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 I boschi montani stanno "mangiando" i pascoli?
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 29 luglio 2010 : 21:20:20 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Una decina di giorni fa lessi su Repubblica un articolo di Gianantonio Stella.
Tra l'altro, lamentava il fatto che, anche a causa della mancanza di risorse alle comunità montane, "il bosco sta mangiando ogni anno il 6% dei pascoli faticosamente creati in passato" o qualcosa di simile.
E' vero?
Se è vero, è una notizia così brutta?
A me, da ignorante, sembra una notizia positiva ...
luigi

Carlmor
Moderatore Trasversale


Città: Varese
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


8940 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 luglio 2010 : 21:31:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La notizia è vera, nel senso che l'abbandono delle attività tradizionali (pascolo e sfalcio) legate alle gestione delle aree prative, avvenuto negli ultimi decenni, ha determinato la graduale ricolonizzazione di queste aree da parte della vegetazione arborea nelle zone collinari e montane.
Se da un certo punto di vista l'aumento della supericie boschiva è un fattore positivo, va però considerato il fatto che in un'ottica conservazionistica e di tutela della biodiversità le aree prative (se non sovrasfruttate) costituiscono un ambiente estremamente ricco di specie vegetali e animali, soprattutto nel caso di particolari tipologie di prati come i "prati magri". Per questo motivo negli ultimi anni sono stati promossi numerosi interventi mirati alla conservazione di queste aree.

Carlo
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33000 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 luglio 2010 : 23:40:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Effettivamente, un pascolo inserito tra i boschi arricchisce la biodiversità, o quanto meno rende molto più visibili e "godibili" le specie presenti.
Anche in Sardegna io faccio la maggior parte delle mie foto in aree a pascolo (trane quella fatte nel retroduna marittimo).
In Sardegna, però, il problema è invertito; lì stanno continuando a bruciare la macchia mediterranea estirpando poi le radici con la ruspa per creare nuovi pascoli, e non è un bene, perché di pascoli e aree agricole ce ne sono già tanti, mentre la macchia si è già molto ridotta.
luigi

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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 29 luglio 2010 : 23:48:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Condivido totalmente l' intervento di Carlo.

Chi, come me, conosce e percorre abitualmente la montagna, ha potuto assistere di persona al progressivo abbandono delle aree destinate a pascolo.

Per me è sempre un' infinita tristezza vedere pascoli fino a qualche anno prima fiorenti e pieni di vita essere improvvisamente abbandonati e cadere lentamente in rovina.

Ci sarebbero invece tantissime motivazioni per tutelare queste aree. Oltre a quelle di natura strettamente ambientaliste citate da Carlo, ve ne sarebbero tante altre, anche di interesse economico e "strategico" a lungo termine.

Purtroppo la tutela vera della montagna sembra non interessare nessuno. E forse anche gli ambientalisti hanno la loro parte di responsabilità, con alcune estremizzazioni che non giovano a nessuno.

Per tutelare seriamente la montagna bisogna cominciare col tutelare i pochi "montanari" rimasti e ripartire da loro. Purtroppo chi vive in montagna è molto abituato a lavorare sodo (e le condizioni di vita sono realmente dure), ma poco capace di rivendicare i propri diritti ed il loro peso politico è praticamente inesistente.

marz
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Pezzo da Gaeta
Utente Senior


