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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
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Inserito il - 28 gennaio 2010 : 21:31:31
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Di recente ho cercato informazioni sulle amicizie giovanili di De Betta, in particolare con i malacologi della "scuola milanese": Jan, Porro, i Villa, Strobel ... Cenni sparsi dimostrano contatti antecedenti la sua "discesa in campo" del 1852, che lo qualifico' quasi all'improvviso fra i maggiori studiosi italiani.
In internet c'e' parecchio materiale, fra cui una pagina di Wikipedia, ed una recentissima biografia (solo in rete, pare). La mia impressione e' che le notizie siano attinte principalmente dalle due vecchie biografie, a me non disponibili, di G.Canestrini (1897) e di A.Goiran (1904). In sintesi, questo e' quanto e' dato sapere dei primi anni: La famiglia De Betta si era trasferita a Milano e li' Edoardo frequento' le scuole, che completo' nel 1839, e poi si laureo' in giurispruenza (per volonta' del padre) a Pavia (1844). Dopo la laurea lavoro' come praticante nei tribunali di Milano. Gia' allora si interessava di molluschi, come ricorda lui stesso da qualche parte e come si ricava dalla "Dispositio systematica" dei fratelli Villa (1841) che lo ricordano fra le persone che avevano contribuito alla loro raccolta, nonostante avesse solo 19 anni. Nella "Malacologia ... della Valle di Non" (1852) E.de Betta dedica parole commosse a Carlo Porro, che gli fu "dotto ed amoroso primo maestro". Anche P.Strobel studio' a Pavia dal 1842, e la loro conoscenza doveva datare almeno da quegli anni. L'impressione e' quella di una vivace comunita' di giovani appassionati, facenti capo al "maestro" G.Jan e al museo di storia naturale da lui diretto.
Nel febbraio 1848 avvenne la prima svolta. Con le parole, leggermente modificate, di Scolari: "Il 24 febbraio 1848 morì a Verona una cugina, vedova del conte Orti-Manara, che lo lasciò erede universale del suo ricchissimo patrimonio. Questo gli permise, di abbandonare la carriera legale per intraprendere quella delle discipline naturali". Nel 1849 prese moglie, quindi, "tra il 1848 e il 1853 trascorse tutto il tempo libero in ricerche ... in Alto Adige, in Trentino e nel Veneto occidentale" raccogliendo il materiale che gli sarebbe servito per le pubblicazioni successive. Ma come visse la rivoluzione del 1848 il 26-enne Edoardo? Stando alla biografia ufficiale, non fece nulla. Riporto una frase di Scolari, a mio parere ripresa dal Goiran: | Negli anni tumultuosi delle prime due guerre di indipendenza, 1848-49, Si mantenne in assoluto riserbo ed all'infuori di tutti gli avvenimenti che andarono svolgendosi. Certamente amava la patria e la voleva libera e grande e seppe provarlo col fatto: ma per natura, e più ancora per educazione e tradizione moderatissimo, ed amante della quiete, non poteva essere, né cospiratore, né rivoluzionario. |
Non era cosi'. Casualmente ho scoperto una realta' assai diversa, che emerge ora grazie alla digitalizzazione di innumerevoli documenti messi a disposizione di tutti in rete. Il padre di Edoadro, Maurizio de Betta, di cui la biografia ufficiale dice solo: | nato in Vienna, si stabilì in castel Malgolo, indi soggiornò a Milano, poi a Fondo, infine ritornò a Vienna, dove morì nel 1875. |
era nientemeno che il famigerato commissario De Betta, al servizio dell'Austria ed accusato dai patrioti di crudelta' e nefandezze. Ma, soprattutto, proprio lui fu additato dalla pubblica opinione come l'assassino di Carlo Porro, omicidio particolarmente esecrando di un uomo, benvoluto da tutti, che si trovava prigioniero e ammanettato. Sono numerosi i racconti di quegli avvenimenti, tra questi spiccano "Gli ostaggi" di C.Mascheroni, 1867, che rappresenta la versione dei patrioti milanesi e Die mailaender Geiseln auf der Festung Kufstein, 1850 scritta dallo stesso Maurizio de Betta e molto interessante non solo perche' rappresenta l'altra campana, ma perche' ci informa su quanto accadde ai figli, in particolare al figlio maggiore, Edoardo, in quei tragici momenti.
