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 Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 15 settembre 2008 : 20:06:42 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Gastropoda Famiglia: Helicidae Genere: Chilostoma (Chilostoma) Specie: Chilostoma (Chilostoma) cingulatum frigidosum
Nel 1890, Pollonera descrisse così la nuova sottospecie, in riferimento al baldense. "Elevandosi maggiormente la var. baldensis modifica fortemente la sua forma sino a produrre la seguente varietà:
[Campylaea cingulata] Var. frigidosa. - Conchiglia meno lucida, più grossamente striata; apertura più obliqua, più rotonda, a margine superiore meno risvoltato, anfratti sviluppantisi meno rapidamente e l'ultimo proporzionalmente meno ampio. Diam. mass. 22.5 - 24, alt. 13.25 - 14.25. Abita sul Monte Baldo ... tra i 1300 ed i 1600 metri di altitudine. ...".
A detta dell'autore, questa forma è collegata al baldense "per insensibili gradi" e sembrerebbe quindi una forma estrema di quest'ultimo caratterizzata da ridotte dimensioni e spira molto elevata. Il locus classicus (LC) è alquanto ristretto e in mancanza di nuove stazioni sarebbe un endemismo puntiforme. K.L.Pfeiffer, nel 1951, scrive di non essere riuscito a verificare la presenza di questa forma nel LC, senza spiegare che cosa intenda esattamente, ma in compenso l'avrebbe ritrovata in altri punti dello stesso monte e non solo.
Ignaro di ciò, mi sono recato due volte nel LC. La prima volta mi sono fermato al limite inferiore, 1300-1400m, in ambiente di pascolo aperto; ho trovato Chilostoma di dimensioni ridotte fra le crepe delle rocce che sporgono fra l'erba. Le dimensioni concordano (21-24 mm), il labbro superiore è poco risvoltato ma la spira non è elevata nè l'apertura inclinata come dovrebbero e manca la striatura grossolana. Sembra un piccolo baldense, forse una forma di transizione.
Immagine 1: Esemplare da 1300m, spira poco elevata
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
90,19 KB
Pensando che potesse trovarsi più in alto, sono tornato una seconda volta per controllare il margine superiore (c. 1500 m) dove paretine rocciose, fra i mughi, delimitano il pascolo. Vi si trovano folti gruppi di chilostoma di forma variabile: per lo più non differiscono dal tipico baldense, ma altri sembrano avere la spira e l'apertura del frigidosum, qualcuno è grossolanamente striato, ma le dimensioni sono maggiori (25-26 mm) e soprattutto si trovano tutte le forme intermedie. Lo stesso ho osservato più in alto, a circa 1700m, nuovamente in zona di pascolo con rocce affioranti.

Immagine 2: Due esemplari alquanto "frigidosi"
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
144,7 KB

Immagine 3: Foto di gruppo.
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
199,85 KB
Infine l'ho cercato fra 1800-1900m, ormai vicino alla cresta, sempre fra l'erba con poche rocce affioranti, trovandovi solo 2 gusci e un es. vivo. Questi hanno strie abbastanza grossolane e dimensioni al limite inferiore indicato da Pollonera, ma l'elevazione della spira lascia ancora a desiderare. E' interessante che il più "frigidosum" fra questi, una volta pulito e "oliato" presenta tacche scure tipo colubrinum. Bisogna considerare che popolazioni di colubrinum sono vicinissime in "linea retta" ma sono separate dalla cresta che, come ho detto, era vicina. E' la prima volta che trovo tracce di colubrinum, in questo caso sembrerebbe un ibrido, sul versante Est del M.Baldo anche se l'Adami lo segnalava già ai suoi tempi.
Tutto sommato, gli esemplari più "frigidosi" sono fra quelli trovati a 1500m (foto 2) anche se eccedono un po' le dimensioni massime, ma secondo me i limiti dati dal Pollonera sono così stretti che deve essersi basato su pochissimi esemplari. Ho poi l'impressione che le specie di altitudine siano spesso più grandi oggi che in passato e sospetto abbia a che fare con lo scioglimento anticipato della neve che concede loro un buon mese in più per svilupparsi.
La mia impressione è che il frigidosum sia stato ormai riassorbito dal più comune baldense formando una popolazione ibrida in cui si manifestano entrambi gli estremi: non conosco altre popolazioni con una tale variabilità nel rapporto H/D. E' questo che intendeva Pfeiffer dicendo che non l'aveva trovato?
K.L.Pfeiffer, che ha ritrovato il frigidosum in altre località, avanza il sospetto che si tratti di una "razza ecologica" sorta in un'epoca più fredda dell'attuale e sopravvissuta in luoghi isolati, ma tutto sommato preferisce conservare il nome. Temo che la storia non sia finita, ma ormai si andrà all'anno prossimo.

