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 Protezione anfibi, suggerimenti cattura Trachemys
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Sonicardo
Utente V.I.P.


Città: Brescia

Regione: Lombardia


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Inserito il - 13 ottobre 2011 : 09:22:39 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao,

Di recente si è presentato un problema in una zona umida all'interno di un Parco protetto di Brescia.
La zona è ricca di biodiversità, grazie ad una varietà di habitat quali bosco ceduo, zona a coltivi, campi di erbe spontanee, canali di irrigazione e, appunto, uno stagno. In particolare, tra le tante specie che giovano dell'ambiente, ho osservato la numerosa presenza di rane, rospi e tritoni.
Di recente ho notato la comparsa di almeno 4 tartarughe della specie Trachemys scripta scripta di taglia adulta all'interno dello stagno (dalle ottime dimensioni, all'incirca 20 m di lunghezza x 7/8 di larghezza). Ho informato l'organo direttore del parco che mi ha dato la sua disponibilità e a breve mi contatterà per risolvere insieme la questione.
Vi scrivo per avere consigli su come catturare le tartarughe nella maniera meno invasiva possibile, dalle sponde per ora non è stato possibile.


Modificato da - Andrea Boscherini in Data 01 aprile 2014 23:13:14

betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 14 ottobre 2011 : 12:10:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
pastura con croccantini per cani o gatti, sempre nello stesso luogo, alla stessa ora in cui sono più attive
Comunque, lo so che è difficile farlo accettare, data la campagna di disinformazione con un copia incolla giornalistico che dura da 20 anni, ma le Trachemys adulte sono prettamente vegetariane e con capacità predatoria molto scarsa.
Ho constatato personalmente in un laghetto a villa Ada, Roma, un gruppo di una decina di Tracheys e non solo, ignorare le migliaia di girini di Bufo.

Comunque ecco cosa scrive la dott.Marta Avanzi,
una tipa che sulle sua spalle innumerevoli pubblicazioni sui Cheloni.
Farebbero sicuramente più danni 4 nostrane Emys, quelle sì prettamente carnivore, anche con i girini di Bufo, sperimentato personalmente con le mie Emys.
Alimentazione in natura

Le Trachemys sono onnivore e in natura si alimentano di pesci, rane, girini, vermi, lumache, insetti, larve, animali morti e piante acquatiche. Gli individui giovani sono prevalentemente carnivori, infatti occupano le acque più basse, dove abbondano gli insetti. Man mano crescono si spostano verso acque più profonde, dove è meno facile trovare prede animali, e scelgono una dieta prevalentemente vegetariana.

Si alimentano in acqua fino alla profondità di 3 metri. L’attività alimentare è più intensa durante le prime ore del mattino. E’ stato osservato che nella ricerca del cibo i giovani passano sott’acqua tra 20 secondi e 5 minuti e gli adulti 5-6 minuti. Specialmente i giovani cacciano attivamente piccoli pesci, girini, rane e invertebrati, che vengono ingoiati interi se sufficientemente piccoli, oppure fatti a pezzi con il becco e le zampe.

Un altro tipo di strategia alimentare delle tartarughe dalle orecchie rosse consiste nella neustofagia, un processo di filtrazione simile a quello impiegato dalle balene. Le tartarughe nuotano sul pelo dell’acqua con la bocca aperta, in modo da ingerire con l’acqua delle particelle alimentari. In seguito chiudono la bocca ed espellono l’acqua attraverso le narici, e ingoiano il cibo rimasto nella bocca.

Link

Modificato da - betalfa in data 14 ottobre 2011 12:28:18
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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

Regione: Friuli-Venezia Giulia


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Flora e Fauna

Inserito il - 14 ottobre 2011 : 15:54:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di betalfa:

Comunque, lo so che è difficile farlo accettare, data la campagna di disinformazione con un copia incolla giornalistico che dura da 20 anni, ma le Trachemys adulte sono prettamente vegetariane e con capacità predatoria molto scarsa.
Ho constatato personalmente in un laghetto a villa Ada, Roma, un gruppo di una decina di Tracheys e non solo, ignorare le migliaia di girini di Bufo.


