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ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento.
Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.

Per contribuire alle finalità di salvaguardia che il forum si propone chiediamo inoltre a tutti gli utenti di collaborare con noi affinchè si possa contribuire a diffondere un'etica di approccio all'osservazione della fauna che rechi il minor disturbo possibile agli animali.


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 Ancora sul lupo in Friuli
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Friulscottish
Utente V.I.P.


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Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 20:14:07 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Sperando di fare cosa gradita riporto col copia incolla un articolo sul presunto attacco di lupi a bestiame sul Carso triestino di un paio di mesi fa.
Lo posto a sé in quanto ci sono delle risposte a diverse interrogazioni su più post aperti sul tema, come il presunto già avvenuto ricongiungimento tra il lupo appenninico e quello balcanico ed un'insolita(a mio avviso) spiegazione su come il lupo "non gradisce più la carne umana" (???)



Carso: il ritorno del lupo
Sbranate 4 pecore e una capra
Stanziale a Divaccia il branco che ha raggiungo Basovizza
di Silvio Maranzana, il Piccolo
TRIESTE. Da oltre due anni stazionano nei boschi tra Divaccia e Roditti dove anche nei mesi scorsi sono state trovate carcasse di cinghiali e caprioli vittime di attacchi. Sono i lupi del branco da cui molto probabilmente si sono staccati, allontanandosi di poco più di una decina di chilometri da quello che è il loro habitat, gli esemplari che nelle notti scorse hanno colpito nella campagna tra Basovizza e Lipizza, in comune di Trieste, sbranando quattro pecore e una capra. «Significa che dovremo riabituarci a convivere con i lupi – commenta Nicola Bressi, naturalista e zoologo triestino – ma poco male perché oggi i lupi non sono affatto pericolosi per l’uomo come negli anni Venti del secolo scorso allorché furono uccisi gli ultimi esemplari sul Carso. Non sono più abituati alla carne umana perché non trovano più cadaveri di persone vittime di stenti, di epidemie o di assalti briganteschi – spiega un po’ cinicamente – e non la gradiscono più. Erano questi i loro obiettivi assieme ai pastori che però si vestivano di pelli di pecora e di pecora puzzavano. Ma oggi in tutta Europa non esiste nemmeno un solo caso di una persona assalita da un lupo».

La ricomparsa del lupo sul Carso triestino dopo quasi una novantina d’anni potrebbe avere due sole conseguenze: quella di spingere i cinghiali ancora più verso il centro cittadino e in numero maggiore di quanto non avviene già oggi essendo essi in assoluto una delle prede preferite, e quella di far crescere il prezzo del latte di produzione locale perché gli allevatori locali dovranno prendere adeguate contromisure per il loro bestiame. Il lupo infatti, ancor più intelligente del cane, riesce anche a trovare brevi tratti di recinzione privi di elettrificazione esattamente come ha fatto sulla strada oltre Basovizza.

Come spiega Bressi, il branco di Divaccia si è probabilmente formato dai piccoli gruppi isolati di lupi che da decenni vivono attorno al Monte Nevoso giunti ancor prima dal massiccio del Velebit, in Croazia. Ma il fatto rivoluzionario nella geografia animale è che in tempi recentissimi c’è stata una sorta di saldatura tra il lupo balcanico (ramo di cui evidentemente fa parte anche quello di Basovizza) e il lupo apenninico. È notizia del 2009 infatti il ritrovamento di un cadavere di lupo balcanico a Vardena, ai confini tra Trentino e Alto Adige. Sull’altro versante il lupo apenninico è risalito fino alla Liguria, è espatriato in Francia ed è rientrato in Italia attraverso la Svizzera e la Lombardia.

Tra Trentino e Lombardia il presumibile contatto.
Sono infatti animali che tranquillamente per cacciare fanno una decina di chilometri in una notte, mentre in una settimana sono stati osservati spostarsi anche di cento chilometri.

In Croazia i lupi venivano considerati nocivi ed erano cacciati fino al 1994. Dal 1995 sono protetti e oggi si stima che solo sul territorio croato i lupi siano presenti in un numero compreso tra 160 e 220 esemplari, suddivisi in una cinquantina di piccoli branchi. A Trieste in anni recenti è ricomparso anche lo sciacallo, piccolo lupo di colore rossastro(??..ma che cacchio stai a dì?!) che popola il deserto del Sahara, risalito dalla pianura anatolica fino a Gropada.

Ma cosa devono fare i triestini se hanno la sventura di imbattersi in un lupo? «Essere felici di un avvistamento così eccezionale e, se possibile, fotografarlo perché tanto non rischiano nulla», sostiene Bressi.




Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.