fern

Modificato da - Subpoto in Data 12 aprile 2009 23:09:49

fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 02 settembre 2009 : 12:56:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un anno fa lasciavo capire che la storia non era conclusa. Quest'anno ho ripreso le ricerche, ma prima di parlarne devo correggere un errore:
avevo scritto che K.L.Pfeiffer non riuscì a trovare la razza nel locus classicus: in realtà non aveva capito dove fosse questa località.

Passando alle ricerche sul campo, ho controllato alcune località in cui K.L.Pfeiffer sostiene di aver trovato frigidosum, in particolare nella parte N del M.Baldo. Non ho avuto successo, ma i riultati sono interessanti.
Fra Brentonico e San Giacomo ho dato un'occhiata frettolosa senza trovare Chil. cingulatum. Ho quindi seguito un sentiero fino alla cima del M.Altissimo (cima N del M.Baldo) con discesa alla Bocca di Navene. Nel tratto iniziale(< 1500m, in ambiente di bosco) ho visto solo alcuni baldense, mentre nel tratto superiore (pascolo con rocce affioranti e mughi) ho trovato solo colubrinum, numerosi e uguali a quelli osservati altrove sulla cresta del M.Baldo. Qui colubrinum ha ampiamente superato la cresta e occupato un'ampia zona ad est della stessa, benché K.L.Pfeiffer sostenesse che si trova solo sul versante ovest e non raggiunge la cresta.
Nessuna traccia di frigidosum e neppure di baldense, di cui frigodosum dovrebbe rappresentare una sottorazza specializzata. Un discorso simile vale per una località segnalata ad ovest del Lago di Garda dove, in un sopralluogo frettoloso, ho visto solo colubrinum (come mi sarei aspettato). Qui Pfeiffer aveva trovato frigidosum mescolato a colubrinum. Non riesco a caparcitarmene se non supponendo che si trattasse di una popolazione in procinto di essere assorbita, mentre sul Baldo l'invasione doveva ancora avvenire, dopo tutto alcune delle sue osservazioni risalgono agli anni '20 del 900.
Se calcando le orme altrui ho avuto poca fortuna, il caso mi è stato più propizio. Un po' di pazienza ...
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Subpoto
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Inserito il - 03 settembre 2009 : 17:35:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sembra di capire che il frigidosum sia una forma quanto mai aleatoria,mentre molto più interessante è l'avanzamento del colubrinum nell'areale del baldensis,sarebbe molto interessante trovarne popolazioni miste e seguirne la dinamica nel tempo.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 03 settembre 2009 : 19:33:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una prima traccia si era presentata a fine stagione 2008, in zona Lessini-Carega, al Passo Malera (1770m). Per chi giunge dalla "foresta di Giazza" è impressionante trovarsi all'improvviso in un ambiente di pascolo così pulito che sembra un prato inglese, con rocce affioranti fra le quali ho trovato gusci di Chilostoma cingulatum "tipo frigidosum", purtroppo malridotti. Altri due soprallugoghi non hanno dato risultati ma la terza volta, ampliando la zona di ricerca, l'ho trovato ed anche frequente, nelle crepe delle rocce affioranti qui costituite per lo più da banchi di rosso ammonitico (fig. 1). Sono per lo più gusci vuoti e, soprattutto, anche qui convivono baldense e frigidosum con tutte le forme intermedie, ma i frigidosum sono più frequenti e più "tipici" che altrove, un po' più piccoli di quelli del Pollonera (D: 19-23 mm) ed un rapporto H/D da 0,54 a 0,65. Le Fig. 2a,b,c mostrano due individui, dei quali il più chiaro mi sembra un frigidosum perfetto (cf. la figura del Pollonera). Segue una tabella con le località di ritrovamento (volutamente vaga), in cui specifico quelle da me controllate:

