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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa. Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.
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Autore |
Discussione |
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nymphalidae
Utente Senior
Città: Genova
Regione: Liguria
2947 Messaggi Fotografia Naturalistica |
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Velvet ant
Moderatore
Città: Capaci
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3768 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 26 dicembre 2006 : 19:36:47
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A livello di Famiglia, credo si tratti di un Tephritidae, la cui specie più nota è la temibile ma splendida Ceratitis capitata, nota come "mosca della frutta", presentata qui da Aldo e che fa capolino nella barra animata delle pagine del nostro forum.
Marcello
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Modificato da - Velvet ant in data 26 dicembre 2006 19:37:31 |
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Mimmo_Romeo
Utente Junior
Città: Siderno
Prov.: Reggio Calabria
Regione: Calabria
31 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 marzo 2007 : 11:50:15
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Ciao a tutti, penso si tratti della Bactrocera oleae, nota come "mosca dell'olivo". Mimmo Romeo |
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Velvet ant
Moderatore
Città: Capaci
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3768 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 13 marzo 2007 : 14:50:29
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Credo proprio che Mimmo abbia ragione. Si tratta della celeberrima e temutissima mosca delle olive, che, fino a qualche anno fa, veniva chiamata Dacus oleae. Su questo dittero, vero flagello, in tutto il bacino del mediterraneo, delle colture di olivo, sono stati versati fiumi di inchiostro. Grandi (1951) riferisce che questa mosca era conosciuta sin dalla più remota antichità e che lo stesso Plinio accenna a una “vermiculatio” che in talune annate comprometteva seriamente il raccolto delle olive. Mi pare che si siano tentate negli ultimi anni varie forme di "lotta biologica": mi piacerebbe sapere, da chi, qui nel forum, ha le necessarie conoscenze, a che punto stanno le cose. Da parte mia posso solo aggiungere, ora che, grazie alla bella foto di Luca e alla diagnosi di Mimmo, ho avuto modo finalmente di osservare da vicino questo insetto, che la sua bellezza è pari alla sua triste fama.
Marcello
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FOX
Moderatore
Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 marzo 2007 : 15:13:08
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Ciao Marcello,
visto che le nostre zone sono molto famose per la coltivazione dell'ulivo, ancora vedo che usano le trappole.
Se vuoi ve sapere qualcosa di più prova a vedere:qui
L'ARSIA si occupa da molto temmpo di questa problematica.
simo
________________________________________________________________ Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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brazz
Moderatore
Prov.: Verona
Regione: Veneto
620 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 13 marzo 2007 : 18:02:45
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una chiave per la determinazione delle bactrocera si può trovare:Link
ultimamente questa specie sta espandendo la sua presenza ad altitudini più elevate alle quali prima non si trovava , mi riferisco ai riscontri fatti nel bacino del Lago di Garda, colpendo anche gli uliveti più alti. Questo sembra dovuto alle temperature invernali più miti.
un saluto Andrea
ogni albaro fa la so ombra
T.F. |
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mcsoya
Utente V.I.P.
Città: Perugia
Regione: Umbria
209 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 15 marzo 2007 : 16:42:22
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Per una volta farò una precisazione: la B.oleae è la "mosca dell'oliva" o "delle olive"(come ha anche detto Marcello)... non "dell'olivo" come scritto sul titolo del post... fa un po' ridere ma è così
Un salutone Federico
ps:viva la zappa! |
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Velvet ant
Moderatore
Città: Capaci
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3768 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 15 marzo 2007 : 17:03:56
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Hai ragione Federico. Ho provveduto a correggere il titolo: il "colpevole" ero stato io
Marcello
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XXX
Utente V.I.P.
Città: San Felice s/P
Prov.: Modena
Regione: Emilia Romagna
341 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 15 marzo 2007 : 22:14:16
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Per motivi di tempo rispondo solo ora a Marcello... Quello che riporto, non è per esperienza diretta (dove abito non ci sono gli ulivi, se non nel giardino di qualche megalomane) ma da quello che so da letture varie...
Oggi, la lotta alla Bactrocera oleae avviene seguendo i criteri della lotta guidata o integrata, con l'obiettivo di ridurre l'utilizzo spesso irrazionale e indiscriminato di prodotti chimici. La lotta si basa quindi sul monitoraggio della popolazione, per mezzo di curve di volo ricavate dalle catture di trappole a feromoni, e al grado di infestazione attiva rilevata sui frutti. Si fa riferimento ad una soglia di intervento di 3-5 adulti trappola / settimana e in corrispondenza di una infestazione attiva (frutti con stadi vitali dell'insetto) pari al 4-5% per la lotta adulticida, mentre per la lotta larvicida è di circa il 10-15% per le olive da olio e il 1-3% per le olive da tavola. Sono allo studio e in corso di perfezionamento modelli spaziali (geostatistici) e agrofenologici che possono coadiuvare l'attività di assistenza tecnica, "prevedendo" con un certo margine di errore dove e quando si avranno le infestazioni più pericolose. In attesa della validazione di tali modelli, o comunque in oliveti biologici, la lotta avviene grazie al parassitoide endofago Psyttalia (Opius)concolor Szepligeti, anche se non sempre efficacie nel mantenere il fiofago al di sotto delle soglie di danno. Si sta diffondendo, e con discreti risultati, anche la lotta adulticida con il metodo della cattura massale, tramite trappole cromotropiche, trappole alimentari, o il metodo "attract & kill".
