di rispondere alle tue obiezioni, ma sei troppo intelligente per non potertela immaginare da solo! Francesco
Francesco Ciabattini Link |
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Francesco Ciabattini
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
3437 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 11 febbraio 2007 : 00:17:36
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Caro Andrea ad evitare tue prevedibili repliche con accuse nei miei confronti di scarsa umiltà e di volontà di eludere le tue osservazioni, eccomi a tua disposizione per spiegarti fino in fondo il mio punto di vista. Ti dico subito che non avrei alcuna difficoltà a rivedere le mie convinzioni se in tutto quello che ho esposto sin qui vedessi veramente delle evidenti contraddizioni e/o lacune. Intanto mi sembra che ti abbia già risposto più che esaurientemente Alessandro, ma io voglio essere ancora più chiaro. Nella mia raffigurazione dell’ultraspecializzato non ho mai inteso riferirmi a un professionista serio che sa fare al meglio la sua attività, ma a un individuo chiuso nella sua ripetitiva e ossessiva rivisitazione del suo sapere teorico, con una sorta di paraocchi verso tutto ciò che fosse esterno alla sua paranoia. Il chirurgo dotato della eccellenza della preparazione professionale che ti garantirebbe il meglio delle prestazioni, stai sicuro che deve avere necessariamente continuamente riviste ed aggiornate le sue conoscenze scientifiche, le sue tecniche, e questo è un vero e proprio arricchimento orizzontale come tu lo definisci. Se poi quello stesso chirurgo avesse ampliato anche le sue conoscenze più generali sulla medicina, sulla biologia e sulla cultura rispetto ad uno che non lo avesse fatto, ti assicuro che io sceglierei il primo. Non è vero che l’ampliamento generale delle conoscenze va necessariamente a discapito di quelle particolari e specifiche, anzi le esalta e le migliora in quanto inserite in un quadro più completo, laddove anche una sfumatura può essere collegata ad una conoscenza collaterale. Non ho mai detto che un bravo chirurgo deve essere anche un filosofo solo perché ho fatto l’esempio degli gnostici di Princeton che accostavano addirittura l’astrofisica alla filosofia. Un mio professore di tanti, purtroppo tanti anni or sono, diceva: “non discutete il maledetto esempio” sul presupposto che l’esempio può essere in alcuni casi provocatorio ed in altri portato al limite per capirsi meglio. Francesco
Francesco Ciabattini Link |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 febbraio 2007 : 21:02:49
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Grazie Francesco, sei stato chiarissimo ed esauriente
Fa piacere di tanto in tanto partecipare ad una discussione di carattere generale, sui sistemi e le teorie, dovremmo farne più spesso.
Ciao, Andrea |
Modificato da - theco in data 11 febbraio 2007 21:05:08 |
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Acipenser
Utente Senior
Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero
Regione: Germany
1668 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2010 : 21:19:08
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La presente discussione è stata recuperata dalla vecchia versione di L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA; prima di intervenire si prega di leggere qui.
Buon proseguimento.
Tautò tèni zon kài tethnekós kai egregoròs kai kathèudon kai nèon kai gheraiòn tade gàr metapésonta ekéina ésti kakèina pàlin táuta. Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato. |
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