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 Il bisso
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Città: Ostia
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 01 settembre 2005 : 22:45:19 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Il bisso



Il bisso è una sostanza prodotta da alcuni bivalvi dell'ordine dei Filibranchi, usata dall'animale per fissarsi al substrato, a sassi od a altre conchiglie.

Biologicamente si tratta di una sostanza organica secreta dalla ghiandola bissogena in sottili filamenti che, a contatto dell'acqua induriscono rapidamente permettendo l'adesione alla superficie.

Il genere Pinna che adopera il bisso solitamente per fissarsi tra le praterie di posidonie ne produce un tipo tanto morbido e sericeo da essere usato per confezionare borsette. Gli antichi preziosi tessuti di bisso, per la loro rarità, erano un tempo destinati solo a re, papi e zar.

Questo ancoraggio può comunque essere rimosso dall'animale, come ad esempio nel genere Mytilus, utilizzando il piede per strappare ad uno ad uno i filamenti esistenti e contemporaneamente produrne di nuovi permettendogli così un lento cammino anche su rocce o muri verticali.

Alcune città del Mediterraneo, come Taranto, hanno fondato vere e proprie industrie sul bisso (chiamato anche lana pinna o lana pesce) della Pinna nobilis che raggiunge anche i 20 cm. In questo mollusco si ritrovano talvolta perle, ma il suo pregio sta nel ciuffo di filamenti, che opportunamente pettinato e trattato con soluzioni acide veniva filato e tessuto. Tinto o non con la porpora, dava stoffe pregiate, quasi diafane, con le quali nell'antichità venivano confezionate le vesti chiamate "Tarantinidie". Ancora nel 1875 F.Gregorovius, visitando la città, descrive la Pinna nobilis ed il tessuto semilanoso che dal suo bisso si produce ed i prodotti con questo confezionati: guanti, manicotti, merletti e frange, particolarmente pregiati.
La pesca della Pinna nobilis veniva fatta con un particolare uncino, il "perneutico" (il pernilegium descritto da Plinio).


Istrice

Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 02 settembre 2005 : 00:05:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ancora una trentina d'anni fa si trovava pinna nobilis nelle reti dei pescatori campani, oggi non credo. Bravo Aldo, erudiscici.

Siamo parte della natura - Salvatore
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 02 settembre 2005 : 00:12:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante!

Non avete niente da far vedere, anche qualche documentazione storica?

Fox

Pace e salute
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Istrice
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Città: Ostia
Prov.: Roma

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Inserito il - 02 settembre 2005 : 00:21:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Su Internet ho trovato questa mostra (ma ancora niente foto).

Il bisso marino – Fili d’oro dal fondo del mare
19 marzo – 27 giugno 2004
Museo di Storia Naturale di Basilea e il Museo delle Culture di Basilea

Il Museo di Storia Naturale e il Museo delle Culture espongono assieme nella prima mostra del suo genere una ventina di rarità tessili del prezioso bisso marino. Il punto focale della mostra è la sala del tesoro con gli oggetti pregiati e la loro storia culturale dall’antichità fino all’era fascista in Italia. Nella parte di storia naturale viene mostrata l’origine del tessuto tanto apprezzato: la pinna nobilis del mar Mediterraneo. Strumenti originali, documentazioni e materiale visivo di tre secoli
completano la mostra e illustrano il laborioso artigianato dall’estrazione alla lavorazione del bisso marino. Ai giorni d’oggi questo patrimonio culturale dell’Italia meridionale è andato quasi perso. Ma non del tutto, come dimostrano le attuali iniziative.
Il bisso marino è un costoso materiale tessile, dai riflessi dorati e scintillanti di cui quasi nessuno è a conoscenza. Sin dall’antichità questo materiale veniva lavorato per realizzare tessuti pregiati molto apprezzati dalla nobiltà secolare ed ecclesiastica. Non fu dunque un invenzione di Jules Verne quando fece vestire di bisso i suoi eroi nel famoso racconto 20'000 leghe sotto i mari. Solo pochi oggetti di bisso, come guanti, cappucci,
cravatte e scialli sono sopravvissuti all’effetto devastante del tempo. Il più antico data del XIV° secolo.
La seta di bisso è un prodotto della nacchera, o Pinna nobilis, la più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo che può raggiungere la lunghezza di un metro. I suoi filamenti, chiamati bisso, servono alla Pinna nobilis ad ancorarsi alle rocce del fondo marino e venivano usati come materiale grezzo da cui trarre la seta di bisso.
La produzione della seta era laboriosa e richiedeva molte tappe di lavoro, dalla raccolta e l’estrazione alla pulitura e alla pettinatura fino al filamento a mano, la tessitura e la
lavorazione a maglia. La pinna nobilis è una specie protetta ai giorni d’oggi. Eppure le conoscenze di questa tradizione artigianale non sono ancora del tutto scomparse e l’interesse rinato per il bisso marino, questo patrimonio culturale dell’Italia del Sud, è
andato perfino aumentando negli ultimi anni.
“Indossai alla svelta i miei abiti di bisso… Gli feci sapere che erano intessuti di quei filamenti lucidi e serici che fissano alle rocce le nacchere, specie di conchiglie frequenti intorno al Mediterraneo. Una volta, se ne facevano belle stoffe, calze, guanti, essendo questi filamenti nel tempo stesso morbidi e calorosi.”
Jules Verne: 20'000 leghe sotto i mari, 1870

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Città: Ostia
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Inserito il - 02 settembre 2005 : 00:25:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Chiara Vigo, tessitrice sarda, è unica in Europa ed una delle poche al mondo, che ancora tesse la cosiddetta “seta di mare”, ovvero il bisso, un filamento che secerne la Pinna nobilis che si trova nei fondali dell’Isola di Sant’Antioco.
Il “bisso” prodotto dall’animale stesso in fili molto sottili, lunghi parecchie decine di centimetri, era chiamato dagli antichi romani lana di penna o barba bissina, veniva lavorato per produrre tessuti bellissimi e tanto leggeri da meritarsi il nome di “nebbia di lino” o “vento tessuto”. E’ un’arte complessa, che richiede bravura e pazienza: Chiara Vigo, infatti, tinge il suo bisso con erba che raccoglie durante il periodo della luna nuova, che stende ad asciugare solo quando tira il libeccio e che tratta con il latte di capra. Lo fila solo con un fuso di canna e lo tesse su un pesantissimo telaio in legno. Uno dei suoi lavori più affascinanti è un arazzo in miniatura raffigurante un Leone, risultato di un lungo e delicato lavoro di tessitura della seta di mare.

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Città: Ostia
Prov.: Roma

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Inserito il - 02 settembre 2005 : 00:27:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A questi indirizzo trovate qualche immagine

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salamandre
Utente Senior


Città: Sanremo
Prov.: Imperia

Regione: Liguria


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 settembre 2005 : 21:54:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grande Aldo, ci insegni sempre cose nuove! Davvero interessante la storia del bisso. Cercherò di saperne di più.

Beppe


Tutti gli uomini sognano,...ma non allo stesso modo.
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Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 02 settembre 2005 : 22:33:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravo, bene, bis-so!

Siamo parte della natura - Salvatore
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