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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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ATTENZIONE! Poiché la manipolazione dei rettili è potenzialmente dannosa e sempre causa di stress agli animali, soprattutto se operata da persone inesperte, invitiamo tutti gli utenti di questa sezione a non postare foto di esemplari 'maneggiati'. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori. Grazie a tutti per la collaborazione
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Autore |
Discussione |
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robert
Utente nuovo
Città: bari
Regione: Puglia
3 Messaggi Tutti i Forum |
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Accipiter gentilis
Moderatore
Città: Olevano Romano
Prov.: Roma
Regione: Lazio
1964 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 05 agosto 2008 : 15:03:13
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Purtroppo viviamo in un paese nel quale la tradizione, in particolar modo cristiano-cattolica (senza offese), fa dei serpenti simboli diabolici e rappresentanti del peccato, da uccidere e bruciare....... Le tradizioni e le leggende in merito sono diverse e affascinanti.......si va dall'aspisordo al regolo al sette passi........alle vipere baffute Se ti è possibile leggi qualche passo dei vari libri scritti da Silvio Bruno dove vengono riportate molte leggende che parlano di ofidi.
eppure il vento soffia ancora...
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Patrick_S
Utente Senior
Città: Switzerland
Regione: Switzerland
1195 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 05 agosto 2008 : 16:38:11
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Mai sentito... Comunque anche l'uccisione di una vipera è ingiustificata.
Patrick Scimè |
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gigi58
Moderatore Trasversale
Città: Trapani
Prov.: Trapani
Regione: Sicilia
17657 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 07 agosto 2008 : 17:55:47
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Anche qui nel trapanese è diffusa questa credenza Gigi |
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orsobblu
Moderatore
Città: Camorino (Svizzera)
7289 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 07 agosto 2008 : 23:15:47
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Che il serpente sia per la tradizione religiosa una materializzazione demoniaca è dimostrato dalla quantità di edicole votive in cui la Vergine calpesta un serpentello. Le leggende sugli esseri mirabolanti e terribili sono molte e penso siano legate sia alla tradizione religiosa a cui si faceva riferimento sia alla convivenza non sempre facile delle popolazioni contadine di montagna con le vipere. Credo che siano significativi, a questo proposito, i parecchi ex - voto che illustrano come tema il morso di un serpente velenoso. Mia nonna mi raccontava una leggenda relativa all'orbettino (Anguis fragilis). Secondo tale leggenda, l'orbettino in origine era un serpentello maligno e velenosissimo. La Madonna, vedendo le malefatte dell'animale pose alla bestiole una specie di out - out: rinunciare alla vista o al veleno. Il serpentello, essendo malvagio, disse alla Vergine che piuttosto di perdere il veleno avrebbe preferito perdere la vista. La Madonna, di fronte a tanta perfidia, tolse all'orbettino entrambe le cose. Mia nonna non sapeva che l'orbettino non è un serpente né sapeva che ci vedeva benone. . Mia nonna compirebbe 107 anni il prossimo ottobre
"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat) |
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Accipiter gentilis
Moderatore
Città: Olevano Romano
Prov.: Roma
Regione: Lazio
1964 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 agosto 2008 : 07:25:29
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| Messaggio originario di orsobblu:
Che il serpente sia per la tradizione religiosa una materializzazione demoniaca è dimostrato dalla quantità di edicole votive in cui la Vergine calpesta un serpentello. Le leggende sugli esseri mirabolanti e terribili sono molte e penso siano legate sia alla tradizione religiosa a cui si faceva riferimento sia alla convivenza non sempre facile delle popolazioni contadine di montagna con le vipere. Credo che siano significativi, a questo proposito, i parecchi ex - voto che illustrano come tema il morso di un serpente velenoso. Mia nonna mi raccontava una leggenda relativa all'orbettino (Anguis fragilis). Secondo tale leggenda, l'orbettino in origine era un serpentello maligno e velenosissimo. La Madonna, vedendo le malefatte dell'animale pose alla bestiole una specie di out - out: rinunciare alla vista o al veleno. Il serpentello, essendo malvagio, disse alla Vergine che piuttosto di perdere il veleno avrebbe preferito perdere la vista. La Madonna, di fronte a tanta perfidia, tolse all'orbettino entrambe le cose. Mia nonna non sapeva che l'orbettino non è un serpente né sapeva che ci vedeva benone. . Mia nonna compirebbe 107 anni il prossimo ottobre
"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)
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Molto interessante questa storia..... Leggendo un po' in giro si trova che la paura per i serpenti è atavica, un ricordo di quando i serpenti velenosi erano ancora più letali di oggi, non esisteva nessun antidoto e solo la paura funzionava eccezionalmente.....chi aveva più paura e prestava maggior attenzione avrebbe lasciato la sua eredità genetica ai propri discendenti. Col tempo il tutto si è tradotto nel collegare agli ofidi dei poteri malefici e poi prima con l'ebraesimo e seguentemente con il cristianesimo addirittura l'identificazione con satana e tutte le altre credenze varie che, a seconda delle zone (anche in italia), si rifanno alla tradizione pagana.......... L'unica cosa di questa storia che mi sorprende è come sia possibile che in altre parti del mondo si siano sviluppate culture dove i serpenti velenosi (e non)rappresentino divinità (il principio è più o meno quello se lo veneri lo temi) che si basano però non sulla persecuzione (non è malvagio ma è un dio) e vengono per questo rispettati e non uccisi......
eppure il vento soffia ancora...
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aspisatra
Moderatore
Città: Svizzera
Regione: Switzerland
2170 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 08 agosto 2008 : 08:25:43
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Perfettamente daccordo con il discorso... Secondo me, però, si può interpretare la cosa in un modo leggermente diverso. Se le religioni moderne e monoteiste (cristiani, giudei, musulmani) hanno avuto bisogno di terrorizzare il popolo per farsi rispettare, sono stati costretti ha creare l'antagonismo tra il bene ed il male. L'uomo poi ha bisogno di simboli, quindi qualcuno deve raffigurare il bene(la candida Vergine, ad esempio) e un altro il male (l'inespressivo e pericoloso serpente, il lupo, pipistrello...). Spesso poi questi animali "demoniaci", appartengono a culti primitivi e considerati pagani, cioé , resi pagani per sradicarli. In altre religioni il bene ed il male sono cose necessarie per l'equilibrio (presso gli induisti, il dio Shiva detto il distruttore può essere visto come cattivo da noi, ma egli oltre a distruggere un sacco di cose, se venerato e rispettato, ci aiuta a distruggere la malattia, per cui da distruttore cattivo, ci viene in aiuto). Nelle religioni sciamaniche e più vicine alla natura, ogni essere aveva il suo ruolo e spazio, quindi rispettato e temuto, ma mai demonizzato. Se il pericoloso cobra viene rispettato, egli non ci danneggerà. Nelle risaie il cobra rischia di morsicarmi e mandarmi al creatore, però mi aiuta a non essere infestato dai ratti, che distruggendomi il raccolto mi manda pure dal creatore (con la pancia vuota).
Scusate per questa parentesi un po' lunga e complessa, ma il rapporto uomo-serpente mi appassiona molto, e potrei dilungarmi molto...
Ultima piccola nota: Da noi il sepente viene ucciso e calpestato, costretto a strisciare e mangiare polvere...1000 anni fa, in Cambodja, il serpente ("pagano") si alleava al Buddha ("sacro") unendosi e collaborando, senza che uno dovesse anientare l'altro, rispettandosi e cercando di unire i loro sforzi per un'unica causa interpretata in modo diverso...
