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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa.
Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.


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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 22:26:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Modificato da - nanni in data 29 settembre 2012 22:43:51
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 22:28:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Modificato da - nanni in data 29 settembre 2012 22:46:01
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 22:36:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Nel casertano il clima e' molto favorevole all'apicoltura..
Persino Questo sciametto di pochi etti raccolto dall'erba bagnata nei primi di aprile, mi ha dato un quintale di miele, costruendosi un alveare gigante! Roberto l'apicoltura e' un mestiere onesto, e difficile..


Modificato da - nanni in data 29 settembre 2012 22:47:48
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Mizar
Utente Super

Città: Napoli
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Inserito il - 29 settembre 2012 : 23:49:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nemmeno io capisco come si possa parlare delle api come se fossero una "creazione" dell'uomo!Le api sono nate libere e selvatiche ben prima che l'uomo ci mettesse mano. E comunque se le varie razze sono state selezionate dagli apicoltori di certo è da imputare a loro anche la diffusione delle varie malattie.
Mi ha messo una certa tristezza sentir parlare dell'uomo come "proprietario" di una intera specie di insetti!O la colonia vive come proprietà di un apicoltore o deve morire!

Verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto al pari di uccidere un uomo. (Leonardo da Vinci)
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
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Inserito il - 30 settembre 2012 : 09:38:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Mizar:

Nemmeno io capisco come si possa parlare delle api come se fossero una "creazione" dell'uomo!Le api sono nate libere e selvatiche ben prima che l'uomo ci mettesse mano. E comunque se le varie razze sono state selezionate dagli apicoltori di certo è da imputare a loro anche la diffusione delle varie malattie.
Mi ha messo una certa tristezza sentir parlare dell'uomo come "proprietario" di una intera specie di insetti!O la colonia vive come proprietà di un apicoltore o deve morire!


Sono perfettamente d'accordo con te. Adoro il miele, ed ovviamente di questo ringrazio anche gli apicoltori, ma le api non sono un'invenzione umana, per cui qualcuno non è titolare dei diritti o della proprietà. Per quanto ci sembri "antropocentricamente" strano, anche loro hanno un diritto naturale di esistere nell'indipendenza dall'uomo. Ovviamente cementificando, disboscando, inquinando, e così via, gli spazi liberi per avere ecosistemi funzionali si sono ridotti e si riducono quotidianamente. Conosco diversi alveari selvatici di api, e mi piace l'idea che restino tali e che non per forza il miele prodotto sia poi consumato dall'uomo... Io non credo sia un male se evitiamo che le api abbiano il destino del cane, del gatto, della vacca, dell'asino ecc. in cui non si può più trovare un esemplare selvatico.
La "maledizione" dell'ape, a differenza di vespe o calabroni, è che produce il miele, prodotto che ancora non sappiamo sintetizzare chimicamente...



Questo è uno dei tanti simpatici alveari selvatici che ho trovato nel salento nelle cavità di ulivi secolari.
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Modificato da - ValerioW in data 30 settembre 2012 09:43:50
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 10:48:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ricordo che questo forum ha scelto di non discutere sulle problematiche della zootecnia e del settore agricolo. E delle caccia. E questo non solo per evitare dure polemiche, quelle già ben delineate da questi ultimi interventi, ma nella convinzione che di questi temi si debba parlare in termini molto più generali che hanno a che fare con la valutazione dell'impatto ambientale e della sopravvivenza della specie umana per come si e' sviluppata sulla terra..
Ogni stagione perdo decine di sciami, che non riesco per qualche motivo a recuperare e la' mi considero un <ripopolatore > di una specie in estinzione. Ma c'è anche il caso che debba sacrificare uno sciame che crea pericolo. Come sapete noi apicoltori abbiamo una assicurazione obbligatoria per danni a terzi e in Italia ogni anno muoiono diverse persone per la grave allergia al veleno di imenotteri..... Desidero anche ricordare che l'allevamento delle api resta e resterà sempre la pratica zootecnica che meno di tutte <modifica> la biologia evolutiva dell'animale curato..
Ps ....a parte il fatto che l'ape ligustica descritta da Spallanzani, si sarebbe estinta in tutto il mondo, negli ultimi venti anni, con danni non solo al consumo di miele...


