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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 13:01:17
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Entriamo nel mar Tirreno, probabilmente il più ricco di situazioni dell’intero Mediterraneo. Naturalmente se qualcuno vuole aggiungere qualcosa a quanto scrivo, a maggior ragione adesso che arriviamo ai mari di casa nostra, è il benvenuto.
Il Tirreno settentrionale è una sezione di mare di profondità modesta, nell’arcipelago toscano le profondità massime superano di poco i 300 m, tra le isole di Gorgona e Capraia e tra le isole del Giglio e di Montecristo, ma per la maggor parte del fondale le profondità si mantengono a quote comprese tra 100 e 200 m. Nel bacino che separa l’isola di Montecristo dalla Corsica il Tirreno settentrionale tocca la propria massima profondità, a quota 870 m.
Naturalmente la principale caratteristica di questa sezione di mare è costituita dalle isole dell’arcipelago toscano: sono sette isole maggiori più un gran numero di isolette e scogli affioranti. In ordine di grandezza decrescente le isole sono: - Isola d’Elba - Isola del Giglio - Isola di Capraia - Isola di Pianosa - Isola di Giannutri - Isola di Montecristo - Isola di Gorgona tra le isole di piccole dimensioni ricordo solo le due che si ergono in pieno mare, a distanza da altre isole maggiori: le Formiche di Grosseto (un gruppo di tre isolotti) e lo scoglio d’Affrica (o Formica di Montecristo).
Prima di analizzare l’andamento dei fondali ritengo utile fare una veloce premessa sulla genesi geologica di quest’area, utilizzando le isole dell’arcipelago toscano per un percorso indietro nel tempo. Come detto, oggi il Tirreno settentrionale è un mare poco profondo ma le cose non sono state sempre in questo modo, nel Cretaceo superiore (100 Ma) qui c’era un oceano, compreso tra due placche continentali convergenti, la placca corsa e la placca appenninica. La collisione tra queste due placche continentali ha portato nell’Oligocene (25 Ma) alla scomparsa di quell’antico mare, allo sprofondamento della crosta oceanica e all’innalzamento di una catena montuosa formata dal corrugamento dei depositi marini continentali, frammisti a lembi di crosta oceanica. Poi nel Miocene superiore (10 Ma) la tettonica inverte il senso del proprio movimento, diventa distensiva, le placche continentali tornano ad allontanarsi e la neocatena montuosa progressivamente sprofonda all’interno di un nuovo bacino marino, che diventerà l’attuale Tirreno settentrionale. Come sempre, quando la crosta si distende, si creano le condizioni per la risalita in superficie di magmi profondi e questo fenomeno ha formato il distretto igneo all’interno dell’arcipelago toscano, con rocce sia vulcaniche, sia intrusive (plutoni).
Ma vediamo come questa dinamica geologica si è impressa nelle isole dell’arcipelago. Gorgona, la più piccola tra le isole, è formata da rocce ofiolitiche, cioè da residui di quell’antica crosta oceanica cretacica, metamorfosati nel corso dei successivi eventi tettonici. Quest’isola è un ricordo della fase tettonica più antica, quella compressiva. Capraia all’interno dell’arcipelago è l’unica isola di origine vulcanica. Durante la distensione continentale miocenica qui esisteva un vulcano con attività sia effusiva che piroclatica e l’isola odierna è quanto rimane ancora oggi di quell’antico edificio vulcanico. L’attività vulcanica di Capraia è datata tra 7,6 e 4,7 Ma. Montecristo è un plutone. Cioè una massa di magma solidificatasi a bassa profondità senza alcun tipo di emissione verso l’esterno, sotto una copertura di rocce sedimentarie pre-esistenti. La successiva dinamica tettonica ha poi sollevato il plutone all’esterno e ha progressivamente eroso la copertura sedimentaria. I magmi sotterranei dell’isola di Montecristo si sono solidificati 7 Ma fa. Giglio è una situazione del tutto simile a quella di Montecristo, con la differenza che conserva ancora alcuni lembi della copertura sedimentaria e metamorfica del plutone. I magmi sotterranei dell’isola del Giglio si sono solidificati 5 Ma fa. L’Elba presenta una situazione geologica molto complessa, dominata da due plutoni di grandi dimensioni, il Monte Capanne (7 ma) e un secondo plutone più recente (5 Ma) collocato nella porzione centrale dell’isola e tuttora interamente ricoperto dalla copertura sedimentaria metamorfosata dal plutone stesso. Sull’isola sono inoltre presenti anche lembi della copertura sedimentaria pre-neogenica. Questa situazione di contatto prolungato ed eterogeno tra rocce ignee intrusive e rocce sedimentarie ha creato il paradiso mineralogico che oggi rappresenta quest’isola.
