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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 15 maggio 2010 : 17:30:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:


Volendo, ci sarebbe una fonte energetica (fra le non rinnovabili) che non produce andidride carbonica...

marz


Ci avevo aperto sù una discussione apposta, mesi fa, ma, come ha detto in televisione Margherita Hack, quella è una paura irrazionale che noi italiani non riusciamo a toglierci di dosso.

Sul problema della CO2 ho sentito giusto qualche ora fa in televisione che in Norvegia ci sono impianti già attivi che la immagazzinano (o la smaltiscono definitivamente - non ho capito) in mare.
Parlavano di un impianto che ne fa sparire un milione e mezzo di tonnellate all'anno (non si sa con quali costi energetici).

Se ordiniamo dell'acqua di mare da quelle parti, ci chiederanno: "naturale o frizzante?"
luigi


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marz
Utente Super

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Inserito il - 15 maggio 2010 : 21:21:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La penso come te, ma sono molto scettico in proposito. In Italia i problemi energetici, come quelli ambientali non si gestiscono mai su basi razionali, ma su basi demagogiche o clientelari.

Tornardo al problema dell' immagazzinamento dell' anidride carbonica, in Norvegia hanno fatto così: hanno compresso e liquefatto circa un milione di tonnellate di CO2 e l' hanno poi iniettata in un "serbatoio naturale" ad un chilometro di profondità sotto il fondale marino.

Loro dicono che in questo modo la CO2 può rimanere in sicurezza per migliaia di anni (con qualche minima perdita). A me la cosa lascia un pò perplesso, però non saprei, perchè è una cosa del tutto innovativa e non ci sono precedenti.

marz

Modificato da - marz in data 15 maggio 2010 21:25:00
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Subpoto
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Inserito il - 16 maggio 2010 : 00:53:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ho trovato un articolo proprio sullo stoccaggio di CO2.
In via teorica l'immissione di CO2 in profondità ed in ambienti salini provocherebbe una mineralizzazione con la formazione di carbonati.
In Italia sono già stati individuati molti siti idonei allo stoccaggio.
Il problema maggiore non sono i costi energetici ma i costi reali dell'operazione.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 16 maggio 2010 : 09:40:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' giusto. Pensavo erroneamente che, se la formazione di CO2 è esotermica, lo smaltimento dovesse essere endotermico, ma sbagliavo.
In effetti, la CO2 non è il prodotto stabile finale; anche nell'aria, reagisce con la calce delle costruzioni formando appunto carbonato di calcio, oppure nelle formazioni carsiche.
I costi economici sono già un problema minore; magari, nel tempo, si riesce a ridurli; e poi in futuro abbonderanno più i soldi che l'energia .
L'importante è non produrre altra CO2 in misura notevole per smaltire quella già prodotta.
luigi
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Subpoto
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Città: Roma
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Inserito il - 18 maggio 2010 : 19:16:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Finché utilizzeremo carburanti fossili indipendentemente dal loro potere inquinante(non importa se sia metano o altri idrocarburi) andremo a creare un aumento della percentuale di CO2 nell'atmosfera.
La possibilità di sequestrarla e rimineralizzarla è il sistema più veloce ed efficace per ridurre le emissioni di questo gas con effetto serra.
Ciò non esclude il graduale passaggio a fonti di energia pulita,ma purtroppo oggi ancora non disponiamo la tecnologia per produrla in maniera economica.
Tutti siamo pronti a fare battaglie di principio ma molti meno sono disposti a rinunciare alle comodità che il consumo di energia ci consente.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 18 maggio 2010 : 19:42:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In un certo senso, se si trovasse un sistema efficiente per trasformare la CO2 in carbonati, potrebbe essere un fatto negativo.
Ci sentiremmo più tranquilli con la coscienza e ci butteremmo nel business della rimineralizzazione (presumibilmente incentivato), come abbiamo fatto con l'energia eolica, invece di limitare i consumi.
luigi
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elleelle
Moderatore Trasversale

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Flora e Fauna

Inserito il - 20 marzo 2011 : 11:41:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Penso che sarebbe utile ripescare questa discussione, che è sempre attuale, ma lo è particolarmente in questo momento in cui tanti parlano di energia.

Non si tratta di spezzare una lancia pro o contro l'energia nucleare; in questo momento, la questione è di rilevanza politica e parlarne potrebbe essere inteso come una violazione del regolamento.