Per chi conosce le tartarughe e la loro fantastica (e misteriosa) strana vita questo è risaputo. In tutti i testi, minimamente scentifici, c'è in evidenza questa particolarità. Tra l'altro è una delle poche specie acquatiche che hanno questa "conversione", quasi tutte infatti, comprese le miti e timide Emys, mai e poi mai rinuncerebbero .....ad una coscetta di rana.
Però sul cibo lanciatole si buttano incuriosite e non sanno rinunciarvi, soprattutto crocchette per cani/gatti. Con la consuetudine del gesto perdono pure (quella poca) diffidenza.

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.

Modificato da - mazzeip in data 17 ottobre 2011 09:48:08
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Sonicardo
Utente V.I.P.


Città: Brescia

Regione: Lombardia


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Inserito il - 14 ottobre 2011 : 20:43:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di betalfa:


Comunque, lo so che è difficile farlo accettare, data la campagna di disinformazione con un copia incolla giornalistico che dura da 20 anni, ma le Trachemys adulte sono prettamente vegetariane e con capacità predatoria molto scarsa.
Ho constatato personalmente in un laghetto a villa Ada, Roma, un gruppo di una decina di Tracheys e non solo, ignorare le migliaia di girini di Bufo.

Comunque ecco cosa scrive la dott.Marta Avanzi,
una tipa che sulle sua spalle innumerevoli pubblicazioni sui Cheloni.
Farebbero sicuramente più danni 4 nostrane Emys, quelle sì prettamente carnivore, anche con i girini di Bufo, sperimentato personalmente con le mie Emys.

Interessante osservazione, non ero al corrente di questa particolarità. Tuttavia mi permetto di far notare cosa viene detto nella stessa pagina da te proposta:

T. s. elegans attualmente è in Allegato B del Regolamento CE n° 338/97 del 09.12.1996. In pratica significa che è vietata la sua importazione nei paesi dell'Unione Europea, ma i soggetti importati prima dell’entrata in vigore della legge sono di libera detenzione. Ciò non perchè sia in pericolo di estinzione, ma perché gli innumerevoli soggetti che da anni vengono in modo incosciente "liberati" nei fiumi e nei laghi costituiscono una vera minaccia per la flora e la fauna locale, in particolare per gli anfibi e per la tartaruga palustre europea, Emys orbicularis.

Sono sorpreso che abbiate notato entrambi una maggiore voracità di anfibi delle Emys orbicularis rispetto alle specie Trachemys. Solitamente ho ricevuto consigli positivi da altri appassionati circa l'allevamento di emys assieme ad altri animali quali pesci. Al contrario le Trachemys hanno la fama di essere sterminatrici di qualsiasi organismo vegetale e animale visibile a occhio nudo presente in stagno o in acquario, cosa sperimentata da me personalmente. Probabilmente le differenze emergono a seconda dell'habitat in cui vengono immesse.

Modificato da - mazzeip in data 17 ottobre 2011 09:49:14
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 15 ottobre 2011 : 11:06:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Sonicardo:
...Probabilmente le differenze emergono a seconda dell'habitat in cui vengono immesse.

Concordo.
Rammento che il problema ''orecchie rosse'' è oramai superato da anni, ora sono altre le sottospecie commercializzate.
Il discorso è complesso. Gli esemplari selvatici di qualsiasi specie devono passare alla nascita la forbice selettiva dell'habitat, del rapporto numero di individui, risorse alimentari, azione dei predatori ecc.
Le migliaia di esemplari di tartarughe alloctone gettate ogni anno saltano questa fase,
spesso i danni da ''tartarughine'' sono più legati all'innaturale affollamento da abbandono di esemplari adulti.
E si dimentica che fanno più danni i pesciolini rossi e le carpe vinte alle giostre e rilasciate anche esse in ogni dove.
Se al posto di Trachemys avessimo decine di migliaia di Emys lasciate in ogni pozza, i danni sarebbero probabilemnte gli stessi.

