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carolan
Utente Senior

Città: sondrio

Regione: Lombardia


1715 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 06:38:15 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Dallo statuto di uno dei Parchi Nazionali Italiani,leggo le seguenti finalità:

- protezione della natura
- tutela del paesaggio
- informazione ed educazione ambientale
- ricerca scientifica
- fruizione turistica-sociale

Nei primi giorni del 2012,in uno di questi Parchi Nazionali,entreranno le carabine dei cacciatori per regolare una popolazione animale.
Mi chiedo,alla luce delle finalità principali di un Parco Nazionale,se questo tipo di azioni possano coesistere con il concetto di un Parco.

Ci sarà ancora un futuro per le Aree Protette,o dovremo entrare nell'ottica che queste aree devono ormai essere sfruttate per avere un profitto al pari delle aree non protette?


Stefano

elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32886 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 10:58:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non voglio parlare di caccia, che è un argomento che è stato giustamente escluso dalla trattazione in questo forum.

Vorrei fare invece una considerazione generale.

Come per tutte le iniziative importanti, anche per l'istituzione di un parco si fissano degli obiettivi e si individuano azioni, metodiche, vincoli ecc... funzionali per il raggiungimento di quegli obiettivi.

Secondo me, l'adeguatezza dei metodi al raggiungimento degli obiettivi dovrebbe essere verificata nel tempo e, fermi restando gli obiettivi, si dovrebbe valutare l'adeguatezza delle metodiche e dei vincoli e modificarli se ciò appare necessario per garantire ancora il perseguimento degli obiettivi.

Il problema di alcuni parchi è che si "scrivono sulla pietra" sia gli obiettivi che, soprattutto, le regole, e non si possono cambiare le regole neppure se ciò, nel prosieguo, risulta indispensabile per garantire gli obiettivi, cioè, soprattutto, la conservazione della biodiversità e dell'equilibrio ecologico.

Faccio l'esempio del Parco dell'Uccellina, che ho visto nascere quando abitavo a Grosseto. Già allora c'era chi osservava che il simbolo del cinghiale, assunto come logo del parco, era improprio, perché, oltre ai grossi animali che qualsiasi visitatore riesce a vedere, c'era una biodiversità molto articolata e più criptica che andava protetta. E, infatti, negli anni, la proliferazione eccessiva dei cinghiali e il conseguente continuo sommovimento del terreno e la predazione di rettili, anfibi, nidiacei, piccoli mammiferi e insetti, ha ridotto la "microbiodiversità", facendo venir meno il raggiungimento di parte degli obiettivi del parco.

Di solito, per paura che si additi come soluzione la ripresa della caccia, si finge di ignorare questo tipo di problemi; di conseguenza, gran parte dei parchi diventano ecosistemi squilibrati a favore delle specie più grandi e più forti e la biodiversità più equilibrata si trova piuttosto fuori dai parchi stessi.

Per esempio, nel Lazio, io trovo più ricchezza di biodiversità a Tolfa (area non protetta) che a Castelfusano.

luigi

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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 13:01:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di carolan:

Dallo statuto di uno dei Parchi Nazionali Italiani,leggo le seguenti finalità:

- protezione della natura
- tutela del paesaggio
- informazione ed educazione ambientale
- ricerca scientifica
- fruizione turistica-sociale

Nei primi giorni del 2012,in uno di questi Parchi Nazionali,entreranno le carabine dei cacciatori per regolare una popolazione animale.
Mi chiedo,alla luce delle finalità principali di un Parco Nazionale,se questo tipo di azioni possano coesistere con il concetto di un Parco.

Ci sarà ancora un futuro per le Aree Protette,o dovremo entrare nell'ottica che queste aree devono ormai essere sfruttate per avere un profitto al pari delle aree non protette?


Stefano




Quello statuto riporta esattamente le fuzioni riconosciute alle Aree protette (non Parchi) dalla Legge quadro 394/91. Mi sembra molto riduttivo appropriarsi delle finalità che sono in primis riconosciute per Legge. In esso si dovrebbe quanto meno far riferimento alla Legge riportata altrimenti è incompleto.
Premesso ciò se per conseguire le finalità dell'articolo 1

"a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di pro cessi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici;"

si pone la necessità di abbattere uno o più capi di una o più specie non vedo tutto il clamore e lo scandalo quando si sente parlare di caccia in un Parco.

