Passeggiando per il Piemonte meridionale, nel cuneese, tra Fossano e Pollenzo, si trovano un'infinità di campi coltivati... per lo più mais e grano.
Questa terra, che si distende fra pianure e terrazzi fluviali, nasconde a volte dei tesori che, a prima vista, paiono quasi inafferrabili...
Per esempio: cosa c'è di strano nella foto seguente, che inquadra quello che sembra un normalissimo angolo di campagna, con il muretto ricoperto dalla solita edera e il mais che cresce quieto nel sole di luglio?
Se guardiamo bene il muretto ha qualcosa di insolito: si sviluppa seguendo una curva, anzichè essere rettilineo come tutti i muretti normodotati . Qui c'è qualcosa sotto!
E infatti, se volgiamo lo sguardo intorno, ecco comparire, come d'incanto, qualcosa che racconta di un tempo lontano, quando proprio qui c'era gente in armatura, animali fatti arrivare da lontano, un pubblico esultante... Ci troviamo all'interno di un anfiteatro romano!
Si vedono i muri perimetrali e la cascina che coltiva il mais dove c'era l'arena dei gladiatori, a destra nella foto.
Questa è una ricostruzione di come è e com'era l'anfiteatro: guardate per confronto la cascina della foto precedente per inquadrare la zona
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
La campagna circostante è fertile oggi come 2000 anni fa e nulla farebbe sospettare che, appena 50 cm sotto la superficie, si nasconda una delle maggiori città romane della zona: Julia Augusta Bagiennorum.
Tutta l'area fu scavata, un po' qui un po' là, circa 100 anni fa da due illustri archeologi della vicina città di Bene Vagienna (che riporta nel nome questa città antica): essi affittarono i terreni a loro spese e disegnarono una ricostruzione della planimetria.
Trovarono circa 21 ettari di case, strade, templi, teatri... Ma alla fine reinterrarono tutto e le coltivazioni ripresero, lasciando solo all'immaginazione ciò che c'era, qui, nel primo secolo d.C.
Alcune parti furono lasciate a vista: ecco ciò che resta del teatro:
Il palco visto dall'esterno
Ma per meglio capire la magnificenza dell'epoca, ho trovato questa ricostruzione che spiega bene come appariva in quei tempi:
Nel finale del filmato si vede il tempio che sorgeva su un rialzo al centro del foro: è rimasto poco di questo, ma lo si indovina, un poco, confrontando i resti con il cartello posto a fianco (purtroppo non ho trovato l'entrata e ho scattato da fuori dalla recinzione):
In effetti fino a poco tempo fa l'intera zona era semplice campagna aperta, ma recentemente sono stati fatti nuovi scavi, nuovi restauri e le zone più importanti sono state recintate. L'ingresso è libero perchè c'è una porticina sempre aperta, ma nella zona del foro non l'ho trovata.
E' stata posta molta cura nel riqualificare la zona: c'è una pista pedonale che passa per la città con cartelli esplicativi. Un museo raccoglie i reperti trovati qui.
Questa è l'area della chiesetta in uso fino all'VIII secolo:
E qui si vede lo scavo all'incrocio fra il decumano massimo (la stradina oltre la staccionata in fondo) e il cardine (in basso a sinistra nella foto):
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
In questo filmato viene visto il tutto dall'alto: si comprende molto meglio l'organizzazione della città:
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
Vediamo come si è sviluppata la zona: la Liguria, nel 200 a.C., arrivava fino a qui, popolata da numerose tribù liguri. Alcune di queste erano stanziate sui monti fra Piemonte e Liguria, altre vivevano di agricoltura nella pianura. I liguri Begienni erano una tribù che viveva in villaggi, non molto grandi, se ho capito bene.
