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 Forum Biologia Marina - Mare Mediterraneo
 CORSO DI FOTOGRAFIA SUBACQUEA
 Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
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Stefano Guerrieri
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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 09:23:36 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

La passione per la fotografia subacquea implica una buona conoscenza delle attrezzature e delle tecniche di ripresa in immersione, che va aggiunta ad una pianificazione preventiva dell’attrezzatura fotografica con lo scopo di ottimizzare il lavoro da effettuare. E’ impensabile, durante una singola immersione, di poter riprendere qualsiasi soggetto subacqueo, che può variare sensibilmente sia come forma che come dimensioni.
Di fondamentale importanza è considerare l’ambiente nel quale andremo ad operare, sia dal punto di vista tecnico, sia sotto l’aspetto biologico. Le immersioni diurne variano sensibilmente rispetto alle immersioni notturne, come l’ambiente subacqueo a pochi metri di profondità, varia sensibilmente rispetto ad una parete coralligena, ad un relitto profondo, oppure ad un’immersione in grotta. Di conseguenza, al variare delle condizioni ambientali, e dello scopo prefisso, varierà la scelta di base delle nostre attrezzature fotografiche.
Possiamo prendere in considerazione le differenti situazioni operative, suddividendo l’ambiente sommerso, in base ai differenti habitat caratteristici del Mar Mediterraneo, dalle praterie a Posidonia oceanica, al coralligeno, alle grotte, ai relitti, fino ai fondali sabbiosi, poco considerarti dalla maggioranza dei subacquei, ma ricchi di emozione per gli appassionati di biologia marina.
Affrontiamo insieme le differenti possibilità di riprese fotografiche per ogni ecosistema, aiutandoci con alcune immagini, descrivendo semplicemente come e con quale attrezzature sono state realizzate, così da approfondire insieme, la conoscenza della flora e soprattutto della fauna, tipiche del Mare Nostrum.

Stefano Guerrieri
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Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 09:23:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La prateria a Posidonia oceanica

Molti evitano di immergersi sulla prateria a Posidonia, ritenuta monotona e priva di emozioni. Ma ad un attento esame, soprattutto per il fotografo naturalista con un buon spirito di osservazione, questo ecosistema offre la più complessa e varia comunità animale di tutto il Mar Mediterraneo. Questa pianta, endemica del nostro mare, offre un riparo sicuro per molti organismi, che qui possono vivere e riprodursi, trovare rifugio e nutrimento tra l’impenetrabile intrigo di foglie di questa fanerogama, che costituisce anche il sostegno per numerose specie vegetali, offrendo una grande superficie da colonizzare, adatta sia a specie amanti della luce, sia a specie sciafile.
Dalla superficie ai quaranta metri di profondità, dove le acque sono limpide, si sviluppano le praterie a Posidonia oceanica, un ambiente quindi accessibile a tutti i subacquei, molto luminoso, ma con un grande idrodinamismo, un fattore che, soprattutto nelle zone più superficiali, influenza negativamente la possibilità di ottenere buone immagini, condizionate dalla turbolenza dell’acqua. Condizione fondamentale per ottenere buoni risultati fotografici è quindi quella di immergersi con mare calmo, quando le foglie nastriformi della prateria, sono praticamente immobili. Un buon assetto e tanto spirito di osservazione, ci aiuteranno a scoprire i segreti di questa “foresta vivente”.
Durante le immersioni diurne possiamo arricchire il nostro archivio fotografico con immagini grandangolari, che mostreranno l’insieme di questo complesso habitat. Obiettivi grandongolari compresi tra il 10 mm e il 28 mm, possono essere tranquillamente utilizzati, per ottenere questo tipo di fotografie.

Immagine:
Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
243,75 KB

Una porzione di prateria a Posidonia è stata ripresa con una reflex scafandrata, l’obiettivo utilizzato è un 20 mm con oblò sferico, che ci garantisce un’ottima ampiezza e profondità di campo, utilizzando diaframmi compresi tra f8 e f16, in relazione alla sensibilità impostata, alla profondità d’immersione, alla limpidezza dell’acqua e alla quantità di luce naturale data dal sole, che filtra attraverso la superficie. Un buon colpo di flash per schiarire le ombre e dare colore al nostro soggetto, sarà utile per ottimizzare lo scatto, bilanciando la luce artificiale con quella naturale.