Mancano ancora due isole, che però hanno una storia diversa dalle precedenti: Giannutri è un’isola formata da calcari triassici, gli stessi che si ritrovano nel prospiciente promontorio dell’Argentario, di cui l’isola rappresenta un prolungamento a mare. Pianosa infine è l’unica isola dell’arcipelago formata da coperture sedimentarie successive alla fase di magmatismo miocenico, per questo motivo è l’isola più giovane dell’arcipelago.
Speravo di tenerla più breve, spero che un po’ di geologia possa contribuire alla conoscenza di questa bellissima area. Torniamo ai fondali marini attuali…
Come detto i fondali di quest’area si mantengono bassi, dalla parte italiana la platea ontinentale è molto estesa, fino a 50 Km di fronte a Grosseto, mentre sulla costa corsa la platea è molto più contenuta, circa 15-20 Km di estensione. In entrambi i versanti la scarpata continentale è incompleta a causa della bassa profondità del bacino che separa la Corsica dalle isole toscane, un bacino che non raggiunge mai i 1000 m di profondità e addirittura si riduce a 300 m di profondità nello stretto canale (appena 10 Km di larghezza) che divide la piattaforma continentale corsa all’altezza di Capo Corso dalla piattaforma dell’isola di Capraia. Oltre alle isole dell’arcipelago toscano questa zona di mare presenta alcuni interessanti banchi: il banco di Santa Lucia (43°35'N - 9°28'E) posto 60 Km a nord di Capo Corso e circa altrettanto da Livorno, che risale fino 130 m di profondità; un banco più superficiale, collocato a metà strada tra Capo Corso e il banco di Santa Lucia, dove il fondale risale ad appena 57 m di profondità ad oltre 30 Km di distanza dalla costa corsa. Più due banchi situati nella sezione meridionale di quest’area: uno costituisce il prolungamento verso sud della catena che unisce Capraia, Pianosa e lo Scoglio d’Affrica, che risale fino a 91 m di profondità, mentre un secondo banco, profondo 163 m, si innalza a SW di Giannutri, ormai in prossimità della piana abissale del Tirreno centrale.
Come di consueto evidenzio i confini e numero l’area analizzata:
6. Piana abissale del bacino Sardo-Corso 11. Mar Tirreno settentrionale
A questo punto, grazie al Servizio Cartografico della Regione Toscana, diamo anche un’occhiata alle biocenosi bentoniche del Tirreno toscano, questa che segue è la prima parte, tra La Spezia e Livorno, seguiranno le altre
Lungo la costa prevalgono i depositi sabbiosi, ma non mancano le biocenosi da substrato duro, al largo i sedimenti si fanno più fini (fangosi). Nell’area di mare antistante Livorno è presente un’ampia biocenosi dominata da Posidonia oceanica, mentre più a nord e più al largo sono presenti due ampie zone con biocenosi a Leptometra phalangium, un crinoide, detto anche ‘feniccio’, che vive tra i 120 e i 180 m di profondità. Attorno all’isola di Gorgona prevalgono le biocenosi di substrato duro, contornate con buona continuità da praterie di Posidonia.
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PS
Utente Senior
Regione: Friuli-Venezia Giulia
4462 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 13:58:04
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I complimenti sono più che doverosi, grazie tante per tutto il lavoro che stai facendo. |
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CarloAG
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
1664 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 14:27:57
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Sono ripetitivo: un lavoro eccellente e la "lezione" di geologia è di primaria importanza. Scendendo unpò più in giù....non dimenticarti del vulcanesimo sottomarino di cui questo Bacino è più che ricco!
Carlo A.G. |
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Ermanno
Moderatore
Città: Longare
Prov.: Vicenza
Regione: Veneto
6436 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 15:31:48
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Un piccolo contributo all'ottimo lavoro di Andrea ... presso questo indirizzo : Link potrete trovare numerose, inportanti, informazioni riguardanti l'area marina in questione.
