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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 24 marzo 2013 : 18:39:02
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Scusatemi, avevo promesso di intervenire e poi non mi sono fatto più vivo. Purtroppo non ne ho trovato il tempo, un po' di problemucci (ho anche subito un furto piuttosto consistente ), ma comunque già dall'inizio l'idea era quella di far discutere più che stare a "pontificare". Solo alcuni cose veloci veloci.
- Interessantissimi i dati di Etrusko, certo non devono essere la base per giustificare nuove introduzioni, ma d'altro canto ci dicono che forse non è il caso di mettersi ad eradicare Ficopomatus enigmaticus.
- Caro RPillon, ipotizzare un atteggiamento "ottuso" del mondo scientifico non è proprio un azzardo, dispiace dirlo ma in fondo in fondo è molto "umano" che sia così. La lotta contro il pregiudizio è uno sforzo da esercitare continuamente per chi fa ricerca scientifica, ma alla fine ci sono mille motivi per non essere sempre all'erta (e con ciò attribuisco tutta la possibile buonafede anche ai dogmatici).
- C'è un caso in cui non sono contrario alle introduzioni di specie non-native, e sono i casi in cui si realizzano progetti di lotta biologica "classica" con l'introduzione di un limitatore naturale (non-nativo) contro un invasivo non-nativo. Ovvio che le cose vadano fatte a regola d'arte (non valgono a mio parere, come prove contrarie, gli errori madornali).
Scusatemi la fretta.
Ciao Roberto |
verum stabile cetera fumus |
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Estuans Interius
Moderatore
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
2987 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 24 marzo 2013 : 20:02:55
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Per quanto riguarda Ficopomatus enigmaticus, effettivamente viene considerata come una specie che incrementa la biodiversità degli ambienti salmastri. Io, in realtà, non sono del tutto d'accordo, per un paio di motivi. Il primo di essi è che, nella maggior parte dei casi, noi non abbiamo idea di quale sarebbe l'ambiente in assenza di Ficopomatus, in quanto questa specie è comparsa in tutto il mondo negli anni '20, anzi, se non erro è stata descritta proprio per il bacino mediterraneo pur essendo di origine indopacifica. I popolamenti dei reef di Ficopomatus a mio vedere hanno un'elevata biomassa e produttività; i policheti da un lato sfruttano nutrienti in sospensione, portandoli sul fondo, dall'altro strutturano nicchie per altri organismi, perlopiù crostacei, che a loro volta rappresentano un'importante fonte di cibo per i pesci. Le specie che vi si trovano, invece, sono tendenzialmente poche: i pesci d'acqua salmastra, pochi anfipodi, due o tre specie di isopodi. Rispetto a microambienti salmastri di altro tipo, anche prospicienti, risultano tendenzialmente meno diversi, anche se le biomasse aumentano. Il discorso, quindi, è il solito: se mi interessa la produttività di un particolare ambiente salmastro, posso asserire che Ficopomatus risulti una specie utile, ma a mio parere non può essere definita benefica dal punto di vista della diversità. Ficopomatus è in grado di vivere e sviluppare reef anche in ambienti estremamente inquinati (e.g. il porto di Viareggio), tuttavia in queste aree sono presenti poche specie: due specie di anfipodi contro le 5-6 della Diaccia Botrona, nessun isopode contro le due della Diaccia Botrona. Appunto, le specie più tolleranti nei confronti della contaminazione da metalli pesanti. |
Joachim |
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etrusko
Moderatore
Città: Arcille
Prov.: Grosseto
Regione: Toscana
2252 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2013 : 21:43:55
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Voglio sottolineare che le mie considerazioni erano limitate alla sola ittiofauna. |
No all'autostrada in Maremma! |
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Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 24 marzo 2013 : 22:08:51
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Una cosa al volo: nell'evoluzione verso il climax a leccio la vegetazione (ed anche la biocenosi animale) subisce una evidente diminuzione di "biodiversità". Il massimo numero di organismi si rileva in condizioni di "medio disturbo" (per lo meno secondo la omonima teoria). Pur essendo le leccete climax "meno diverse" di leccete disturbate non credo debbano essere valutate meno. Dico questo solo come spunto, non essendo assolutamente competente di biocenosi acquatiche salmastre o marine (e molto poco anche per quelle di acqua dolce).
Roberto |
verum stabile cetera fumus |
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Sonicardo
Utente V.I.P.
Città: Brescia
Regione: Lombardia
120 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 settembre 2013 : 21:10:03
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Dal libro "Conservazione della natura e gestione delle aree protette", Russo e Sulli, Liguori Editore 2011.