Modificato da - Istrice in data 10 febbraio 2012 20:51:59
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Stefano Guerrieri
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Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 20:55:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Immagine:
Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
259,56 KB

La Posidonia oceanica è una fanerogama, una pianta adattata all’ambiente marino, che si differenzia dalle alghe per la presenza di radici, fusto, foglie e fiori. Aderisce tenacemente al substrato, per mezzo delle radici, dalle quali diparte un robusto rizoma, fusto legnoso che può accrescersi sia orizzontalmente, che verticalmente. Dal rizoma spuntano le foglie nastriformi, larghe circa un centimentro e lunghe fino a più di un metro.
L’immagine, ripresa con obiettivo da 28 mm, in reflex scafandrata e oblò piano, mostra la complessità di questa pianta.
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Stefano Guerrieri
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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 20:59:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nella descrizione di ciascuna singola specie è opportuno riprendere possibilmente, i particolari del suo sviluppo.


Immagine:
Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
250,45 KB

Dal seme spuntano in basso le piccole radici e si innalzano verso la luce, le prime foglie. In questo caso un obiettivo macro, tipo il 60 mm, con rapporto di ingrandimento 1:1, sarà ottimo per inquadrare il soggetto attraverso un oblò piano, sfruttando al massimo la chiusura del diaframma compreso tra f22 e f45, in modo da avere una buona profondità di campo, così da ottenere tutto il soggetto a fuoco. Come in tutte le macro fotografie, utilizzeremo possibilmente due flash elettronici.
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Stefano Guerrieri
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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:00:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Immagine:
Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
240,48 KB

Il progredire della crescita vede lo sviluppo delle prime foglie completamente formate, dall’aspetto nastriforme. L’inquadratura verticale con il soggetto posto sulla diagonale, da più slancio all’immagine, che se pur semplice nei suoi contenuti, mostra una fase poco conosciuta della crescita di questa pianta. Obiettivi come il 35 mm, oppure il 60 mm, sono adatti a fotografie di questo genere.
L’inquadratura verticale di soggetti vicino al fondale, presenta qualche problema relativo al posizionamento dei flash, che possono trovarsi a contrasto con il fondo stesso, creando delle interferenze meccaniche e generando antiestetiche ombre. Facciamo perciò attenzione ad indirizzare opportunamente la luce dei flash rispetto al soggetto, prendendoci tutto il tempo necessario, tanto la Posidonia oceanica mica scappa via !
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Stefano Guerrieri
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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:01:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molti anni dovranno passare prima che possa formarsi una vera e propria prateria, che sarà colonizzata da una grande quantità di organismi sessili, come alghe calcaree, briozoi, idrozoi, vermi, ed ascidie.
Immagine:
Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
205,04 KB

Considerando la larghezza della foglia di circa un centimetro, dobbiamo armare la nostra fotocamera con un obiettivo marco 1:1, oppure con dei tubi di prolunga. Un consiglio che posso dare, sta nel fatto di riprendere la porzione di foglia, tenendola parallela al piano di ripresa, così da sfruttare meglio la profondità di campo ed avere tutti i piccoli soggetti a fuoco. In casi come questo è preferibile una leggera sotto esposizione, piuttosto che rischiare di “bruciare” il soggetto, l’utilizzo di diffusori di luce di fronte ai flash, ci aiuterà nello scopo. Cerchiamo di scattare l’immagine, utilizzando solo la mano destra, mentre con la sinistra manteniamo ferma e parallela la foglia di posidonia, alla distanza prescelta.