Ermanno |
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squalo
Utente Senior
Città: roma
1201 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 17:31:33
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Adesso mi spiego perchè l'Arcipelago Toscano ha fondali tra i più ricchi di vita bentonica che abbia mai visto...la strettoia tra la Corsica e la piattaforma toscana provoca un flusso e riflusso di correnti dovuto all'effetto Venturi.Tali flussi apportano sostanze nutritive che , unitamente alla temperatura abbastanza fredda, fanno crescere vere e proprie foreste di gorgonie e vari tipi di coralligeno.Sono molto ricche anche di molluschi, sicuramente più che le Pontine.
Ottima idea quella di analizzare i fondali zona per zona
Grazie Theco Squalo |
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myzar
Utente Senior
Città: Livorno
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
3886 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 13 marzo 2008 : 18:43:09
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Caro Theco, nel farti i miei cmplimneti per il lavoro che stai svolgendo, volevo chiederti la fonte cartografica che usi. Te lo chiedo perchè la carta in mio possesso (foglio dal "Gombo al Canale di Piombino" dell'Istituto Geografico Militare fornisce profondità alquanto differenti: ad esempio posiziona a Sud Ovest di Gorgona una vasta area tra 400 e quasi 600 metri, qui da noi popolare assai perchè ricca di Coralli Bianchi, che sembra assente nella tua carta. Inoltre volevo comunicare agli interessati che ho in mio possesso l'intera carta bionomica dei Mari Toscani. myzar |
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ninocasola43
Utente Super
Città: s.agnello
Prov.: Napoli
Regione: Campania
6360 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 marzo 2008 : 00:24:12
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quando i vecchietti fanno ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! bel lavoro, Theco nin |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 marzo 2008 : 10:49:22
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Grazie a tutti per i complimenti, sono contento che questo lavoro vi interessi, a me diverte molto... lavorarci è un po' come se potessi visitare personalmente tutti i bellissimi angoli del nostro mare.
Per Carlo: una delle prossime schede è dedicata a Marsili & Co.
Per Ermanno: davvero interessantissimo il lavoro che hai segnalato, lo utilizzerò...
Per Squalo: allego una mappa, tratta dal lavoro segnalato da Ermanno, che riporta l'andamento delle correnti a grande scala. La corrente tirrenica (TC) proviene dal bacino mediterraneo orientale e contribuisce poi a formare la corrente profonda in uscita da Gibilterra. L'elevata biodiversità di questa zona è da attribuire, oltre al regime delle correnti, anche alle ridotte distanze presenti tra i tanti fondali compatibili con la vita bentonica: una forma larvale riesce a colonizzare un nuovo habitat se la durata del 'viaggio' è compatibile con il suo ciclo biologico.
Per Myzar: se la tua carta bionomica è compatibile con un invio per email te ne chiederei copia, per risparmiarmi il tempo di ricomporla dal 'legnoso' SIC regionale.
La carta di base che sto utilizzando è la IBCM (International Bathymetric Chart of the Mediterranean) elaborata dal'IOC (Intergovernmental Oceanographic Commission) dell'Unesco, nella versione 1981, non la più recente ma la sola che sono riuscito a trovare online. Quella che segue è la didascalia della carta utilizzata.
Per lo scostamento con la carta IGM ipotizzo una possibilità: la IBCM è in scala 1:1.000.000, mentre i fogli IGM dovrebbero essere in scala 1:100.000, quindi molto più dettagliati. E' quindi possibile che la batimetrica dei 500 m, che si dovrebbe vedere in quella zona, abbia dimensioni che sono fuori scala per la IBCM. Ho cercato online qualche riscontro ai dati di Myzar e ho trovato la mappa che allego, che rende ragione proprio della presenza di un'area di profondità superiore ai 500 m a SW di Gorgona. La larghezza massima dell'area è di circa 2,5 Km e in alcuni punti si riduce ad appena 1 Km; sulla scala IBCM significa un'area di larghezza compresa tra 1 e 2,5 mm, probabilmente troppo piccola per essere evidenziata.
In generale questo è un lavoro a macroscala e quindi dobbiamo mettere in conto difformità di questo genere sulla scala minore, quando è possibile segnaliamole, come fatto da Myzar, in modo da potere inserire micro-aggiustamenti a scala di dettaglio.