"Alcune minacce dirette poste all'uomo e alle sue attività dalle specie aliene sono alquanto semplici da comprendere. E' il caso, ad esempio, della trasmissione di malattie (diretta oppure dovuta a patogeni di cui l'invasore è vettore o serbatoio), oppure dei danni alle attività produttive. Da un punto di vista ecologico, però, la situazione è più complessa e articolata. Evidentemente, non è automatico che una specie aliena si insedi su un nuovo territorio producendo danni, anche se è stato provocatoriamente suggerito che esse andrebbero considerate "colpevoli fino a prova contraria". Nonostante le biocenosi delle Hawaii siano spesso indicate come fortemente danneggiate dalle specie aliene, questo non è sempre vero. In quelle isole praticamente buona parte della comunità è fatta di specie aliene. Eppure in diversi casi queste ultime hanno ormai un significato ecologico funzionale e formano asociazioni dotate di una loro unicità naturalistica. Prendiamo il caso della guava, specie arborea che domina gran parte delle foreste sull'isola di Ohau. Questo invasore biologico agisce come "keystone species" garantendo la disponibilità idrica e ospitando specie come un pipistrello endemico, il vespertilio cenerino delle Hawaii e numerosi molluschi gasteropodi, tanto che queste foreste sono comunque protette. In molti casi, la specie potrà, però, interferire negativamente con le comunità biologiche presenti, agendo da predatore, competitore, parassita, trasmettendo patogeni, alterando gli habitat oppure il pool genetico di specie native mediante incrocio con formazione di ibridi."
Questo per quanto riguarda una concezione a livello del globo. Nel caso specifico dell'Europa credo sia possibile affermare che le specie aliene rappresentano esclusivamente una minaccia per la fauna e flora endemiche. |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 settembre 2013 : 11:44:05
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| Messaggio originario di Sonicardo:
... Nel caso specifico dell'Europa credo sia possibile affermare che le specie aliene rappresentano esclusivamente una minaccia per la fauna e flora endemiche.
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Ammesso e non concesso che sia così, sarebbe un problemino da niente? O sarebbe la seconda causa in assoluto (la prima è la distruzione degli ambienti naturali) di perdita di biodiversità?
A me la perdita delle specie endemiche parrebbe una tragedia...
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Giuseppe |
Modificato da - marz in data 14 settembre 2013 11:53:26 |
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Sonicardo
Utente V.I.P.
Città: Brescia
Regione: Lombardia
120 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 settembre 2013 : 20:18:06
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| Messaggio originario di marz:
Ammesso e non concesso che sia così, sarebbe un problemino da niente? O sarebbe la seconda causa in assoluto (la prima è la distruzione degli ambienti naturali) di perdita di biodiversità?
A me la perdita delle specie endemiche parrebbe una tragedia...
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Infatti, purtroppo è un problema di cui ho avuto esperienza diretta Link A mio avviso, se si vogliono evitare azioni cruente, sarebbe necessario un piano di cattura su vasta scala e riesportazione nelle zone di provenienza. |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 settembre 2013 : 20:38:36
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Ho letto la discussione che hai linkato (che non conoscevo) ed è stata molto interessante. E condivido le opinioni lì espresse. Come parere strettamente personale, non mi porrei eccessivi problemi sull' eliminazione cruenta di specie aliene. E' che non è facile procedere tecnicamente all' eradicazione. E ritengo che manchino anche alcune condizioni preliminari, fra cui la conoscenza a livello di opinione pubblica della gravità della problematica.
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Giuseppe |
Modificato da - marz in data 14 settembre 2013 20:44:22 |
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gomphus
Moderatore
Città: Milano
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
10487 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 15 settembre 2013 : 15:17:51
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ciao ragazzi mi permetto di intervenire con qualche osservazione
| Messaggio originario di Sonicardo:
... Nel caso specifico dell'Europa credo sia possibile affermare che le specie aliene rappresentano esclusivamente una minaccia per la fauna e flora endemiche. |
parzialmente d'accordo ... però con la precisazione che della fauna autoctona facciamo parte anche noi
faccio presente che ad es. una specie aliena invasiva, la zanzara tigre, è un vettore di una quantità di patogeni e parassiti di interesse umano (dengue, chikungunya, febbre del nilo, encefalite di st. louis... trascurando la febbre gialla, dato che se non sei vaccinato, da e per l'africa non ti fanno partire) e veterinario (Dirofilaria immitis)
e con gli arrivi in europa di persone provenienti soprattutto da aree dove alcune di queste malattie sono stabilmente presenti, persone fra cui potrebbero trovarsi portatori + o - sani, le popolazioni di zanzara tigre rappresentano un fattore di rischio permanente, a cui si deve ad es. l'unico (per ora) focolaio di chikungunya registrato in europa, precisamente nel ravennate alcuni anni fa, e fortunatamente rapidamente circoscritto
sorvolando (per ora) sui danni economici anche ingenti causati a piante coltivate e loro prodotti da Lissorhoptrus oryzophilus (riso), Diabrotica virgifera (mais), Dryocosmus kuriphilus (castagne), Drosophila suzukii (frutta, in particolare ciliegie), Scaphoideus titanus (uva), Harmonia axyridis (produzione vinicola)... o a piante ornamentali, da Rhynchophorus ferrugineus e Paysandisia archon (palme), Cacyreus marshalli (gerani), Cydalima perspectalis (siepi di bosso dei giardini all'italiana)... o ad es. alla produzione ittica anche di allevamenti e valli da pesca, da Silurus glanis, Pseudorasbora parva... con l'aggravante che attacchi devastanti alle piante coltivate si traducono, spesso e volentieri, in un'aumentata immissione di insetticidi nell'ambiente
| Messaggio originario di Sonicardo: ... A mio avviso, se si vogliono evitare azioni cruente, sarebbe necessario un piano di cattura su vasta scala e riesportazione nelle zone di provenienza.