Modificato da - nanni in data 30 settembre 2012 11:41:33
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gisus
Utente Senior


Città: Cazzago Brabbia
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 11:12:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
quello sciame è sicuramente infestato da Varroa; proveniendo da sciamatura,deve costruirsi i favi e rimane per un certo periodo di tempo privo di covata ; per questi motivi pur essendo comunque infestato da varroa è relativamente "pulito" , e questo gli permette di sopravvivere qualche anno, ma nulla più.
(per quel che vale la mia esperienza: io abito in una zona storicamente fortemente presidiata da apiari, dove nel peiodo del raccolto sull'acacia - e contemporaneamente della sciamatura - si concentrano i professionisti di mezza Italia ; quindi, sciami che vagano per ogni dove; io ho avuto api per 35 anni ed ho sempre girato per boschi sino da bambino ma non ho mai visto uno sciame sopravvissuto libero in natura)
Le conseguenze una volta che la colonia sarà collassata a causa dell'acaro e delle patologie indotte sono quelle che abbiamo già ricordato; è perfettamente inutile recriminare ora su quel che è stato e su chi lo ha causato.
vorrei semplicemente che si vedesse la cosa con un po' di realismo;
siamo in Italia, non siamo nelle foreste del Borneo!


ciao
gianluigi
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 11:14:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Ricordo che questo forum ha scelto di non discutere sulle problematiche della zootecnia e del settore agricolo. E delle caccia. E questo non solo per evitare dure polemiche, quelle già ben delineate da questi ultimi interventi, ma nella convinzione che di questi temi si debba parlare in termini molto più generali che hanno a che fare con la valutazione dell'impatto ambientale e della sopravvivenza della specie umana per come si e' sviluppata sulla terra..
Ogni stagione perdo decine di sciami, che non riesco per qualche motivo a recuperare e la' mi considero un <ripopolatore > di una specie in estinzione. Ma c'è anche il caso che debba sacrificare uno sciame che crea pericolo. Come sapete noi apicoltori abbiamo una assicurazione obbligatoria per danni a terzi e in Italia ogni anno muoiono diverse persone per la grave allergia al veleno di imenotteri..... Desidero anche ricordare che l'allevamento delle api resta e resterà sempre la pratica zootecnica che meno di tutte <modifica> la biologia evolutiva dell'animale curato..



Nanni, ho anche alcuni parenti che praticano l'apicoltura (più a livello casereccio che commerciale vero e proprio), e non ho alcun tipo di disappunto verso l'apicoltura. Il mio discorso era circa la vostra affermazione che le api debbano essere per forza seguite da un apicoltore. L'apicoltura, come dici tu, non ha praticamente impatto ambientale, nel senso che di fatto non danneggia ecosistemi o altera equilibri: su questo direi che tutti dovremmo essere d'accordo!
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 11:55:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Valerio ho aggiunto/modificato un importante Ps al mio ultimo... Qui ribadisco che e' grazie agli apicoltori, alle loro associazioni, agli istituti di ricerca che siamo riusciti a sollecitare (e sempre inseguiti da normative inconsapevoli o irrealizzabili da parte degli organi titolari dei controlli veterinari e merceologici)....che ancora ci sono api in Europa... 
Buon miele a tutti... zucchine fragole ecc...

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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 12:01:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Qui ribadisco che e' grazie agli apicoltori, alle loro associazioni, agli istituti di ricerca che siamo riusciti a sollecitare (e sempre inseguiti da normative inconsapevoli o irrealizzabili da parte degli organi titolari dei controlli veterinari e merceologici)....che ancora ci sono api in Europa... 