Nella prateria a posidonia, trovano l’ambiente ideale per nascere e crescere, anche molte specie di pesci, crostacei e molluschi, che affrontano il proprio ciclo biologico, con l’alternarsi del giorno e della notte. Personalmente amo in particolare le immersioni notturne, quando una serie infinita di animali, può essere scoperta utilizzando semplicemente un faretto subacqueo di illuminazione, indispensabile per l’immersione e per la messa a fuoco del soggetto. In genere utilizzo sia lampade a scarica di gas, che i più moderni fari a led, con potenza e durata differenti, che variano dai 50 ai 200 Watt e possono essere utilizzati per circa 60/180 minuti. Parlo al plurale perché, come minimo, mi immergo con due faretti, necessari come sicurezza ed indispensabili per effettuare le notturne sui bassi fondali, che si prolungano fino alle tre ore.
Gli accessori utilizzati vanno preferibilmente bloccati con un sistema snodabile sulla fotocamera, in modo da lasciarci piena libertà di gestione del nostro apparecchio fotografico, che manterremo agganciato al gav tramite un moschettone, in modo da poterlo lasciare in caso di necessità. Ricordiamoci che la nostra sicurezza e quella del compagno d’immersione viene prima di tutto, anche dell’attrezzature più costose, questo regola va sempre seguita, soprattutto nelle immersioni notturne.
Dato il limitato campo visivo che abbiamo a disposizione nelle notturne, tralasceremo l’utilizzo di obiettivi grandangolari, più utili di giorno, dedicandoci esclusivamente alla macro fotografia. Le successive immagini sono state tutte realizzati con obiettivo macro 60 mm, con reflex scafandrata e oblò piano, due flash posti a 45° ripetto al soggetto e muniti di diffusore, completano l’attrezzatura standard che utilizzo generalmente durante le immersioni notturne, senza dimenticare l’indispensabile faretto di puntamento (meglio se sono due).
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Stefano Guerrieri
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Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:01:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
173,27 KB

L’intrigo di foglie della posidonia costituisce un perfetto nascondiglio per questo cavalluccio marino. Solo il faretto di illuminazione ce ne svela la presenza e la luce emessa dai flash, consente la corretta visione dei suoi colori naturali.
La difficoltà in questo tipo di immagini, sta nel fatto che dobbiamo necessariamente ottimizzare l’inquadratura, sforsandoci di migliorarla attraverso il mirino della fotocamera. Spesso ciò che vede il nostro occhio, non è l’inquadratura reale, basta una foglia di posidonia di traverso all’oblò, per vanificare i nostri sforzi.
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Stefano Guerrieri
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Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:02:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
187,99 KB

Galathea intermedia, un minuto decapode ripreso sopra ad una singola foglia di posidonia.
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Stefano Guerrieri
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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:03:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
212,16 KB

Paracerceis sculpta, piccolo isopode che corre sulla foglia di posidonia.
In soggetti come questi, la tempestività è d’obbligo. Spesso abbiamo solo un’opportunità di scatto. I crostacei corrono veloci sulle foglie di posidonia, lasciandosi cadere nell’intrigo impenetrabile della foresta, per fuggire dall’intensità luminosa del nostro faretto.
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Stefano Guerrieri
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Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:03:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
167,34 KB

Columbella rustica
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Stefano Guerrieri
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Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:04:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Seconda lezione: la prateria a Posidonia oceanica
180,93 KB

Rissoa monodonta

I piccoli molluschi prosobranchi, essendo lenti nei movimenti, sono più semplici da fotografare, ma anche questi si lasciano cadere, se troppo disturbati dalla luce dei faretti e dei flash. L’importante comunque è mantenere costantemente a fuoco e nell’inquadratura il soggetto, basta qualche millimentro di spostamento per vanificare i risultati dello scatto.

Con questo terminerei questo primo capitolo biologico-fotografico, sugli ecosistemi del Mar Mediterraneo. Attendo le vostre eventuali richieste, per cercare insieme di risolvere e trovare una soluzione ai problemi operativi relativi alla fotografia subacquea nella Posidonia oceanica.
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Istrice
Amministratore


Città: Ostia
Prov.: Roma

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Inserito il - 10 febbraio 2012 : 21:06:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Seconda lezione

Stefano Guerrieri gradirebbe interventi con quesiti e dubbi a cui rispondere.

Ciao Aldo
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Istrice
Amministratore


Città: Ostia
Prov.: Roma

Regione: Lazio


10849 Messaggi
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Inserito il - 11 febbraio 2012 : 21:27:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una domanda la faccio io: Stefano quanti obiettivi hai allora? di quanti ce n'è bisogno?
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enricoricchitelli
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Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 13 febbraio 2012 : 20:24:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anch'io ho una domanda per Stefano. Che ci dici delle ibride(mirrorless) scafandrate? Come si comportano rispetto alle reflex? A livello monetario si risparmia qualcosa?
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Stefano Guerrieri
Moderatore


Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 14 febbraio 2012 : 13:26:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La mia esperienza fotografica, si basava in passato sul sistema anfibio della Nikonos, utilizzato con le vecchie diapositive, quando per il grandangolo usavo obiettivi come il 15-20-28 mm, e come obiettivo normale il 35 mm, sul quale montavo per la macro o i tubi di prolunga, o la lente addizionale (utilizzabile anche sul 28 mm).