M.Baldo, regione intermedia (L.C.) 1300-1500m (Pollonera, fern: v. 1° post)
M.Baldo, zona Nord, 900-2000 m (K.L.Pfeiffer, fern: solo colubrinum)
Sopra Gargnano (BS, 500m) (K.L.Pfeiffer, fern: solo colubrinum)
• M.Pegal (1700m) (K.L.Pfeiffer)
• ditnorni di Terragnolo (cica 1200m) (K.L.Pfeiffer)
M.Lessini intorno a San Giorgio (VR, 1400-1600m, fern: questo post)

E' difficile non avere dubbi sulla validità di questa "sottospecie" e ne aveva anche Pfeiffer tanto che scrive (trad. mia, se vi fidate):
Come sia possibile che una forma, che per il resto si trova solo fra 1000 e 2000m, scenda fino a 500m ..., per giunta sul versante sud, è difficile da spiegare e da questo fatto e ancor più dalla presenza di forme di frigidosa ad ovest del Lago di Garda e ad est dell'Adige, si potrebbe concludere che non si tratta di una razza geografica ma ecologica. Questo è un caso limite in cui è difficile decidersi per l'una o per l'altra opinione. Ma la differenza degli esemplari del Baldo rispetto alle altre forme di cingulata [dello stesso monte] dà così nell'occhio, e la sua presenza è ivi così ben delimitata, che si può ben concedere di vedere nella frigidosa una razza geografica, che si è sviluppata dalla baldensis in particolari condizioni e adesso si trova ancora in localiità isolate.
In realtà i due caposaldi della sua argomentazione sono deboli: sarà anche vero che differisce fortemente dal baldense tipico, ma sulla stessa roccia si trovano tutti gli stadi intermedi ed ho il sospetto che fosse così anche nell'800. E se convivono, è difficile parlare di areale ben delimitato.
Chiudo con un'osservazione interessante: le località indicate in rosso nella tabella, incluso il locus classicus, sono ambienti di pascolo con rocce affioranti. Due località non le conosco mentre, sopra Gargnano (viola) ho trovato un ambiente boschivo, ma un bosco di pini quasi certamente dovuto a rimboschimento. Ci vorrebbero nuovi dati per confermare, o smentire, l'ipotesi.

Fig.1. Ambiente
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
116,43 KB
Fig. 2a
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
83,6 KB
Fig. 2b
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
98,15 KB
Fig. 2c
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
85,9 KB
Fig.3. Immagine originale di Pollonera (1890)
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
25,27 KB
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 09 settembre 2010 : 21:41:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Terza (e ultima?) puntata: il "frigbrinum"


Sembra che ogni estate abbia un appuntamento col frigidosum, e così siamo arrivati alla terza puntata!
Sono più che mai convinto che questa forma non si possa considerare una sottospecie valida, anche se non ho ancora una dimostrazione definitiva.
Siamo nuovamente sul M.Baldo, non lontato dal L.C. del frigidosum (Pollonera) ma sul versante opposto. Qui, in ambiente di prato con roccette affioranti, tipico habitat di questa forma, ho trovato un piccolo (D: 20-23mm) Chilostoma cingulatum di aspetto decisamente "frigidoso"; l'unico inconveniente è che presenta la chiazzatura ed il peristoma di un colulbrinum (nel frigidosum sono come in baldense). Per il resto, questa mini-popolazione esprime i caratteri del frigidosum meglio di qualsiasi altra che conosco, soprattutto per quanto riguarda le rughe sulla superficie e nel senso che non ci sono eccezioni. Possiamo chiamarlo frigbrinum(fern)? Sembra la migliore dimostrazione del carattere ecologico, non geografico, di questa forma. Infatti:
  • pare che nelle stesse condizioni sia baldense che colubrinum tendano ad assumere questi caratteri
  • i caratteri cambiano bruscamente, nel nostro caso tornando al colurinum classico, non appena il prato cede il posto ad un ambiente diverso (rocce fra i mughi)
Non è una dimostrazione matematica, perché si potrebbe obiettare che è un ibrido fra colubrinum e frigidosum propriamente detto, e perché in altri luoghi, in condizioni apparentemente identiche, questa transizione non avviene. Ma l'onere della prova non dovrebbe essere di chi ne sostiene la validità?