I romani arrivarono in zona circa 2200 anni fa e ci furono i primi scontri. Pare che i liguri fossero fieri combattenti e di loro si narrava che fossero forti e valorosi. Si diceva che la dura vita sulle montagne li avesse resi quasi invincibili. Si narra che una donna, intenta ai lavori nei campi, fu colta dalle doglie e stava per partorire. Per non disturbare gli altri si allontanò in silenzio e, nascosta fra i cespugli, fece nascere il pargoletto. Dopo aver tranciato coi denti il cordone ombelicale e aver sistemato il piccolo fra le foglie, in modo che stesse comodo e quieto, tornò al suo lavoro come se nulla fosse.
Verità o leggenda che sia, i liguri erano temibili e i romani pare non sottovalutassero la cosa. Quando furono sconfitti, i liguri vennero in parte uccisi, in parte deportati e schiavizzati, e in parte integrati. La storia qui è un po' confusa: se qualcuno ne sa di più gli sarò grato se ci spiegherà meglio
I romani costruirono quindi una città nella terra dei Bagienni, cioè Julia Augusta Bagiennorum. Pare che sotto di essa non ci siano altri insediamenti precedenti. La posizione geografica era ottimale perchè il torrente Mondalavia ha scavato un profondo crepaccio che proteggeva la città su un lato. Non restava quindi che fare un fossato e piazzare 4 torri agli angoli. L'anfiteatro era un poco fuori dal quadrato.
Esasperando un po' le altimetrie, questa è la zona (notare, in basso a sinistra del segnalino, come la stradina curvi improvvisamente: lo fa per aggirare l'anfiteatro):
La città sorgeva su una via di commercio all'epoca molto frequentata.
Non si sa quando, come e perchè fu abbandonata. Non si sa neppure se fu una cosa progressiva o improvvisa. Semplicemente, ad un certo punto intorno all'VIII secolo se ne perdono le tracce e tutto ciò che resta di questo insediamento, citato tra l'altro da Plinio il Vecchio, resta solo un'assolata e quieta campagna coltivata.
Grazie agli sforzi recenti il sito sta tornando alla luce e sono previsti nuovi scavi. Tutta la zona merita una visita, oltre che per la bellezza del posto, anche per il contrasto tra l'importanza antica e la semplicità di oggi, tra mais e grano, che lascia un po' stupefatti di come il tempo cambi le cose.
Un saluto a tutti e grazie della visita!
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
Nicolò -- Attenzione alla "Nomenclatura binomiale". Il primo termine (nome generico) porta sempre l'iniziale maiuscola, mentre il secondo termine (nome specifico) viene scritto in minuscolo. Da: Link
E' difficile trovare qualcosa che non conosci Il posto è poco pubblicizzato ma se i lavori proseguono potrebbe rivelare molte sorprese.
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
Una città romana nella mia regione. Che sorpresa! E' incredibile c he sia così poco conosciuta. Grazie Dario per aver condiviso le tue bellissime foto!
Siamo adolescenti. Col bisogno di emanciparci dalla natura che è la nostra madre. Quando avremo la maturità per cominciare a occuparci di lei?
Ciao. In Piemonte ci sono molte città romane o nate su insediamenti romani. A volte, come in questo caso, la città moderna sorge appena più in là dell'antica (un altro esempio è Pollentia-Pollenzo).
Guarda qui quante ce ne sono, ed in ognuna troverai un museo e degli scavi da visitare. La carta rappresenta l'Italia settentrionale con le città romane e le antiche strade: Link Clicca sulla foto del link per ingrandirla
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
Sapevo che ce ne doveva essere qualcuna, ma che poi non si era conservata. Ma questa tua mappa ne mostra tantissime! E so dalla mia zona che anche altri centri minori devono avere un'origine romana, magari da semplici accampamenti fortificati. Comunque è indiscutibile siamo tutti "romani de Roma"
Siamo adolescenti. Col bisogno di emanciparci dalla natura che è la nostra madre. Quando avremo la maturità per cominciare a occuparci di lei?
Se è rimasto qualcosa di tutti quelli che sono passati di qui, mi piacerebbe essere anche un po' ligure. Poi ci sarà sangue celtico, romano, longobardo ecc... ecc... Siamo figli di mezzo mondo
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)