Città: Lecco
Prov.: Lecco

Regione: Lombardia


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Inserito il - 30 luglio 2010 : 22:50:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' un discorso questo che viene valutato secondo i punti di vista.
Mi sono accorto anch'io di certi verdi pascoli ora diventati boschi.
La mia riflessione però si poggia su due termini: il prato "curato" e il bosco "abbandonato".
La cultura montana fatta da piccoli allevamenti bovini a misura del territorio, territorio di proprietà della famiglia, ha sempre fatto da diversi secoli, che il proprio terreno che dava sostentamento e sicurezza per il futuro venisse "curato" in modo particolare, i danni venivano ripristinati subito, limitate le erosioni e molte altre criticità, i bovini in estate pascolavano nel sottobosco e limitatamente nel pascolo il quale veniva sfalciato per ottenere il fieno per il periodo invernale, i prati magri venivano sfalciati anche in quota e nei canaloni, dove alle volte gli uomini si dovevano legare per poter raccogliere un pò di fieno.
Vita dura che ho avuto modo di vedere personalmente.
Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo assistito ad un graduale ma inesorabile abbandono della montagna, e i pascoli per primi ne hanno
subito le conseguenze scomparendo. Avremo tanto bosco in più ma, un bosco "abbandonato".

Pezzo da Gaeta

Più conosco, più mi accorgo di nopn conoscere.
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 31 luglio 2010 : 22:28:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Capisco le vostre argomentazioni e le condivido anche, ma se mi metto un berretto diverso; diciamo il berretto del FAI anziché quello del WWF.
Da un punto di vista culturale più ampio anche le tradizioni agricole e pastorali hanno certamente un valore che vale la pena di tutelare.
Da un punto di vista strettamente ecologico, però, non credo che i pascoli, come tutte le forme di antropizzazione, siano un bene, anche se fanno crescere la biodiversità. Si tratta comunque di un'alterazione del territorio, un po' come quando si introducono specie alloctone.
E non mi convincono gli aggettivi come "trascurato", "abbandonato" ecc... applicati ad aree naturali usati in senso negativo come si faceva 40 anni fa, quando tutto ciò che era selvatico era una minaccia e un disvalore.
Diciamo che nell'andamento attuale delle montagne si guadagna per un verso e si perde per un altro, ma non mi sembra tutto negativo.
luigi


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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 01 agosto 2010 : 21:26:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Secondo me, puoi condividere tranquillamente le nostre opinioni anche mettendoti il berretto del WWF. Le motivazioni le ha spiegate benissimo Carlo e non sto a ripeterle. Parlo ovviamente dei pascoli di montagna e di alta montagna.

Tieni anche presente che molti pascoli alpini di alta montagna sono (erano) situati ad un' altezza superiore al limite altitudinale di crescita degli alberi.

E poi non dimenticare che anche i soci del WWF, come i tutti i comuni mortali, hanno bisogno di nutrirsi.

Consentimi una battuta semiseria: hai mai provato la differenza fra il formaggio dal sapore "omologato" prodotto nei caseifici di pianura ed il formaggio prodotto in una baita alpina, dove riesci a percepire il sentore delle erbe di cui si è cibata la mucca?

marz
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 01 agosto 2010 : 23:52:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La mia non era una polemica, ma solo voglia di sottilizzare e analizzare gli aspetti diversi della questione uno per uno.
Nel complesso, è possibile che l riconquista dei pascoli da parte della natura sia più un male che un bene; tanto più che non si tratta di ripristinare lo status precedente, ma di creare una situazione nuova.
Il formaggio che dici tu non l'ho mai assaggiato, ma spero che mi capiti l'occasione, prima o poi ....

luigi

P.S. non sono più socio del WWF dopo la svolta demagogica e politicizzata della fine anni'80.

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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 03 agosto 2010 : 21:38:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


I boschi montani stanno
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marz
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marz
Utente Super

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Inserito il - 04 agosto 2010 : 22:40:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ed adesso, alcune reazioni perplesse all' intervento di ellelle, che saluto e ringrazio per aver introdotto questo argomento, che sento particolarmente.



