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 Quercus coccifera L. / Quercia spinosa
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 02 febbraio 2010 : 14:13:31 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Dicotyledones Ordine: Fagales Famiglia: Fagaceae Genere: Quercus Specie:Quercus coccifera



Quercus coccifera L. - Quercia spinosa



La quercia spinosa - Quercus coccifera L. 1793, è un arbusto sempreverde della famiglia delle Fagaceae. Il nome scientifico della quercia spinosa deriva dal latino coccum, termine usato per indicare le cocciniglie. Questa specie è infatti attaccata, nelle aree calde, dal Kermes ilicis, una cocciniglia da cui si estrae un colorante rosso.

Il portamento è quello di un arbusto, l'altezza varia da 2-5 metri, raramente in forma di alberello. Le foglie sono persistenti per più anni, coriacee, brevemente picciolate, glabre su entrambi lati. La lamina fogliare è piccola, generalmente lunga 2-3 cm, ellittica o ovata-oblunga, con margine dentato-spinoso nelle forme giovanili, intero nell'habitus adulto.

Le ghiande sono solitarie o appaiate e maturano in due anni, perciò sono presenti sia sui rametti dell'anno sia su quelli dell'anno successivo. La cupola è emisferica completamente avvolgente, con squame inizialmente conniventi, poi visibilmente chiare.

L'areale della quercia spinosa si estende lungo le coste del Mediterraneo, è presente in tutte le regioni meridionali tirreniche italiane, con la sola esclusione della Campania, rara in Sardegna, mentre in Sicilia risulta presente soprattutto nel parlemitano. In Puglia, Basilicata e Calabria è piuttosto rara, distribuita maggiormente nella costa ionica. Predilge gli ambienti dell macchia mediterranea del Lautetum caldo (50% del terreno italiano)e le garighe fino a 300/500 m. Ritrovamento sulle colline nei pressi di Punta Ala - GR.


Quercus coccifera L. /  Quercia spinosa



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan

FOX
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Inserito il - 02 febbraio 2010 : 14:18:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



Quercus coccifera L. /  Quercia spinosa



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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FOX
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Inserito il - 02 febbraio 2010 : 14:20:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Quercus coccifera L. /  Quercia spinosa



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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FOX
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Inserito il - 02 febbraio 2010 : 14:22:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



Quercus coccifera L. /  Quercia spinosa


simonetta peruzzi



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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zodiac
Utente Senior

Città: Sesto Fiorentino
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 02 febbraio 2010 : 15:28:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
integro questa scheda con alcune note culinarie

il colorante rosso estratto dalla cocciniglia a cui fai riferimento, Kermes ilicis, serve come base per un noto liquore fiorentino, dal cui nome scientifico prende l'etimologia Alkermes.
Il nome Alkermes deriva dalla parola spagnola "alquermes", a sua volta derivante dall'arabo "quirmiz", ovvero "cocciniglia"

Il liquore serve per bagnare i dolci come la ben nota zuppa inglese.

Link

" La ricetta originale dell'Alkermes è quella dettata da fra' Cosimo Bucelli, direttore dell'Officina di Santa Maria Novella già nel 1743, trovata nel ricettario della Fonderia dell’Officina stessa.

La nascita dell'Alkermes però ha origini ancora più lontane: la sua origine sembra risalire alle Suore dell’Ordine di Santa Maria dei Servi di Firenze, fondato nel 1233, che lo impiegavano come elixir di lunga vita.

Ancora oggi, la produzione dell'Alkermes viene fatta dai frati domenicani di Santa Maria Novella, e per tutto il rinascimento veniva indicato anche come l'elisir di lunga vita. Nella sua composizione troviamo altre spezie, come il cardamomo, la vaniglia, i chiodi di garofano e la cannella, e l'acqua di rose (o giulebbe).

L'Alkermes ebbe subito grande diffusione, e dalla corte de' Medici arrivò ben presto anche in Vaticano, mentre Caterina lo portò alla corte di Francia dove veniva chiamato il liquore de' Medici.

L'abitudine di bere un bicchierino di Alkermes è oramai quasi sparita, ma il suo uso è rimasto nella preparazione di dolci, e risulta un ingrediente indispensabile della zuppa inglese (dolce italianissimo, nonostante il nome, le cui origini alcuni fanno risalire alla Corte dei Medici, ma questa è un'altra storia...), delle pesche di Prato e della versione toscana del tiramisù, che ancora oggi su usa preparare con i biscotti intrisi del magico rosso scarlatto dell'Alkermes.

La produzione dell'Alkermes è limitata ai 250 litri all'anno prodotti nell'Officina erboristica di Santa Maria Novella a Firenze, venduti quasi interamente nel negozio attiguo, e solo una minima parte arriva tramite grossisti al di fuori della provincia di Firenze. "

Link

"Descrizione sintetica del prodotto: È un liquore dolce, tipo elisir, di colore rosso brillante, di sapore speziato-aromatico, ph 5.1 e 35 gradi alcolici. Si dice che sia un liquore "corroborante" che ravviva gli spiriti e irrobustisce l’organismo; viene utilizzato in pasticceria come colorante ed aromatizzante (serve per inzuppare le pesche di Prato, la zuppa inglese e il gattò o rotolo ripieno al cioccolato) e si usa nella preparazione della mortadella di Prato.
Il nome deriva dall’arabo qìrmiz che vuol dire "colore scarlatto" o "alchermes" o "kemir", termine con cui gli arabi designavano il corpo essiccato di una cocciniglia che vive sulla Quercus coccifera. Gli insetti di sesso femminile vengono chiamati chermese e una volta disseccati e ridotti in polvere forniscono una sostanza rossa fortemente colorante ancora oggi impiegata nella preparazione del liquore.