Immagine:
Protezione anfibi, suggerimenti cattura Trachemys
70,81 KB
Roma, affollamento a villa Pamphilj.

Modificato da - betalfa in data 15 ottobre 2011 11:10:00
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Barbaxx
Moderatore


Città: Bolzano
Prov.: Bolzano

Regione: Trentino - Alto Adige


6012 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 15 ottobre 2011 : 11:19:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Sonicardo:

[quote]Messaggio originario di betalfa:


Ho constatato personalmente in un laghetto a villa Ada, Roma, un gruppo di una decina di Tracheys e non solo, ignorare le migliaia di girini di Bufo.


Non so nulla sulle abitudini delle tartarughe, avrete senz'altro ragione.
però badate che i girini di Bufo sono velenosi e sono rifiutati da moltissimi carnivori. Per "mangiarsi il rospo" bisogna davvero avere uno stomaco da biscia. Il problema, casomai, si porrebbe coi girini di altre specie.

Barbaxx

Modificato da - Barbaxx in data 15 ottobre 2011 11:20:23
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 15 ottobre 2011 : 11:25:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì, lo so, lo pensavo anche io..
per questo li avevo messi in vasca con le Emys, spariti tutti..,
al contrario le gambusie messe appositamente per fare da cibo vivo non hanno problemi, sfuggono alla cattura.
A proposito di pesciolini rossi e carpette rilasciati incautamente..

Immagine:
Protezione anfibi, suggerimenti cattura Trachemys
58,93 KB
Quanto alla variazione di abitudini alimentari.
Già vi ho raccontato di quel ristorante cinese dove vado ogni settimana da 20 anni..
Ha un grosso acquario con 4 Trachemys, i pesci rossi facevano immancabilmente una brutta fine, finché dopo qualche anno iniziarono ad ignorarli.
Anni fa un avventore che desiderava liberarsi di due giovani americane, non riscordo bene se erano Pseudemys o altro, le regalò al cinese.
Riprese la strage di pesci rossi..
Questo per dire che anche in habitat artificiale l'evoluzione alimentare svolge la sua parte.

Modificato da - betalfa in data 15 ottobre 2011 11:31:56
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bernardo borri
Utente Senior


Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 ottobre 2011 : 14:34:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di betalfa:


Immagine:
Protezione anfibi, suggerimenti cattura Trachemys
70,81 KB
Roma, affollamento a villa Pamphilj.


Ma guarda, si vede ancora la T. decussata che fu segnalata in questo luogo diversi anni fa....!


Il fatto che ci comportiamo su questo pianeta come i Procambarus si comportano dove vengono introdotti mi fa pensare che qualche alieno abbia copulato con noi quando eravamo delle scimmie.....

Bernardo

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Sonicardo
Utente V.I.P.


Città: Brescia

Regione: Lombardia


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 00:44:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di betalfa:

Messaggio originario di Sonicardo:
...Probabilmente le differenze emergono a seconda dell'habitat in cui vengono immesse.

Concordo.
Rammento che il problema ''orecchie rosse'' è oramai superato da anni, ora sono altre le sottospecie commercializzate.
Il discorso è complesso. Gli esemplari selvatici di qualsiasi specie devono passare alla nascita la forbice selettiva dell'habitat, del rapporto numero di individui, risorse alimentari, azione dei predatori ecc.
Le migliaia di esemplari di tartarughe alloctone gettate ogni anno saltano questa fase,
spesso i danni da ''tartarughine'' sono più legati all'innaturale affollamento da abbandono di esemplari adulti.
E si dimentica che fanno più danni i pesciolini rossi e le carpe vinte alle giostre e rilasciate anche esse in ogni dove.
Se al posto di Trachemys avessimo decine di migliaia di Emys lasciate in ogni pozza, i danni sarebbero probabilemnte gli stessi.