| Messaggio originario di Accipiter gentilis:
| Messaggio originario di orsobblu:
Che il serpente sia per la tradizione religiosa una materializzazione demoniaca è dimostrato dalla quantità di edicole votive in cui la Vergine calpesta un serpentello. Le leggende sugli esseri mirabolanti e terribili sono molte e penso siano legate sia alla tradizione religiosa a cui si faceva riferimento sia alla convivenza non sempre facile delle popolazioni contadine di montagna con le vipere. Credo che siano significativi, a questo proposito, i parecchi ex - voto che illustrano come tema il morso di un serpente velenoso. Mia nonna mi raccontava una leggenda relativa all'orbettino (Anguis fragilis). Secondo tale leggenda, l'orbettino in origine era un serpentello maligno e velenosissimo. La Madonna, vedendo le malefatte dell'animale pose alla bestiole una specie di out - out: rinunciare alla vista o al veleno. Il serpentello, essendo malvagio, disse alla Vergine che piuttosto di perdere il veleno avrebbe preferito perdere la vista. La Madonna, di fronte a tanta perfidia, tolse all'orbettino entrambe le cose. Mia nonna non sapeva che l'orbettino non è un serpente né sapeva che ci vedeva benone. . Mia nonna compirebbe 107 anni il prossimo ottobre
"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)
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Molto interessante questa storia..... Leggendo un po' in giro si trova che la paura per i serpenti è atavica, un ricordo di quando i serpenti velenosi erano ancora più letali di oggi, non esisteva nessun antidoto e solo la paura funzionava eccezionalmente.....chi aveva più paura e prestava maggior attenzione avrebbe lasciato la sua eredità genetica ai propri discendenti. Col tempo il tutto si è tradotto nel collegare agli ofidi dei poteri malefici e poi prima con l'ebraesimo e seguentemente con il cristianesimo addirittura l'identificazione con satana e tutte le altre credenze varie che, a seconda delle zone (anche in italia), si rifanno alla tradizione pagana.......... L'unica cosa di questa storia che mi sorprende è come sia possibile che in altre parti del mondo si siano sviluppate culture dove i serpenti velenosi (e non)rappresentino divinità (il principio è più o meno quello se lo veneri lo temi) che si basano però non sulla persecuzione (non è malvagio ma è un dio) e vengono per questo rispettati e non uccisi......
eppure il vento soffia ancora...
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Immagine: 249,43 KB
Greg Meier |
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Zoroaster
Utente Senior
Città: Pavia
1432 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 agosto 2008 : 13:10:01
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Grazie Greg per il contributo.
Da malignetto qual sono c'è anche un altro fattore che forse potrebbe essere preso in considerazione per spiegare l'odio eccessivo di noi occidentali verso i serpenti e, all'opposto, la venerazione di alcune religioni orientali verso questi animali. E questo mistero ha una sola parola di spiegazione: la vigliaccheria umana.
Avete mai avuto un compagno di classe un po' "sfigato", magari acido, poco simpatico e permaloso? Ammettiamo che il vostro antipatico compagno fosse anche gracilino e scarsamente incline alle risse fisiche. Ecco il candidato ideale per diventare la vittima di ogni sorta di angheria da parte dei suoi coetanei.
Immaginiamo invece un'altra situazione, in cui l'antipatico di turno, con lo stesso identico carattere del tipo mingherlino di prima, è alto 2 metri, massiccio, ed esperto sia in arti marziali che in risse da borgata. Ecco il candidato ideale per diventare l'"Amico" di tutti e quasi un oggetto di leggendaria venerazione.
Con i serpenti capita lo stesso.
Qui in Europa la velenosità dei serpenti è cosa ridicola, e penso che siano più rischiosi i tricicli (che usavano i bambini dei miei tempi) o le formiche rosse piuttosto che le vipere. Ed ecco quindi che tutti, appena possono, fanno i gradassi sterminando biacchi, vipere e orbettini (considerati i più pericolosi di tutti!).
In India, invece, dove il morso di una Vipera di Russel ti manda direttamente al Creatore, dove i serpenti, velenosi e non, ci sono tutto l'anno, e dove neanche Schwarzenegger se la sentirebbe di prendere a bastonate un cobra reale di 4 metri... ecco che il serpente diviene oggetto di venerazione!
