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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:13:33
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Il fiume Fine, seppur quasi sempre accecato da un tombolo in via semipermanente, può essere considerato un confine geografico importante nella differenziazione dei due habitat: la parte a nord, nonostante la presenza del Fosso Bianco, mi è apparsa più ricca di specie vegetali. Comincerei a descrivere l’ambiente partendo quindi da Punta Lillatro che costituisce il limite geografico estremo a nord delle Spiagge Bianche.
la piattaforma rocciosa di Punta Lillatro con il canale di alimentazione per la Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:14:11
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In questo punto estremo è situato il canale adduttore alla Solvay che aspira acqua marina mediante delle idrovore e che servirà prima al raffreddamento dei macchinari e successivamente al trasporto in mare delle particelle più sottili, per mezzo del Fosso Bianco. Alle spalle di Punta Lillatro è situato anche un ampio parcheggio facilmente raggiungibile. Il ponticino che vedete sul canale e che conduce in spiaggia è da considerarsi come riferimento per l'inizio dei cordoni dunali.
Ma torniamo al limite estremo di Punta Lillatro. Questo primissimo tratto è caratterizzato da una curiosa piattaforma scogliosa che la gente del luogo chiama simpaticamente “i pungenti” proprio per la particolarità di possedere una stranissima superficie con punte aguzze che offendono i piedi più delicati.
i Pungenti a Punta Lillatro
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:14:39
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Si tratta in effetti di una banchina di arenaria, roccia affiorante che è stata erosa dall’azione marina in una maniera singolare. I tecnici parlano di “calcarenite più o meno cementata a seconda delle località, con abbondanza di granuli di provenienza organica e ciottoli di varia natura”.
particolare dei Pungenti
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:14:59
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le due costruzioni di Punta Lillatro, sullo sfondo la Solvay e sulla parte destra in fondo, la collinetta dell'ex discarica
Salicornia nata sui Pungenti
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Modificato da - vespa90ss in data 21 ottobre 2009 23:19:57 |
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:15:33
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Alcuni tratti di questa area, cioè quelli più in prossimità del getto di riva, sono piuttosto levigati perché nel corso degli ultimi decenni si sono “saponificati” ricoprendosi di uno strato di fanghiglia prodotta dalla Solvay che col tempo tende a solidificarsi e ad assumere una consistenza compatta e scivolosa. Ecco quindi che si formano delle strane superfici infide come il ghiaccio dove bisogna procedere con grande cautela. le superfici scivolose
All’interno di esse è possibile rinvenire numerose pozze d’acqua popolate dalla classica fauna marina di scogliera.
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:16:13
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Lungo questa piattaforma rocciosa dei “pungenti” che si estende per una superficie pari a quella di un grande campo di calcio, di cui possiede anche la forma rettangolare, è possibile rinvenire alcune piante di “rupe marittima” che riescono a sopravvivere a delle condizioni ambientali estremamente precarie e proibitive. In genere lo stadio di maturazione di queste piante aumenta con l’aumentare della distanza dal mare.
una Salicornia insieme ad una pianta che non sono riuscito a determinare
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:17:00
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Osservandole da vicino si rimane ammirati per come possano resistere all’azione fisica dei marosi che periodicamente le tormentano durante le libecciate, nonchè all’estrema salinità dell’acqua cui fanno riferimento. Sono contorte, rinsecchite, cortecciose, rosse di un sole impietoso. Direi che potrebbe trattarsi di Suaeda maritima, Salicornia sp., Inula crithmoides, ed anche un simpaticissimo bonsai di Limonium ilvae per la mia incredulità.
Inula crithmoides
Salicornia sp. ricoperta da una rete: purtroppo ce ne sono moltissimi fili di nylon
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:17:31
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Suaeda maritima
Suaeda maritima particolare
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:18:01
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Suaeda maritima
Limonium ilvae
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:18:27
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Crithmum maritimum
Halimione portulacoides?
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:18:47
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veduta oltre Punta Lillatro, versante nord: visibile sullo sfondo il nuovo porto di Caletta
subito dopo il ponticino che attraversa il canale si accede alla spiaggia di Punta Lillatro e lì iniziano le dune
Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari clicca per Facebook
Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore. Blaise Pascal - Pensées 1670.
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Modificato da - vespa90ss in data 21 ottobre 2009 23:22:13 |
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lynkos
Con altri occhi
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Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
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Inserito il - 23 ottobre 2009 : 05:34:55
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Luogo davvero particolare e non senza bellezza, nonostante la sua storia pesante. Sarà molto interessante seguire la tua indagine. Secondo me lì si potrebbe trovare di tutto e di più. Vedremo! Non ho idea di che cosa potrebbe essere la pianta non determinata. Una sensazione di pancia mi dice Brassicaceae, ma senz'altro bisogna aspettare la fioritura della prossima primavera per procedere.
Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr
"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould) |
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vespa90ss
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Inserito il - 23 ottobre 2009 : 12:08:48
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| Messaggio originario di lynkos: Secondo me lì si potrebbe trovare di tutto e di più. Vedremo! |
Lo penso anch'io Sarah. Mi sto autoformando un'esperienza botanica con la santa pazienza che può avere solo un "non più giovane" (vabbè...dai, concedo il vecchietto) sfogliando pagine del web e consultando quei pochi libri che sono riuscito a recuperare sulle piante dunali. Ma lo faccio con l'entusiasmo dei miei anni migliori. Credo che una delle zone più interessanti (ma vado "di pancia" ) potrebbe essere la sponda sinistra del fiume Fine negli ultimi cento metri. Dovrò dedicarci un po' di tempo con grande attenzione - non l'ho ancora visitata dal punto di vista botanico, ma solo osservata dall'alto di Google maps - perchè credo sia davvero interessante e possa nascondere qualche novità di rilievo.
| Non ho idea di che cosa potrebbe essere la pianta non determinata. Una sensazione di pancia mi dice Brassicaceae, ma senz'altro bisogna aspettare la fioritura della prossima primavera per procedere. |
Sì, è l'unica soluzione quella di fotografare il fiore, visto che essendo piante alonitrofile, potrebbero assumere caratteristiche morfologiche diverse dal tipo nomenclaturale, proprio in considerazione della particolarità dell'ambiente estremo. Speriamo che il prossimo anno quelle due uniche piantine ci siano ancora e riescano a superare indenni le libecciate dell'inverno
Chiaramente il lavoro non è finito ma continuerà secondo le vostre aspettative. Illustrerò i settori seguenti procedendo verso sud: vi chiedo solo un po' di pazienza perchè ho molto materiale da consultare.
Ciao Beppe
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Modificato da - vespa90ss in data 23 ottobre 2009 12:32:03 |
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:14:35
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da Punta Lillatro al Fosso Bianco
Uno dei quattro principali punti d'accesso alle Spiagge Bianche, quello più a nord, è costituito dal ponticino che attraversa il canale d'aspirazione d'acqua marina della Solvay.
Percorsi pochi metri di spiagga iniziano le prime dune che in quel punto sono alte circa tre metri.
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:15:16
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Sulla loro sommità sono state piantate delle siepi di Tamerici (Tamerix africana) che introdotte insieme all’Alimo (Atriplex halimus) sono servite per arginare l’avanzata verso l’interno delle dune in direzione delle aree industriali ma anche per consolidarne la struttura, visto che alle loro spalle scorre il canale di immissione della Solvay che deve essere protetto dalle mareggiate.
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:15:48
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dal ponticino al Fosso Bianco
Nella foto in alto potete notare nell'angolo superiore sin. il ponticino da cui partono i filari di Tamerici, mentre nell'angolo in basso a destra lo sbocco dei due canali che convergono nell'unico scarico chiamato Fosso Bianco: da notare inoltre come non sia chiaramente visibile la linea di battigia in quanto l'acqua marina in prossimità della riva è talmente bianca che si confonde con la spiaggia. In questo primissimo tratto, mano a mano che le dune si vanno estendendo in profondità, riescono a formarsi degli ampi cespugli di Ammophila arenaria e di Agropyron junceum, le classiche graminacee che crescono sempre vigorose sulla sommità delle dune più alte.
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:16:26
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L'immagine seguente mostra come in questo primo tratto di spiaggia manchi del tutto il Cakiletum costituito dalle piante pioniere e si passi di punto in bianco all'Ammophiletum.
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:16:47
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Continuo a percorrere le dune in un susseguirsi continuo di Ammophila littoralis, quando, insieme ai primi importanti concentramenti di rifiuti, compaiono anche le prime piante pioniere riuscite ad insediarsi con una certa difficoltà nei pochi spazi trovati. Nella foto, seppur con qualche difficoltà, è possibile notara Euphorbia paralias e Calystegia soldanella
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:17:28
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E mano mano che mi avvicino al Fosso Bianco le specie aumentano, probabilmente perchè la duna acquista dimensione in profondità. In questa foto un bellissimo esemplare di Echinophora spinosa in fiore. Insieme ad essa notiamo stentate piante di Agropyrum junceum, Euphorbia paralias, Sporobolus pungens.
Echinophora spinosa 288,95 KB
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vespa90ss
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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 23:17:59
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Lungo la battigia il mare è latte. Sono ormai in prossimità del Fosso Bianco
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