Modificato da - Friulscottish in Data 19 febbraio 2010 20:16:21

arpax
Utente Senior


Città: Istres

Regione: France


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Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 20:19:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che bel ritorno
anche vicino casa mia si è stabilito un branco, un branco romano de roma!!!
sono 4-5 esemplari che si muovono nella zona tra Castel di guido e il Lago di Bracciano(per chi conosce bene Roma e dintorni) corrispondente alla zona nord-ovest poco fuori la capitale
una domanda, quanti branchi si stima siano presenti in territorio friulano?
ciao

Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)
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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

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Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 20:26:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nessun branco, caro Lorenzo, solo una o più incursioni di un branchetto stanziale in Slovenia.
Se la gente non è preparata ad accoglierlo come si dovrebbe.....non c'è fretta.

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.
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arpax
Utente Senior


Città: Istres

Regione: France


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Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 20:35:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ok Speriamo bene! Il Friuli si sta proprio riempendo di animali,segnale di un habitat idoneo!
ciao

Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)

Modificato da - arpax in data 19 febbraio 2010 20:35:52
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Barbaxx
Moderatore


Città: Bolzano
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Regione: Trentino - Alto Adige


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 02:18:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Friulscottish:

lo sciacallo, piccolo lupo di colore rossastro(??..ma che cacchio stai a dì?!) che popola il deserto del Sahara, risalito dalla pianura anatolica fino a Gropada.


Be' ragazzi, non vorrete mica credere che svarioni come lo sciacallo/lupo o la pianura [sic] anatolica (cavolo, tutti 'sti sciacalli che attraversano i Dardanelli) siano farina del sacco di Nicola Bressi, stimato zoologo del Museo di Storia naturale di Trieste, nonché appassionato animatore dei corsi per Tutori degli stagni (che ho avuto l'onore di seguire)...

Secondo me il giornalista ha fatto un po' un frullato di suo

Barbaxx
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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

Regione: Friuli-Venezia Giulia


151 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 09:34:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non c'è dubbio che lo strafalcione sia del giornalista.

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.
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Moroboshi
Utente V.I.P.

Città: Montemurlo
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Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 10:43:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo che il giornalista si riferisse allo sciacallo dorato (canis aureus), sicuramente presente in Friuli.

Federico.
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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

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Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 10:55:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Certamente, è che definire lo sciacallo dorato un piccolo lupo vuol dire fare apprendere ai profani cose non vere.
Il primo sciacallo documentato, lo vidi nel '92 (mi sembra) in Museo da Luca Lapini. Era stato scambiato per una volpe a Pozzuolo(Ud) e quindi ucciso a fucilate. Con certa gente col fucile in mano è pericoloso anche fare i bisogni accucciati dietro i cespugli!

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.

Modificato da - Friulscottish in data 20 febbraio 2010 10:57:07
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Moroboshi
Utente V.I.P.

Città: Montemurlo
Prov.: Prato

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 13:04:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aaahh, quello intendevate.
Si era meglio se scriveva "simile ad un piccolo lupo".

Federico.
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luposibillino
Utente V.I.P.


Città: roma
Prov.: Roma

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Inserito il - 20 febbraio 2010 : 18:53:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di arpax:

Che bel ritorno
anche vicino casa mia si è stabilito un branco, un branco romano de roma!!!
sono 4-5 esemplari che si muovono nella zona tra Castel di guido e il Lago di Bracciano(per chi conosce bene Roma e dintorni) corrispondente alla zona nord-ovest poco fuori la capitale



é un'affermazione o una supposizione? Conosco la zona e del lupo non mi risulta traccia, sopratutto verso Castel di Guido, posso capire più a nord verso Tolfa. Non voglio screditare quello che dici, anzi se la tua affermazione è vera sarei felice di collaborare a un monitoraggio.
Posso capire un singolo esemplare in diffusione (anni fa un maschio fu investito ai pratoni del vivaro) ma un branco di 4/5 elementi non mi suona.

Allego una cartina del Lazio, le zone in rosso sono quelle dovela presenza del lupo è accertata e documentata.
Immagine:
Ancora sul lupo in Friuli
32,97 KB

io sono ucciso ma mai distrutto, io sono il lupo...
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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 20 febbraio 2010 : 19:31:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Friulscottish:

[..]
«Significa che dovremo riabituarci a convivere con i lupi – commenta Nicola Bressi, naturalista e zoologo triestino – ma poco male perché oggi i lupi non sono affatto pericolosi per l’uomo come negli anni Venti del secolo scorso allorché furono uccisi gli ultimi esemplari sul Carso. Non sono più abituati alla carne umana perché non trovano più cadaveri di persone vittime di stenti, di epidemie o di assalti briganteschi – spiega un po’ cinicamente – e non la gradiscono più. Erano questi i loro obiettivi assieme ai pastori che però si vestivano di pelli di pecora e di pecora puzzavano. Ma oggi in tutta Europa non esiste nemmeno un solo caso di una persona assalita da un lupo».

