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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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theco
Utente Super
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Inserito il - 11 marzo 2008 : 16:38:18
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Completiamo le coste francesi con il litorale provenzale e arriviamo in Italia, nel mar Ligure. Come al solito linea rossa per l’isobata dei 200 m e linea gialla per l’isobata dei 500 m.
A questo punto è doverosa una premessa riguardante il mar Ligure: i suoi confini tradizionali, così come inizialmente definiti dall’IHO, sono un’astrazione che non ha alcun riscontro nella realtà. Il mar Ligure sarebbe infatti un triangolo geometrico con due lati immaginari: a occidente la linea che unisce Cap Ferrat (tra Nizza e Monaco) a Capo Corso (estrema propaggine settentrionale della Corsica); ad oriente la linea immaginaria che unisce Capo Corso a Punta San Pietro (presso La Spezia) e ovviamente a nord tutta la costa che ne resta ricompresa (tra Nizza e La Spezia).
In tempi più recenti questi confini sono stati messi in discussione e la stessa IHO ha preso in considerazione l’ipotesi di ampliare i confini del mar Ligure. In questa nuova accezione il mar Ligure comincerebbe sempre a Cap Ferrat (presso Nizza), ma la linea di confine occidentale non punta più al nord della Corsica, ma molto più a sud a Punta Revellata (presso Calvi in Corsica) comprendendo in tal modo nel mar Ligure tutta la costa settentrionale della Corsica; anche il confine orientale si modifica, parte sempre da Capo Corso, ma si dirige in Toscana, al promontorio di Piombino, inserendo quindi nel mar Ligure anche tutta la costa settentrionale della Toscana, oltre alle isole di Capraia, Gorgona e la secca della Meloria. A nord il tratto di costa che rimane ricompreso nel mar Ligure diventerebbe quindi tutto il litorale compreso tra Nizza e Piombino. Mi perdoneranno gli eventuali amici liguri, ma se la prima soluzione era un’astrazione puramente geometrica, questa nuova soluzione è un assurdo geomorfologico, che unisce tra loro fondali e situazioni geologiche che non hanno nulla in comune. Di seguito una mappa con i confini prima maniera (sopra) e seconda maniera (sotto)
A questo punto lascio ai geografi e ai movimenti campanilistici le dispute sui confini del mar Ligure e scelgo deliberatamente di non seguire nessuna delle due artificiose ipotesi relative ai confini, ma scelgo invece di seguire la morfologia del fondale marino. Il confine occidentale dell’area omogenea che ci interessa si sposta verso ovest, da Nizza fino a al promontorio di Toulon, mentre ad est si contrae fino al promontorio di Portofino, lasciando fuori una parte della riviera ligure di levante, che presenta invece caratteristiche del fondale assimilabili a quelle del Tirreno settentrionale. La costa che rimane compresa tra questi limiti è divisa all’incirca in due parti uguali, tra Francia e Italia, quindi finirò di inimicarmi gli amici liguri denominando questa zona ‘Costa ligure-provenzale’.
1. Costa ligure-provenzale Dalla immensa platea continentale del Golfo del Leone si passa, non appena doppiato il promontorio di Toulon, a una situazione completamente diversa. La platea continentale diventa quasi inesistente e il fondale precipita subito in una ripida scarpata verso il fondo della piana abissale del bacino Sardo-corso, che in questo suo settore settentrionale assume il nome di bacino Corso-ligure, ma si tratta solo di una denominazione diversa della stessa entità, in quanto tra le due piane abissali non non ci sono soluzioni di continuità. La scarpata è incisa da canyon sottomarini. La pendenza è molto elevata: 200 m di profondità ad appena 2 Km dalla costa, 500 m ad appena 4 Km e l’inizio della piana abissale, che qui è posto a circa 2000 m di profondità, a non più di 15-20 Km dalla costa (pendenza media 8°). Questo settore del fondale marino è piuttosto omogeneo, le sole particolarità su cui vale la pena soffermarsi sono: l’arcipelgao d’Hyeres e il Canyon di Genova. L’arcipelago delle isole Hyeres, conosciute anche con il nome di Iles D’Or, è collocato una decina di Km al largo, ad est di Toulon. E’ composto da tre isole principali: Porquerolles, Port-Cros e Ile de Levant, che sono in parte turistiche, in parte militari e in parte protette in un parco naturale. Queste isole rappresentano il punto più meridionale della catena alpina, che qui, nelle Alpi marittime, raggiunge la latitudine di Piombino. Il canyon di Genova è il più grande canyon del Mediterraneo, i cigli delle sue pareti distano 50 Km l’uno dall’altro e la lunghezza complessiva del suo avallamento è di oltre 70 Km, lungo i quali il fondale precipita da 200 a 2400 m di profondità, con pendenze delle pareti che raggiungono e superano in alcuni casi i 50°. I canyon sono diffusi quasi unicamente nel bacino occidentale del mediterraneo, per rendersi conto delle dimensioni della valle sottomarina posta al largo di Genova (con un esempio tratto dalle mie parti) immaginate un valle che comincia a Bologna e i cui versanti toccano il fondo uno a Ravenna e l’altro a Ferrara, due chilometri più in basso, lo stesso dislivello che affronta chi sale la vetta del Cervino. Sul ciglio orientale del canyon è da sottolineare la presenza di un banco sottomarino, collocato circa 45 Km al largo di Portofino, dove il fondale risale fino a 515 m di profondità.
Come di consueto segue la mappa con i confini dell’area:
6. Piana abissale del bacino Sardo-corso 10. Scarpata continentale Ligure-provenzale
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