Ciao, Andrea |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 17 marzo 2008 : 13:23:46
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Proseguo verso sud con la carta bionomica dei fondali dell'arcipelago toscano: da Livorno a Grosseto, utilizzando dati prelevati dal Piano di Parco del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Il litorale continentale Il litorale a sud di Livorno si presenta con la tipica biocenosi da sabbie fini mobili, fino al promontorio di Piombino. In questo tratto di costa si evidenzia un’importante prateria di Posidonia, collocata di fronte a Cecina, in corrispondenza delle Secche di Vada; si evidenzia inoltre, poco più a sud sempre all’interno del dominio sabbioso, un’area dominata da praterie di Cymodocea nodosa, una spermatofita marina colonizzatrice, che precede e prepara il terreno all’insediamento del Posidonieto. Posidioneto che di nuovo si presenta a nord del promontorio di Piombino e all’interno del Golfo di Follonica. A sud dei fondali rocciosi di Punta Ala riprendono le biocenosi sabbiose con Cymodocea nodosa. Procedendo verso il largo si ripete la successione tipica che vede le cenosi sabbiose sostiuite progressivamente da biocensi di fango, con la presenza di una cospiciua fascia a Leptomeria phalangium a sud dell’Isola d’Elba.
L’isola di Gorgona A punta Paratella Ovest ossia in direzione 250° la falesia discende abbastanza dolcemente ed è colonizzata, dalla superficie fino a circa 27 metri di profondità, da un popolamento fotofilo. Nei primi metri di profondità esso è costituito esclusivamente da alghe fra le quali si scorgono ciuffi di Posidonia oceanica. Lo sperone roccioso presente a 27 metri di profondità consente l’instaurarsi di specie più sciafile, da qui il fondale sprofonda rapidamente fino a 45 metri, degne di nota sono le spettacolari gorgonie del genere Eunicella. Dalla medesima Punta in direzione N-E il primo tratto della scogliera, colonizzato prevalentemente da un popolamento algale fotofilo, termina a 30 metri di profondità su un pianoro a Posidonia oceanica. La Secca di Cala Scirocco emerge da un fondo sabbioso di circa 40-50 metri e si porta con varie sommità fino a 21 metri di profondità. Alla base dello scoglio di trova una prateria di P. oceanica all’interno della quale sono presenti molti esemplari di Pinna nobilis. La porzione sud-occidentale dell’Isola tra Cala di Pancia e la Costa dei Gabbiani presenta la scogliera che scende fino a 50 metri. Sulla parete sono presenti numerose Gorgonie del genere Eunicella. In direzione est da Punta della Tacca da un fondale sabbioso di 40 metri si ergono fino a 25 m tre formazioni rocciose piramidali note come Secca di Punta della Tacca. Le pareti di queste formazioni sono colonizzate da E. cavolinii spesso associata a Pteria hirundo. A Costa dei Cantoni, sotto la rocca vecchia è presente una franata di sassi tra i quali spuntano ciuffi di P. oceanica. A circa 19 metri di profondità è presente una parete rocciosa sulla quale si trovano gorgonie del genere Eunicella e madrepore del genere Leptosammia. Tale parete giunge fino ad una profondità di 39 metri e si continua su un fondale a Melobesie libere. Dallo scoglio affiorante di Punta di Cala Scirocco si diparte una parete verticale perpendicolare alla costa che giunge fino ad una profondità di 33 metri nota come Punta di Cala Scirocco. Alla base della parete è presente una prateria di P. oceanica alla quale sono associati numerosi esemplari di Pinna nobilis.
L’isola di Capraia Fino a circa 5-10 m di profondità si trova falesia vulcanica, segue, fino a 15-20 metri, una scarpata dove si alternano sedimenti a blocchi rocciosi, da qui inizia un pianoro con sedimenti detritici sovente colonizzato da Posidonia. Il precoralligeno, che inizia a circa 15-20 di profondità è dominato da Spirastrella conctatrix e Phorbas tenacior, già a 25 m la falesia lascia il posto ad un fondale sabbioso o a posidonie, impedendo di fatto lo sviluppo di una vera biocenosi coralligena.