"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!" |
Modificato da - Zoroaster in data 08 agosto 2008 13:10:46 |
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orsobblu
Moderatore
Città: Camorino (Svizzera)
7289 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 08 agosto 2008 : 13:34:44
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Credo che la paura per certi animali, e la conseguente venerazione, sia in qualche modo legata alla nostra capacità di "antropizzare" gli animali stessi. Mi spiego: se guardando uno scimpanzé o un orango ridiamo, lo facciamo perché è facile specchiarci in queste scimmie antropomorfe e vedere in loro il lato buffo di NOI STESSI. Manteniamo lo stesso approccio nei confronti di gatti e cani, tentando di proiettare su di loro il nostro modo di essere e di riconoscerci nei loro atteggiamenti. Più l'animale ci è morfologicamente alieno, meno riesce l'esercizio di identificarci in esso. Chi si riconosce nello sguardo inespressivo di un serpente? Chi nelle geometrie aliene di una ragnatela? Alla fine, ma dovrebbe essere un antropologo più che un erpetologo a dire la sua , tendiamo a porci di fronte al resto del creato in base alla nostra capacità di riconoscerci in ciò che ci circonda e in base alla nostra capacità (vera o presunta) di controllarlo.
Ma è solo un parere.
Ciao!
"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat) |
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Accipiter gentilis
Moderatore
Città: Olevano Romano
Prov.: Roma
Regione: Lazio
1964 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 agosto 2008 : 13:52:31
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| Messaggio originario di orsobblu:
Credo che la paura per certi animali, e la conseguente venerazione, sia in qualche modo legata alla nostra capacità di "antropizzare" gli animali stessi. Mi spiego: se guardando uno scimpanzé o un orango ridiamo, lo facciamo perché è facile specchiarci in queste scimmie antropomorfe e vedere in loro il lato buffo di NOI STESSI. Manteniamo lo stesso approccio nei confronti di gatti e cani, tentando di proiettare su di loro il nostro modo di essere e di riconoscerci nei loro atteggiamenti. Più l'animale ci è morfologicamente alieno, meno riesce l'esercizio di identificarci in esso.
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Penso che ognuno dei partecipanti alla discussione abbia riportato delle "verità", credo anche che il rapporto con gli animali (qualunque animale) si un fatto profondamente culturale e di educazione (con i miei cugini provo ad evitare che gli vengano inculcate certe credenze)..... Il ribrezzo inculcato verso i presunti viscidi serpenti impiega anni per essere rimosso. Tante sono le stranezze di noi uomini.....molti sono contrari alla caccia ma tollerano la pesca, amano gli animali e li tengono per questo presunto amore in gabbia.......disprezzano i pipistrelli e poi usano insetticidi, odiano i serpenti ma anche i topi così uccidono prima i serpenti poi mettono gli anticoagulanti e trappole per i topi. L'uomo ormai si sente svincolato totalmente dagli equilibri ecologici.....crede di controllare tutto e tutto gli sfugge
eppure il vento soffia ancora...
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Forest
Moderatore Tutor
Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
10115 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 15 novembre 2014 : 23:49:51
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Inserisco la presente discussione anche nella nostra nuova sezione "Le tradizioni nella natura" e, con l'occasione, la vorrei commentare.
Torniamo al primissimo post di questa discussione.
Trovo interessante dal punto di vista antropologico ed etnologico il gesto di colpire con un bastone, inteso però non nel modo più "normale", ma come una sorta di gesto rituale che neutralizzerebbe "magicamente" l'animale, ma solo se effettuato con un tipo particolare di attrezzo, non con un attrezzo qualsiasi.
La cosa trova un preciso riscontro anche nella mia ricerca in corso sulla "filastrocca della chiocciola" di cui stiamo parlando anche sul forum ( Link ). Come alcuni sapranno, nelle filastrocche sulla chiocciola si chiede alla chiocciola di estrarre i "corni" come segno beneaugurante, e subito dopo, se non lo farà, si trova spesso proprio una minaccia fatta alla chiocciola del tutto analoga al gesto descritto all'inizio di questa discussione (colpire con un attrezzo che però deve essere particolare: nel caso descritto all'inizio della presente discussione si tratterebbe di colpire con un bastone che "deve essere di canna di palude"). Ecco infatti ciò che ho trovato nelle filastrocche sulle chiocciole studiate nella mia ricerca:
"se no ti ammazzerò col bastone di Giuseppe" (filastrocca n. 53 del database) (Il database è qui: Link ) "io te le taglierò col mio coltello di legno" (103) "ti taglierò la gola con il coltello di San Giorgio" (117) "ti taglia la testa con delle cesoie di argento" (171) "io te le taglierò (le corna) con il mio piccolo coltello di pietra (346) "con un grande coltello di legno per tagliarti il collo" (579)
Dal punto di vista degli studi antropologici è importante notare che l'idea, in tutti questi casi, è quella di colpire con un oggetto che deve avere due caratteristiche particolari:
A) deve essere allungato e/o affilato B) deve essere fatto di un materiale particolare, oppure essere in qualche modo "sacro" (= magico, in questo caso)
Il fatto che, nelle credenze popolari, un oggetto, per essere "magico", debba essere allungato o affilato è molto noto agli antropologi: si tratta della credenza detta "potere delle punte" (chiodi, coltelli, lame, punte di freccia, ma anche bastoni, bacchette o forbici). Pare che sia una credenza antichissima, risalente addirittura a quando i primi uomini si sono accorti di avere un maggior potere sulla natura fabbricando utensili, che per la maggior parte sono appunto allungati o taglienti.
