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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
 PALEONTOLOGIA DEL MEDITERRANEO
 Specie attuali e specie fossili
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Lucabio
Utente Senior


Città: Mongardino
Prov.: Asti

Regione: Piemonte


4359 Messaggi
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Inserito il - 04 gennaio 2009 : 21:37:31 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti!
Da una discussione iniziata sul forum di biologia marina mi sono sorti alcuni dubbi. Molte sono le specie che ci troviamo di fronte, che sovente vengono classificate con il nome di specie attuali, in quanto in base alla morfologia, unico dato che abbiamo a disposizione, risultano pressochè uguali alle forme attuali. Una tra tutte, la Chlamys varia. Forma attuale e pliocenica sono pressochè indistinguibili. Il dubbio che mi sorge è, considerando la definizione di specie come due esemplari in grado di accoppiarsi e generare prole fertile, è corretto parlare della stessa specie? o meglio, una Chlamys varia pliocenica aveva effettivamente lo stesso genoma di una C. varia attuale, tale da considerarle la stessa specie, a distanza di cinque milioni di anni? e così per tutte le altre specie morfologicamente affini.


Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)

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Modificato da - Lucabio in Data 04 gennaio 2009 21:39:33

Estuans Interius
Moderatore

Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


2987 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 05 gennaio 2009 : 00:22:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come avevo scritto nella discussione su biologia marina, personalmente non ritengo il concetto di specie attuale applicabile ai fossili. Tuttavia se vogliamo ricostruire la storia evolutiva di un gruppo di specie è necessario trovare un compromesso; il compromesso, a mio parere sensato, è che un esemplare fossile morfologicamente molto simile a un esemplare vivente (o addirittura indistinguibile), sia denominato come l'esemplare vivente. Chiaramente non è possibile sapere se i due accoppiandosi avrebbero generato prole fertile, perciò a rigore non possiamo stabilire che appartengano alla stessa specie, ma con grande probabilità sono più vicini alla specie odierna di altre specie morfologicamente meno simili. In questo senso la classificazione dei fossili come Genus species mi sembra sensata: in assenza sarebbe molto arduo ricostruire i percorsi evolutivi.
In ogni caso la definizione di specie come popolazione di esemplari in grado di riprodursi generando prole fertile è generalmente buona ma restrittiva; questo criterio, per esempio, non è applicabile con rigore ai Protisti, eppure non si negherà che vi siano specie differenti di Protisti. Inoltre anche tra i Metazoi vi sono "specie" affini, magari differenti morfologicamente, ma tra cui il processo di speciazione non è del tutto completato. Un esempio sono gallo cedrone e gallo forcello, con fenotipi molto differenti, ma che possono dare vita a ibridi fertili (metto il link della discussione su questo argomento che ho trovato su questo forum).Link
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Fred
Utente V.I.P.

Città: Monteverde

Regione: Umbria


454 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 05 gennaio 2009 : 01:34:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Estuans Interius:

Come avevo scritto nella discussione su biologia marina, personalmente non ritengo il concetto di specie attuale applicabile ai fossili. Tuttavia se vogliamo ricostruire la storia evolutiva di un gruppo di specie è necessario trovare un compromesso; il compromesso, a mio parere sensato, è che un esemplare fossile morfologicamente molto simile a un esemplare vivente (o addirittura indistinguibile), sia denominato come l'esemplare vivente. Chiaramente non è possibile sapere se i due accoppiandosi avrebbero generato prole fertile, perciò a rigore non possiamo stabilire che appartengano alla stessa specie, ma con grande probabilità sono più vicini alla specie odierna di altre specie morfologicamente meno simili. In questo senso la classificazione dei fossili come Genus species mi sembra sensata: in assenza sarebbe molto arduo ricostruire i percorsi evolutivi.
In ogni caso la definizione di specie come popolazione di esemplari in grado di riprodursi generando prole fertile è generalmente buona ma restrittiva; questo criterio, per esempio, non è applicabile con rigore ai Protisti, eppure non si negherà che vi siano specie differenti di Protisti. Inoltre anche tra i Metazoi vi sono "specie" affini, magari differenti morfologicamente, ma tra cui il processo di speciazione non è del tutto completato. Un esempio sono gallo cedrone e gallo forcello, con fenotipi molto differenti, ma che possono dare vita a ibridi fertili (metto il link della discussione su questo argomento che ho trovato su questo forum).Link


molto interessante come argomento
Condordo con te
fra l'altro il concetto di cronospecie entra in gioco in paleo proprio per questo

Federico
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Murex76
Moderatore


Città: Palermo & Jesi (AN)


1917 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 05 gennaio 2009 : 12:34:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,

argomento molto interessante.......
Considerando la specie come una popolazione di individui in grado di riprodursi generando prole illimitatamente fertile, questo concetto, va visto anche in un'ottica temporale. Cioè una specie nasce, si evolve, e termina, e quanto è ampio questo arco temporale è impossibile da sapere con esattezza.
Una specie, normalmente nasce per speciazione da un'altra, mentre termina con l'estinzione o con la speciazione in una o più.
Tra la nascita e il termine, una specie si evolve, cioè cambia, o meglio si adatta all'ambiente. Questo porta sicuramente a dei leggeri cambiamenti genetici, che però non sono tali da giustificare una separazione in 2 o più specie.
I fenotipi ne sono l'esempio, cioè individui morfologicamente differenti, ma geneticamente simili.
Perchè una specie termini, occorre che si estingua o che avvenga una speciazione in altre entità.
E' possibile che per alcune specie, questo processo non sia ancora avvenuto, o magari lo è in parte.
Applicando quando scritto sopra anche ai fossili, è possibile che una specie (popolazione di individui.....) nata in un determinato periodo, abbia continuato a generare prole fertile fino ai nostri giorni, non subendo grandi mutazioni genetiche.

Ci sono alcuni esempio, antecedenti al pliocene, Ocenebra erinaceus si rinviene già nel Tortoniano, con esemplari morfologicamente simili agli attuali.





Giuseppe
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Lucabio
Utente Senior


Città: Mongardino
Prov.: Asti

Regione: Piemonte


4359 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 05 gennaio 2009 : 12:46:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Giuseppe per il tuo intervento!
Come fa giustamente notare Estuans occorre avere ben chiara la distinzione tra specie biologica,
concetto valido per le specie attuali e specie morfologica e/o cronologica, utilizzabili per le specie fossili.
Trovo siano interessanti e ben articolate le definizioni di specie proposte su wikipedia, qui.
Vengono descritti in modo semplice i concetti di specie biologica, morfologica, tipologica, cronologica e filofenetica.



Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)

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Modificato da - Lucabio in data 05 gennaio 2009 13:37:13
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