L’isola d’Elba I fondali dell’Elba presentano una grande varietà di situazioni ambientali: falesie ripide, coste rocciose con inclinazione ridotta, secche rocciose del largo, grotte, con biocenosi bentoniche quindi molto diversificate. Si segnalano i ricchi popolamenti di Paramuricea clavata diffusi un po’ ovunque lungo la costa ed un popolamento a Corallium rubrum sui fondali prospicienti Capo Fonza (Marchetti, 1965). Importanti e significative le colonie di ostriche (Ostrea e Spondylus). In una guida naturalistica, Valenti (1993) segnala la presenza di ricchi e diversificati popolamenti dell’infralitorale fotofilo e sciafilo sui fondali antistanti (versante orientale dell’isola) Punta delle Cannelle, con abbondante presenza di gorgonie rosse P. clavata tra 25 e 40 m di profondità. Lungo il versante meridionale meritano di essere segnalati lo Scoglio della Focacciola (con interessanti ambienti di grotta), l’Isolotto della Corbella (Capo Stella), dove intorno i 37 m di profondità è presente il corallo rosso, la Secca di Fonza (Capo Fonza), con un popolamento sciafilo molto ricco che comprende un popolamento a corallo rosso, la secca di Capo Poro (al largo della Punta di Campo), un affioramento roccioso tra i 36 e i 50 m di profondità con un ricchissimo popolamento sciafilo che comprende anche il corallo rosso, Punta Fetovaia, con un interessante ambiente di falesia da 0 a oltre 50 m di profondità, dove è segnalata la presenza della spugna Axinellae damicornis. Lungo il versante settentrionale sono da segnalare gli isolotti delle Formiche della Zanca, dove il ricco popolamento sciafilo è dominato dalla presenza di gorgonie gialle e rosse, Punta della Madonna, con ricca presenza del briozoo Sertella beaniana, Capo d’Enfola, lo Scoglietto e la Secca di Capo Vita, con interessanti ambienti di grotta e un ricco popolamento di Pinna nobilis, la secca del frate a Palmaiola e Cerboli, con le loro spettacolari pareti verticali e un ricco popolamento sciafilo.
L’isola di Pianosa L’Isola di Pianosa è costituita da un calcare organogeno fortemente cementato. La costa, lungo quasi tutto il perimetro dell’isola scende verticalmente, formando grotte e insenature fino a 5-12 m di profondità, ove si risolve in ammassi detritici costituiti da grossi blocchi. Sui 12 m inizia una platea subpianeggiante che degrada lentamente fino ai 20 m; qui si può avere un fondale a grana media, spesso organogeno. La zona sopralitorale è ricchissima di pozze di scogliera, alcune delle quali si trovano sino a 5 m al di sopra della linea di marea. Sono presenti Chtamalus, Patella, Littorina, Gibbula, Carcinus, Portunus corrugatus, Ligia italiaca, e pesci quali blennidi L’infralitorale fotofilo si estende fino a circa 20 metri di profondità dove, con poche eccezioni come Punta Brigantina, domina Posidonia oceanica. La specie di maggiore interesse è il bivalve Pinna nobilis che ospita generalmente il piccolo granchio Pinnoteres pinnoteres. A profondità maggiori, nell’infralitorale sciafilo, a circa 40 metri spiccano le gorgonie del genere Eunicella e Paramuricea ed il noto Corallium rubrum, tutti di dimensioni eccezionalmente elevate, i banchi più consistenti di corallo vengono segnalati intorno lo scoglio della Scarpa.
Le Formiche di Grosseto Merita segnalare un lussureggiante popolamento delle gorgonie Eunicella cavolinii e Paramuricea clavata, posti rispettivamente tra i 25 e i 35 m e tra i 35 e 45 m di profondità, che caratterizza il fondale roccioso della parte più meridionale delle Formiche. In località Formica Grande è segnalata la presenza del corallo nero Gerardia savaglia e di un ricco popolamento di gorgonie rosse. |
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squalo
Utente Senior
Città: roma
1201 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 17 marzo 2008 : 16:01:17
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In particolare ricordo bene che la Formica Grande è caratterizzata da una secca che scende fino a circa 60m.Entrambe le pareti sono ricche di gorgonie di tutte o quasi le specie esistenti. Tra i rami ed alla base dell'Eunicella cavolinii ,in questa zona erano piuttosto frequenti le Neosimnia spelta e le Coralliophila brevis. Comuni anche le Pteria hirundo sulle Paramuricea clavata e molte valve di Manupecten pestfelis sul fondo(più difficili da vedere viventi). E' uno dei siti in cui ho visto davvero molto frequenti queste specie, oltre a molto pesce, in particolare dentici stanziali davvero enormi.