Il fatto che, sempre nelle credenze popolari, un oggetto, per essere "magico" debba essere anche fatto di un materiale particolare è anch'esso piuttosto noto ed anche in questo caso si tratta di una credenza antichissima, la cui origine è duplice: - da una parte, dovrebbe derivare da quando l'uomo si accorse che gli utensili erano più efficaci se fatti con determinati materiali (pietra, poi pietre particolari come l'ossidiana, poi metalli) - dall'altra, al contrario, certe azioni rituali, percepite come "sacre" o "magiche", tendono a fissarsi secondo regole rigide ed immutabili; in questi casi è tipico che i materiali necessari a metterle in atto debbano essere materiali naturali antichi, a sottolineare che si sta perpetuando un rito di origini antiche (ad esempio, per fare determinati rituali popolari bisogna legare degli oggetti con funi che devono essere rigorosamente di tessuto vegetale fatto da una certa erba, oppure l'abito di un personaggio che appare nel rituale deve essere per forza confezionato con certe foglie senza usare materiali moderni, e così via… e sto citando casi precisi che conosco)
Ecco… anche se non ne sarei del tutto sicuro, a me pare che il gesto descritto da robert all'inizio di questa discussione si possa forse attribuire a questo complesso di significati.
P.S.:
Su altre cose – che nel contesto dell'argomento ben preciso con cui è iniziata questa discussione, e cercando di non disperdere l'attenzione distogliendola dall'argomento iniziale, tenderei a trovare però del tutto secondarie – concordo ovviamente senz'altro (e vigorosamente) sul fatto che l'uccisione gratuita di un serpente (anche quando è una vipera!) sia del tutto ingiustificata (oltre che vietata)!
Personalmente, perdonatemi, non concordo, invece, sul modo in cui si è parlato del simbolo del serpente nella tradizione cristiana, o delle religioni monoteiste in genere che avrebbero avuto bisogno di "terrorizzare il popolo" e sarebbero "poco vicine alla natura"… Capisco molto bene cosa intendete: sono cose che ho sentito dire molto spesso e di cui comprendo benissimo il senso; ma, semplicemente, io su questo la penso diversamente (forse anche perché la mia esperienza personale nei confronti della nostra tradizione religiosa è probabilmente molto diversa da quella di chi mi ha preceduto).