I boschi montani stanno
221,14 KB


marz
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 04 agosto 2010 : 22:41:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


I boschi montani stanno
185,53 KB

marz
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marz
Utente Super

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Inserito il - 04 agosto 2010 : 22:48:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


I boschi montani stanno
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marz
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 04 agosto 2010 : 22:49:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
.... mica c'ero rimasto male!
luigi
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a p
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Inserito il - 05 agosto 2010 : 12:40:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi permetto di aggiungere un mio contributo in cui si parla anche di questi temi (che reputo sempre attuali e di grande importanza). Sono in linea con l'intervento di Giuseppe

Allegato: I boschi montani stanno ET_08_04_P46-55_Bordin.pdf
257,45 KB

Alessandro PD


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marz
Utente Super

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Inserito il - 05 agosto 2010 : 20:04:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho letto con grande interesse il tuo articolo, di cui condivido pienamente i contenuti e che introduce un' altra problematica fondamentale per la salvaguardia delle montagna e cioè l' importanza di "preservare il paesaggio rurale, testimonianza di un’economia in grado di convivere con le risorse naturali, in accordo con i principi della sostenibilità e della conservazione".

Purtroppo anche a tal riguardo, viene fatto molto poco (ed, a volte, anche male).

marz

Modificato da - marz in data 05 agosto 2010 20:07:10
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 06 agosto 2010 : 15:21:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vista la piega che ha preso la discussione, che non sfigurerebbe nella sezione "l'uomo e la natura", mi sento un po' in imbarazzo per la formulazione rozza del mio primo messaggio.

In effetti, mi ero limitato ad una considerazione quasi aritmetica: "-mucche = -metano = -effetto serra"; "+boschi = -spazi non urbanizzati e -effetto serra".

In effetti, la natura e la biodiversità a cui facciamo riferimento oggi non è più quella di migliaia di anni fa, ma è in parte il frutto di una convivenza della natura con la società umana.
Da molto tempo noi modifichiamo l'ambiente diversificandolo con pascoli, specchi d'acqua ecc..., e produciamo una grande quantità di cibo per gli animali selvatici attraverso l'agricoltura, l'allevamento, la pesca e tante altre attività .....comprese le discariche di rifiuti.
Probabilmente, se l'uomo scomparisse dalla faccia della terra, o quanto meno non fornisse più queste fonti di cibo, la numerosità di molte specie diminuirebbe e forse diminuirebbe anche la biodiversità.

Resto comunque dell'idea che l'articolo di quel bravo giornalista - acuto e intelligente, ma non particolarmente ferrato in scienze naturali - non sottendesse tutte queste considerazioni da esperti.

Secondo me, era la semplice considerazione, un po' anacronistica, che la natura ostile si sta riprendendo delle aree rese "civili" da tanti anni di duro lavoro.
La stessa posizione di chi lamenta l'eccesso di siepi e di "sterpaglie" ed "erbacce" nei parchi.
Secondo me, siete stati voi a nobilitare la questione e ad arricchirla di contenuti scientifici, oltre che culturali ....

luigi


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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 06 agosto 2010 : 17:00:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sapete quando si parla di ambiente e di territorio, forse per deviazione professionale, mi illumino a giorno (forse potrei contribuire al risparmio energetico)

Sono argomenti molto stimolanti ... ho letto anche il messaggio di Gaetano (pezzo di gaeta)

Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo assistito ad un graduale ma inesorabile abbandono della montagna, e i pascoli per primi ne hanno
subito le conseguenze scomparendo. Avremo tanto bosco in più ma, un bosco "abbandonato".


mi sono trovato in linea anche con lui. Tutti contributi di eccellenza.

hai mai provato la differenza fra il formaggio dal sapore "omologato" prodotto nei caseifici di pianura ed il formaggio prodotto in una baita alpina, dove riesci a percepire il sentore delle erbe di cui si è cibata la mucca?


Purtroppo è una sacrosanta verità, i prodotti lavorati negli stabilimenti industriali (formaggi, salumi, ecc. è indifferente) hanno un sapore piatto anzi un "non sapore". In un formaggio di malga si coglie davvero il sapore dell'erba anche se molti non lo apprezzano perché troppo forte. E' simile la differenza tra latte appena munto e pastorizzato .. tra i due non c'è paragone.

Ringrazio Luigi per aver aperto questa discussione, di temi interessanti ne sono stati trattati. Spero tantissimo se ne possano discutere altri.

Alessandro PD


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