Fortunatamente delle tartarughe rosse è stata vietata la vendita, ma purtroppo è consentita ancora quella della specie trachemy scripta scripta (purtroppo non perchè non siano affascinanti, ma perchè spesso finiscono nelle acque pubbliche).
Secondo me il discorso è diverso, la specie è originaria di una zona precisa degli USA, dove si è sviluppata in sintonia con uno specifico ambiente. Se viene immessa in un diverso ecosistema è inevitabile che apporti danni alla flora e fauna locale, in particolare se la specie è aggressiva e resistente. Queste tartarughe andrebbero eliminate da tutti i bacini pubblici; passino i parchi pubblici dove possono svolgere una funzione ricreativa e nei quali, essendo ambienti chiusi, non possono arrecare troppi danni.
Ora vedremo di attirare le tartarughe con del cibo.
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 09:19:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono un po' stufo di riscrivere sempre le stesse cose, ovvero l'impatto di una Trachemys è pari a quella di un'anatra e non a quello di un luccio...
Non sono il difensore d'ufficio delle Trachemys, ma non bisogna inventarci una ecoetologia errata per una specie. Bisogna attenerci al loro effettivo comportamento allo stato ''brado''.
Se si rilascia un pesciolino rosso in una pozza d'acqua si hanno danni ben maggiori per anfibi.
Ci sono vari studi facilmente reperibili in rete e che ho lincato varie volte.
Peccato che non riesco a reperire quello con i dati dalla campagna di eradicazione delle Trachemys dal lago di Neuchâtel in Svizzera.
Erano molto interessanti, dato che gli esemplari catturati andavano soppressi e un docente della locale università ne approfittò per dissezionarli .
Si attendeva di trovare un po' di tutto nelle viscere e, anche lui abituato a leggere di trachemys-piraña, rimase sbalordito nel vedere che erano prettamente vegetariane.
Fu lui a stimare che il loro dieta era paragonabile a quella di un'anatra.
I bacini lacustri sono pieni di uccelli acquatici, che vogliamo fare, dare la licenza di cacciarli tutto l'hanno perché mangiano qualche ranocchio?
In un sistema sano quello che conta è l'equilibrio tra predatore e preda.
Il vero problema sono le decine di migliaia di esemplari adulti di svariate specie di tartarughe palustri rilasciate nei luoghi più impensati.
Se qualche svizzero del forum riuscisse a ripescare tale studio sarebbe buona cosa, io parlicchio francese e l'ho cercato e non trovato in tale lingua, neppure in inglese, forse è stato pubblicato in tedesco?!
Risposto questa foto, notare la differenza di taglia ( e di stomaci) tra una Trachemys, un ''pesciolino rosso'' adulto e una Branta canadensis.
Protezione anfibi, suggerimenti cattura Trachemys

Modificato da - betalfa in data 17 ottobre 2011 09:20:29
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 09:33:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sto cercando in rete se trovo quello studio,
ho trovato un pdf in cui descrivono un metodo molto drastico per eliminare le T. a Moulin-de-Vert...

altro che pasturare...

Moulin-de-Vert, immediate measures were taken
to exterminate the exotic turtles by shooting them
with a rifle

Link
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


13572 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2011 : 10:05:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quel lavoro è del 2004, e apparentemente la rifle-strategy funziona : frequento assiduamente Moulin-de-Vert, a due passi da Ginevra, le Emys sono sempre ben visibili e numerose, mentre di Trachemys non ne ho mai vista nemmeno una... Peccato però che negli stessi stagni, nel 1980, ci fosse una bella comunità di tritoni (T. carnifex, L. vulgaris e L. helveticus) della quale, la scorsa primavera, non ho più trovato traccia. Con questo non voglio dire che sia colpa delle Emys, ma, almeno negli stagni più piccoli e con poca vegetazione, i tritoni non avrebbero certo vita facile...