Credo invece che potrebbe essere utile riportare a galla questa discussione, in maniera serena e oggettiva, per permettere agli esperti presenti nel nostro forum di aggiornarci sulle prospettive tecnologiche.
Nello stesso tempo, i meno esperti (che, però, frequentando un forum scientifico, sono comunque più interessati e consapevoli della media) si potrebbero chiarire meglio le idee in un momento in cui la disinformazione da ambo le parti la fa da padrona.

In particolare, per circoscrivere il campo e avere una discussione più costruttiva credo che sarebbe utile parlare di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

Se permettete, vorrei fare una premessa ad uso di chi non ha una formazione scolastica di tipi tecnico (gli altri, per favore, portino pazienza!), per chiarire due aspetti fondamentali: il fabbisogno di potenza e il fabbisogno di energia.
Un paese ha bisogno di energia elettrica e anche di potenza elettrica. L'energia serve ad alimentare, nel tempo, la varie tipologie di impianti elettrici, dall'illuminazione al condizionamento agli usi industriali di ogni tipo ecc... La potenza è necessaria per garantire il funzionamento contemporaneo degli impianti utilizzatori nei momenti di picco.
Se facciamo l'esempio di un auto da 100 cavalli, questa potenza servirà tutta o quasi solo in particolari momenti, come la partenza allo STOP o una salita ripida, mentre, durante la marcia normale se ne impiegherà meno della metà.
Per fare un viaggio, quindi, serve una certa quantità di energia (misurabile in base al carburante consumato), e serve anche una certa potenza minima che ci permetta di far muovere l'auto nelle condizioni di maggiore sforzo.

Lo stesso vale per il fabbisogno di energia elettrica nazionale: occorrono adeguate quantità di energia da fonti diverse (carbone, gas, petrolio, bacini idrici, vento, sole ....) e occorre una certa "potenza installata" capace di evitare malfunzionamenti nelle ore di punta, in qualunque momento si presentino.

Detto questo, appare chiaro che ci sono fonti in grado di fornire la potenza richiesta in qualunque momento (centrali termiche) e fonti che producono energia in maniera meno continua e comunque non sono attivabili secondo necessità (eolico e solare).
Si può affermare quindi che la potenza di picco necessaria per un paese deve essere producibile interamente, all'occorrenza, con fonti termiche, mentre le fonti la cui potenza è "non modulabile" servono a risparmiare combustibile e a ridurre le emissioni, ma non possono essere sommate alle fonti modulabili per garantire il fabbisogno di potenza nei momenti di picco.

Immaginiamo, per esempio, che l'Italia sia sotto una nevicata; in questa condizioni gli impianti eolici e solari saranno praticamente fermi e il fabbisogno dovrà essere garantito dalle centrali termiche. Viceversa, in condizioni di vento e sole, grazie al contributo degli impianti eolici e solari, si potranno spegnere un certo numero di centrali termiche risparmiando carburante e inquinamento.
Un po' come succede in una grossa barca a vela: quando si naviga in mare aperto e con vento giusto si va a vela e si spegne il motore, ma è necessario averlo per manovrare in porto, o in assenza di vento, oppure se dobbiamo rimontare rapidamente un vento contrario.

Per questo, le fonti rinnovabili attualmente in uso (eolica e solare) che forniscono una potenza discontinua, non possono coprire più del 20-25% del fabbisogno totale di potenza elettrica, e questi sono gli obiettivi che si danno le nazioni più avanzate. Per citare un dato che si usa nella progettazione dei parchi eolici, si considera interessante un sito che permette un tempo di funzionamento di 1.500-2.000 ore all'anno su 8.760 ore totali; in altre parole, questi impianti, presi singolarmente, funzionano per il 15%-25% del tempo.
Se li consideriamo complessivamente, la situazione migliora, perché se manca vento o sole al nord può darsi che ce ne sia in abbondanza al sud e viceversa, ma non si arriva mai ad una produzione costante e affidabile.

A questo punto, chiedo scusa per la logorroicità e aspetto altri interventi.

luigi

Per i dati e i riferimenti, oltre a Wikipedia, segnalo questo sito:
Link

Segnalo anche questa discussione di Alessandro, che tratta un aspetto meno noto della produzione di energia dal sole.
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theco
Utente Super




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Inserito il - 20 marzo 2011 : 19:25:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:
Non si tratta di spezzare una lancia pro o contro l'energia nucleare; in questo momento, la questione è di rilevanza politica e parlarne potrebbe essere inteso come una violazione del regolamento.
...
A questo punto, chiedo scusa per la logorroicità e aspetto altri interventi.



