ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento. Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.
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grazie, sto un attimo documentandomi e mi sembra di capire che in condizioni ottimali un'impronta di nutria è ben distinguibile da una di lontra, ma se si tratta di impronte un po rovinate, qualè la differenza principale che bisogna tenere d'occhio? Un'altra domanda invece riguarda il cosidetto "spraint", vedendo foto sul web mi sembra di averne viste più di una volta sui sassi dei torrenti che frequento pescando, anche contenenti lische e squame. Ovviamente non ne sono certo e verificherò ma non è possibile che questi resti appartengano ad altri animali magari altri mustelidi?
Modificato da - Andrina in data 15 aprile 2012 18:30:29
WWF: “LA LONTRA ‘STAR’ DELLE TELECAMERE A INFRAROSSI IN ABRUZZO SUL FIUME AVENTINO” Eccezionali riprese video della rarissima Lontra, timida “regina dei fiumi”, divulgate dal WWF e dalle Università del Molise e di Roma 3 IL VIDEO E’ SCARICABILE QUI: Link
Date: Mon, 2 Jul 2012 08:56:51 +0200 From: PN Sila <listmaster@parks.it> Subject: Avvistata la lontra nel Parco Nazionale della Sila
Avvistata la lontra nel Parco Nazionale della Sila
Recentemente nel Parco Nazionale della Sila, precisamente sulle sponde del lago Ampollino, si sono verificati due eccezionali avvistamenti di lontra (Lutra lutra), animale che fino a 50-60 anni fa era presente praticamente in tutt’Italia e che ha poi subìto una rapidissima contrazione restando diffuso in maniera piuttosto frammentaria nel sud del paese (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria).
In prossimità dell’attraversamento del torrente Verberano, verso le 10 del mattino, un gruppo di ciclisti si è accorto di due animali, uno sulla riva e l’altro in acqua, impegnati in una frenetica attività di gioco. Enzo Diaco, del gruppo, seppur nel dubbio, ha intuito che si trattava di lontre. La forma del corpo, infatti, rimandava a quella di un grosso mustelide, circa una volta e mezzo una faina, e la testa dei due animali, che emergeva ogni tanto dall’acqua, sembrava quella di una foca. Due giorni dopo, nella stessa località, c’è stato un nuovo avvistamento e questa volta si trattava di due coppie di lontre che giocavano nell’acqua bassa del lago.
Sulla base della testimonianza di Enzo Diaco, Romina Fusillo e Manlio Marcelli, zoologi esperti di ecologia della lontra, ritengono molto probabile che si è trattato di sub-adulti di lontra appartenenti alla stessa cucciolata, oppure di adulti impegnati nelle attività di gioco preliminari all’accoppiamento. In effetti, essendo la lontra euroasiatica un carnivoro solitario, è piuttosto infrequente vedere più individui insieme. Si tratta di un’ottima notizia per la piccola popolazione di lontre della Sila. Già nel 2009, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’Ente Parco e dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, Manlio Marcelli e Romina Fusillo avevano documentato, per la prima volta e a distanza di circa trent’anni dalla presunta estinzione nell’altipiano silano, la presenza della lontra in diversi corsi d’acqua del Parco, tra i quali anche il torrente Verberano. Lungo questo torrente sono stati rinvenuti escrementi di lontra proprio in prossimità dell’immissione nel lago Ampollino, quindi nella stessa località degli eccezionali avvistamenti. Durante la ricerca del 2009 ed alcune indagini svolte nell’ambito di un altro progetto condotto nel 2011, non erano state tuttavia raccolte evidenze di frequentazione dei laghi silani da parte della lontra, sebbene era stata ipotizzata l’importanza di questi corpi idrici per l’ampia disponibilità di risorse alimentari. Gli avvistamenti dell’Ampollino rappresentano dunque una prima evidenza d’uso dei laghi silani da parte della lontra ed assistere al gioco di quattro lontre contemporaneamente è un evento tanto eccezionale da potersi paragonare alla vincita di un tredici al totocalcio, tanto più nel Parco Nazionale della Sila, dove la presenza della lontra è numericamente esigua. Certo è che non è un caso che gli avvistamenti siano stati registrati all’interno di un’area protetta come il Parco, che porta avanti politiche di gestione oculata e di conservazione avanzata. Questa è la dimostrazione che le aree protette rappresentano davvero i punti cardine per la conservazione della biodiversità.
