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 MOLLUSCHI TERRESTRI E DULCIACQUICOLI
 Charpentieria stentzii (ssp da definire)
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Ezallot
Utente Senior

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Inserito il - 03 agosto 2008 : 18:59:37 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ecco una popolazione con costolatura accentuata... non mi sembra possibile assegnarla a "sottospecie" nota...Altipiani di Asiago VI
Immagine:
Charpentieria stentzii (ssp da definire)
130,28 KB

Modificato da - Subpoto in Data 03 agosto 2008 21:36:54

Ermanno
Moderatore


Città: Longare
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Regione: Veneto


6436 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 03 agosto 2008 : 20:05:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma che strana ! senbra intermedia tra la paroliniana e la letochana .

Ermanno
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Subpoto
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Inserito il - 03 agosto 2008 : 21:35:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante questa forma con il labbro molto prominente,ha un habitat particolare?
Spesso assumono questa forma popolazioni adattate a vivere su rocce esposte con poca copertura vegetale.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
Sandro
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2336 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 agosto 2008 : 11:41:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante. Per vari aspetti mi ricorda la faueri, da me presentata in
Link
Mi chiedo se e' stata trovata proprio sull'altopiano o sul pendio che scende al Brenta, perche' li' anch'io ho trovato qualcosa di simile, "quasi" sull'altopiano ma pur sempre ancorata all'ambiente di gola fresca e umida, per non dire bagnata, che avevo classificato "faueri" in base alla forma della conchiglia, dato che non so fare altro.
Se e' il primo caso, sarebbe un altro esempio di un fenomeno che gia' stavo ponderando a proposito di Chilostoma cingulatum, cioe' che a volte le specie della Valle del Brenta risalgono l'intero pendio e si diffondono, o almeno potrebbero diffondersi, sull'altopiano, anche se qui gli habitat favorevoli diventano frammentari.
Bank descrive la sua faueri come una "specie" diffusa nella valle del Brenta e parte della Valsugana ed uno e' portato a credere che si trovi solo in prossimita' del fondovalle ma un'indagine sul terreno potrebbe farci cambiare idea.
C'e' una frase significativa del Bank, che mi e' rimasta impressa: egli afferma, nientemeno, che nel locus classicus della paroliniana si trova in realta' la faueri, mentre la vera paroliniana vive in altre stazioni. Sostiene quindi che De Betta si sarebbe sbagliato.
Eppure nella "Malacologia Veneta" del 1870, De Betta descrive cosi' la sua paroliniana: "striata od anche costulata, opaca, di color bruno-corneo o bruno-nerastro, sutura senza papille, lunella distinta". Presumo che sia identica alla descrizione originale del 1855.
A parte l'assenza di papille (le coste o strie sono costituite proprio dallo sviluppo delle papille) par di capire che l'aspetto normale della specie di De Betta era quello striato, non quello costulato. Come dire che la faueri e' proprio la vera paroliniana! Scherzi del destino.

fern

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Subpoto
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Prov.: Roma

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9022 Messaggi
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Inserito il - 04 agosto 2008 : 14:53:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Saranno da valutare le differenze su cui Bank istituisce questa sottospecie,con la variabilità della conchiglia dei clausilidi si potrebbe stabilire quasi una sottospecie in ogni stazione esaminata.
Che vi siano due diverse sottospecie nella valle del Brenta mi sembra assurdo considerando che non vi dovrebbero essere insormontabili ostacoli per la diffusione di una delle due sottospecie tra un areale è l'altro.




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Sandro
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Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


927 Messaggi
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Inserito il - 04 agosto 2008 : 21:11:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
be.... se vi interessa, ho scritto un breve articolo a proposito qualche anno fa': annali del museo di storia naturale di Udine.....non ricordo se 2000 o 2001...
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Subpoto
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Città: Roma
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Inserito il - 04 agosto 2008 : 22:47:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'articolo mi interessa moltissimo,se hai il pdf ti invio il mio indirizzo Email.
Per molte specie è necessaria una differenziazione anatomica,per altre un approfondita analisi delle differenze di habitat,se vogliamo fare una salto di qualità ci dovremo interessare anche di questi aspetti della classificazione.
Ora è periodo di ferie,quando al ritorno saremo ben riposati prenderemo in considerazione come organizzare i nuovi dati.
Qualche buon consiglio è molto gradito poi dovremo valutarne la fattibilità.



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Sandro
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