Edoardo de Betta era appena tornato da Verona dove si era recato con il padre per prendere possesso dell'eredita', quando scoppio' la rivolta. La polizia esegui' una retata nel palazzo del comune, arrestando parecchi personaggi di spicco fra cui il conte Carlo Porro, che furono tradotti prigionieri al castello. Visto che la situazione andave deteriorandosi, Radetzky decise di trasferirli in Austria per utilizzarli come ostaggi e ne affido' l'incarico, in condizioni precarie per l'estendersi della rivolta, al fidato "Oberkommissar" De Betta, che ne rispondeva direttamente a lui. Fra molte traversie, il de Betta porto' a termine l'operazione anche se per farlo aveva abbandonato i suoi figli (da Edoardo, 26 anni, al minore di 7) al loro destino: prevalse in lui la fedelta' all'imperatore ed il senso del dovere! Nonostante una lettera del figlio Edoardo lo implorasse di intervenire perche' ormai la loro casa (adiacente la caserma di polizia) stava per essere presa. La tragedia avvenne durante la sosta notturna a Melegnano: nel buio della stanza si udi' un colpo e quando la lampada torno' ad illuminare la scena Carlo Porro era mortalmente ferito al petto. La versione del commissario, controfirmata dai presenti (alcuni diranno di non aver avuto scelta) afferma che il colpo parti' accidentalmente da una delle guardie. Tuttavia si diceva che - Carlo Porro avrebbe idenfificato nel De Betta il suo assassino - che costui aveva motivi di risentimento nei suoi confronti e cio', con la fama del commissario, venne universalmente creduto. E' interessante che, fra i motivi di astio, ci fosse il fatto che Porro avrebbe espulso il figlio Edoardo dal gruppo dei naturalisti che si riuniva nel museo De Cristofori e Jan, a motivo delle trame che vi si tessevano e alle quali non poteva certo prender parte il figlio di un agente austriaco. Ma mentre il commissario, con i suoi ostaggi, viaggiava verso l'Austria, la casa de Betta fu presa e il nostro Edoardo, fatto prigioniero, divenne a sua volta ostaggio degli insorti. La notizia della morte di Porro, di cui tutti accusavano il padre, rendeva la sua condizione particolarmente critica e subi', a quanto pare, un trattamento assai duro. Gli altri figli non furono imprigionati, ma dovettero nascondersi per un certo tempo. Riporto due lettere che il commissario trascrive nel suo resoconto, una della figlia Amalia ed una di Edoardo, che, se autentiche, possono dare un'idea della situazione (il "?" indica che la mia traduzione e' dubbia: e' scritto tutto in tedesco): Amalia. 19 Aprile. | Padre mio, sentite le dicerie che si sono sparse sul vostro conto, sentitele da vostra figlia, che si vede costretta a dirvi tutto. Tutta Milano ripete che avete infierito barbaramente contro i prigionieri nel castello, e cio' ha incattivito gli animi. Tutta Milano afferma, rabbrividisco al solo pensiero, che voi, che mio padre e' colui che ha ucciso il conte Porro. ... Padre! Non posso prestar fede a queste cose, no, conosco il vostro cuore, non potete aver commesso cio' di cui vi si accusa. Ma se ciononostante avete tanto dimenticato (?), vi scongiuro nel nome mio e dei miei fratelli, d'ora in avanti di non aver nulla a che fare con gli ostaggi. |
Edoardo. | Il vostro Edoardo e' chiuso nel piccolo spazio di una cella criminale, ... una cella criminale, non aggiungo altro. Settantaquattro giorni di carcere, alla dieta piu' severa, privazioni senza fine, ordini e ingiunzioni incomprensibili (?), e l'incertezza sul mio destino, hanno sconvolto il mio temperamento, e ancora subisco le conseguenze della mia crudele prigionia. ... Mi hanno accusato di essere figlio di un assassino, dell'assassino di Porro, ora pero' so tutto ... |