Bisogna verificare se tutte le procedure di rito sono state effettuate, in caso contrario opporsi

Alessandro PD


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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 15:54:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di carolan:

Nei primi giorni del 2012,in uno di questi Parchi Nazionali,entreranno le carabine dei cacciatori per regolare una popolazione animale.
Mi chiedo,alla luce delle finalità principali di un Parco Nazionale,se questo tipo di azioni possano coesistere con il concetto di un Parco.

Temo che non sia possibile rispondere in modo efficace alla prima perplessità di Stefano senza parlare di caccia/cacciatori. E non si può. Anche se, al contrario di Luigi, non ho mai capito bene perché no (e vi prego di NON spiegarmelo qui ed ora, altrimenti si inizia un fuori tema che non finirà mai, come io non capirò mai !).
Ci sarà ancora un futuro per le Aree Protette,o dovremo entrare nell'ottica che queste aree devono ormai essere sfruttate per avere un profitto al pari delle aree non protette?

Qui le cose si fanno più interessanti e il discorso più fattibile. Certo che le aree protette hanno un futuro! Ma bisogna capire in che ruolo. Se la loro priorità è effettivamente: "Conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di pro cessi (oops , forse dovrebbe essere processi) naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici", oppure, come spesso sembra, la salvaguardia degli interessi diretti o indotti degli uomini (e le donne, è sottinteso) nel territorio locale e no, fra agricoltura e pastorizia (che, chiaro, non sono sempre negative, ma nemmeno sempre benigne), sport, culture, tradizioni (fra quali, la caccia), e una baraonde di attività turistiche, manifestazioni, iniziative, prodotti artigianali e agroalimentari e quant'altro (), tutto rigorosamente verde, eco-, agro- e bio-, non c'è bisogno di dirlo. Alla fine, troppo spesso gli enti gestori si trovano, volente o nolente, a fare la parte del pro loco di zona invece del tutore della biodiversità.
Non dico che non si dovrebbe fare, ci mancherebbe altro! Ma è qualcos'altra, spesso con molto poco a che fare con la salvaguardia della Natura, o addirittura in conflitto con i suoi interessi.
Nelle parole di un mio amico direttore di Riserva qualche anno fa... il paese deve decidere se vuole un sistema di aree protette serie e seriamente impegnate nella conservazione della Natura, o una catena di "Naturalandia" parchi a tema per il profitto dell'uomo e il suo divertimento. Amen dico io! Se la Natura deve per forza pagare per il suo vitto e alloggio qui sulla Terra, lo vedo duro.

P.S. Se il dibattito continua e non rispondo subito, è perché sarò senza collegamento internet per una decina di giorni, sfuggendo quell'altra baraonde che si chiama Natale! Poi torno eh!

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr, Facebook


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (Stephen Jay Gould)

Modificato da - lynkos in data 24 dicembre 2011 16:01:22
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32886 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 16:33:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La questione posta da Sarah è fondamentale e ritorna tutte le volte che si parla di ambiente; tanto che io, tempo fa, avevo aperto una discussione apposta.
Che si intende per ambiente? La gente ha idee molto variegate su cosa può o deve essere un parco.

C'è il concetto di parco/giardino ad uso delle persone, con panchine, aree di gioco per bambini, sentieri per la mountain bike, magari chioschi e punti di ristoro e - elemento prioritario - assoluta sicurezza per le persone. Quindi, si falcia l'erba per evitare il rischio di incendi, si potano gli alberi perché non cadano rami in testa ai visitatori ecc...

C'è il concetto di parco a tutela integrale: niente agricoltura, niente visitatori, nessun intervento umano, neppure per correggere derive ecologiche pericolose.

C'è il concetto di parco/santuario per la protezione di singole specie e non degli ecosistemi nel loro complesso ....

E c'è soprattutto il concetto di parco come attrattiva e valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti: olio, vino, formaggi ecc... Se non ricordo male, c'è perfino una marca di pasta che si fregia di essere prodotta all'interno del parco d'Abruzzo.
Così, intorno o all'interno dei parchi, nascono aziende agropastorali, agriturismo ecc...