Sarebbe interessante scrivere una mail allo zoologo Bressi per delucidazioni sulle affermazioni sopra quotate.Qualcuno ha modo di contattarlo?
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arpax
Utente Senior


Città: Istres

Regione: France


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 20:50:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mio fratello conosce una ragazza che segue un branchetto che ha ucciso alcune pecore in zona Tragliata, ne sono parecchio sicuro. Un branco di 4-5 individui.
Riporto un articolo:
«Con uccisione di un centinaio di pecore si diffonde la paura di aggressioni»
Gregge sbranato a Roma, è allarme sicurezza
Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’aggressione è avvenuta a Tragliatella nel comune di Roma dove sono in corso accertamenti per verificare la dimensione reale del danno
© COLDIRETTI.it - Pubblicata il 17/11/2008
Un centinaio di pecore è stato sbranato nelle campagne romane da un branco di cani selvatici o lupi che hanno assalito il gregge al pascolo disseminando morte e paura tra i mansueti animali. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l’aggressione è avvenuta a Tragliatella nel comune di Roma dove sono in corso accertamenti per verificare la dimensione reale del danno. L’episodio - sottolinea la Coldiretti - oltre ad aver provocato la scomparsa di molti animali ha provocato il panico tra quelli sopravvissuti con un crollo della produzione di latte destinato al prestigioso pecorino. La paura - precisa la Coldiretti - si è rapidamente diffusa tra i pastori delle zone circostanti ma anche tra i cittadini, spaventati dal rischio di eventuali aggressioni.Gregge sbranato a Roma, è allarme sicurezza
Il problema degli animali selvatici è ormai divenuto una vera e propria emergenza su tutto il territorio nazionale con settanta milioni di euro di danni stimati all’anno, colture devastate, imprese agricole esasperate, cittadini preoccupati per la propria sicurezza sulle strade. Da qui l’impegno di Coldiretti per monitorare l’entità del fenomeno, con riferimento alle singole realtà regionali e provinciali, e, sulla base delle informazioni raccolte, individuare possibili soluzioni. L’obiettivo - spiega la Coldiretti - è quello di avere un quadro preciso su come le amministrazioni competenti si sono avvalse, in questi anni, degli strumenti messi loro a disposizione dalla legge 157/92 sulla caccia, chiedendo anche conto delle eventuali misure adottate per il contenimento e la prevenzione dei danni da fauna selvatica, a livello aziendale e locale, e le relative dotazioni finanziarie in riferimento ai diversi capitoli di spesa ed agli strumenti finanziari (bilancio ordinario degli Enti, PSR o altri finanziamenti UE, eccetera). L’acquisizione di tali informazioni - continua la Coldiretti - è particolarmente utile in quanto si sta per avviare una discussione alle Camere su alcuni disegni e proposte di legge relativi alla riforma della regolamentazione quadro sulla caccia, nell’ambito della quale il risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura rappresenta uno degli aspetti centrali.
A tale scopo Coldiretti, assieme al WWF, ha inviato una lettera indirizzata ai Presidenti delle Regioni, delle Province e dei Parchi Nazionali e Regionali, chiedendo di avere accesso alle informazioni riguardanti le richieste d’indennizzo presentate dalle imprese agricole, con particolare riferimento alla localizzazione geografica, all’estensione ed alla tipologia colturale, alla individuazione temporale, alla tipologia del danno e quantificazione economica, alla indicazione delle specie di animali che hanno provocato il danno. Una stima approssimativa, non supportata da dati certi, per l’anno in corso, valuta che cinghiali e altri selvatici abbiamo causato devastazioni per circa 70 milioni di euro. Stimando, pertanto, costi di tale entità, si ritiene ormai improcrastinabile intraprendere - sostiene la Coldiretti - una politica finalizzata alla prevenzione del fenomeno che, finora, è stato gestito prevalentemente mediante il ricorso all’istituto dell’indennizzo, che ha dimostrato i propri limiti, da un lato rispetto al coprire interamente l’entità della perdita economica e, dall’altro, nel fornire una soluzione adeguata al problema. L’obiettivo è, pertanto, quello di individuare misure di prevenzione, che possano – conclude la Coldiretti - ridurre al minimo i costi per i danni della fauna selvatica alle colture, ai terreni agricoli e alle attività zootecniche.