Ciao, Luca
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Non bisogna dimenticare che la verità va ricercata alla luce del sole e non alla luce del proprio tavolo. Guido Grandi |
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Velvet ant
Moderatore
Città: Capaci
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3768 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 15 marzo 2007 : 22:17:39
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Grazie, Luca
Marcello
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gian_d
Utente Junior
Città: Sarroch
Prov.: Cagliari
Regione: Sardegna
56 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 16 marzo 2007 : 04:59:24
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Ciao, in merito al nome, "mosca dell'olivo/a/e" tengo a precisare che si tratta di un mero esercizio linguistico. E' lecito anche usare il termine di "mosca dell'olivo" dal momento che fa riferimento alla specie "olivo" e non all'albero dell'olivo. D'altra parte conosco personalmente il prof. Gavino Delrio, che ritengo sia uno degli esperti più affermati in campo internazionale in merito a questa specie, e l'ho sentito più spesso usare la locuzione di "mosca dell'olivo" piuttosto che "mosca delle olive". D'altra parte sarebbe formalmente scorretto anche l'usatissimo termine di "mosca olearia", dal momento che questo insetto non ha nulla a che vedere con l'olio.
Detto questo, i miei 10 cent sullo stato dell'arte in merito alla lotta contro questa specie: 1) le soglie d'intervento citate in un messaggio precedente sono corrette, sono quelle segnalate nella letteratura, tuttavia vanno usate con cautela dal momento che sono sempre determinate empiricamente sulla base di criteri economici e basate su un contesto locale. Faccio un esempio: se dovessi riscontrare un'infestazione attiva del 25% composta esclusivamente da ovature in piena estate attenderei qualche giorno prima di decidere di fare un trattamento perché la maggior parte delle larve che nasceranno da quelle uova probabilmente è destinata a morire di caldo. Magari il boom di ovature è stato determinato da un incremento della fertilità grazie a qualche giornata più fresca nel periodo immediatamente precedente (cosa che negli ultimi anni si sta verificando spesso). Il mio era naturalmente un banale esempio per indicare che la soglia d'intervento non va interpretata rigidamente ma stabilita dinamicamente in eccesso o in difetto secondo le condizioni. 2) la lotta biologica con l'Opius concolor non ha mai dato risultati lusinghieri. Teniamo presente che i tentativi di controllo della mosca con l'Opius risalgono agli anni 20, in Italia c'è una lunga tradizione di esperienze durata circa 80 anni ma ancora non si è riusciti a risolvere i problemi. E' efficacissimo se considerato come mezzo ausiliario nell'ambito di una lotta integrata, ma è del tutto inaffidabile considerato come mezzo di lotta biologica. Le percentuali di parassitizzazione riscontrate sono spesso molto basse, con una notevole variabilità di anno in anno. La tecnica risente eccessivamente dell'influenza di diversi fattori ambientali e può bastare il minimo errore per vanificare un lancio di migliaia di adulti. Aggiungo inoltre che i costi di produzione dell'Opius sono proibitivi e questo metodo di lotta è economicamente improponibile. Finora le uniche applicazioni si sono avute solo in ambito sperimentale in piani programmati e finanziati dalla ricerca pubblica. Fra l'altro uno dei pochi centri di allevamento attivi in Italia (il CRAS di Ussana in Sardegna) sembra sia passato a miglior vita proprio per ragioni economiche. In ogni modo un piano di lotta con l'Opius richiede il lancio di migliaia di adulti e spesso un solo lancio è insufficiente. Per il singolo olivicoltore i costi sarebbero così alti che gli converrebbe acquistare direttamente l'olio e rivenderlo. 3) la lotta biotecnica con il mass trapping ha dato spesso ottimi risultati almeno durante l'estate. L'efficacia dipende però dagli attrattivi usati. Preferibile utilizzare una combinazione di attrattivi, ad esempio proteine idrolizzate + sali d'ammonio oppure attrattivo alimentare + feromone. L'uso del feromone incide molto sul costo, non so quanto possa essere accessibile in condizioni operative. Fra l'altro la soluzione migliore per rientrare nei costi è quella di usare trappole "fatte in casa" usando tavolette di truciolare o multistrato imbevute di un insetticida persistente e ad alto potere abbattente (il deltametrina è uno dei più efficaci). Attenzione però: il mass trapping funziona solo su oliveti abbastanza estesi (qualche ettaro) con una trappola per pianta. Applicato su piccoli oliveti o, peggio, su singole piante non offre alcun risultato degno di nota.
In definitiva la soluzione migliore è la lotta integrata. Su ampie superfici in zone olivetate non escluderei il ricorso al mass trapping o alle esche proteiche in piena estate integrato da un trattamento larvicida a settembre (qualora si raggiungesse la soglia d'intervento). Il caldo estivo e gli ectofagi come l'Eupelmus e il Pnigalio, molto diffusi in zone dove non si esagera con i trattamenti, possono avere un'efficacia decisamente maggiore rispetto all'Opius.
La mia home page: Link Le mie foto su Link
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Velvet ant
Moderatore
Città: Capaci
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3768 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 16 marzo 2007 : 17:12:08
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Ringrazio anche Giancarlo per il suo autorevole intervento Lo sviluppo di questa come di altre discussioni, conferma e sottolinea ancora una volta il vero punto di forza di questo forum. La possibilità, come in questo caso, di partire da un'immagine di un qualunque insetto e, attraverso un lavoro comune, arrivare prima alla sua identificazione e, per tappe successive, aggiungere, ciascuno in base alle proprie conoscenze e competenze, un tassello che, piccolo o grande che sia, risulta alla fine fondamentale per una corretta interpretazione dell'immenso mosaico naturale che ci circonda. Grazie ancora a tutti
Marcello
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