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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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garagolo
Moderatore
Città: Cerretti di Santa Maria A Monte
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3491 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 08:52:23
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La specie, una delle più comuni e diffuse, è anche estremamente variabile come si può vedere anche dai vari interventi sul forum, riporto qui 4 forme diverse provenienti , da sinistra a destra, da Siracusa, Caltabellotta, Agrigento e, l'ultima, dalle mie parti, Montenero Livorno.
Immagine: 142,45 KB
Chissà quante altre variazioni di forma dimensione e colore saranno diffuse in varie località italiane a dimostrazione di quanto una specie "banale" possa porre quesiti di difficile soluzione, perchè tanta differenza, che cosa causa ciò, l'ambiente ?, il cibo ? il clima? chissà !
Ciao Ale
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garagolo
Moderatore
Città: Cerretti di Santa Maria A Monte
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3491 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 09:01:07
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Ed ecco i particolari di ogni esemplare
Immagine: 95,59 KB Caltabellotta
Immagine: 148,56 KB Caltabellotta
Immagine: 58,54 KB Siracusa
Immagine: 221,57 KB Siracusa
Immagine: 99,49 KB Agrigento
Immagine: 156,72 KB Agrigento
Immagine: 92,48 KB Montenero
Immagine: 146,58 KB Montenero
Ciao a tutti
Ale |
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11322 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 22:04:54
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tra gli esemplari postati posso notare che gli esemplari siciliani hanno tutto il callo parallelo all'apertura molto sviluppato, non riesco a immaginare però che funzione possa avere e come sia correlata con il clima l'esemplare siracusano ha una plica subcolumellare particolarmente emersa la costolatura dei due centrali, che una volta si sarebbero chiamati affinis, suggerisce un habitat in parete molto esposta, le costoline potrebbero aiutare a disperdere il calore chissà cosa potrebbe rivelare uno studio su base genetica su varie popolazioni di questa specie; in particolare sarebbe interessante conoscere, supposto unico, il suo centro di diffusione una domanda, quali esemplari sono stati trovati in ambiente naturale?
ciao
ang |
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garagolo
Moderatore
Città: Cerretti di Santa Maria A Monte
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3491 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 23:10:25
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Gli esemplari provengono: il primo sotto pietre, praticamente al bordo di strada cittadina, il secondo su parete rocciosa naturale, il terzo su manufatti nell'area della Valle dei Templi e l'ultimo, quello di Montenero, su muro periferico. Ciao Ale |
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11322 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 23:22:56
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bene, l'habitat del primo esemplare è coerente con l'ipotesi sulla funzione delle costoline assiali come aiuto nella dissipazione del calore trattandosi poi di un ritrovamento "cittadino", mi chiedevo se era possibile che esemplari siciliani di questo tipo possano appartenere ad una colonizzazione "di ritorno" ad opera dell'uomo mi spiego: in sicilia gli esemplari in ambiente naturale sono tutti costolati?
ciao
ang |
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Ezallot
Utente Senior
Città: Monster
Regione: Netherlands
938 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 07:05:33
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Le variazioni di costolatura e dello sviluppo del callo palatale, nonche' le variazioni di dimensioni, sembrano essere un fenomeno comune nei Clausilidae. Il medesimo polimorfismo (quasi una fotocopia...) e' ritrovabile, al nord, in Charpentieria itala e stenzii. Quanto alla "funzione" delle costoline, potrebbero svolgere piu' di una funzione: quindi, come rammentato da Ang, anche di "radiatore". Trovo pero' difficile applicare lo stesso concetto alle specie nordiche.... Sarebbe interessante sapere se, come in stenzii, le popolazioni costolate hanno una distribuzione puntiforme in un "mare" generalmente di forme liscie.... Interessante, anche, se vi sono popolazioni con accentuata variabilita' della costolatura.. |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2349 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 12:27:37
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In questa interessante discussione Garagolo pone due domande su cui mi soffermo:
| Chissà quante altre variazioni di forma dimensione e colore saranno diffuse in varie località italiane |
La variabilita' e' strettamente legata al fatto che sia spontanea o introdotta. Nel secondo caso ci aspettiamo uniformita'. Invertendo il discorso, la variabilita' locale e' forse il piu' sicuro indice di indigenato. Il fatto che 3 delle forme presentate siano siciliane la dice lunga, mentre ho l'impressione che, escluse le estreme regioni meridionali, la specie sia omogenea nel resto d'Italia.
