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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 15:07:49
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Forma riconosciuta da Faunaeur. K.L.Pfeiffer la pose in sinonimia con colubrinum, seguito dall'Alzona e dalla checklist, ma ad onor del vero non la conosceva e si basò sul fatto che gli autori ottocenteschi la consideravano varietà del colubrinum (allora ritenuto specie a sè) nel cui areale, in senso lato, si trova. Incuriosito l'ho cercato nel locus typicus "fra Vesio ed il passo di Nota", sul lato occidentale del lago di Garda. Partendo da Vesio la forma transies compare in modo chiaro solo dopo che la valle si restringe e continua praticamente fino al passo. Di tanto in tanto c'è un esemplare con le macchie traslucide del colubrinum, ma la grande maggioranza ne è priva, oscillando fra una forma "scura", con fascia marrone irregolare, marcata superiormente e debole inferiormente alla linea mediana, ed una praticamente bianca con linea mediana netta, talvolta due fasce giallo pallido ai lati.
1. Forma scura 187,56 KB
1b. Forma scura 186,75 KB
2. Forma bianca 160 KB
Ha senso parlare di sottospecie? Vista così sembra solo una variante cromatica, un po' poco, e poi bisognerebbe conoscere bene la distribuzione. Mi limito ad un appunto formale: la Paulucci descrisse questa forma prima e meglio (nel 1881), sia pure su esemplari inviati dal capitano Adami.
fern
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 18:40:28
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Bellissima questa variazione di colore ma mi sembra che già è stata segnalata anche da altre zone, es. 1 Ledro ed es 2 Molveno TN. L'interessante è che ciò si verifica sempre nell'areale indicato da fern per Chilostoma cingulatum colubrinum in presenza di piccole popolazioni di colorazione chiara(baldensis simile). Visto sul terreno potrebbe trattarsi del riassorbimento di piccole popolazioni differenziate da parte della forma dominante?
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 20:58:50
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Gli es. di Molveno possiedono le fatidiche "macchie" trasparenti che li riconducono a colubrinum. Quelli della valle di Ledro erano pochissimi esemplari e poi non siamo lontani: a nord del passo di Nota si scende nella valle di Ledro, qualche ora di cammino (credo, non l'ho mai fatto). Queste forme, specialmente la chiara, rafforzano i miei sospetti sui "frigidosum" che Pfeiffer avrebbe trovato proprio in zona, come anche esemplari di "baldense", fino al lago d'Idro. Ne approfitto per fornire la "ratio nominis": secondo la Paulucci, le strie fortemente marcate costituiscono un primo "scalino" verso gobanzi (altra variante di colubrinum su questo lato del Garda). Vedendoli pensavo a quanto esagerata fosse questa affermazione, poi pero' ne ho trovato un paio che, sui primi giri, avevano rudimenti di vera e propria costolatura! Ciao,
fern |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 22 aprile 2010 : 18:50:12
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Chilostoma cingulatum gobanzi mi da qualche problema di comprensione dell'areale.
Le località storiche indicate dalla Paulucci sono:
Valle del Sarco(presumibilmente l'attuale Sarca a nord del Lago di Garda).
e poi delle valli ad Ovest del medesimo lago in prov. di Brescia.
Il mio dubbio è se si tratti di una vasta area in cui è presente un'unica popolazione o sono diverse popolazioni con le stesse caratteristiche che compaiono qui e là nell'areale di Chilostoma cingulatum colubrinum.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 23 aprile 2010 : 17:39:53
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La Paulucci si basa su uno scritto di Kobelt, e gli esemplari fornitile da Pini, Gredler e Adami. Ma anche Kobelt dipende da questi, percio' la notizia di una presenza nella valle del Sarca, che non ha riscontro, dev'essere un refuso. La Paulucci riprende l'errore e lo amplifica, aggiungendo la spiegazione che il Sarca sfocia nel lago di Garda ecc. Che io sappia, questa forma ha un areale ristretto e ben delimitato. C'e' solo una piccola popolazione isolata, ma non troppo, osservata da Gredler, menzionata da Kobelt e poi dimenticata fino a che K.L.Pfeiffer ne fece una subsp. distinta (boccavallense, in sinonimia per gli autori nostrani, riconosciuta da Faunaeur. E'tte pareva?).
fern |
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SnailBrianza
Moderatore
Città: Besana in Brianza
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
1619 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 23 aprile 2010 : 22:15:56
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| Messaggio originario di fern:
... C'e' solo una piccola popolazione isolata, ma non troppo, osservata da Gredler, menzionata da Kobelt e poi dimenticata fino a che K.L.Pfeiffer ne fece una subsp. distinta (boccavallense, in sinonimia per gli autori nostrani, riconosciuta da Faunaeur. E'tte pareva?).
fern
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Se non mi sbaglio la forma "boccavallense" dovrebbe essere quella del monte Tombea:
Vittorio
"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca." (M.Heidegger) |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 31 ottobre 2017 : 00:13:25
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Sarà rimasto qualcosa?
L'incendio scoppiato domenica 29 ottobre potrebbe aver ridotto in cenere l'intera valle di Bondo e zone limitrofe, già provate da una terribile siccità. Io ero proprio da quelle parti, sul Tremalzo, dov'ero andato per meglio comprendere il passaggio fra le diverse razze di Chilostoma cingulatum. Ho visto il fumo e l'ho respirato mentre un elicottero si affannava fra l'incendio e il lago di Ledro, impresa disperata con il forte vento che alimentava il fuoco. Non vi dico la tristezza!
fern
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 31 ottobre 2017 : 21:37:54
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Aggiungo un'immagine dell'incendio come appariva da cima Tremalzo verso le 12:30 di domenica: la colonna di fumo principale dovrebbe corrispondere al passo di Nota; a destra, coperta di fumo, la valle di Bondo mentre in basso a sinistra si vede annebbiato il lago di Ledro.
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iperione
Utente Senior
Città: Cremona
2262 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 novembre 2017 : 16:28:23
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Quando in questi giorni ho sentito dei 3000 ettari di bosco bruciati in Piemonte non ho potuto non pensare a che fine avessero fatto i nostri amati molluschi, anche quelli della val di Susa (bruciata anch'essa), elencati dal bel lavoro di Gavetti et al. Certamente, in caso di sottospecie o forme molto localizzate, queste catastrofi sono un bel problema, sarà interessante nei prossimi anni monitorare la situazione per capire se qualche mollusco riesce in qualche modo a sopravvivere o per capire le dinamiche della ricolonizzazione del territorio. |
ciao
Iperione |
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