Area protetta: PN Sila Web: Link Mittente: PN Sila Sito web mittente: Link
bella notizia, spero un giorno di vederla anche io la lontra.. :D approfitto per postare queste nuove immagini della lontra riprese con una fototrappola(sono solo pochi secondi, quindi ho aggiunto anche le vecchie riprese)
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Scrivo questo messaggio per tutti gli appassionati della lontra, penso che vi fara' piacere sapere che dopo 54 anni dall'ultima segnalazione certa di lontra in Alto Adige, poco tempo fa si ha avuto la certezza che almeno un esemplare e' nuovamente ricomparso sul territorio altoatesino. E' vero, non siamo sugli Appennini ma sulle alpi, ma data la straordinaria notizia a livello scentifico, penso sia giusto informarvi. Il soggetto e' stato fotografato da una fototrappola ed e' probabilmente giunto dalla non lontana AUSTRIA.
Allego al presente scritto la foto dell'articolo pubblicato oggi dal quotidiano ALTO ADIGE.
Un video per la lontra altoatesina: ecco il documento
Nell’eccezionale sequenza di Davide Righetti, il primo animale a quasi sessanta anni dalla scomparsa
di Mauro Fattor
BOLZANO. Qualche passo, palmato e caracollante. Poi una rapida occhiata nel buio, quasi a trattenere il respiro prima di scivolare nell'acqua e scomparire. È così che Nostra Signora dei Fiumi è tornata ad affacciarsi in territorio altoatesino a quasi sessant'anni dalla scomparsa. L'ultima presenza documentata infatti è un abbattimento avvenuto nel 1958 a Longega, in Val Badia.
La lontra catturata dalla fototrappola di Davide Righetti in una sequenza di pochi secondi - emozionante e di straordinario valore scientifico – è invece in ottima salute e racconta una storia nuova, quella del ritorno nei fiumi del Trentino-Alto Adige di uno degli animali più affascinanti e minacciati della fauna europea.
Dopo quel fatidico 1958, quanti nel corso degli anni si erano messi a più riprese sulle tracce di questo grande mustelide (parente stretto di faine, donnole ed ermellini, tanto per capirci), alla fine avevano dovuto sempre alzare bandiera bianca. La lontra di carne e di pelo era diventata un fantasma inafferrabile.
Chi la cercava restava sospeso in un limbo di incertezza: poche segnalazioni, sempre più nebulose, rarefatte e inattendibili per lo più dal versante occidentale della provincia, nessun riscontro davvero certo in termini di impronte, resti di pasto, marcature olfattive. Probabilmente l'avevamo già persa eppure erano in molti a restare aggrappati alla sostanza sottile e sfuggente di questa “lontra delle tracce”, sempre più simile alle chimere o agli angeli.
A porre fine a tutte le illusioni è stata nel biennio 1984-85 una ricerca del Gruppo Lontra del Wwf Italia in collaborazione con l'Otter Specialist Group dell'Iucn, l'Unione internazionale per la Conservazione della Natura. Dopo aver battuto palmo a palmo decine di chilometri di fiume in tutta la provincia, il verdetto: estinta. Esattamente come in Trentino.
Quella storica ricerca, condotta con la stessa metodologia a livello nazionale, fu uno shock. La lontra era scomparsa da tutto l'arco alpino e sopravviveva nel Sud Italia con meno di cento esemplari. Amen. Da allora silenzio. Eppure. Eppure - come sta accadendo con lupo, lince e orso - da qualche parte, sull'arco alpino, la lontra ricominciava a nuotare, nell'ombra. E a riguadagnare chilometri. In silenzio.
A fare il punto della situazione è Davide Righetti, il tecnico faunistico bolzanino autore di quella straordinaria sequenza video “rubata” con la fototrappola, il ricercatore a cui la Ripartizione Tutela Ambiente e Paesaggio della Provincia e il Wwf Alto Adige hanno affidato nel maggio del 2010 un piano di monitoraggio pluriennale.
«Tutto è iniziato nel 2008 – spiega Righetti, che collabora anche con l'Ufficio Caccia e Pesca e il Museo di Scienze Naturali di Bolzano – con una segnalazione che ci è arrivata da Andreas Gasser, il ricercatore che studia la specie in territorio austriaco. La lontra era ormai a ridosso dei confini altoatesini, e dunque la situazione era in piena evoluzione e occorreva darsi da fare». Da allora sono passati quattro anni, e il quadro oggi è abbastanza chiaro.
