Il calosoma
Il Calosoma sycophanta è un frenetico Carabidae che si aggira sui tronchi degli alberi alla ricerca di qualche preda. La sua splendida livrea (calosoma in greco significa “bel corpo”) nasconde, infatti, una terribile minaccia.
E’ un vero gioiellino: la testa e il torace sono di un blu metallico che sfuma in azzurro ai lati del pronoto, mentre l’addome è di un verde, anch’esso metallizzato, che , a seconda dell’incidenza della luce e dell’esemplare, sembra incendiarsi di un meraviglioso rosso o diventare dorato.
Può raggiungere i 4cm ed ha un comportamento molto vivace, è quindi impossibile che passi inosservato. Oltretutto è un ottimo volatore, capace di spostamenti anche di diversi chilometri.
E’ rinvenibile in tutta Italia, isole comprese, con periodo di massima al terminare della primavera (da fine maggio a metà giugno); in certi anni è molto abbondante, mentre in altri può capitare di non incontrarlo. Questi cicli annuali sono da mettere in relazione alla abbondanza delle loro prede; assieme alle pullulazione di bruchi di processionaria e di
Limantria dispari si assiste ad un invasione di Calosoma.
Adulti e larve (anch’esse spietate predatrici) fanno strage di processionarie del pino (Traumatocampa pityocampa) e della quercia (Thaumetopoea processionea), che altrimenti devasterebbero ampie zone boscate, svolgendo così un importante ruolo ecologico come efficace agente di controllo delle popolazioni di lepidotteri defogliatori. Basti pensare che un solo adulto può divorarne 450 tra bruchi e crisalidi.
Questo bel coleottero può svernare e sopravvivere anche per 2-3 anni. Le femmine, dopo essersi accoppiate, scavano nel terreno delle buche dove deporranno le uova. Da queste usciranno delle fameliche larve che non pensano ad altro che a cibarsi. Molto agili e mobili inseguono i bruchi anche arrampicandosi sugli alberi. La loro crescita è molto rapida, e già in 15-20 giorni, dopo essersi riempite a sazietà, terminano lo sviluppo e si affondano nel suolo costruendosi una celletta dove passeranno alcune settimane come stadio ninfale. L’immagine (insetto adulto) sfarfalla tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e resta nel suolo fino la successiva primavera.
Bisogna fare attenzione a non molestare troppo questo bel carabide; non tanto per il rischio di venir morsi, quanto per la possibilità che ha di emettere un liquido caustico dall’odore penetrante e molto persistente. Questa sostanza viene letteralmente sparata dall’addome ed è in grado di colpire bersagli ad una certa distanza. Se viene a contatto con la pelle provoca un acuta sensazione di bruciore.
Testo
di Giacomo Giovagnoli
Foto di Ivano Colombo,
Carlo Morelli,
Leonardo Forbicioni
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