Pericolo estinzione! AIUTO! Salamandra atra aurorae , Natura Mediterraneo

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A tutte le spett.li Autorità a diverso titolo coinvolte nella proprietà, nella gestione e nella vigilanza sul "Bosco del Dosso", Altopiano dei Sette Comuni (Vicenza).

Apprendo dal web ( Link

) la notizia dell'apertura di nuove piste con mezzi meccanici e della martellatura di alberi di abete bianco nel sito del "Bosco del Dosso", principale rifugio della rarissima Salamandra di Aurora, Salamandra atra aurorae, anfibio endemico dei comuni di Asiago e di Gallio. Si tratta di notizia recente, ma che sinora non ha trovato smentite.

Immagino che - come gran parte dell'Altopiano - il bosco in questione appartenga alla comunità, che da essa trarrà legittimamente un reddito sia per quanto riguarda le casse pubbliche, sia per quanto riguarda gli eventuali diritti di legnatico spettanti ai cittadini.

L'importanza del Bosco del Dosso, tuttavia, eccede il mero interesse economico immediato dei titolari, particolarmente in tempi come i presenti. La salamandra di Aurora, scoperta solo nel 1982, è un animale unico al mondo, sopravvissuto perché isolato dalle glaciazioni ed indiscutibile orgoglio naturalistico dell'altopiano di Asiago. Si tratta, insieme alla vicina Salamandra del Pasubio, anch'essa vanto della provincia vicentina, dell'anfibio più raro d'Europa.

Il disboscamento con mezzi meccanici, l'apertura di strade forestali e persino l'eliminazione selettiva dell'Abete bianco, specie botanica alla quale la salamandra di Aurora è particolarmente legata, comportano un rischio immediato per questo animale, la cui esistenza dipende dall'umidità e dall'ombreggiamento del sottobosco. E ciò vale, a maggior ragione, in un'annata come questo 2012, caratterizzata da precipitazioni più scarse del solito, ed in un mese come quello di luglio, che rappresenta il picco di attività di questo raro e delicato animale.

I ritmi riproduttivi della Salamandra di Aurora sono particolarmente lenti - le gravidanze, in questa specie, durano sino a tre anni! - e la sua capacità di diffusione è strettamente limitata all'habitat originario: il che significa che la ricostituzione di un sufficiente nucleo riproduttivo non sarebbe affatto storia scontata. Una strada larga pochi metri, esposta al sole, può spezzare irrimediabilmente il suo areale, già ridotto e frammentato dai mille episodi della Storia che con lei ha travagliato l'Altopiano e le sue genti: dai disboscamenti di epoca veneziana, ai bombardamenti della prima guerra mondiale, all'apertura di strade ed alle pratiche forestali e turistiche poco rispettose della Natura.

Il Bosco del Dosso è la "core area" di questa pregiata sottospecie, ed alterazioni anche minime di questo ambiente ne comporterebbero un gravissimo pericolo di estinzione.

È appena il caso di ricordare gli obblighi giuridici - sanciti dal diritto comunitario, da quello nazionale e da quello regionale veneto - che riguardano tutte le autorità coinvolte.
Si tratta di un taxon prioritario dell'Unione europea ai sensi della direttiva 92/43/CEE, tutelato - come anche il suo habitat dall'art. 8, DPR 357/1997; dalla Direttiva 2004/35/CEE, e dalla legge regionale veneta n. 1/2007, che vieta espressamente l'apertura di nuove piste forestali ed il transito con mezzi meccanici nelle stazioni di presenza di Salamandra atra aurorae. Le norme citate, inoltre, impongono pesanti obblighi di ripristino qualora l'ambiente della salamandra fosse violato.

Da lontano, ipotizzo pure - sperando di essere smentito - che l'ordine di esbosco sia partito in base ad una routine amministrativa, e cioè in base alla previsione di "piani economici" non adeguatamente aggiornati dopo la scoperta dell'animale e le novità normative a sua tutela. Se così fosse, naturalmente, ci sarebbero anche precise responsabilità amministrative da accertare.

Ad ogni modo, da amico ed estimatore dei Sette Comuni, soffro nel pensare che un piccolo tesoro unico al mondo, per il quale l'Altopiano va giustamente famoso, possa essere messo in pericolo da un "progresso" fatto di indifferenza e magari da una ragioneria di corte vedute (in tempi, tra l'altro, di basso prezzo del legname!).

Il destino della Salamandra di Aurora, in fondo, mi pare una metafora di quello dei mitici Cimbri, abitanti originari dei Sette Comuni. L'altopiano è stato un rifugio per gli uni e per l'altra; come per lei, anche per loro la grande storia è stata pesante e densa di sconfitte. La Salamandra di Aurora rischia l'estinzione, esattamente come la lingua e la cultura cimbra.
Mi piacerebbe che i discendenti di questo fiero popolo, riconoscendo nella piccola salamandra una compagna di destino, assumessero la responsabilità di proteggerla. Sarebbe irresponsabile, e particolarmente sciocco, privare la propria terra di un animale che ne è unico ed esclusivo.

Voglio confidare che il taglio sia sospeso e che le autorità interpellate - in presenza di una volontà politica che altro non sarebbe che il rispetto delle norme - possano trovare una soluzione, senza menomare i diritti dei proprietari.

Cordialmente,
nome e cognome, luogo

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