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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 28 luglio 2009 : 14:11:11
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Può sembrare una contraddizione in termini, ma la "sottospecie" baldense, come viene intesa, è a sua volta un complesso di forme. Ho trovato una piccola popolazione sui Lessini simile a quella trovata da papuina, con esemplari bianchi (Fig. 1) ma anche individu di colore "arancio" chiaro, questi ultimi insiema ai Chil.cing. nicolisianum di cui ho parlato in questa discussione (Fig. 2). Fig. 1 84,16 KB Fig. 2 87,46 KB Se in altri casi, come sosteneva De Betta, si tratta soltanto di casi estremi della variabilità individuale, queste sono popolazioni intere, per quanto piccole. C'è però un aspetto inquietante, suggeritomi dal confronto con la Fig.3 che ritrae un colubrinum dalla cresta del M.Baldo. Fig.3 160,5 KB Questo baldense somiglia molto al colubrinum: direi che l'unica differenza è il colore di fondo. In altre parole, ciò che rende notevole questo "baldense" sembrerebbero caratteri da colubrinum. Kobelt in Rossmäßler, 1876, così spiegava la differenza fra Helix baldensis ed Helix colubrina: | Da un punto di vista conchigliologico, la separazione [fra baldense e colubrinum] appare chiara se si confrontano fra loro le forme tipiche, come la [baldensis] della Valle dell'Adige e la colubrina del Lago di Garda. Si vede allora che Hel. colubrina si distingue, a parte la flammulazione, anche per la spira più elevata e appuntita e per la base più appiattita, tale che la conformazione dell'ultimo giro tende a mostrare un angolo smussato, senza però giungere a tanto ... il piano dell'apertura è nettamente più inclinato rispetto all'asse della conchiglia. A queste differenze si aggiunge il colore più scuro dell'animale, ricordato anche dal St.Simon ... |
Potrebbe essere colubrinum sotto copertura, ovvero un colubrinum "baldensizzato"? L'idea avrebbe conseguenze interessanti
1) Per restare al Kobelt, ricordo una sua frase famosa. Poco dopo il brano citato, dopo aver descritto baldensis sostiene che al contrario, il Cav. de Betta contestò con decisione che questo fosse il baldensis Villa e mi mostrò come tale una forma di colubrinum dalla spira elvata. Prima la Paulucci e poi Pollonera contestarono recisamente queste insinuazioini, sulla base del fatto che i baldensis ricevuti dal De Betta corrispondevano all'idea da tutti condivisa. Però l'Adami riattizzò la polemica, affermando che nella collezione De Betta erano presenti dei colubrinum etichettati come baldensis. Alla luce di quanto detto, la storia potrebbe assumere una piega inattesa. 2) De Betta considerava colubrinum i Chilostoma cingulatum screziati della Valle del Brenta (oggi medoacense). La presenza di (ex) popolazioni di colubrinum sui Lessini, località intermedia, potrebbe rendere meno inprobabile l'ipotesi di una relazione fra medoacense e colubrinum. 3) forse vanno riviste in quest'ottica le popolazioni di baldense di alta quota del gruppo Lessini-Pasubio, che vivono anche oltre i 2000m. K.L.Pfeiffer spiegava che il baldense è la razza meno tollerante del freddo e in genere rimane confinata a bassa quota. Interpretava le differenze morfologiche delle popolazioni dei Lessini-Pasubio come una via di mezzo con il preslii, di cui nicolisianum gli sembrava il rappresentante più occidentale, isolato dal grosso di questa sottospecie. Ma forse la spiegazione ha a che fare con il colubrinum. Questi pensieri mi hanno ricordato un esemplare trovato anni fa a 1800m circa in piena area di "baldense", più ad oriente dei precedenti, ma screziato come un colubrinum! Fig. 4. E' l'unico esemplare con questa colorazione che abbia mai osservato in zona, a quanto pare una rara variazione individuale, ma se fosse una "regressione dei caratteri"? Chissà se uno studio genetico potrà mai fare chiarezza!
Fig. 4 107,5 KB
Ciao a tutti,
fern
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