Le api, Nanni, in Europa non ci sarebbero più state sempre per colpa del nemico n°1 della biosfera: l'uomo (e delle modifiche drammatiche che impone all'ambiente). Non per colpa degli acari, che esistono da milioni di anni.
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 12:17:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dunque Valerio, non sei informato. Ti/Vi aggiorno brevemente...
Negli ultimi decenni della dominazione inglese del sud est asiatico, furono commerciati diversi ceppi di api europee con imprenditori agricoli  in India e non solo. Non si sa esattamente se l'acaro in oggetto, che era in equilibrio coevolutivo con l'ape cerana, dotata di tutt'altra etologia, abbia modificato qualcosa della sua morfologia o tempistica riproduttiva. Sta di fatto che sulla ns ape ha un effetto esiziale. Sempre. Durante gli anni ottanta sono stati gli apicoltori est europei che hanno cominciato ad accusare perdite ingenti..totali ! Il resto e' attualità.... Gli studi di campo e laboratorio continuano..


Modificato da - nanni in data 30 settembre 2012 12:21:24
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ValerioW
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Città: Padova
Prov.: Padova

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Inserito il - 30 settembre 2012 : 12:35:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Dunque Valerio, non sei informato. Ti/Vi aggiorno brevemente...
Negli ultimi decenni della dominazione inglese del sud est asiatico, furono commerciati diversi ceppi di api europee con imprenditori agricoli  in India e non solo. Non si sa esattamente se l'acaro in oggetto, che era in equilibrio coevolutivo con l'ape cerana, dotata di tutt'altra etologia, abbia modificato qualcosa della sua morfologia o tempistica riproduttiva. Sta di fatto che sulla ns ape ha un effetto esiziale. Sempre. Durante gli anni ottanta sono stati gli apicoltori est europei che hanno cominciato ad accusare perdite ingenti..totali ! Il resto e' attualità.... Gli studi di campo e laboratorio continuano..


Nanni sapevo già che l'acaro fosse nativo dell'Asia, non sapevo le dinamiche nazionali che ci fossero in gioco ("commercianti inglesi"). Ma con quanto hai scritto dimostri ciò che già sapevo, e che era ovvio: la responsabilità è dell'uomo (non do connotazioni etiche a questo, ma è un dato oggettivo). Quell'acaro esiste da molto prima che ci fosse il commercio del miele...eppure in Europa non c'era arrivato con le sue "zampette" (volendo potremo pure dissertare sull'Aedes albopictus tirata in Europa tramite il commercio dei copertoni, o sul "gamberetto americano" Procambarus clarkii che ha invaso praticamente tutta l'Italia, e su chissà quante altre specie "aliene" importate sempre e comunque dall'uomo--> ripeto, non sto dando un tono morale/etico).

Il grande merito degli apicoltori, come hai detto tu, è quello di aver preservato le sottospecie.

Modificato da - ValerioW in data 30 settembre 2012 12:50:50
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 15:19:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Valerio, se e' un apprezzamento della nostra bistrattata attività..
Ma la battaglia e' ancora aperta .. e le sfide come dici sono sempre più difficili.. 

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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

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Inserito il - 30 settembre 2012 : 15:53:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Grazie Valerio, se e' un apprezzamento della nostra bistrattata attività..
Ma la battaglia e' ancora aperta .. e le sfide come dici sono sempre più difficili.. 



Certo Nanni! E' un apprezzamento eccome! Non credo si possa, in generale, rivolgere qualche critica negativa verso l'apicoltura! Come ti ho detto sono un estimatore delle diverse varietà di miele (mangio quotidianamente miele)!
...Ma perchè dici che è un mestiere bistrattato?