fig. 1
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
75,68 KB
fig. 2
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
63 KB
fig. 3
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
67,26 KB

Per quanto riguarda l'avanzata del colubrinum a spese del baldense (mi vergogno della risposta ritardata di un anno!), purtroppo i dati storici sono scarsi e spesso incerti. Avanzamento c'è stato ed anche rapido, se mi fido di K.L.Pfeiffer, ma molto meno se mi baso sull'Adami che, a differenza del primo, pare abbia esplorato il monte in lungo e in largo. Peccato che ce ne abbia lasciato solo pochi cenni. L'unica possibilità che vedo è mappare la distribuzione attuale, in modo da poterla ricontrollare fra qualche decennio. Purtroppo non è semplice, perché la distribuzione è più complicata di quanto pensassi.

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Subpoto
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Inserito il - 10 settembre 2010 : 00:21:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ho l'impressione che le tue ipotesi siano molto vicine alla realtà,questa nuova bellissima forma potrebbe essere l' ibrido tra frigidosum e colubrinum che stavamo cercando, infatti ha caratteristiche di entrambe le forme.
E' logico che un simile adattamento non si formi ovunque, ma solo quando due forme vengono in contatto.

Sono più che mai convinto che questa forma non si possa considerare una sottospecie valida, anche se non ho ancora una dimostrazione definitiva.


Non concordo su quest'affermazione,probabilmente durante le glaciazioni si sarà verificata una separazione degli areali ed ogni popolazione si è evoluta indipendentemente creando delle caratteristiche proprie pur senza differenziarsi a livello specifico.
Il fatto che queste popolazioni siano in grado di effettuare un rimescolamento genetico ne sarebbe la prova.
Chilostoma colubrinum ha delle caratteristiche ed un areale ben definiti dunque potrebbe essere un chiaro esempio di un uso corretto del concetto di sottospecie.




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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 10 settembre 2010 : 17:29:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Forse mi sono spiegato male: io non penso affatto che frigidosum si origini al contatto fra baldense e colubrinum e questo per due ragioni: 1) ci sono almeno due popolazioni di questa forma ben lontane dal colubrinum: quella che ho descritto l'anno scorso dai Lessini e quella dei dintorni di Terragnolo indicata da Pfeiffer; 2) il contatto fra baldense e colubrinum avviene in molti altri luoghi senza che cio' succeda.
Frigidosum e' ritenuto una forma originatasi all'interno di baldense, e se Pfeiffer trovava molti suoi frigidosum "tendenti al colubrinum" e' perche' quelli si' erano in contatto, se non colubrinum veri e propri senza le chiazze chiaroscure (la var. "traniens" (v. qui) mostra che cio' puo' accedere).
L'esistenza di una forma analoga all'interno del colubrinum mi aveva fatto presagire una "dimostrazione definitiva" del carattere ecologico del frigidosum, ma la vicinanza con frigidosum tipici rende possibile, in alternativa, l'ipotesi dell'incrocio. Forse non c'e' altro modo di verificarlo che il DNA.

Per inciso, in questo post mostro un esempio di predazione in questa popolazione, anzi proprio lo stesso esemplare.

