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 Forum Biologia Marina - Mare Mediterraneo
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 Perchè rara?
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squalo
Utente Senior

Città: roma


1201 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 17 novembre 2006 : 19:07:37 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Una domanda a cui non ho trovato fino ad ora risposte esaurienti : perchè una determinata specie è poco frequente?
A parte quei casi chiari in cui c'è stato un eccesso di predazione umana ( vedi P: ferruginea, ma anche tigri, foche ecc)ed altri in cui non si conosce bene l'habitat o questo è , nel caso dei molluschi, molto profondo eo ristretto(Gibbula nivosa, E.celesti),altre specie sono veramente poco frequenti.Mi riferisco a specie che vivono a profondità accessibilissime e con un ampio areale, ma si trovano sempre in numero ristretto(vedi B. scrobilator o S. achatidea).Questa rarità è dovuta alle modalità riproduttive della specie?Quali fattori ne sono responsabili? Perchè altre specie invece sono comunissime?
Grazie a chi vorrà aiutarmi a fare un po' di luce...





Ciao
squalo

myzar
Utente Senior


Città: Livorno
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


3886 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 17 novembre 2006 : 19:29:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I fattori che determinano il successo e quindi la abbondanza di una specie sono molteplici. la strategia riproduttiva, le modalità di nutrizione, la disponibilità di cibo, la presenza ed il numero dei suoi predatori, la concorrenza con specie simili ed infinite altre, compreso anche la capacità di reazione a mutamenti dell'ambiente circostante. Così ad esempio una specie a dieta variata sarà piu diffusa di una a dieta rigidamente fissa.
Ma credo che una risposta univoca lla tua domanda non esistea.
myzar
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Doram
Utente Senior


Città: Olbia
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


1102 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 17 novembre 2006 : 22:14:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo con quanto detto da Myzar, aggiungo solo che purtroppo anche l'uomo ci mette il suo zampino a volte, parlo dei motivi commerciali, che spingono taluni a contingentare le vendite di certe specie per far mantenere il prezzo di mercato, comprensibile se si tratta di commercianti (loro ci campano) e purtroppo anche da alcuni collezionisti, che pur avendo accesso a quantità discrete di determinate specie, ad esempio quando le loro fonti hanno individuato l'habitat, e centellinano gli scambi per far mantenere il valore ai propri esemplari, pur avendone centinaia in un cassetto. Sono stato testimone alcune volte di questi episodi. Devo dire che per quanto mi riguarda a parte le considerazioni di correttezza, accumulare tanti esemplari, molti più di quelli che normalmente vengono usati per la propria collezione e per qualche scambio non mi sembra un gesto molto bello nei riguardi della natura, le uniche specie che ho sovrabbondanti sono solo quelle che passano per il mio piatto e non per le mie tasche.

la Scienza e la Conoscenza non sono proprietà di un singolo o di un gruppo, ma sono patrimonio dell'intera umanità - Verde realtà, Roma
Mimmo
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spanter
Utente Senior


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


3358 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 18 novembre 2006 : 07:22:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di myzar:

I fattori che determinano il successo e quindi la abbondanza di una specie sono molteplici. la strategia riproduttiva, le modalità di nutrizione, la disponibilità di cibo, la presenza ed il numero dei suoi predatori, la concorrenza con specie simili ed infinite altre, compreso anche la capacità di reazione a mutamenti dell'ambiente circostante. Così ad esempio una specie a dieta variata sarà piu diffusa di una a dieta rigidamente fissa.
Ma credo che una risposta univoca lla tua domanda non esistea.
myzar


Riflettendo su ciò che ha detto Myzar credo si possa dire che le cause che determinano l'abbondanza o la rarefazione di una specie marina e quindi anche dei molluschi siano alle fine le stesse che osserviamo fra tutti gli esseri viventi(animali e vegetali) terrestri . Naturalmento non dobbiamo dimenticare anche il fattore umano che in vario modo interviene a mutare equilibri naturali.Ma l'uomo pur essendo esso stesso parte della natura è anche un essere consapevole e ha quindi la possibilità,il dovere e aggiungerei anche la convenienza, ad operare in modo che,per quanto lo riguarda, certi equilibri non vengano alterati.
Spanter
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squalo
Utente Senior

Città: roma


1201 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 18 novembre 2006 : 09:53:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Myzar, non avevo considerato il fattore alimentazione e mutamenti genetici alle variazioni ambientali.Indubbiamente specie non maggiore adattabilità ai vari habitatalimentazione sono più diffuse.
Difficile dire quanto possa incidere la predazione umana, perchè le specie eduli vendute nei mercati ittici(a parte quelle coltivate) pur essendo pescate in abbondanza non si rarefanno.Sicuramente ha inciso sulla P. ferruginea, che è la più sfortunata di tutte le specie rare in quanto vivente nella zona emersa e non protetta dal mare.
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 18 novembre 2006 : 10:03:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di squalo:

Difficile dire quanto possa incidere la predazione umana

Oltre la predazione vera e propria, bisogna anche considere l'effetto dell'inquinamento su specie più o meno sensibili.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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myzar
Utente Senior


Città: Livorno
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


3886 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 18 novembre 2006 : 10:06:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di squalo:

Grazie Myzar, non avevo considerato il fattore alimentazione e mutamenti genetici alle variazioni ambientali.Indubbiamente specie non maggiore adattabilità ai vari habitatalimentazione sono più diffuse.
Difficile dire quanto possa incidere la predazione umana, perchè le specie eduli vendute nei mercati ittici(a parte quelle coltivate) pur essendo pescate in abbondanza non si rarefanno.Sicuramente ha inciso sulla P. ferruginea, che è la più sfortunata di tutte le specie rare in quanto vivente nella zona emersa e non protetta dal mare.

Una precisazione, prima che qualche biologo mi crocifigga per false affermazioni: non esistono mutazioni genetiche di adattamento all'ambiente. Quel che succede è che le variazioni genetiche proprie di una specie possono o non possono favorirne la sopravvivenza; nel primo caso la specie sopravvive e si riproduce, trasmettendo alla prole la stessa capacità che le ha permesso di sopravvivere. Scusa la precisazione Squalo.
myzar
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Italo
Utente Senior


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


3803 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 18 novembre 2006 : 10:14:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io non guarderei il problema dal punto di vista dinamico, ovvero delle variazione di frequenza delle quali ovviamente è responsabile l'uomo (inquinamento, costruzione di strutture come porti, moli, ecc., pesca, e come buon ultimo, ma forse ininfluente, il collezionismo), bensì guarderei l'aspetto statico: perché alcune specie sono più o meno frequenti di altre A PRIORI?
Direi che la risposta è di tipo ecologico: la Natura (con la N maiuscola) nei milioni di anni in cui l'uomo non c'era (o c'era, ma faceva meno danni di adesso) ha trovato un equilibrio per cui tutte le specie sono necessarie le une con le altre, predati e predatori, parassiti ed ospiti. Come è noto un predatore non può essere troppo frequente perché per nutrirsi minaccerebbe l'esistenza dell'animale da lui predato e questo fatto finirebbe per ritorcersi contro di lui; basta ricordare il numero modesto dei carnivori (leoni, leopardi, ghepardi ecc.) rispetto ai grandi branchi di erbivori in Africa. Stesso discorso, con un numero forse ancora maggiore di interazioni, in mare.
Che ne pensate? Si capisce che ho visto Quark?
Ciao, Italo

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Trilobit
Utente Junior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Italy


49 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 18 novembre 2006 : 13:24:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Complimenti! Quest e' un thread che, probabilmente anche per gli studi che ho fatto, trovo molto interessante e affascinate!

I motivi della rarita' di una specie possono essere molteplici e tutti piu' o meno invarabilmente legati ad aspetti ecologici. Premesso che gli spazi naturali della Terra possono essere idealmente suddivisi in aree ecologiche (il termine tecnico e' Nicchie ecologiche) definite da deteterminate condizioni ambientali:

1- una specie puo' essere rara perche' sono rare o limitate le sue nicchie ecologice. Ad esempio, un insetto altamente specializzato per una singola pianta ospite, deve la sua distribuzione alla distribuzione di questa pianta (Se la pianta e' rara, sara' raro anche l'insetto).

2- Una specie puo' essere rara poiche' i suoi siti abitabili rimangono tali per un periodo di tempo troppo breve (e quindi senza il tempo necessario affinche' essa possa riprodursi e prosperare).

3- Una specie puo' essere rara per l'influenza di altre specie, attraverso l'esclusione competitiva (e quindi quando una seconda specie occupa la stessa nicchia ecologica) o attraverso alti tassi di predazione o di parassitismo.

4- Una specie puo' essere rara a causa della scarsita' di cibo e di altre risorse importanti (come luoghi sicuri per riprodursi). Ad esempio, le risorse alimentari dei carnivori sono ben meno abbondanti di quelle delle loro prede (e per questo un leone e' piu' raro di uno gnu).

5- Una specie puo' essere rara perche' la sua variabilita' genetica e' molto bassa e/o molto lenta, e quindi meno adattabile a differenti condizioni ambientali.