Non pretendo di rispondere a tutto, ma solo di aggiungere qualche tassello. Nelle tradizione cristiana l'importanza simbolica del serpente esiste, ma deriva però dalla tradizione ebraica, come è noto, in cui tale animale era già simbolo del male (nel noto racconto del peccato originale, ad esempio, che è ebraico e molto più antico del cristianesimo) ed era anche simbolo del sacro da venerare, nello stesso tempo (vedi l'episodio biblico in cui l'accampamento del popolo ebraico era stato invaso da serpenti velenosi, ma viene fatta innalzare una verga con in cima un serpente, guardando la quale le persone morse non sarebbero morte); ma anche la tradizione ebraica lo deriva a sua volta da precedenti tradizioni ancora più antiche, che si perdono negli albori dell'umanità. Il serpente (proprio perché vi sono al mondo serpenti molto pericolosi) è stato infatti sicuramente uno dei primi simboli del sacro, inteso però come "sacro da temere". Non dobbiamo contrapporre però il "serpente come simbolo del male" al "serpente come oggetto di venerazione": si tratta in realtà di un unico simbolo, quello del sacro visto come qualcosa di misterioso da temere e venerare allo stesso tempo. Naturalmente, questo simbolo non si è però sviluppato nel nostro Paese, né in Europa, ma vi è giunto principalmente per trasmissione culturale dal Medio Oriente e dall'Africa in tempi antichissimi: vari ritrovamenti lo dimostrano. Tra gli altri, andando sempre più indietro nel tempo:
- il complesso cultuale paleolitico di Har Karkom, nel Sinai meridionale, utilizzato da popoli semitici (antenati degli Ebrei, ma anche degli Arabi) circa 4000 anni fa, probabilmente da far coincidere proprio con il "Monte Sinai" biblico, in cui è stato trovata una raffigurazione di verga con serpente di chiaro significato religioso, probabilmente ricollegabile al secondo episodio biblico che citavo sopra: Link Link Link
- Il tempio di Göbekli Tepe, in Turchia, utilizzato tra 11500 e 10000 anni fa, che ospita diverse raffigurazioni di animali, tra cui rettili in genere e, appunto, serpenti (ancora una volta proprio una verga con serpente): Link Link Link Link Link
- l'impressionante antichissima caverna del serpente nelle Tsodilo Hills in Botswana, dove un serpente di pietra (formazione in parte naturale, ma poi certamente rifinita di proposito dall'uomo in tempi antichissimi) viene fatto oggetto da parte dei San (i cosiddetti "Boscimani") di rituali e sacrifici, pare, da circa 70.000 anni, in base ai ritrovamenti: Link Link
Settantamila anni… la "paura del serpente" (che si può e si deve vincere) ce l'abbiamo dentro da decine di migliaia di anni; non pochi sostengono che ce l'avessero già i primi ominidi… Link Link |
Website: Link Flickr: Link 500px: Link |
Modificato da - Forest in data 16 novembre 2014 17:05:36 |
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aspis
Moderatore
Città: Bari
Prov.: Bari
Regione: Puglia
2622 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 20 novembre 2014 : 18:55:12
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Anche per ammazzare le tartarughe, colpevoli di mangiare qualche foglia di insalata nell'orto, sia i contadini del sud italia (quando c'erano le tartarughe) che quelli greci, (tuttora, purtroppo) le infilzavano con la "canna magica" |
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Giemme53
Utente Senior
Città: Nuoro
Prov.: Nuoro
Regione: Italy
2140 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 dicembre 2014 : 21:33:23
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A proposito della canna e del serpente. Poiché anche in Sardegna (almeno dalle mie dalle parti) vige la leggenda dello straordinario potere delle canne di uccidere i serpenti, ho fatto una piccola indagine in rete. In parte come supponevo, ho trovato un libro di sermoni del 1600 in cui si risale all'origine di questo potere che è descritto come superiore a quello di una spada per uccidere i serpenti. Si può trovare a partire dalla pagina 115 accedendo al seguente link: Link Allora, tutto risolto? Non credo. Il predicatore non ha creato ma solo adattato e tramandato la storia della canna e del serpente che, probabilmente, si perde nella cultura e nella tradizione dei popoli mediterranei, come altre leggende.