Altro inciso, mi sono accorto che non esiste nessun "monte Pegal" (v. discussione 3-9-2009): ho chiesto aiuto al forum "Montagne d'Italia" e credo che l'enigma sia stato risolto (v. qui)


Modificato da - Subpoto in data 10 settembre 2010 18:07:55
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spondylus
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Regione: Trentino - Alto Adige


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 settembre 2010 : 21:27:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ho l'impressione che le tue ipotesi siano molto vicine alla realtà,questa nuova bellissima forma potrebbe essere l' ibrido tra frigidosum e colubrinum che stavamo cercando, infatti ha caratteristiche di entrambe le forme.
E' logico che un simile adattamento non si formi ovunque, ma solo quando due forme vengono in contatto.

Non sono un'esperto, ma tra le molte centinaia di colubrinum della collezione museale del MTSN ve ne sono molti sovrapponibili a questo presunto ibrido. Mi è ben presente perchè a suo tempo ho passato molte ore a cercare una chiave di separazione, spesso erano mischiati in scatole di cartone con 2-300 eseplari. La variabilità di colubrinum è notevolissima. Sarebbe un classico esempio da far testare geneticamente. Previo contatto coi biologhi del Museo, raccogliendo sia il colubrinum tipico che il frigidosum tipico nonchè questa variazione geografica (l'area corrispondeva anche ai tempi della raccolta museale, 1930 e 1870) si potrebbe chiedere una verifica. Se il raccoglitore è disponibile, sentiamo Michele Menegon e gli chiediamo se la prima volta che va a Basilea a testare i suoi amati ranocchi ci fa fare anche queste. Che ne dite? Se mi autorizzate col copia incolla inoltro questa a Menegon. Let me know.

Gio
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Subpoto
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Inserito il - 13 settembre 2010 : 22:33:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ottima idea Gio,senza genetica non se ne viene fuori,l'esperienza di fern che conosce a menadito tutte queste forme potrebbe essere di grande aiuto.
Se può servire il confronto con qualche esemplare appenninico per stabilire se stiamo parlando della stessa specie posso cercare di reperirlo.
Un test preliminare come quello proposto potrebbe essere di grande aiuto per stimolare una futura revisione di questa specie che da secoli fa impazzire i malacologi.



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Sandro
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spondylus
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Regione: Trentino - Alto Adige


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 settembre 2010 : 16:25:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Subpoto:


senza genetica non se ne viene fuori


Sto cercando di coinvolgere museali interessati. Il fatto che le distribuzioni abbraccino il monte baldo è sicuramente un valore aggiunto per il nostro Museo.

Avuto contatto col cercatore infallibile. Che buffo, anche lui è un fisico con la passione dei molluschi, come me...

Hai visto il database della nostra collezione?
A voglia colubrinum e frigidosum..... Il più raro a quei tempi era il baldense.

Ma com'è che il solito sciagurato vende un endemismo come il baldense in Internet? Ed il sito è internazionale, la sede non è certo in Italia. Questo è un tema scottante.... tra un po' ci ritroviamo in vendita il Cochlostoma canestrinii... (spettacolo di conchiglia!)

grazie dei contatti, incrociamo le dita.





Gio

Modificato da - Subpoto in data 15 settembre 2010 16:48:57
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 15 settembre 2010 : 20:10:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il più raro a quei tempi era il baldense

A quei tempi il concetto di baldense era diverso da quello attuale: rappresentava "uno degli estremi seriali del tipo specifico" (De Betta) e in quanto estremo, naturalmente raro.
In questa discussione avevo riassunto le vicende nomenclaturali di questa sottospecie. Gli antichi autori lo indentificavano spesso con la sottospecie tipica (cingulatum cingulatum) o con la "var. athesina" Paulucci. Ciao,

fern
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SnailBrianza
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Flora e Fauna

Inserito il - 10 ottobre 2010 : 01:01:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riprendo questa discussione per fare alcune considerazioni su questa forma di cui dubito la validità sottospecifica ma che penso invece essere una razza ecologica del baldense che vive in determinati ambienti.
Osservando le tavole degli esemplari della collezione Pfeiffer, l'immagine del frigidosum mi ha fatto ricordare la forma che ho trovato sul Pasubio. Questa è di notevoli dimensioni rispetto al baldense tipico, spira elevata conica e ha una colorazione crema con una banda sottile contornata da una fascia più chiara.


Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum

Il Pasubio non è mai stato citato come sito di ritrovamento per questa forma ma anche la presenza simpatrica dell'altra forma "nicolisianum", che è citata in letteratura solo per i Lessini, mi ha fatto pensare che non sono mai stati fatti studi e ricerche su questo monte. Le stesse forme che troviamo dunque sui Lessini le troviamo anche sul Pasubio e questo spiega forse un legame geografico o forse solo ecologico tra i due sistemi montuosi che hanno portato le due popolazioni ad avere un'evoluzione parallela molto simile fra loro.

Questa è una delle tavole con gli esemplari di Pfeiffer:

Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum

Le tavole della collezione Pfeiffer mostrano due esemplari del monte Altissimo; il primo (fig. 23) è stato trovato ad una altezza di 950 metri mentre il secondo (fig. 24) a 1600 metri di quota e quest'ultimo mi sembra molto simile agli esemplari del Pasubio trovati alla stessa altitudine.
Non so se la sottospecie frigidosum è da ritenersi valida ma secondo me dovremmo chiamare con questo nome anche le forme del Pasubio.

Vittorio



"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca." (M.Heidegger)
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fern
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Città: Vicenza


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Flora e Fauna

Inserito il - 11 ottobre 2010 : 20:34:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il messaggio di Vittorio offre lo spunto per diverse considerazioni.

La prima e' che frigidosum sensu K.L.Pfeiffer mi sembra un non-senso (non volevo dirlo, ma se mi tirate per la giacca ...). Nei fatti egli adotta due criteri: spira "un po' elevata" (rapporto H/D > 0,5) e "ombelico stretto", ma cosi' non sapremmo piu' distinguerlo da baldense. Poiche' Vittorio si e' preso la briga di mostrarci i frigidosum di Pfeiffer (popolazione "trovata" da lui medesimo) ognuno puo' giudicare
- quanto poco gli es. di fig. 23 e 24 concordino con il disegno originale di Pollonera (qualche schermata piu' in alto).
- quanto poco il frigidosum di fig. 23 differisca dal baldenese di fig. 21, e che il baldense di fig. 20 ha forse piu' titoli per essere frigidosum, a parte la lucentezza.
Nella descrizione originale frigidosum e' piccolo (D: 23-24 mm), ha sup. rugosa, un rapporto H/D ~ 0.6, avvolgimenti stretti a crescita regolare, mentre non ricordo che dovesse avere l'ombelico stretto (nel disegno e' piuttosto largo). Volendo essere pignoli, per me quello di fig. 23 e' baldense, mentre quello in fig. 24 mi sembra una forma di passaggio al colubrinum, o addirittura una variante di colubrinum, forma che attualmente domina il M.Altissimo ed ha sovente la spira piu' elevata dell'es. raffigurato (Fig. 3 in questo post). Io preferisco dire che e' colubrinum o meglio la forma di colubrinum tipica della cresta del M.Baldo, caratterizzata da es. grandi, robusti, spesso con poche macchie scure concentrate negli ultimi giri (v. qui), come gia' notava l'Adami.

Secondo. Il carattere "spira elevata" e' tutt'altro che esclusivo di frigidosum anzi, associato a grandi dimensioni e ombelico largo, era il marchio distintivo di "Helix cingulata var. baldensis (Villa in) Rossmässler)" come si puo' vedere nella figura allegata e come in fig. 1 e 2 di questa discussione.
Iconographie, II Bd. 1839. Taf. XLVII, Fig. 603, 604
Alla ricerca di Chilostoma cingulatum frigidosum
26,96 KB

Terzo. La forma del Pasubio che ci mostra Vittorio e' molto interessante e meriterebbe un supplemento d'indagine (generalmente pero' non e' cosi' conica). Come giustamente ipotizzato, fra Lessini e Pasubio c'e' un legame stretto tant'e' che es. simili si trovano sui Lessini, proprio di fronte al Pasubio ed anche nella Vallarsa che collega i due gruppi montuosi.

Riassumendo, sono d'accordo su tutto quanto dice Vittorio, solo che io, per i motivi suesposti, non chiamerei frigidosum nemmeno quelli di Pfeiffer.
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