6- Infine, ovviamente c'e' anche l'uomo, che puo' determinare la rarita' di una specie con la sua frequente raccolta o con la trasformazione dell'habitat naturale. Paradossalmente, l'avidita' collezionistica dell'uomo rende le specie rare (= piu' preziose) piu' ricercate e quindi a maggior rischio d'estinzione. L'estinzione dell'Alca impennis, ad esempio, fu dovuta proprio a questo motivo.
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squalo
Utente Senior

Città: roma


1201 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 19 novembre 2006 : 20:54:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sicuramente mi sono espresso male Myzar, ma il concetto lo avevo chiaro.
Forse quello della capacità di adattamento alle variazioni ambientali è il fattore più importante ALLA LUNGA, perchè tante specie animali sono scomparse dalla terra dopo mutamenti climatici, glaciazioni ecc.
Anche il fattore riproduttivo è legato ovviamente alla posizione nella catena alimentare (le sardine si riproducono a milioni, mentre assai diverso è per lo squalo).
Però se è vero che , a prescindere dalla predazione umana, esiste comunque un equilibrio in natura, come dice Italo, allora se una specie è meno frequente di un'altra ciò è dovuto , secondo me, ai fattori ambientali di quel determinato momento storico, perchè gli equilibri cambiano di continuo al variare delle condizioni ambientali.Così mi spiegherei ad esempio il sensibile aumento demografico della Erosaria spurca(forse dovuto all'aumento della temperatura) o della rarefazione ciclica delle telline o al fatto che specie una volta ritenute rarissime oggi si trovano senza difficoltà o viceversa.Questo spiegherebbe anche il perchè certe specie oggi rare, si trovano invece abbondanti come fossili...
Spero di non aver delirato troppo da indigestione domenicale
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Italo
Utente Senior


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


3803 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 19 novembre 2006 : 21:55:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Squalo, condivido solo in parte le tue affermazioni: tu parli di "fattori ambientali di quel determinato momento storico", ma in biologia, non si può parlare di momenti storici, bensì di momenti geologici.
Anche se noi vediamo delle oscillazioni nella frequenza di una specie legate al clima, al proliferare di un'alga o altro, sono oscillazioni del tutto ininfluenti sull'equilibrio ecologico; questo infatti si è stabilito in milioni di anni e le oscillazioni visibili dall'uomo sono al confronto di una tale brevità che non modifica l'equilibrio iniziale. C'è una specie di "effetto pendolo" per cui ad una oscillazione in una direzione corrisponde poi, entro poco tempo, una oscillazione nelal direzione contraria, ma senza che l'equilibrio "medio" si modifichi.
Solo l'uomo è in grado, purtroppo, di modificare velocemente e permanentemente l'ecosistema nel quale vive.
Il che dovrebbe far pensare...
Ciao, Italo

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myzar
Utente Senior


Città: Livorno
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


3886 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 19 novembre 2006 : 22:01:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ci sono deliri in quanto dici Squalo!
Piuttosto vorrei richiamare l'attenzione su due punti importanti:

Quel che dice Italo è che, a prescinedre dalle evoluzioni delle situazioni, nell'economia dell'equilibrio naturale certe specie sono piu frequenti, altre meno, per la loro stessa natura e per quanto entrano in tale equilibrio.

Quando poi si parla di variazioni di fattori di ogni tipo e se ne esamina l'effetto sulla frequenza di una o piu specie, secondo me non bisogna mai dimenticare quale scala temporale stiamo esaminando: ad esempio le variazioni cicliche su base poliennale della frequenza di certe specie sicuramente non sono legati a fenomeni di cariazioni climatiche o ambientali di lungo periodo.
Fattori invece che operino su scale di molte migliaia di anni possono invece alterarein modo permanente ed irreversibile certi equilibri, facilitandone di nuovi e mutando così le frquenze di molte specie. Tra l'altro questa lunghezza di una scala temporale che porti a nuovi equilibri è proprio la causa della nocività di variazioni ambientali troppo rapide, che invece di provocare nuovi equilibri, tendono a distruggere gli ecosistemi.
myzar
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squalo
Utente Senior

Città: roma


1201 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 20 novembre 2006 : 10:05:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Voi lo avete espresso meglio di me il concetto, ma il significato che intendevo è che è influente soprattutto il fattore tempo, sia nel breve che nel lungo termine.
Ovviamente gli effetti più importanti e duraturi si vedranno nel lungo termine, ma già le piccole oscillazioni che appaiono da un anno all'altro suggeriscono questo concetto.
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squalo
Utente Senior

Città: roma


1201 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 20 novembre 2006 : 11:17:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Piccola aggiunta.Quando mi riferivo al particolare momento storico,ho omesso di dire che volevo intenderlo relativamente all'osservatore.In altri termini, se prendiamo come esempio la rarefazione ciclica delle telline, diciamo annuale(un anno rare ed un anno frequenti), se io sono una mosca, la cui vita è di pochi giorni, e vivo nell'anno in cui le telline sono rare, le considererò una specie rara.Ovviamnente non sarà così se sono un extraterrestre che vive 10000 anni.
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Italo
Utente Senior


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 20 novembre 2006 : 13:57:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ottimo esempio!

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