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Comune di Ravascletto (Udine). Un bacino di raccolta delle acque per l'innevamento artificiale, nel mese di luglio.
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Quando si costruisce un bacino artificiale, è bene chiedere consiglio, per evitare che diventi una trappola.
Qualche anno addietro, nel vicino comune di Forni Avoltri, in un bacino simile a questo - costruito con la riva ripida e di scivolosissima gomma liscia - aveva perso la vita una persona.
Nel caso in esame, invece, la gomma è ruvida.
Ma è pur sempre gomma #@X.
E la gomma, se esposta sotto il sole di luglio scotta, scotta paurosamente.
Provate a immedesimarvi in un rospetto appena metamorfosato.
Non potete rimanere in acqua a lungo, pena il rischio di sfinimento e di annegamento.
DOVETE USCIRE dall'acqua, a tutti i costi.
Anche a quello di sfidare una gomma arroventata dal sole (tale da scottare anche la pelle degli umani).
Solo che un rospetto è lungo pochi millimetri, ha la pelle permeabile a costante rischio di disidratazione e cammina piano, piano. Mentre la gomma - che supera i 50° di temperatura - è ripida e larga, interminabile, sotto il sole cocente.
Nessun problema, naturalmente, se i nostri rospetti Bufo bufo vivessero in uno stagno naturale, che di solito è circondato da una fascia di vegetazione fresca e umida, da pietre sotto cui ripararsi dal sole, ecc.
Ma in un bacino artificiale con le rive gommate le cose sono ben diverse.
E così, mentre i girini, ancora acquatici, sguazzano felicemente sotto il pelo dell'acqua, per i giovani rospi comincia una durissima battaglia.
In acqua (salvo per brevissime nuotate) non potete più stare. E fuori dell'acqua v'è il pericolo di una morte atroce, per disidratazione e ustione.
E allora?
A decine, centinaia, migliaia i rospetti escono dall'acqua e si accalcano sulla sottilissima fascia della battigia, che in un bacino del genere, in cui le onde avranno sì e no un'altezza massima di 5 cm (ben s'intende se spira il vento), è una fascia di meno di una spanna di larghezza.
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Modificato da - Barbaxx in data 14 luglio 2010 02:50:02
Su questa incerta linea di confine tra due diversi e mortali pericoli i minuscoli rospetti s'ammucchiano in gruppi, nel patetico tentativo di conservare la vitale umidità.
L'unico aiuto possibile che il terreno offre in questa sfida disperata sono le linee di sutura tra i vari fogli del rivestimento impermeabile del bacino.
Dove le trovano (ma sono rare, una ogni diversi metri), i rospetti le risalgono lentamente, in gruppi compatti, facendosi guidare verso l'esterno...
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Ma anche queste fessure, sebbene facilitino l'arrampicata ed offrano un piccolo riparo, non garantiscono la sopravvivenza.
La gomma scotta ed i rospetti, nella loro disperata migrazione, incontrano e scavalcano i cadaveri disidratati dei loro simili più sfortunati.
Modificato da - Barbaxx in data 14 luglio 2010 02:57:39
Ciascuno dei puntini scuri nella foto precedente è un rospetto vivo, che cerca un difficile punto d'equilibrio tra la mortale gomma rovente e le pericolose onde del lago.
L'attesa dura sino a che il cielo non si copra, o non scenda la notte, o (come è accaduto di fronte a me, come si vede dal video) non cada qualche goccia di provvidenziale pioggia.
Allora i sopravvissuti partono, tutti insieme, coraggiosamente, a migliaia, verso i più vicini ciuffi dell'erba tanto vicina per noi quanto lontana per loro, oltre la gomma rovente piazzata dagli umani @#.
Se la pioggia dura qualche minuto, molti rospetti (come alcuni di quelli in foto) raggiungono l'agognata vegetazione.
Altrimenti - se torna il sole e la gomma riprende a scaldarsi - cercheranno di ributtarsi verso la battigia. Ma ciascuna di queste esitazioni causerà molte vittime
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 14 luglio 2010 07:10:04
Inserito il - 14 luglio 2010 : 07:28:13
Classe: Amphibia Ordine: Anura Famiglia: Bufonidae Genere: Bufo Specie:Bufo bufo
Il rospo comune, appena metamorfosato, è davvero piccolissimo.
Ecco qui uno dei nostri eroi, fotografato accanto ad un fiore di trifoglio, sulla pericolosa gomma (naturalmente, in un momento di cielo coperto, in cui questa non scottava). Immagine:
Dal canto mio, mi sono specializzato in tecniche di rianimazione rospi disidratati.
Quando sono già immobili, non più in grado di camminare, ma dalla postura si capisce che sono ancora vivi, sulla gomma a più di 40°, bisogna immergerli in un goccio d'acqua, e dopo un attimo si rianimano.
Per aiutarne l'uscita basta bagnare un tratto della riva e anche, se possibile, il luogo d'approdo sull'erba.
MA SAREBBE MEGLIO COPRIRE LA GOMMA CON DELLA JUTA O CON UN PO' DI TERRA.
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 14 luglio 2010 07:36:34
felice di non essere un rospo.... sì basterebbero delle strisce di juta distribuite ogni 50 cm, che a contatto con l'acqua per una estremità resterebbero umide per tutta la loro lunghezza, creando dei corridoi di uscita dei rospetti...
Stefano, hai fatto un servizio stupendo! Una lezione che ci lascia a bocca aperta. Spesso si pensa ai materiali che sono impropri a causa della loro scivolosità, ma giuro che non avrei mai pensato al discorso delle temperature scottanti! Davvero complimenti per il tuo operare.
Ottimo documento, di interesse costruttivo non indifferente. Ci sono varie costruzioni artificiali, vedi buche anti-frana che si trasformano in trappole per salamandre come si era visto, ed ora questo: passi per le costruzioni di qualche tempo fa, ma oggi i progetti bisognerebbe farli con cognizione di causa e di conseguenza anche (e non solo) per non ammazzare gli anfibi! Complimenti Stefano!
"Per scrivere sugli animali bisogna essere ispirati da un affetto caldo e genuino per le creature viventi, e penso che a me questo requisito verrà senz'altro riconosciuto". (Konrad Lorenz)