Modificato da - ValerioW in data 30 settembre 2012 15:54:08
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 settembre 2012 : 18:11:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hehe' ...Buona domenica anche a te Valerio !
Dunque... dopo aver cestinato varie risposte e perdurando la convinzione che io, proprio io.. questa discussione non potevo certo saltarla e con buona pace dei Regolamenti del ForumNM.......... cercherò di spiegare ...
----- I costi di esercizio della ns attività sono sempre in crescita.-----
Il costo delle attrezzature INOX  e della logistica dei laboratori di estrazione/confezione del miele, aumenta pure. E i carburanti per raggiungere le postazioni, o i luoghi di mercato ?
-----L' onere delle incombenze amministrative, veterinarie, sanitarie e tributarie e' da tempo proibitivo... ma continua a peggiorare !---
Crescono le aspettative da parte di un pubblico sempre più informato ed esigente , affronte di un prodotto che resta il frutto di una raccolta continua ed indiscriminata, da parte di un animale scarsamente attrezzato al metabolismo delle tossine disponibili oggi nel ns ambiente... Avrete sentito dei nicotinoidi ed altri pesticidi sistemici che trasformano l'intera pianta in una confezione di insetticida...
----- Ogni stagione i prezzi del miele sono determinati dai grossisti, e dalle condizioni internazionalità del commercio dei prodotti apistici----
Abbiamo guadagnato un po' di più quando e' stato scoperto l'antibiotico nel miele e pappa reale cinese...
----- Sono complessivamente tutte le aziende che si occupano di agro produzioni su scala ridotta e a mercato zonale, che hanno problemi dalla irreperibilità della mano d'opera qualificata e motivata al raggiungimento dei loro mercati di elezione e soddisfazione (!)----
E le ns, soprattutto al sud, sono aziende piccole/ familiari....
---- E' un lavoro che richiede continui aggiornamenti ed investimenti in studio e sperimentazioni...
La ns ora di lavoro ....non vale nulla ...in euro ...e intanto costa molto sudore e continue frustrazioni..
C'è poi la completa soggezione alle alternative atmosferiche, imprevedibile (un po' meno da parte delle api! ) e sempre diversa di anno in anno...
C'è il dissesto idrogeologico italiano, l'incidenza degli incendi, che ci bruciano o dilavano gli apiari  .. E infine il traffico veicolare che allunga una giornata di lavoro e complica i trasferimenti..
Ma per chi sa di cosa sto parlando... Questo lavoro ....E' un qualcosa di irrinunciabile !


Modificato da - nanni in data 30 settembre 2012 18:37:51
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robybar
Utente Senior

Città: Catanzaro
Prov.: Catanzaro

Regione: Italy


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Flora e Fauna

Inserito il - 30 settembre 2012 : 18:58:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
IO NON DICO ASSOLUTAMENTE che le api sono una creazione umana, ma di certo quelle di oggi sono nate dall'uomo che le ha incrociate per ottenere varietà che rispondessero ai canoni produttivi.
Le api esistono sulla terra da 27 milioni di anni e non certo si estingueranno adesso per colpa di una scimmia troppo evoluta che comunque è di passaggio su questo pianeta, ma è anche certo che la razza ligustica che 30 anni fà popolava i nostri prati in tutta Italia, oggi è stata soppiantata da "ligustiche" meno pure in senso genetico.
Per farvi capire meglio potrei citarvi l'esempio del Carassius auratus, un pesce d'acqua dolce che tutti conosciamo come pesce rosso.
In natura, migliaia di anni fa, il pesce rosso non era neanche rosso, cresceva 45 cm e nuotava felice per cavoli suoi nei fiumi indocinesi.
Alcuni monaci della dinastia Song, vedendo un potenziale estetico in alcuni esemplari nati con l'anomalo colore arancio-rossastro, iniziarono a selezionare le varietà più belle esteticamente. Poi alcuni esemplari selezionati sono tornati in natura ed hanno soppiantato gli esemplari puri che oggi sono più rari a differenza dei loro discendenti rossi che per via di introduzioni involontarie in habitat non loro stanno distruggendo la fauna e la flora d'acqua dolce anche in Italia.