Ci sono parchi usati come fonte di entrate per le amministrazioni locali, come il parco marino dell'arcipelago della Maddalena, dove, dopo istituito il parco, c'è più traffico di imbarcazioni e inquinamento di prima, ma le amministrazioni locali hanno potuto assumere personale e incassano con i permessi a pagamento.

Unico elemento positivo comune a tutte queste visioni diverse è il bando dell'attività edilizia e industriale, che è pur sempre qualcosa, se viene rispettato.

Ora, secondo me, non c'è niente di male se si riesce a unire il dilettevole all'utile e se si riesce a fare in modo che i parchi siano una fonte di ricchezza per gli abitanti, anziché solo divieti e sacrifici. Purché questo non snaturi troppo il parco e pregiudichi gli obiettivi di fondo, che dovrebbero essere soprattutto la difesa della biodiversità dello status quo dell'ecosistema.
luigi

P.S. Per Sarah: non è che io abbia capito perché non si debba parlare di caccia. Ho solo preso atto della raccomandazione fatta dagli amministratori, viste le dispute accese che c'erano state in passato.

Modificato da - elleelle in data 24 dicembre 2011 16:35:46
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 17:09:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ovviamente parlo di caccia di selezione (con a fianco un guardia parco esperto) ... non di caccia sportiva o peggio di bracconaggio (verso le quali sono totalmente contrario, anche in aree non protette)!

Alessandro PD


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Modificato da - a p in data 24 dicembre 2011 17:11:04
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


1668 Messaggi
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Inserito il - 24 dicembre 2011 : 17:11:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti.

Messaggio originario di carolan:

Dallo statuto di uno dei Parchi Nazionali Italiani [...]


Messaggio originario di Alessandro:

Quello statuto [...]


Stefano ed Alessandro, a titolo di cortesia, vi chiederei se poteste indicare esplicitamente il nome del parco cui vi riferite.

Messaggio originario di elleelle:

Non voglio parlare di caccia, che è un argomento che è stato giustamente escluso dalla trattazione in questo forum.


Messaggio originario di lynkos:

Temo che non sia possibile rispondere in modo efficace alla prima perplessità di Stefano senza parlare di caccia/cacciatori. E non si può. Anche se, al contrario di Luigi, non ho mai capito bene perché no (e vi prego di NON spiegarmelo qui ed ora, altrimenti si inizia un fuori tema che non finirà mai, come io non capirò mai !).


Messaggio originario di elleelle:

P.S. Per Sarah: non è che io abbia capito perché non si debba parlare di caccia. Ho solo preso atto della raccomandazione fatta dagli amministratori, viste le dispute accese che c'erano state in passato.


La corrente versione del regolamento di sezione (sezione 2) consente di parlare di caccia, in deroga al regolamento generale di FNM.

Messaggio originario di elleelle:

La questione posta da Sarah è fondamentale e ritorna tutte le volte che si parla di ambiente; tanto che io, tempo fa, avevo aperto una discussione apposta.
Che si intende per ambiente? La gente ha idee molto variegate su cosa può o deve essere un parco.


Luigi, la tematica introdotta da Sarah è, nel suo intervento, a parer mio finalizzata alla trattazione del tema di discussione. Nell'estratto, e nel suo seguito, tu proponi invece considerazioni generali correlate all'oggetto di discussione ma a mio avviso non ancora pertinenti.

La discussione di cui parla Luigi è questa.



Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 17:14:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
non conosco il parco cui si riferisce Stefano (carolan) faccio riferimento generico al messaggio introduttivo

Alessandro PD


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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 24 dicembre 2011 : 18:34:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
[
quote]Messaggio originario di Acipenser:

Salve a tutti.

Messaggio originario di carolan:

Dallo statuto di uno dei Parchi Nazionali Italiani [...]


Messaggio originario di Alessandro:

Quello statuto [...]


Stefano ed Alessandro, a titolo di cortesia, vi chiederei se poteste indicare esplicitamente il nome del parco cui vi riferite.


bastava fare una ricerca statuto parco nazionale stelvio, gran paradiso, ecc. e si deduceva facilmente che è quello dello stelvio. non servono grandi capacità! Ripeto che è pari pari al contenuto della legge quadro sui parchi ... non serve grande fantasia per ricopiare un articolo di legge.