Paolo Mazzei
Link Moths and Butterflies of Europe and North Africa
Link Amphibians and Reptiles of Europe
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 10:35:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Appunto, il problema non sono le Trachemys o l'alloctono in assolutoma ma qualsiasi predatore, se reimpissimo ogni pozza di Emys addio anfibi.
Da notare che comunque in quel lago le Emys sono alloctone quanto le Trachemys.
Non ho trovato lo studio che cercavo ma segnalo questo, di qualche anno fa, che trovo ben fatto e con solo pochi punti marginali che discordano dalle mie osservazioni.
Link

Modificato da - betalfa in data 17 ottobre 2011 10:37:28
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 11:46:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un estratto

L’impatto dei gruppi di Trachemys sull’ambiente, nel breve e nel lungo termine
La presenza di una specie di testuggine alloctona negli ambienti umidi italiani ha
posto il problema di stimare l’impatto degli individui sull’ambiente, nonché di verificare
la capacità di reclutamento dei gruppi, per stabilire se le popolazioni eventualmente
insediatesi siano in grado di mantenersi nel tempo.

Riproduzione
Dai dati noti si evince che le testuggini dalle guance rosse sono in grado di riprodursi
con successo solo in condizioni di buona stabulazione in cattività.
Casi di schiuse
sono noti anche per condizioni di semi-allevamento (ovvero con assenza di predatori
e disponibilità costante di cibo), anche se nel clima mediterraneo la maggior parte
delle uova si disidrata prima della nascita dei neonati (Ballasina 1995).
In Lombardia le limitate fasi di corteggiamento osservate, il rinvenimento di sole
uova sterili e l’assenza di ritrovamenti di neonati (Agosta & Parolini 1999) supportano
l’ipotesi di incapacità delle testuggini dalle guance rosse a mantenere nel tempo una
popolazione.
Lo scarso successo riproduttivo è stato verificato anche in Italia Centrale
(Luiselli et al. 1997).
In condizioni semi-naturali in Piemonte si è osservato che alcune femmine sono in
grado di deporre uova fecondate, ma queste ultime raramente si sviluppano fino alla
nascita del neonato (Scocozza 1999/2000). Il reclutamento dei piccoli è risultato così
esiguo da non essere sufficiente al mantenimento del gruppo nel tempo
(Piovano &
Giacoma 1999). Esiste comunque la possibilità che in aree ed in anni climaticamente
favorevoli possano verificarsi nascite e reclutamenti di giovani (Piovano & Giacoma
1999).
Competitività con Emys orbicularis (L., 1758)
Emys orbicularis è l’unica specie italiana di testuggine palustre. A causa del declino
delle sue popolazioni dovuto a fattori antropici, essa compare nell’Allegato II “Specie
di fauna rigorosamente protetta” della Convenzione di Berna, ratificato in Italia con la
legge n. 503 del 5 agosto 1981.
Trachemys scripta elegans appare ecologicamente più competitiva rispetto a Emys
orbicularis (ad esempio, il range di temperature alle quali gli individui sono attivi è più
ampio). Si è pertanto ipotizzato che il rilascio di esemplari di Trachemys in ambienti
colonizzati da Emys orbicularis fosse potenzialmente negativo. Evidenze di effetti negativi
dovuti all’interazione di Trachemys con le popolazioni locali di Emys sono state raccolte
in Francia (Dupre 1995).
In Italia è stato ipotizzato che Emys possa venire danneggiata nella competizione
per le aree di basking qualora Trachemys sia presente con densità elevate (Gianaroli et
al. 2001). Nel nostro Paese non sono ancora disponibili studi esaustivi e conclusivi
sull’argomento. I casi in cui gli esemplari delle due specie convivono appaiono fortunamente
sporadici. La gran parte delle testuggini alloctone viene abbandonata in
ambienti fortemente antropizzati, alterati o artificiali, non abitati da Emys orbicularis
(Ferri 1999b).
Peraltro alcuni autori ipotizzano che la scomparsa di Emys orbicularis dal Lago
Angitola in Calabria sia attribuibile alla presenza di una consistente popolazione di T.
s. elegans (Tripepi & Aceto 1999, Tripepi & Sperone 2002).
Atti del Convegno Nazionale 127
Alimentazione e predazione
I giovani seguono una dieta prevalentemente carnivora, mentre gli adulti sono
onnivori opportunisti
(Clark & Gibbons 1969). L’osservazione dei contenuti stomacali
di adulti e subadulti di 8 sottospecie di Trachemys scripta ha rivelato una dieta estremamente
varia (Parmenter & Avery 1990). Gli unici vertebrati compresi sono risultati
pesci, tranne nel caso di T. s. troostii, che si nutre anche di uova di anfibi e di girini.
Dalle analisi bromatologiche condotte su due gruppi di Trachemys presenti in ambienti
fortemente eutrofizzati privi di piante acquatiche è emerso che il 40% del cibo era
costituito da insetti rinvenuti sulla superficie dell’acqua (in particolare Coleotteri,
Ditteri, Emitteri, Imenotteri), il 20% da vegetali, il 16% da alimenti di origine antropica,
il rimanente da frammenti legnosi, di plastica, peli di mammifero e sassi (Agosta
& Parolini 1999). Sia in Piemonte che in Lombardia sono stati osservati casi di necrofagia,
mentre non sono stati registrati casi di predazione o di aggressione diretta alla
piccola fauna simpatrica,
ad esempio a pesci e pulli di Rallidi e di Anatidi (Agosta &
Parolini 1999, Piovano et al. 2001).
Il rilascio in natura di un ingente numero di esemplari di Trachemys scripta elegans
si riflette principalmente in una maggiore predazione a carico degli invertebrati acquatici