Eccone un'altro del 2006:
Un branco ha trovato casa nella zona tra Palidoro e il Braccianese

Lupi di mare. Ma non i marinai di lungo corso, «navigati». Quelli veri, a quattro zampe, gli animali simboli di Roma (e della Roma). Sono scesi al mare. Dagli Appennini a... Fiumicino. Un branco di lupi ha trovato casa tra Palidoro e la via Claudia Braccianese. «Ma non c’è alcun pericolo. Almeno per l’uomo!», assicura il dottor Claudio Fantini, veterinario coordinatore della Asl Roma D, competente per territorio.
Gli allevatori già dall’inizio dell’anno gridavano «Al lupo», ma nessuno dava loro retta. «Da almeno trent’anni non si ricordano segnalazioni di lupi in questa zona, così sottocosta», sottolinea il naturalista Paolo Verucci, uno dei massimi esperti di lupi nel Lazio. Ma ora è ufficiale. Quello che sembrava un pastore tedesco, investito da un’auto lungo via Casal Sant’Angelo, e ritrovato da Giuliano Rinaldi, un veterinario di Bracciano, alla fine del maggio scorso, è risultato essere proprio un lupo, anzi, una lupa.
«La conferma viene dall’Istituto superiore di fauna selvatica di Bologna - rivela Claudio Fantini-. È un esemplare di due anni. Dall’inizio dell’anno, d’altra parte, ci arrivano denunce di sbranamenti di animali al pascolo e segnalazioni della presenza di lupi nel territorio tra Tragliata, Tragliatella e Castel Campanile, a nord di Fiumicino, al trentesimo chilometro della via Aurelia. Pensiamo che non sia un lupo solitario. Stimiamo facesse parte di un piccolo branco di 4 o 5 esemplari. Ma non c’è alcun pericolo per l’uomo, è bene sottolinearlo! Anzi, la sua presenza indica che questo territorio è integro dal punto di vista ambientale».
Un tempo considerato nocivo, il lupo può, al contrario rivelarsi un prezioso alleato dell’uomo. «Questo animale, infatti, è un formidabile cacciatore di topi e ratti - spiega Fantini -. Ed è anche l’unico predatore che può controllare la proliferazione di nutrie e anche di cinghiali, almeno degli esemplari più piccoli».
Qualche rischio lo corrono, invece, gli animali d’allevamento, se lasciati incustoditi, allo stato brado. Decenni di assenza di predatori, infatti, hanno disabituato gli allevatori a proteggerli dagli attacchi dei selvatici. «Ma, una volta accertata la morte del bestiame a causa dei lupi - assicura Fantini - la Provincia provvederà al rimborso».
Ma da dove arrivano i lupi di Fiumicino? «Si tratta, probabilmente - spiega Paolo Ciucci, biologo dell’Università La Sapienza - di lupi che, raggiunta la maturità sessuale, si sono allontanati dalla famiglia in cerca di nuovi territori. In Toscana e in Calabria i lupi sono già arrivati sottocosta. Non c’è da meravigliarsi troppo della loro presenza. L’habitat del lupo in Italia non è la montagna selvaggia, ma qualunque luogo in cui possa trovare prede e non venga cacciato dall’uomo. Ed è questo il punto: l’esperienza ci insegna che questi branchi di nuova formazione durano uno o due anni. Il tempo per gli allevatori di accorgersi che i rimborsi della Provincia di Roma non arrivano o che arrivano in ritardo. Il che può spingere a risolvere il problema per le spicce: con bocconi avvelenati o durante la stagione di caccia. Nel corso di battute al cinghiale, ad esempio, il territorio è così setacciato che anche i lupi vengono stanati e, all’occorrenza, impallinati. In Toscana, nel corso di un solo anno, durante le battute al cinghiale, hanno ucciso sette esemplari, cancellando i lupi da un’intera area».

ciao



Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)

Modificato da - arpax in data 20 febbraio 2010 21:20:04
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luposibillino
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Inserito il - 21 febbraio 2010 : 14:11:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
X ARPAX: Grazie per la risposta, non volevo essere diffidente a tutti i costi, ma non avevo mai notizie di questo genere, inoltre non credevo che l'areale si fosse spinto così. Puoi mettermi in contatto con queste persone che seguono il branco? anche via mail o telefono, grazie.

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arpax
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 febbraio 2010 : 17:07:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ok adesso chiedo a mio fratello l'e-mail della sua amica che sicuramente ti saprà dire dippiù.
ciao

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Modificato da - arpax in data 21 febbraio 2010 17:16:18
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luposibillino
Utente V.I.P.


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Inserito il - 21 febbraio 2010 : 19:11:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di arpax:

Ok adesso chiedo a mio fratello l'e-mail della sua amica che sicuramente ti saprà dire dippiù.
ciao

Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)

Ti ringrazio di nuovo, puoi inviarmelo per mail, questo è il mio indirizzo: fabiobandito@gmail.com

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