Finalmente la famiglia si ricongiunse per risepararsi poco dopo. Il racconto del padre termina qui, ma pare sottendere un'altra tragedia che si coglie in vari dettagli: - il libro e' dedicato "ai miei figli", affinche' "addolcisca loro il ricordo del padre"; - e' scritto a Vienna, dove Maurizio d.B. era nato, dove a quanto pare si era ritirato e dove infine mori'; - e' scritto in tedesco, addirittura in caratteri gotici, e l'autore si firma "Moritz von Betta". Perfino i nomi dei figli, di cui dice che parlavano esclusivamente italiano, sono germanizzati (Eduard, Amalie, Heinrich ...) quasi un rigetto della sua stessa italianita'. Par di capire che dopo i tragici avvenimenti la famiglia si sia spezzata: sia che i figli lo rimproverassero di averli abbandonati, sia che dubitassero della sua innocenza nella morte di Porro, sia che il padre non potesse piu' vivere in Italia con le accuse infamanti che lo riguardavano, sia infine che ognuno era forzato ad una scelta di campo e quella del padre fu antitetica a quella dei suoi figli. Perlomeno fu antitetica a quella di Edoardo, che gia' nella seconda meta' degli anni '50 era fra i cospiratori veronesi e piu' tardi, come podesta' di Verona, ebbe un ruolo di primo piano negli avvenimenti che portarono all'annessione del Veneto all'Italia. Osservando la data di pubblicazione del libro di Mascheroni (1867), decisamente tarda, non ritengo possibile che i primi biografi ignorassero queste cose ma penso che, al contrario, abbiano voluto stendere un velo di silenzio, in un epoca in cui gli animi erano ancora pronti a riscaldarsi su queste questioni. E il silenzio e' durato fino ad oggi.
Naturalmente questa non e' piu' malacologia, ma a me e' sembrata una storia interessante.
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Modificato da - Subpoto in Data 22 ottobre 2010 21:58:08
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 28 gennaio 2010 : 21:31:31
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Edoardo de Betta [Castel Malgolo (TN), 1822 - Marcellise (VR), 4-11-1896]
Elenco delle pubblicazioni, tutte quelle che ho trovato, di qualsiasi argomento. comprese le banalità. I lavori di soggetto malacologico (in parte già presenti fra gli indirizzi di interesse) sono in rosso; sono sottolineati quelli che ho potuto collegare al lavoro originale.
Le pubblicazioni iniziano nel 1852 Dall'elenco emerge che il suo interesse principale, prima ancora della malacologia, era l'erpetologia, cui si dedicò in modo particolare negli ultimi 20 anni della sua vita (un po' come Giorgio Jan) 20 - lavori di erpetologia: 20 11 - lavori di malacologia: 11 16 - altro
1852. Descrizione di due nuove conchiglie terrestri del Veneto. Verona, Tip. Antonelli, 8 pp. 1 tav.
1852. Sulla Helix Pollinii Da Campo. Osservazioni - Verona, Tip. Antonelli. 15 pp.
1852. Catalogo dei Rettili della Valle di Non nel Tirolo meridionale Verhandlungen d. zoolog. botan. Vereins in Wien, 153 pp.
1852. Malacologia terrestre e fluviatile della Valle di Non nel Tirolo italiano. Parte I. Molluschi terrestri. Verona, Tip. G. Antonelli. 143 pp. 1 tav.
1853. Catalogus systematicus rerum naturalium in Museo de Bettta exstantium. Sect. I. Reptilia Europae. Veronae, Typ. Antonelli. 29 pp.
1854. Catalogo dei molluschi viventi sul Monte Baldo, nel Veronese. Giornale di Malacologia, 2(9), 129-136, Pavia (1854)
1855. Degli insetti nocivi all'agricoltura e della sconsigliata e dannosa distruzione degli animali insettivori della nostra provincia. Letto il 20 Aprile 1865 (dove ?)
1855 Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle Provincie venete. Edoardo de Betta e Pietropaolo Martinati. Verona, Tipografia Antonelli, Febbraio 1855. 102 pp., 1 tav.