La sintesi è ancora di Righetti: «La lontra è stabilmente presente nel settore nordorientale della provincia con almeno un esemplare, verosimilmente un maschio adulto, ma gli animali potrebbero essere anche di più. Quello che vorremmo fare adesso è estendere il raggio della ricerca, per capire se la specie è in espansione». E che la situazione sia in evoluzione anche altrove sull’arco alpino per quanto molto lentamente, in modo irregolare e con segnalazioni puntiformi – talvolta di difficile interpretazione, quanto alla provenienza - lo dimostrano anche il ritrovamento di una lontra morta nell'agosto scorso in Valtellina e le segnalazioni che sono arrivate negli ultimi anni dalla Valle dell'Inn, dalla Zillertal e dalla Svizzera. Va chiarito però che si parla sempre di numeri piccolissimi e che quindi il trend positivo, se di trend positivo si può parlare, va inserito in un quadro generale di estrema fragilità.
«Su una popolazione austriaca stimata in 7-800 esemplari – spiega Righetti che, per competenza e passione, in Alto Adige è diventato ormai l'Uomo delle lontre- – quella che gravita sull'arco alpino è appena di una cinquantina di animali. In Italia invece si parla di una popolazione di poco superiore ai 200 esemplari, concentrati con poche eccezioni nelle regioni centro-meridionali. Una situazione certamente migliore di quella del 1985, ma ancora ad altissimo rischio».
Sperando che l'Alto Adige faccia la sua parte e che Nostra Signora dei Fiumi trovi un'accoglienza migliore rispetto a quella che è stata riservata all'orso, evidenziando troppo spesso i limiti di una gestione faunistica piegata agli interessi degli agricoltori e di una cultura venatoria che fatica a modernizzarsi.
09 gennaio 2013
Modificato da - Flavior in data 10 gennaio 2013 12:39:21
conoscendo di persona Davide, non posso che dire che questa scoperta eccezzionale è tutto merito suo!
Ho avuto il piacere di ospitarlo per qualche giorno al Parco, oltre la fortuna di essere stato con lui a cercare tracce di lupo ed orso nei dintorni di Bolzano...e devo sottolineare come la sua competenza e passione siano davvero immense!
Non a caso è stato lui ha fototrappolare anche il famoso lupo altoatesino che sta scatenando le reazioni del mondo politico...
Tral'altro il video in questione me lo ha mostrato al ritorno da un'escursione, quindi l'emozione mi è rimasta ancora dentro...davvero una meraviglia!
sapendo che ogni tanto legge il forum , gli faccio di nuovo i complimenti di persona, e, nella speranza di rivederlo presto, un in bocca al lupo per tutto!!
Modificato da - Andrea Boscherini in data 11 febbraio 2013 14:09:22
la foto credo che si abbastanza vecchia(o almeno le assomiglia) e fu fatta nell invaso di san giuliano, dove spesso si hanon avvistamenti, io a causa della mia sfiga, ovviamente non l' ho mai vista... :(
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la foto credo che si abbastanza vecchia(o almeno le assomiglia) e fu fatta nell invaso di san giuliano, dove spesso si hanon avvistamenti, io a causa della mia sfiga, ovviamente non l' ho mai vista... :(
Scusate: ma non sarebbe meglio NON dare informazioni dettagliate sui luoghi di ritrovamento di specie sensibili? Il forum lo potrebbe leggere chiunque... mi pareva che si è già discusso di questo in altri post. Non so se il 25 marzo 2013 sia una data abbastanza vecchia, comunque come ti ho già scritto in privato non è stata fatta in quell'invaso la foto.
la foto credo che si abbastanza vecchia(o almeno le assomiglia) e fu fatta nell invaso di san giuliano, dove spesso si hanon avvistamenti, io a causa della mia sfiga, ovviamente non l' ho mai vista... :(
Scusate: ma non sarebbe meglio NON dare informazioni dettagliate sui luoghi di ritrovamento di specie sensibili? Il forum lo potrebbe leggere chiunque... mi pareva che si è già discusso di questo in altri post. Non so se il 25 marzo 2013 sia una data abbastanza vecchia, comunque come ti ho già scritto in privato non è stata fatta in quell'invaso la foto.
io mi riferivo ad una foto vecchia di qualche anno, che assomiglia alla tua, secondo me indicare il posto genericamente non è un problema, anche perchè è risaputo da tempo della presenza in quell'invaso, e come hai detto tu in altri posti, indicare un posto cosi generico, non credo sia un problema, anche nelle mappe(della regione basilicata) sulla diffusione dell' animale sono indicati tutti i fiumi maggiori..
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...mi dispiace di aver causato questa "querelle" in ogni caso le preoccupazioni di Vilmer mi sembrano eccessive dire Basento-Sinni o Bradano non significa indicare un luogo .... in ogni caso mi terro' la curiosita'.