Territorio interessato alla produzione: Firenze.

Provincia: Firenze

Produzione in atto: Attivo

Descrizione delle metodiche di lavorazione: La metodica di lavorazione è ancora quella artigianale, secondo l’antica ricetta. Le droghe sono messe a macerare con alcol per ottenere la "tintura" a cui verrà aggiunta acqua distillata di rosa e fiori di arancio, lo zucchero e la soluzione colorante ottenuta con la cocciniglia. Il tutto viene mescolato e messo a maturare in botti di rovere per 6 mesi. Dopo di che viene filtrato ed imbottigliato per essere destinato al consumo.

Materiali, attrezzature e locali utilizzati per la produzione: La produzione avviene in laboratorio uso alimentare, impiegando mescolatore e percolatore in acciaio inox. Le botti per la maturazione sono in legno di rovere della capacità di 300-700 e mantenute in cantina alla temperatura costante di 18°C. L'imbottigliatrice è in acciao inox.

Osservazioni sulla tradizionalità, la omogeneità della diffusione e la protrazione nel tempo delle regole produttive: Il più antico prezzario di questo liquore, prodotto nell’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella, risale al 1859 anche se la ricetta originale dell’alkermes è quella dettata da fra’ Cosimo Bucelli, direttore dell’Officina di Santa Maria Novella già nel 1743, trovata nel ricettario della Fonderia dell’Officina stessa. Ma la storia dell’alkermes è molto più antica: secondo fonti storiche, si narra che questo liquore, considerato una specialità medicinale, fosse già prodotto, come elixir di lunga vita dalle Suore dell’Ordine di Santa Maria dei Servi di Firenze, fondato nel 1233. Agli inizi del Cinquecento si hanno notizie della preparazione anche dai frati di Santa Maria Novella e dai Certosini (alkermes di Firenze o rosolio). È diventato famoso grazie a Caterina de’ Medici che lo fece conoscere in Francia.
L'alkermes veniva e tutt'oggi viene utilizzato nella preparazione della zuppa inglese, dolce italianissimo le cui origini alcuni fanno risalire alla Corte dei Medici.

Produzione: L’alkermes, nella sua ricetta tradizionale, viene prodotto nella Officina erboristica di Santa Maria Novella a Firenze. Non si conoscono altre produzioni originali di alkermes, salvo preparazioni casalinghe secondo le ricette presenti nei vari testi di cucina tipica. Si rilevano produzioni anche industriali, ma si tratta di soluzioni idroalcoliche aromatizzate, non colorate con cocciniglia.
La quantità annua prodotta è di 250 litri, anche se la potenzialità produttiva è di 2000 litri.
La vendita avviene per lo più direttamente in negozio, solo una piccola quantità viene venduta a grossisti per la distribuzione al di fuori della provincia (anche all’estero) o a ristoratori locali. Il prodotto partecipa a molti degli eventi enogastronomici che annualmente vengono organizzati sia in Toscana, sia nel resto d’Italia.

Fonte: Regione Toscana - ARSIA – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel Settore Agricolo-forestale."

Stefano
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Fitz
Utente Senior


Città: Carbonia
Prov.: Carbonia Iglesias

Regione: Sardegna


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Inserito il - 03 febbraio 2010 : 09:52:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una bella scheda con notizie molto interessanti
Per renderla davvero completa manca solamente un'immagine della pianta intera

Quercus coccifera L. /  Quercia spinosa
Link
La Natura del sud-ovest sardo
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vitaverde
Utente nuovo

Città: San Pietro in casale
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 03 febbraio 2010 : 11:25:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

"Ritrovamento sulle colline nei pressi di Punta Ala - GR."
[center]

Complimenti Fox, è un ritrovamento interessantissimo. Credi che sia una pianta spontanea o messa a dimora da qualche appassionato?
La cosa è davvero strana, perchè il suo areale, come hai ben sottolineato, è molto più meridionale. Esiste tuttavia una popolazione Francese e una Ligure(minimale). L'areale poi prosegue in Spagna. E' quindi possibile che la stazione sia autoctona.

Io riproduco da anni questa pianta, con materiale di propagazione(semi) del Salento(LE) e Francese(Marsiglia. Sarei molto felice di avere qualche ghianda, credi sia possibile?

Ciao Valerio

Valerio Gallerati
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 22 febbraio 2010 : 19:47:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao Valerio,

purtroppo io non sono un esperta in piante, ma solo un'appassionata che si limita a fotografare e documentare quando ritrovo specie interessanti da poter condividere con tutti, ma soprattutto per arricchire il database del Forum.

Per quanto riguarda la ghianda, questa non è la politica del forum, ma solo ed esclusivamente la salvaguardia della specie che vieta ogni forma di raccolta, tranne ovviamente quelle a scopi scientifici.

Ringrazio gli amici per l'attenzione e in particolare sStefano (zodiac) per la sua particolare aggiunta.


simo




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