1857. Erpetologia delle provincie Venete e del Tirolo Meridionale. Verona. Vicentini e Franchini. 1857
1862. Sulla piscicoltura in generale e sulla possibilità ed utilità della sua introduzione nel Veronese, Memoria Accad. Agricoltura Arti e Commercio di Verona, vol. 41. 2a edizione in 8.
1863. Materiali per una Fauna veronese. Prospetti sistematici degli Animali Vertebrati della Provincia Veronese. Mem. Acc. Agr. Comm. Arti Verona, 42 (1): 91-235
1863 Risposta alla critica del socio prof. Molin sull'argomento della coltura delle anguille nelle torbiere di Clairefontaine. 1862-63. Atti.I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti (s.3) 8: 364-66.
1864. Monografia degli anfibi urodeli italiani e più diffusamente delle specie viventi nelle provincie venete. Mem.I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti, (s.3) 11: 319-572
1864. Esame critico intorno a tre molluschi del genere Glandina Schumacher, descritti nell'Opera del dott. Lodovico Pfeiffer : Monographia Heliceorum viventium. 1863-64. Atti I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti (3) 9: 537-60
1865. Sui serpenti italiani del genere Tropidonotus Kuhl. Osservazioni critiche. 1864-65.. Atti I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti (3) 10: 513-542
1865. Note ed osservazioni sulla straordinaria od accidentale comparsa di alcune specie di uccelli nelle provincie venete e sulle cause rispettive. 1864-65. Atti.I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti (s.3) 10: 812-41.
1865. Nota sopra un caso di dicefalia-atloidica in una giovane vipera (Vipera aspis Merr.) raccolta nel Vicentino. 1864-65. Atti.I.R.Ist.Ven.Sci.Lett.Arti (s.3) 10: 916-925.
1868. I rettili ed anfibi della Grecia con alcune notizie sulla distribuzione geografica delle specie. 1867-68. Atti R.Ist.Ven.Sci.Let.Arti, (s.3) 13: 876-963.
1868. Molluschi terrestri e fluviatili dell'Anaunia nel Trentino Commentario della Fauna, Flora e Gea del Veneto e del Trentino 1 (4): 174-186.
1870. Alcune note in appendice dei Materiali per una Fauna Veronese. Atti Acc.Agr.Art. Comm. di Verona, v.47.
1870. I molluschi terrestri e fluviatili della provincia Veronese a complemento della Malacologia di L. Menegazzi.. Atti Acc. Agric.Arti Comm. Verona, 47, 168 pp.
1870. Malacologia Veneta, ossia Catalogo sinottico ed analitico dei molluschi terrestri e fluviatili, viventi nelle provincie venete. 1869-70. Atti.R.Ist.Ven.Sci.Let.Arti, (s.3) 15: 1396-531.
1874. Rettili e anfibi. Fauna d'Italia, parte IV. Milano, Vallardi, (1874) 8° br. cop. muta, 107 pp.
1876. Le Cavallette e lo Storno roseo in Provincia di Verona nell'anno 1875. Note. 1875-76. Atti R.Ist.Ven.Sci.Let.Arti (s.5) 2: 79-96
1876. Sul Cystignatus ocellatus Wagler (Rana ocellata, Sch.) dell'America meridionale. 1875-76. Atti.R.Ist.Ven.Sci.Lett.arti, (s.5) 2: 695-703.
1878. Della vita e delle Opere del prof. cav. Giulio Sandri. 1877-78. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (5) 4: 221-45,
1878. Sulla tiliguerta o caliscertula Cetti (Lacerta tiliguerta auctor). 1877-78. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (5) 4: 889-905.
1878. Alcune note erpetologiche per servire allo studio dei rettili ed anfibi d'Italia. 1877-78. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (5) 4: 963-981
1879. Notizie archeologiche veronesi e degli scavi nelle stazioni lacustri del lago di Garda. 1878-79. Atti.R.Ist.Ven.Sci.Let.Arti, (s.5), 5: 372-75.