Squalo |
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Fabiolino pecora nera
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
5000 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 17 marzo 2008 : 16:40:54
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| Messaggio originario di squalo: in questa zona erano piuttosto frequenti le Coralliophila brevis. Squalo
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Una bella e opercolata per un povero bimbo che non la possiede?
Fabiolino pecora nera ...il vero, l'unico, l'originale... |
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squalo
Utente Senior
Città: roma
1201 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 17 marzo 2008 : 18:25:25
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| Messaggio originario di Fabiolino pecora nera:
| Messaggio originario di squalo: in questa zona erano piuttosto frequenti le Coralliophila brevis. Squalo
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Una bella e opercolata per un povero bimbo che non la possiede?
Fabiolino pecora nera ...il vero, l'unico, l'originale...
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E a che gli serve una Coralliophila brevis ad un bimbo congolese? Tutto guardai.Nulla toccai.
Squalo |
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Fabiolino pecora nera
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
5000 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 17 marzo 2008 : 18:45:36
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| Messaggio originario di squalo:
E a che gli serve una Coralliophila brevis ad un bimbo congolese? Tutto guardai.Nulla toccai.
Squalo
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Per rivenderla e comprare cibo per sfamarsi, povero, non ti fa tanta tanta pena? Però non accetta donazioni di cibo ...
Fabiolino pecora nera ...il vero, l'unico, l'originale... |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 11:45:49
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L'ultimo pezzo...
Sul continente sono presenti biocenosi di substrato duro lungo tutto il promontorio dell’Argentario, sostituite da sabbie a nord e a sud dello stesso. Lungo le coste di tutte le isole predominano, a volte in via esclusiva, le biocenosi di substrato duro; sulla piattaforma di tutte le isole appare ben sviluppato il posidonieto, che assume una consistenza particolarmente importante nel basso fondo dello scoglio d’Affrica.
Isola di Montecristo La stessa maestosa morfologia della parte esterna di questa isola si presenta sotto la superficie del mare. Le pareti rocciosi immerse si presenta estremamente ripide, con massi di frana e crepacci. Non sono disponibili studi specifici sul macrozoobenthos di questa isola. È stata segnalata la presenza di Patella ferruginea e di Jujubinus baudoni.
Isola di Giannutri La posizione geografica, le vicissitudini geologiche e soprattutto la natura calcarea rendono Giannutri peculiare e particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico. Numerose e spettacolari le grotte sommerse, una volta abitate dalla foca monaca. La corrente temperata che lambisce le coste dell’isola consente la presenza di molte specie termofile tipiche di aree più calde del Mediterraneo, che trovano in questa zona il limite settentrionale del loro areale di distribuzione. La distribuzione dei popolamenti animali e algali, della porzione mesolitorale e infralitorale è caratterizzata da una notevole variabilità spaziale, anche su scala molto ridotta. Nel piano mesolitorale è significativa la presenza di alcune specie di patelle, quali Patella lusitanica, P. ulyssiponensis e P. ferruginea. L’infralitorale è caratterizzato dalla presenza di alghe corallinacee incrostanti Peyssonellia spp. e dalle alghe verdi erette Flabellia petiolata e Halimeda tuna. Il popolamento animale è caratterizzato dalla presenza dei Poriferi Spongia officinalis, Oscarella lobularis e Chondrosia reniformis. Sono presenti popolamenti di gorgonie gialle e bianche (Eunicella cavolini ed E. stricta). Scendendo più in profondità, dove i popolamenti fotofili vengono sostituiti da popolamenti più sciafili, sono presenti ricchi popolamenti dominati dalla gorgonia rossa Paramuricaea clavata. Questa ultima forma interessanti facies a Punta Secca e Punta S. Francesco. Sulle falesie di Giannutri è possibile osservare l’ormai raro corallo nero (Gerardia savaglia). Presente anche lo spondilo Spondilus gaederopus. Il popolamento circalitorale, data l’estrema trasparenza delle acque, si pone a Giannutri a profondità superiori ai 40-50 m. Le volte delle numerose grotte presenti mostrano la presenza di Leptosammia pruvoti, Parazoanthus axinellae, Sertella septentrinalis e Corallium rubrum. In particolare grotte con corallo rosso sono presenti tra Punta del Capel rosso e Cala Ischiaiola e tra Punta Scaletta e Punta S. Francesco.