Purtroppo le "grandi menti italiane" sanno fare solo "copia incolla" perché pensare costa fatica ed energia!



Alessandro PD


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Modificato da - a p in data 24 dicembre 2011 18:43:05
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Frustone
Utente Senior

Città: Siena
Prov.: Siena

Regione: Toscana


1823 Messaggi
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Inserito il - 02 gennaio 2012 : 11:38:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:


Faccio l'esempio del Parco dell'Uccellina, che ho visto nascere quando abitavo a Grosseto. Già allora c'era chi osservava che il simbolo del cinghiale, assunto come logo del parco, era improprio, perché, oltre ai grossi animali che qualsiasi visitatore riesce a vedere, c'era una biodiversità molto articolata e più criptica che andava protetta. E, infatti, negli anni, la proliferazione eccessiva dei cinghiali e il conseguente continuo sommovimento del terreno e la predazione di rettili, anfibi, nidiacei, piccoli mammiferi e insetti, ha ridotto la "microbiodiversità", facendo venir meno il raggiungimento di parte degli obiettivi del parco.

luigi




Solo per precisare, tale parco è un parco regionale e non nazionale.
Altra precisazione, tale parco insieme al nascente parco del basso Merse, è l'unico in Italia ad avere popolazioni tra le più pure di cinghialino nostrano, sus scrofa majori.
Quindi non indicherei nel cinghiale il solito "problema", ma in questo caso direi che abbiamo un ottimo bagaglio genetico-
Comprendo che il cinghile sia "odiato", ma francamente si tende ad esagerare.
I problemi di tal parco sono tutti legati a gestioni del passato e non al presente, in quanto oggi è ottimamente gestito.

Daini e le famose volpi ad uso turistico, sono gli aspetti più negativi di quel parco,anche eticamente, non certo il suide.

scusate ma è per chiarezza.

Massimo

------------------------
NO ALL'AEROPORTO,NO AMPUGNANO!

Modificato da - Frustone in data 02 gennaio 2012 11:42:11
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32886 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 02 gennaio 2012 : 20:50:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non metto in dubbio che si stia cercando di migliorare la situazione in quel parco e che ci si riesca; e i miei interventi non vogliono mai essere di critica specifica a chi ci lavora.

Volevo solo sottolineare che, a mio avviso, il successo di un parco inteso in senso moderno non si misura dal numero di avvistamenti di grossi animali.
Può essere un criterio valido quando si crea un parco/santuario dedicato ad una particolare specie, come lo stambecco nel Gran Paradiso o il cervo sardo a Monte Arcosu ecc....
Però, oggi mi sembra che tenda a prevalere il concetto di tutela di un ecosistema, piuttosto che di tutela di una o più singole specie.

La facilità di avvistamento di specie timide come volpi, daini e cinghiali, secondo me, non è un indice di salute e di equilibrio ecologico, ma piuttosto di antropizzazione o di sovrappopolazione.
I visitatori che pretendono di visitare un parco e riempirsi gli occhi e la macchina fotografica di immagini di grossi animali non hanno capito cosa è un parco.
La scorsa primavera andai a visitare l'oasi di Macchiagrande durante la giornata delle oasi promossa dal WWF e nessuno di noi visitatori avvistò qualcosa che non potesse avvistare fuori dal parco. Sicuramente, molti restarono delusi, ma è giusto che sia così.

Il parco dell'Uccellina, come tipi di ambiente, potrebbe ospitare molte specie di dimensioni medio piccole. Senza esagerare nel piccolo (insetti), penso alle albanelle, alla pernice e al gufo di palude, oltre che a tartarughe, ofidi e sauri.
Non ho ovviamente dati concreti, ma immagino che i piccoli animali che stazionano o nidificano a terra abbiano vita molto difficile se il suolo è continuamente percorso da predatori come la volpe e predatori/grufolatori come il cinghiale.
Anche il continuo andirivieni dei daini, seppure inoffensivi, credo disturbi e spaventi tanti uccelli e altri animaletti.

Quindi, secondo me, a meno che un parco non sia finalizzato alla protezione di una specie particolare, gli animali non si devono vedere troppo e non se ne devono vedere troppo neppure le tracce. Altrimenti ci sono degli evidenti squilibri ecologici e, più che di un parco, si tratta di una riserva.

luigi
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