Poi sono passato direttamente alle reflex scafandrate, sia analogiche che digitali.

Ad oggi, per la fotografia subacquea utilizzo pochi obiettivi.

Grandangolo: 10,5 mm e 12-24 mm Nikon

Pesce:28-70 mm Nikon

Macro: 60 mm Nikon che è il mio preferito

Non ho mai utilizzato le mirroless e sinceramente non conosco il mercato delle stesse, dovrei informarmi a riguardo.

Certamente hanno l'enorme vantaggio della leggerezza rispetto alle reflex e sicuramente costano meno.

Quando mi capiterà di tornare dal mio negoziante di fiducia, proverò a chiedere informazioni su questa tipologia di macchine fotografiche e relativi scafandri.

Ciao




Un saluto direttamente dal mare

Stefano Guerrieri
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 14 febbraio 2012 : 15:08:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vedo che usi la FinePix S2Pro, che è un corpo del 2002, molto simile alla Nikon D100: tanto di cappello per i risultati...

Ti chiedo qualcosina sull'uso del flash: vorrei prendermi uno scafandro per la mia D300, non vorrei però rinunciare ad utilizzare, anche sott'acqua, i miei flash SB-R200, che hanno il vantaggio di essere comandati dalla macchina in wireless (sia dal flash pop-up che da un commander), e quindi potrebbero essere utilizzati senza le complicazioni della cavetteria stagna, che oltretutto costa un botto. Ne sai qualcosa? In alternativa, credi ci sia comunque qualche soluzione che non ti fa perdere l'esposizione flash TTL della Nikon, che in macro ti permette di dimenticarti dell'esposizione e concentrarti sull'inquadratura e messa a fuoco (ero abituato alla vecchia forcella macro della Nikonos...)?



Paolo Mazzei
Link Moths and Butterflies of Europe and North Africa
Link Amphibians and Reptiles of Europe
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Stefano Guerrieri
Moderatore


Città: Livorno


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Biologia Marina

Inserito il - 14 febbraio 2012 : 20:02:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Paolo,

il problema commerciale della fotografia subacquea, non permette la costruzione di una completa linea di accessori, come per la fotografia terrestre. La richiesta ridotta di mercato limita gli investimenti fatti dalle aziende del settore, perciò le soluzioni che abbiamo a nostra disposizione, sono poche e purtroppo molto care.

Il sistema dei flash che utilizzi è ottimo a livello terrestre, i due o più flash SB-R200 comandati dal commander SU 800 in wireless, permette un'ottima copertura in TTL dei soggetti, senza creare ombre.

Purtroppo credo che non ci sia un apposito scafandro in grado di inserire il commander SU 800, così come i flash SB-R200.

La Nimar per esempio, costruisce scafandri appositi per i flash Nikon SB 800 e SB 900, così da poter utilizzare flash terrestri, anche sott'acqua.

Personalmente utilizzo da 25 anni, solo flash Ikelie e Sea & Sea, subacquei.

Con la "vecchia" Fuji S2 pro, la macro non costituiva un problema, qualsiasi flash ho che utilizzato, poteva funzionare tranquillamente in TTL.
Ma, purtroppo, la Nikon non ha più concesso il permesso alla Fuji di montare il piccolo circuito elettronico che permetteva questa funzione, così la S2 pro della Fuji, resta la sola reflex in grado di ottimizzare direttamente i flash con il sistema TTL anche sott'acqua.

Alla fine del 2011 ho acquistato un corpo macchina della NIkon D 300, scafandrandolo con la Subal e mi sono scontrato con la necessità di far funzionare i flash in TTL.

Attualmente utilizzo due nuovi Flafh SEa & Sea YS 110 Alfa, collegati con cavi stagni, ma utilizzati direttamente non funzionano in TTL.

Perciò ho dovuto acquistare un apposito accessorio costruito dalla Sea & Sea per Nikon e Canon, un convertitore stagno, il YS converter/N, che con il suo cavo incorporato, va collegato direttamente allo scafandro e sul quale collego i due cavi dei flash.

