Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
Ciao a tutti, in questo video in compagnia mia e dell'amico Simone Casati andremo alla ricerca di testimonianze dell'antico mare toscano. Quelli che abbiamo di fronte sono sedimenti del fondale marino, risalgono al pliocene medio inferiore ovvero a circa 4,8 milioni di anni fa. Questo è stato possibile determinarlo sulla base dei foraminiferi presenti, tra cui la Lenticulina orbcularis e la Marginulina costata. Quello che vogliamo trovare oggi sono i denti degli squali che nuotavano in quelle acque.
Durante il video potrete vedere sulla mia mano i denti appartenuti a varie specie di squali.
Il primo che si vede nel video è un dente di Galeocerdo cuvier o squalo tigre. Questo squalo raggiunge di solito la lunghezza di 4 o 5 m nelle femmine, ma è possibile trovare esemplari maschi che raggiungono e superano i 6 m. La colorazione dello squalo tigre varia a seconda dell'età; nei giovani è brunastra, segnata da numerose macchie e strie trasversali piuttosto scure da cui prende il nome. Con l'avanzare dell'età queste strie si vanno sempre più attenuando fino a formare una livrea bruno-grigia uniforme negli adulti. Gli squali tigre a differenza della maggior parte dei Selaci, generano un numero elevato di esemplari, da 30 ad oltre 50 per ogni parto.
Il Carcharias taurus o squalo toro, specie ancora esistente, che nonostante il suo aspetto aggressivo è in realtà relativamente placido e si muove lentamente. Gli esemplari di questa specie si radunano tipicamente nelle acque costiere, alla profondità tra i 10 e 60 metri dove durante il giorno si nascondono in buche e grotte ed escono la notte per mangiare. Lo squalo toro ha il corpo massiccio, e può raggiungere i 3 m e 20 di lunghezza, anche se mediamente gli esemplari misurano circa 2 m - 2m e 20. La riproduzione è ovovivipara. Una curiosità di questa specie è che la femmina ha due uteri. All'interno, lo squalo formatosi per primo, mangia gli altri così generalmente da ogni gestazione (che può durare dai 6 ai 9 mesi) nascono uno/due esemplari.
Altri due reperti molto interessanti che abbiamo trovato sono un dente di Squatina angeloides o squalo angelo, e un dente del rostro di uno squalo sega. Il primo, lo Squalo angelo, è di taglia moderata, raggiunge mediamente il metro e mezzo - 2,0 metri di lunghezza. Lo squalo angelo ha un corpo molto appiattito e spesso può essere confuso con una razza. Lo si può trovare sia nelle fredde acque boreali così come ai tropici, e da pochi metri di profondità fin sopra i profondi declivi continentali. In genere è attivo la notte, durante il giorno rimane coperto dalla sabbia sul fondo esponendo solo gli occhi. Qui resta sepolto in agguato, utilizzando le sue mascelle altamente protrusibili per catturare le prede.
Lo Pristiophorus cirratus o squalo sega comune, a causa del suo muso viene spesso confuso con il pesce sega. Questo animale ha cinque paia di branchie ai lati della sua testa, mentre il pesce sega li ha sotto il muso e non ha barbigli. Lo squalo sega ha un corpo sottile e appiattito, con delle strisce scure sparse un po' ovunque sul suo corpo di colore giallastro. Vive in acque temperate e sembra preferire le acque profonde della scarpata continentale, con profondità di circa 300 metri. Ma lo si può incontrare anche a profondità inferiori su fondali sabbiosi. Sono in genere squali timorosi e innocui ma se maneggiati possono causare ferite con il rostro. Si nutrono essenzialmente di piccoli pesci ossei, cercando cibo con i barbigli. I denti posizionati sul muso allungato vengono usati per smuovere i sedimenti. La vita media è di circa 15 anni, sono ovovivipari e la gestazione dura circa 12 mesi.
Abbiamo trovato anche diversi denti appartenti al genere Carcharhinus. Classificare i denti di questo genere è tutt'altro che semplice. I denti inferiori sono infatti molto simili tra tutte le specie, per cui poco utili per una classificazione certa. Nel pliocene italiano si pensava che le specie diffuse fossero solo due o tre, ora dopo accurati studi delle collezioni conservate nei musei italiani, soprattutto delle collezioni toscane, si è arrivati a una decina di specie. I denti che abbiamo trovato mi sembra che possono essere attribuiti al Carcharinus priscus, squalo che si è estinto alla fine del pliocene. I denti misurano meno di 1 cm e mezzo. La cuspide principale è finemente seghettata, e talvolta occorre l'uso di una lente o microscopio per poter vedere i dentelli, che continuano anche lungo le spalle, dove sono un po' più accentuati.
Infine abbiamo trovati i resti delle placche dentarie di alcune razze, tra cui Myliobatis e Pteromylaeus. Le razze della famiglia Mliobatidae sono tra le più grandi, e vivono principalmente in oceano aperto piuttosto che vicino alla costa. Si nutrono di gasteropodi, mitili e crostacei, frantumando i gusci con i loro denti estremamente duri. Sono nuotatori eccellenti e possono saltare parecchi metri sopra la superficie. In particolare le razze del genere Myliobatis possono raggiungere i 180 cm di lunghezza compresa la coda, che assomiglia ad una frusta e può essere lunga quanto il corpo, mentre le razze del genere Pteromylaeus possono raggiungere anche i 230 cm di lunghezza. La coda è munita di una spina che la razza usa come difesa. Le razze del genere Myliobatis prediligono le basse acque litoranee, tra 1 e 30 m e solo eccezzionalmente scendono a profondità di 300 m. E' sicuramente più comune vederle nuotare in acque molto basse, lungo coste sabbiose, dove fendendo l'acqua con entrambe le ali, pare che stiano nuotando due squali affiancati.
Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
E' possibile vedere il video anche sul sito del NATIONAL GEOGRAPHIC dove è al momento in PRIMO PIANO sulla Home Page!! Link
Galeocerdo cuvier:
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Carcharias taurus:
56,24 KB
Squatina angeloides:
71,38 KB
Priostiophorus cirratus:
49,56 KB
Carcharhinus aff. priscus:
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Myliobatis, Pteromylaeus e spina caudale:
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Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
Perchè secondo te c'è un altro matto come noi, disposto a seguirci in queste avventure, al limite delle condizioni meteorologiche sopportabili? Mi fossi attrezzato meglio l'avrei fatto anch'io, ma di fronte ai superiori mezzi da presa di Simone, ho dovuto cedere la palla, e ho potuto usare ben poche delle mie riprese in questi video! Mi attrezzerò meglio per la prossima avventura, oltre al cavalletto nuovo, dovrò procurarmi anche una videocamera adeguata!
Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
Si, tutte negli stessi calanchi! La profondità a cui sono solite vivere le varie specie trovate è abbastanza concordante, ma bisogna anche considerare che si tratta di una zona di accumulo a lenta stratificazione, questo almeno mi spiegava Simone!
Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)