e delle piante acquatiche, molte delle quali già minacciate dall’inquinamento e
dalla scomparsa degli habitat più idonei alla loro crescita.
È nota altresì la funzione di spazzini che le testuggini dalla guance rosse svolgono
nei confronti di carcasse e di vertebrati acquatici malati, mentre non sono ancora stati
pubblicati studi esaustivi e conclusivi sul tipo di interazione (positiva, negativa o
nulla) con le specie dell’erpetofauna italiana.
In Olanda non sono state evidenziate interazioni negative con la fauna autoctona
(Bruekers & Keijlen 1999).

In pratica + o - quanto da me dedotto in anni di osservazione diretta e da scambio dati
Sporo che questo PDF sia stato di chiarimento e abbastanza esaustivo.
Ripeto, non me ne frega un tubo di fare l'avvocato d'ufficio delle T. ma sono 20 e più anni che leggo sempre le solite 3 scemenze copia-incolla, è ora di darci un taglio.

Modificato da - betalfa in data 17 ottobre 2011 11:57:33
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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2011 : 13:09:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sicuramente su certi allarmismi è bene fare luce, e se risulta che in alcuni casi i danni ambientali causai da certi animali immessi sono minori si quanto si pensava, la cosa non può che farci tirare un respiro di sollievo.
In linea di massima però è bene far presente che introduzioni di specie alloctone è sempre da evitare. In alcuni casi i problemi che ne derivano possono essere nulli o medesti, ma talvolta (e basta quel "talvolta") enormi.
Precisazioni di dettaglio sono comunque sempre benvenute, non voglio essere frainteso.

Ric
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betalfa
Utente V.I.P.

Città: Berluskonistan
Prov.: Estero


431 Messaggi
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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 15:32:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Leggetevi il PDF, vengono trattate altre specie alloctone che interessano i bacini e corsi d'acqua. Pesci, nutrie, gamberi.
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Carlmor
Moderatore Trasversale


Città: Varese
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


8940 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2011 : 16:12:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se può interessare a questo link sono disponibili i riferimenti bibliografici a numerosi articoli sulla questione, anche il resto del sito merita un'occhiata
Qui è disponibile un documento sulla gestione tratto dallo stesso sito

Carlo

Modificato da - Carlmor in data 17 ottobre 2011 16:14:50
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Sonicardo
Utente V.I.P.