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Saluti Giuliano
Il mio sito Web: Link |
Modificato da - Giemme53 in data 22 dicembre 2014 21:41:35 |
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aspis
Moderatore
Città: Bari
Prov.: Bari
Regione: Puglia
2622 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 22 dicembre 2014 : 22:20:48
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La verità è che nell'immaginario popolare si è sempre immaginato il serpente come un animale forte,poderoso,quasi invincibile: il fatto che una "semplice" mazzata con una canna possa ucciderlo ha attribuito a quest'ultima un potere magico |
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Mizar
Utente Super
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
11878 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 luglio 2015 : 20:30:45
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Dare la colpa alla religione per l'ignoranza dell'uomo e l'odio verso i serpenti mi sembra una forzatura, se non una ostentazione di superiorità rispetto ai poveri ingenui credenti. Come dire che gli atei non ammazzano i serpenti (e non solo). La questione non può essere decontestualizzata storicamente, perchè l'antico testamento ha qualche migliaio di anni. A quei tempi si identificava con il "male" ciò che il popolo, contadini in prevalenza, temevano e odiavano più di tutto. E in medio oriente i serpenti tra i campi facevano vittime. Se qualcuno oggi uccide un serpente, per qualsiasi motivo, è solo ignorante, e non religioso. Io ho fatto le elementari dalle suore ma ho sempre amato i serpenti. Se è vero che la gente teme i serpenti perchè scritto nei testi sacri, allora perchè molta gente teme le api dove invece se ne parla bene?? Semplice, perchè potenzialmente pungono. Così come i serpenti potenzialmente mordono. Vaglielo a spiegare che non è esattamente così. E gli esempi valgono per tantissimi animali: ragni, rane(perchè? Saltano?! Sono brutti?!), vespe, coleotteri (scambiati per scarafaggi!), lucertole, ecc ecc. Io stesso ho letto qui sul forum di persone tendenzialmente poco religiose che consigliavano l'uccisione di ragni in casa (individui singoli non infestanti) perchè il morso potenzialmente velenoso. Io invece li ho lasciati in pace. Colpa della religione? Se si vuole tutelare gli animali lottando contro le religioni si otterrà poco, la lotta va fatta contro l'ignoranza dilagante. |
Verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto al pari di uccidere un uomo. (Leonardo da Vinci) |
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Forest
Moderatore Tutor
Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
10115 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 luglio 2015 : 21:05:27
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Sono proprio molto d'accordo con Mizar. Personalmente vi posso anche dire che io sono un credente ed una persona molto religiosa e la cosa non mi crea certo per nulla alcuna contraddizione con il senso del rispetto della natura, con il valore dell'uso della ragione o con i miei interessi scientifici; tutt'altro, anzi, nel mio caso è proprio il contrario.
Nello stesso tempo, attenzione, per non perdere il filo della discussione credo che il tema principale di cui stiamo discutendo qui debba continuare ad essere quello originale: perché si ritiene nella tradizione popolare che un semplice colpetto di una canna (e non di un bastone qualsiasi, ma proprio nello specifico di una canna) sia sufficiente ad uccidere o a paralizzare un serpente? Cosa avrebbe di speciale l'oggetto "canna" dal punto di vista simbolico? Che collegamenti può avere l'uso di un particolare oggetto speciale (come la canna) con altre tradizioni, simboli o concetti? Insomma: perché la canna è "magica", come recita anche il titolo di questa discussione? Ecco, io, sopra, ho cercato di spiegarlo un po', e credo che la questione interessante di cui parlare nella presente discussione per non andare fuori tema sia innanzitutto questa. |
Website: Link Flickr: Link 500px: Link |
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marco palmieri
Utente Senior
Città: Bologna
1890 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 agosto 2015 : 19:20:59
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| Messaggio originario di Mizar:
Dare la colpa alla religione per l'ignoranza dell'uomo e l'odio verso i serpenti mi sembra una forzatura, se non una ostentazione di superiorità rispetto ai poveri ingenui credenti.
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Ciao Mizar. Sono solo in parte d'accordo con te. Anche secondo me l'odio verso i serpenti nasce dal timore generato dalla potenziale pericolosità di molti di essi ed è un po' forzato ricondurne le cause esclusivamente alla religione, ma sinceramente non credo sia necessario essere presuntuosi per esprimere giudizi critici su una religione. Nella fattispecie non si può ignorare il fatto che, almeno fino a non troppi decenni addietro, la religione cattolica sia stata nel nostro Paese un forte e pervasivo veicolo di precetti comportamentali più o meno espliciti. E' indiscutibile che l'iconografia mariana presenti spesso il serpente come emblema del male, e che ogni immagine abbia una portata semantica che va oltre il significato che le è dato dal suo ideatore. Da piccolino, ad esempio, mi ha sempre fatto pena vedere quella bestia schiacciata (preciso che, per quanto ateo, non sono diventato un satanista ).
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