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Mizar
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Città: Napoli
Prov.: Napoli

Regione: Campania


11878 Messaggi
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Inserito il - 30 settembre 2012 : 21:34:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Preciso anche io che non era assolutamente un attacco agli apicoltori. Ma almeno per me, è stata una sorpresa scoprire che le api sono ormai, un pò come le pecore e le mucche, solo animali da allevamento. Io non avevo mai pensato che osservare un alveare in un tronco fosse come osservare un branco di cani randagi, ossia animali "scappati" dalla loro condizione domestica. E quando osservavo un'ape sopra un fiore non immaginavo fosse come una pecora che pascola libera prima di tornare all'ovile. Chiaro che agli apicoltori moderni non si possono imputare gli errori commessi dall'uomo nei tempi. Anzi hanno adesso il merito e il compito di proteggere le specie (o sottospecie) attualmente esistenti. Non entro nel merito di quale sia il metodo più giusto o meno giusto perchè non ne ho le conoscenze. Però consentitemi ancora di gioire nell'osservare un alveare in natura, anche se magari ignoro le sue reali possibilità di sopravvivenza.

Verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto al pari di uccidere un uomo. (Leonardo da Vinci)
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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 02 ottobre 2012 : 15:32:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Mizar:

Ma almeno per me, è stata una sorpresa scoprire che le api sono ormai, un pò come le pecore e le mucche, solo animali da allevamento. Io non avevo mai pensato che osservare un alveare in un tronco fosse come osservare un branco di cani randagi, ossia animali "scappati" dalla loro condizione domestica. E quando osservavo un'ape sopra un fiore non immaginavo fosse come una pecora che pascola libera prima di tornare all'ovile. Chiaro che agli apicoltori moderni non si possono imputare gli errori commessi dall'uomo nei tempi. Anzi hanno adesso il merito e il compito di proteggere le specie (o sottospecie) attualmente esistenti.


Quoto in pieno!

Giusto come aggiornamento mi sto mettendo in contatto con gli apicoltori segnalati dall'Asl per il recupero.

Nic

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mascalzonepadano
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Città: Milano
Prov.: Milano

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Inserito il - 05 ottobre 2012 : 15:16:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se non ho capito male quindi, secondo alcuni di voi non sarebbe opportuno che esistano popolazioni selvatiche (o comunque autonome dall'uomo) di ape domestica. Tesi singolare. La tendenza nel mondo scientifico è esattamente opposta, con stuoli di scienziati che vanno in zone remote alla ricerca di selvatici e varietà antiche, dove ancora può nascondersi della variabilità genetica che potrebbe risultare utile alle piante coltivate (resistenza a malattie, parassiti, stress ambientali, etc). Fra gli animali addirittura ci sono stati dei tentativi di ricostruire, a ritroso dalle razze domestiche, specie selvatiche ormai estinte (Uro, Tarpan), con risultati incerti. In genere le popolazioni selvatiche, o in questo caso sarebbe meglio parlare di ferals, sono + sane e + rustiche di quelle allevate. Se sono malate hanno vita breve, se no vuol dire che non hanno problemi sanitari o hanno trovato un equilibrio coi parassiti. Non capisco quindi perché, con migliaia di apiari domestici attaccati da Varroa e altre patologie, sarebbero proprio le poche colonie autonome a creare questi grandi problemi.
Nic

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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 05 ottobre 2012 : 16:29:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nic, sono concettualmente in linea con quanto hai detto. Però, temo, non c'è una via d'uscita a questa discussione, almeno nel senso che vorrei io (e penso pure tu, Mizar, e Roberto). E questo mi rattrista. La biosfera è bella, l'uomo ha il privilegio di poterla ammirare più di qualsiasi altro vivente e di coglierne in parte i segreti, ma purtroppo preferisce farne scempio per poter meglio gozzovigliare e ingrassare (QUESTO DISCORSO E' GENERALE, non c'entra con gli apicoltori, che come si è già detto non sono il problema degli ecosistemi!). Il regno animale si è perpetuato per milioni di anni passando tramite estinzioni e nascite di specie nuove; nessuna di queste però è mai stata capace di causare danni tanto estesi quanto gli umani. Siamo convinti che qualsiasi cosa devastante facciamo comunque qualcuno, dall'alto, la rimetterà apposto...non è così. Potremmo tranquillamente sparire senza che nessuna galassia ne avverta il minimo disturbo. La realtà non è antropocentrica, solo l'ignoranza lo è.

Modificato da - ValerioW in data 05 ottobre 2012 16:30:45
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