Città: Brescia

Regione: Lombardia


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Inserito il - 17 ottobre 2011 : 20:41:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se si allarga il discorso alla conservazione della biodiversità in generale, allora concordo sul fatto che esistono specie
immesse che sono in grado di danneggiare l'ecosistema al pari o di più delle Trachemys. Per esempio, volendo trattare l'argomento,
l'immissione di specie ittiche non autoctone può aver e, secondo me, ha danneggiato maggiormente la fauna anfibia rispetto all'introduzione
di tartarughe alloctone.
Ma l'argomento a cui ho accennato è incentrato sulle specie di tartarughe immesse illegalmente e, in particolare, su quelle liberate nello stagno citato.
Sottolineando come il post originario non abbia citato il rapporto che si può instaurare tra la specie di Emys orbicularis e Trachemys scripta scripta, mi permetto di sottolineare come lo studio citato riscontri che "Dalle analisi bromatologiche condotte su due gruppi di Trachemys presenti in ambienti fortemente eutrofizzati privi di piante acquatiche è emerso che il 40% del cibo era
costituito da insetti rinvenuti sulla superficie dell’acqua (in particolare Coleotteri,
Ditteri, Emitteri, Imenotteri), il 20% da vegetali
"e che "Il rilascio in natura di un ingente numero di esemplari di Trachemys scripta elegans
si riflette principalmente in una maggiore predazione a carico degli invertebrati acquatici e delle piante acquatiche, molte delle quali già minacciate dall’inquinamento e dalla scomparsa degli habitat più idonei alla loro crescita.
"
Restando nell'argomento originario del topic, è interessante quest'analisi delle fonti di nutrimento perchè consente di osservare come la minaccia esista eccome: vi è una sovrapposizione tra le specie predate dalle trachemys e dagli anfibi (e quindi competizione!), c'è l'habitat vegetazionale, già sotto pressione, che ne subisce ulteriori danneggiamenti (ricordiamo che molte specie anfibie depongono le uova sulla vegetazione).
Se devo esprimere la mia opinione sull'argomento in generale, sono completamente d'accordo sul fatto che ogni specie non autoctona immessa rappresenti una minaccia per la natura e che, come tale, andrebbe prevenuta o eliminata.
Ma c'è di più, anche l'immissione di specie autoctone in ambienti in cui la specie non era prima presente sono da evitare, se non accompagnati da rigorosi studi scientifici riservati agli enti preposti o da loro autorizzati. Infatti, fortunatamente, entrambe le tipologie di introduzione sono vietate dalla legge italiana e/o poste sotto il controllo di organizzazioni scientifiche. Quindi, seguendo gli esempi proposti, sono d'accordo sul fatto che anche l'immissione di emys orbicularis, pesci rossi,
uccelli acquatici, nutrie, gamberi, vada evitata ( anche per rispetto della legge!) e curata.

Modificato da - Sonicardo in data 17 ottobre 2011 20:44:45
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Marmoratus
Utente Senior

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Inserito il - 18 ottobre 2011 : 19:29:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uno dei fattori responsabili della scomparsa degli anfibi è proprio la scomparsa di idrofite, che impedisce loro di nascondersi e deporre agevolmente le uova, quindi una grossa popolazione di trachemis potrebbe fare dei danni. Un organismo alloctono porterà sempre degli scompensi nell'ecosistema in un modo o nell'altro. Di trachemis appena nate mi è capitato di trovarne di tanto in tanto (grandi come una moneta), poi bisogna vedere se riescono ad attecchire

Gazzotti Roberto
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parcumek
Utente Junior

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Regione: Lombardia


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Inserito il - 30 ottobre 2011 : 19:07:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti, tempo fa ho visto in un'oasi WWF una geniale e semplicissima trappola per la cattura incruenta di tartaraghe. E' costituita da un quadrato di tubi per l'edilizia, tipo quelli delle grondaie (tratti rettilinei e angolari) sigillati in modo da costituire una base galleggiante di una settantina di centimetri di lato, alla quale viene agganciata una rete rigida immersa, in modo da formare una specie di scolapasta galleggiante. Sopra c'è un'asse di legno che passa a ponte con uno scivolo che si immerge a lato della struttura. Le tartarughe salgono dallo scivolo per prendere il sole e quando saltano in acqua restano intrappolate.
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