Isola del Giglio A circa 5 metri di profondità fra le specie animali presenti sono segnalate Crambe crambe e Schizoporella longirostris; Tra 10 e 15 m comunità ad alghe frondose alternate a comunità sciafile nel caso di illuminazione ridotta. Le ricorrenti spaccature e cavità nella roccia consentono l’insediamento anche di comunità coralligene o delle grotte semioscure. Il precoralligeno inizia a circa 15-20 di profondità, è dominato da Spirastrella conctatrix e Phorbas tenacior. Peculiare, a circa 20 metri di profondità, è la presenza della facies sciafila ad Eunicella cavolinii. A 35-45 metri il coralligeno si presenta con imponenti formazioni a Paramuricea clavata. Interessanti i fondali dell’isolotto delle Scole, con ricchi e rigogliosi popolamenti a gorgonie rosse (P. calavata) e Briozoi (Pentapora). In località Scoglio Grande viene segnalata anche la presenza di Gerardia savaglia e del porifero Axinella damicornis. Sulla secca di Zampa del Gatto (Punta Corbaia, versante sud orientale) è segnalata la presenza di grandi gorgonie Lophogorgia sarmentosa, tipica di acque ad elevata sedimentazione. A punta del Capel Rosso (lato meridionale dell’isola) è segnalata la presenza di alcuni rami del corallo nero Gerardia savaglia, di numerosi esemplari di L. sarmentosa e P. clavata; allo Scoglio del Corvo (versante occidentale) sono segnalati ricchi popolamenti di gorgonie rosse e spugne Axinella damicornis; Punta del Fenaio (versante settentrionale), ove sono presenti spettacolari pareti di gorgonie rosse. |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 12:04:33
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Mi congedo da questo splendido arcipelago con una serie di immagini in volo...
Capraia da sud a 2000 m di quota 287,85 KB
Elba da ovest a 5000 m di quota 270,07 KB
Giannutri da sud a 500 m di quota 262,55 KB
Giglio da sud a 2000 m di quota 279,62 KB
Gorgona da sud a 1000 m di quota 263,98 KB
Montecristo da sud a 1000 m di quota 268,8 KB
Pianosa da sud a 2000 m di quota 284,66 KB
Ciao, Andrea |
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Fabiolino pecora nera
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
5000 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 13:02:43
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Come al solito lavoro bellissimo, e scusaci se lo abbiamo interrotto con le nostre battute scieme . Ciao ciao
Fabiolino pecora nera ...il vero, l'unico, l'originale... |
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myzar
Utente Senior
Città: Livorno
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
3886 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 14:03:09
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Bene Theco, ottimo lavoro. Il mio amato Arcipelago non poteva uscirne meglio. myzar |
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PS
Utente Senior
Regione: Friuli-Venezia Giulia
4462 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 14:07:13
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Mi viene voglia di tuffarmi! |
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squalo
Utente Senior
Città: roma
1201 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 15:06:04
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Una volta andammo ad immergerci fino allo Scoglio d'Africa, pensando di trovarci cose mai viste,data la lontananza e l'aria "sperduta". Invece trovammo appunto un enorme posidoneto e pietrisco su tutta la piattaforna cui poggia questo grosso scoglio.Le pareti di gorgonie iniziano dopo i 50m ,dice chi le ha viste,troppo profonde per poterle apprezzare in tempi ragionevoli.
Al contario invece, è ricchisimo di coralligeno(e molluschi) il promontorio dell'Argentario. C'è un intero scoglio sommerso letteralmente ricoperto di Corallium rubrum.
Infine, le Scole al Giglio offrono uno dei più bei scenari mai visti di fondale mediterraneo.Insospettabili, per la vicinanza al porto che le fa apparire poco appetibili, sono invece un'esplosione di vita bentonica e pesci. Ci ho visto una varietà di molluschi incredibile e di grosse dimensioni, il tutto accompagnato da un fitto banco di barracuda stanziali sempre sulla testa.
Grazie Theco per avermi fatto rivivere grosse emozioni...meno male che manca poco alla "stagione"
Squalo |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 18 marzo 2008 : 15:21:05
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Squalo, un po' di invidia... Buona stagione...
Grazie di nuovo a tutti
Ciao, Andrea |
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Astemio
Utente Senior
Città: Monte Argentario
Prov.: Grosseto
1061 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 08 gennaio 2011 : 22:41:14
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Bellissimo e molto istruttivo, soprattutto questo del mediterraneo settentrionale che mi circonda...Grazie Theco
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Discussione |
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