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cattura su vasta scala di Trachemys o di scoiattoli grigi per riportarli nelle zone di provenienza ? secondo me, appena ti presenti alla frontiera delle zone di cui sopra, ti sparano addosso altro che evitare azioni cruente |
maurizio
quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, allora ci accorgeremo che il denaro non si può mangiare
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Sonicardo
Utente V.I.P.
Città: Brescia
Regione: Lombardia
120 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 16 settembre 2013 : 16:41:11
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| Messaggio originario di Sonicardo: cattura su vasta scala di Trachemys o di scoiattoli grigi per riportarli nelle zone di provenienza ? secondo me, appena ti presenti alla frontiera delle zone di cui sopra, ti sparano addosso altro che evitare azioni cruente
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Su questo non mi trovo d'accordo. A parte che le specie animali aliene più diffuse provengono da allevamenti presenti nei paesi d'origine. Non credo che gli allevatori si lamenterebbero per il fatto di ricevere in regalo ondate di animali, che loro stesso quotidianamente allevano per commercio. Per la parte cruenta, personalmente non sono un animalista, tuttavia vorrei sottolinerare come si parli spesso del fatto che ogni essere vivente andrebbe rispettato e che anche gli animali in quanto individui avrebbero dei diritti. Su questo piano non mi sembrerebbe corretto dunque procedere all'eliminazione di individui che non hanno avuto nessuna colpa, essendo stati trasportati dall'uomo. E' chiaro che la cattura, il trasporto, o il mantenimento in apposite zone chiuse, sono interventi costosi, ma d'altronde è solo una questione di dar valore o meno a vite di esseri diversi da noi. Un'altra opzione, attuabile per alcune specie, sarebbe quella di porre fine alle loro vite per garantire un mantenimento ad altri. Ad esempio esistono zone del mondo non sviluppate dove le tartarughe vengono mangiate e, forse, anche gli scoiattoli. Credo che l'alimentazione possa essere l'unica motivazione corretta per procedere all'eliminazione. |
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nanni
Utente Senior
Città: Napoli
2280 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 16 settembre 2013 : 20:09:59
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Sonicardo.. Hai presente la parabola del vaso di Pandora ? Non c'è modo di tornare indietro. Inoltre e' in aumento il commercio internazionale di materiale di origine biologica.. cereali, mangimi, frutta, semi, legnami, pesci crostacei fiori, vasetti di bonsai... Nel mio campo.. sciami d'api e di bombi ... |
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Modificato da - nanni in data 16 settembre 2013 20:17:21 |
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Sonicardo
Utente V.I.P.
Città: Brescia
Regione: Lombardia
120 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 16 settembre 2013 : 22:06:46
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| Messaggio originario di nanni:
Sonicardo.. Hai presente la parabola del vaso di Pandora ? Non c'è modo di tornare indietro. Inoltre e' in aumento il commercio internazionale di materiale di origine biologica.. cereali, mangimi, frutta, semi, legnami, pesci crostacei fiori, vasetti di bonsai... Nel mio campo.. sciami d'api e di bombi ...
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Sono d'accordo, anche per questo secondo me le operazioni di eliminazione sarebbero efficaci sì, ma nel breve/medio periodo. L'informazione ed i controlli non sono sufficienti, quindi col tempo si ritornerebbe al punto di partenza. A parte cercare di risolvere la questione dal punto legale (vietando l'importazione delle specie aliene più diffuse in grado di adattarsi facilmente ai climi locali), si potrebbe agire a livello di zone chiuse. Ad esempio a Brescia c'è un parco cittadino che col tempo (purtroppo, visto che un tempo proliferavano rane e compagnia..) è diventato colmo di Trachemys. Qualcuno ha iniziato a liberarsene lì nei due "laghetti" ed altri hanno seguito l'esempio. La densità è esagerata (centinaia e centinaia), comunque è un'ambiente chiuso, pensare che se non esistesse tutte sarebbero state liberate in natura!! Quando mi sono rivolto alla Guardia Forestale ho fatto notare che è possibile portarle lì e hanno detto che anche loro consigliano solitamente quel luogo a chi desidera liberarsene. Se in ogni città esistesse un parco con laghetto esteso (ambiente chiuso) dove accogliere queste tartarughe, per anni la gente almeno le libererebbe lì. Il resto dovrebbe svolgerlo l'informazione. |
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Modificato da - Sonicardo in data 16 settembre 2013 22:08:24 |
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