Ho fatto solo tre prove, dato il tempo inclemente di questo inizio anno.

Nella prima immersione, i risultati sono stati soddisfacenti per la macro fino ad un rapporto di 1:3, tanto per riprendere in considerazione i vecchi telaietti Nikonos, ma nei rapporti più spinti, le immagini tendono a sovraesporre. Il TTL in pratica non chiude a sufficienza la luce emessa dai flash.

Nelle due immersioni successive ho adottato degli accorgimenti che mi hanno permesso di ottimizzare i risultati, fino a raggiungere un buon risultato di esposizione sulla totalità degli scatti, anche su soggetti chiari posti su fondo scuro.

Accorgimenti:

1) Tenere i due flash non troppo vicino ai soggetti, ma ad una distanza minima di circa 30 cm (prima con la Fuji li posizionavo anche a 10 cm).

2) Utilizzare sempre sui flash i diffusori di luce.

3) Impostare sulla Nikon di 300 un fattore di sottoesposizione di - 1 stop. Ho visto che questo corpo macchina tende a sovraesporre leggermente anche le immagini terrestri.

4) Molto importatnte è impostare il sistema d'esposizione su SPOT per la macro e non sul sistema MATRIX molto valido per la foto ambiente. L'esposimetro leggerà la luce riflessa dal piccolo soggetto, di solito posto al centro dell'inquadratura e chiuderà in TTL la luce emessa dai flash.

Ciao




Un saluto direttamente dal mare

Stefano Guerrieri
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enricoricchitelli
Moderatore


Città: Bisceglie
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 14 febbraio 2012 : 23:45:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie mille Stefano!
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fabio vitale
Utente Senior

Città: Lecce
Prov.: Lecce

Regione: Puglia


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Inserito il - 20 febbraio 2012 : 18:54:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Enrico,
ovviamente condivido tutto quello che hai detto. Come sai anche io uso principalmente il 60mm (micro Nikkor) essendo appassionato di macro. Diciamo che con la macro l'appetito viene mangiando. Mi spiego, raggiungere il rapporto di riproduzione 1:1 è già un buon risultato. Ma, se poi si vuole andare oltre, senza ricorrere a croppaggi esasperati che comunque lasciano il segno, si deve cercare di utilizzare elementi aggiuntivi che in macro sono: anelli di prolunga, lenti addizionali e per la macro subacquea mi fermerei qui. L'uso di questi due "presidi" ha però alcuni lati negativi che riassumerei nella perdita di luminosità in ripresa con l'uso di anelli di prolunga e vignettature piuttosto evidenti con l'uso di lenti addizionali. Allo scopo chiedo il tuo parere, se ti sei cimentato utilizzando il 60mm con queste due soluzioni e con quali risultati.



Fabio Vitale
Lecce
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Stefano Guerrieri
Moderatore


Città: Livorno


5197 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 22 febbraio 2012 : 08:37:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Fabio,

lo chiedi ad Enrico oppure a me ?

Comunque al momento mi sono limitato ad utilizzare solo il 60 mm.

Anni fa ho montato i tubi di prolunga Canon sulla AE1 con il 50mm ed i risultati sono stati buoni, anche se, durante tutta l'immersione, ero costretto a fotografare cose di piccole dimensioni.

Attualmente ho fatto costruire un anello adattatore da mettere all'esterno dell'oblò, che monto sul 60 mm. L'anello adattatore ha una filettatura, dove poter avvitare una grande lente addizionale, ma devo sempre comprarla.

Questa soluzione ti permette di utilizzare normalmente il 60 mm e all'occorrenza di montare direttamente in acqua la lente.

Quando avrò provato il sistema, ti farò sapere sui risultati, ma credo che le difficoltà saranno dovute soprattutto alla ridotta profondità di campo.

A presto


Un saluto direttamente dal mare

Stefano Guerrieri
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Calogero
Utente V.I.P.

Città: roma


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Biologia Marina

Inserito il - 25 febbraio 2012 : 12:04:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Stefano,

complimenti per la tua attività e per gli interessantissimi risultati; ti chiedo quale obiettivo 60 mm adoperi in quanto ho potuto vedere che Nikon ha diverse tipologie di ob. macro.
Grazie in anticipo e ancora complimenti.


Carlo
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