1879. Nuova serie di Note erpetologiche per servire allo studio dei rettili ed anfibi italiani. 1878-79. Atti I.R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti , (s.5), 5: 377-415.
1879. Sulla vipera ammodite (Vipera ammodytes Latr.) nell'Italia e sua distribuzione geografica. 1878-79. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.5), 5: 589-615.
1879. Rapporto sull'esame della Memoria di paleontologia, presentata pel concorso al premio biennale dell'istituto pel 1879. 1878-79. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.5), 5: 1123-35.
1880. Sulla distribuzione geografica dei serpenti velenosi in Europa e più particolarmente nell'Italia. 1879-80. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.5), 6: 357-92.
1880. Intorno agli studi per una malacologia terrestre e fluviatile dell'Italia. Discorso. 1879-80. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.5), 6: 419-31.
1880. Due parole sopra un recentissimo scritto del dott. Alessandro Pericle Ninni (Replica alla Nota del comm. De Betta: Sulla distribuzione geografica dei serpenti velenosi in Europa). 1879-80. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.5), 6: 1015-20.
1883. Nuova invasione di cavallette (Acridium italicum) in provincia di Verona nell'anno 1882. 1882-83. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 1: 397-412.
1883. Un nuovo chirottero per la fauna Veneta, ed alcuni casi di albinismo negli uccelli del Veronese. 1882-83. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 1: 615-23,
1883. Terza serie di Note erpetologiche per servire alio studio dei rettili ed anfibi d' Italia. 1S82-83. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 1: 919-51.
1884. Le cavallette in provincia di Verona nel 1883. 1883-84. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 2: 105-8.
1884. Sulle najadi dell'Italia. Nota critica. 1883-84. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 2: 465-88.
1884. Le collezioni di francobolli postali in relazione alia storia. 1883-84. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 2: 777-821.
1884. Osservazione del m. e. E. Morpurgo. 1883-84. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 2: 616.
1884. Sul Pelobates fuscus trovato in provincia di Verona. 1883-84. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 2: 1455-9.
1885. Sul Pelobates fuscus trovato in provincia di Verona. (continuazione?) 1884-85. Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 3: 1507-9.
1886. Sulle diverse forme della rana temporaria in Europa e piu' particolarmente nell' Italia. Ricerche. 1885-86. . Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 4: 45-90.
1887. Sulla questione delle rane rosse d' Europa. 1886-87. . Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.6), 5: 527-33.
1890. Sul carpione del lago di Garda (Salmo Carpio L.) 1889-90. . Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.7), 1: 803-8.
1893. Discorso pronunciato nell'assumere il seggio presidenziale dell'Istituto. 1892-93. . Atti R.Ist.ven.Sci.Lett.Arti (s.7), 4: 547-48.
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Modificato da - Subpoto in data 22 ottobre 2010 22:05:23 |
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Cmb
Moderatore
Città: Buers
Prov.: Estero
Regione: Austria
12844 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 gennaio 2010 : 09:03:33
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Penso che la vita di un ricercatore è cosi importante come le sue opere....
Ho inserto qui: Link
"La distinction des espèces de limaces est extrêmement difficile, et aucun zoologiste n’est encore parvenu à quelque chose d’un peu satisfaisant sous ce rapport." H. M. DUCROTAY DE BLAINVILLE 1823
Riassunto del Forum Natura Mediterraneo degli Limax dell'Italia |
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11322 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 gennaio 2010 : 09:27:32
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una storia interessante e per certi versi molto attuale non mi stupisco del fatto che nella biografia ufficiale fossero stati omessi questi lati oscuri della sue vicende personali e politiche, come ben sappiamo era (ma lo è tutt'ora ) una tendenza a romanzare la vita dei personaggi illustri in modo tale che la vita di quel personaggio avesse una sua coerenza interna e lanciasse un messaggio ben preciso al lettore, insomma più un'agiografia che una biografia
ciao
ang |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 gennaio 2010 : 23:35:14
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Molto interessante questa storia,fino ad ora De Betta era solo un libro pieno di nomi di lumache,a volte siamo veramente superficiali anche senza volerlo. Grazie fern di averla condivisa con noi.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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