| perchè tanta differenza, che cosa causa ciò, l'ambiente ?, il cibo ? il clima? |
Queste domande assillano da sempre i naturalisti. Nell'800 prevaleva un atteggiamento che chiamerei "meccanicistico": le variazioni sarebbero un effetto diretto di fattori fisico-chimici, tutto si riduce ad avere una "banca dati" per cogliere le correlazioni. Attualmente si leggono spiegazioni che alle mie orecchie suonano "finalistiche". Cosi' i caratteri osservati si saranno evoluti in risposta al caldo o alla siccita' ecc. Non dubito che questi fattori abbiano un ruolo importante, ma io insisto a pensare che la deriva genetica sia fondamentalmente casuale, che il legame con le condizioni ambientali sia cosi' complesso che in genere ancora ci sfugge, che molti caratteri sono in realta' secondari e si sono evoluti in piccole popolazioni o per semplice deriva o perche' collegati ad altri caratteri. Altrimenti non si spiega perche' le stesse soluzioni siano state adottate in condizioni totalmene diverse, come nota Ezallot, o perche' in condizioni simili si siano adottate soluzioni diverse. Scusate lo sfogo, ma io trovo certe spiegazioni maledettamente finalistiche nonostante l'evoluzionismo di maniera. Come minimo sono semplicistiche. Ciao,
fern
p.s. spero che nessuno si offenda, io mi riferisco al fatto che idee "buttate li'" senza tanta convizione da qualche autore finiscano per diventare oro colato. |
Modificato da - fern in data 03 novembre 2008 12:41:02 |
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Lepurisposu
Utente Senior
Città: Su Masu
Regione: Sardegna
1912 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 18:56:06
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Salve a tutti! Anche in Sardegna Papillifera bidens è presente con una forma particolarmente costulata, e quasi sempre in ambiente naturale su pareti rocciose e pietraie di natura calcarea. Credo di aver postato da qualche parte nel forum alcune foto.. Un caro saluto a tutti! Francesco
àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu |
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siciliaria
Utente Senior
Città: Catania
Prov.: Catania
Regione: Sicilia
2017 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 19:31:08
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| Messaggio originario di ang:
bene, l'habitat del primo esemplare è coerente con l'ipotesi sulla funzione delle costoline assiali come aiuto nella dissipazione del calore trattandosi poi di un ritrovamento "cittadino", mi chiedevo se era possibile che esemplari siciliani di questo tipo possano appartenere ad una colonizzazione "di ritorno" ad opera dell'uomo mi spiego: in sicilia gli esemplari in ambiente naturale sono tutti costolati?
ciao
ang
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Ciao Angelo, in Sicilia solo gli esemplari del siracusano (coste e zone di poco interne) sono piuttosto lisci, con colorazione di fondo giallastra e di piccola taglia. Verso monte, sempre nel siracusano-ragusano, la taglia cresce quasi del doppio e la costolatura è appena più marcata.
Nel resto dell'isola la situazione è incredibilmente varia.
Comunque quelle di ambienti antropizzati bene o male rispecchiano la situazione locale, per cui in ambienti antropizzati del siracusano troviamo le stesse forme che vivono in natura.
Ciao
Link |
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11322 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 22:22:31
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agatino, a maggior ragione penso che un lavoro su base genetica su questa specie considerata di scarso interesse biogeografico sarebbe di grande importanza
in questa sede possiamo fare solo ipotesi e discutere se hanno senso oppure no sono d'accordo che non si può ridurre tutto a causa-effetto diretto come ad esempio forte insolazione -> conchiglia costolata, mi dispiace di aver dato l'impressione di avere un atteggiamento adattazionista è però un fatto che moltissime specie di Clausiliidae che ritroviamo nelle regioni mediterranee in cui è più forte l'insolazione, tra cui Sicilia, Malta e Grecia, sono costolate. Tra i generi possiamo citare Siciliaria, Muticaria, Lampedusa, Papillifera, Albinaria. Forme costolate si ritrovano peraltro anche in alcune specie che si vivono in ambienti tutt'altro che esposti come ci ricordava fern. In questo discorso non rientrano Macrogastra e Clausilia in cui la fine costolatura ha a mio avviso un'altra funzione. A tutt'oggi non è stata trovata una risposta convincente alla funzione delle costolature della conchiglia, dato che alcune specie di Albinaria non costolate condividono lo stesso ambiente con specie costolate e non sembrano essere per questo meno adatte. Il recente lavoro di Giokas apparso su journal of natural history arriva appunto a questa non-conclusione. l'unico elemento certo che è emerso, ma che era comunque già noto, è che le conchiglie costolate sono generalmente più leggere di quelle non costolate, per cui le costolature possono essere viste come elemento strutturale che irrobustisce il guscio. Altro fatto indiscutibile è che una conchiglia costolata ha una superficie di scambio maggiore rispetto ad una liscia per cui lo scambio termico è comunque più efficiente. non sappiamo se e quanto le costolature della conchiglia sono soggette a pressione selettiva, potrebbero essere strutture non selezionate e quindi apparire a casualmente nelle varie specie, mi sembra però improbabile che non ci sia un legame tra queste e l'ambiente arido e soleggiato in cui vivono queste specie
ciao
ang |
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