Beh, Luigi, gli aspetti tecnici in questo momento mi sembrano un tantino 'riduttivi' rispetto al problema 'energia per il futuro'.

Se non mi è possibile esprimere un parere sul nucleare su un piano diverso da quello tecnico non ho interventi da fare sull'argomento.

Altrettanto vale per le energie alternative: se non posso esprimere un parere sulla politica energetica italiana, europea e mondiale, qualunque altra parola che potrei eventualmente dire mi sembrerebbe per lo meno fuori luogo.

Ciao, Andrea

Modificato da - theco in data 20 marzo 2011 19:28:23
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elleelle
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Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 20 marzo 2011 : 20:39:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non credo che gli aspetti tecnici siano riduttivi. Se non si conoscono le alternative è impossibile fare scelte consapevoli. Soprattutto, bisogna cercare di capire quali sono i numeri in gioco, perché il problema è quantitativo, non qualitativo.

Per esempio, sul sito che ho indicato prima, che, per sua natura, dovrebbe avere un'impostazione ottimistica, ho trovato dei dati preoccupanti.

Nel 2009 le centrali eoliche hanno prodotto circa 6 Terawattora di energia.
A fine 2009 la potenza installata era di 4.850 Mw distribuita su circa 200 "parchi eolici".
Le prospettive dell'eolico in Italia sono stimabili in 16.000 Mw.

Facendo un po' di conti .....

6 Terawattora in un anno si producono con una centrale termica da 685 Mw che lavori al 100%. Stimando una potenza media 2009 di soli 4.000 Mw installati, si ottiene che le centrali eoliche hanno lavorato per il 17% del tempo e che, come produzione, tutte insieme valgono 1/5 della sola centrale termica di Montalto di Castro (3.600Mw).
Sfruttando al massimo le potenzialità stimate di 16.000 Mw, cioè installando altre "pale" pari al triplo di quelle già installate, si produrrebbe una quantità di energia si e no pari a quella che è prodotta da un'unica grossa centrale termica. E le potenzialità dell'eolico sarebbero già esaurite, ed avremmo impiantato circa 600 parchi eolici in giro per l'Italia.

Si può concludere che l'energia eolica non rappresenta la soluzione futura, ma solo un "aiutino" e che la soluzione va cercata altrove.

Dove? Nell'energia solare? E' possibile .....

luigi
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Luciano54
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Flora e Fauna

Inserito il - 21 marzo 2011 : 07:14:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Non credo che gli aspetti tecnici siano riduttivi. Se non si conoscono le alternative è impossibile fare scelte consapevoli .....


Condivido!


Messaggio originario di elleelle:
... Soprattutto, bisogna cercare di capire quali sono i numeri in gioco, perché il problema è quantitativo, non qualitativo. .....


Qui ritengo invece che la valutazione debba essere sia qualitativa, ... sia quantitativa; altrimenti la soluzione sarebbe piuttosto semplice: nel primo caso si dovrebbero utilizzare solo le rinnovabili, ... nel secondo solo il nucleare (allo stato attuale delle conoscenze e dello sviluppo tecnologico).

Ciaoo

Link
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Cmb
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Flora e Fauna

Inserito il - 21 marzo 2011 : 07:50:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il piu grande resrza di energia è il suo risparmio - in Austria si parle di circa 30%



"La distinction des espèces de limaces est extrêmement difficile,
et aucun zoologiste n’est encore parvenu à quelque chose
d’un peu satisfaisant sous ce rapport."
H. M. DUCROTAY DE BLAINVILLE 1823

Vieni nel mondo degli Limax dell'Italia
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mauretto
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Micologia

Inserito il - 21 marzo 2011 : 09:23:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

]Non credo che gli aspetti tecnici siano riduttivi.


Gli aspetti tecnici sono tutt'altro che riduttivi!!!

Bisognerebbe parlarne dalla mattina alla sera, bisognerebbe sapere il come, il quanto e il dove di ogni energia disponibile e/o futuribile.

Se fossi un ingegnere vi giuro mi prenderei la briga di afre delle schede tecniche, da integrare con impatto ambientale ed energetico, prospettive e ipotesi di sviluppo, costi di emssa in opera/manutenzione e via dicendo.

Se non si parte da questi presupposti come si fa a parlare di politiche energetiche?
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mauretto
Moderatore


Città: pergine valsugana
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


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Micologia

Inserito il - 21 marzo 2011 : 09:24:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Cmb:

Il piu grande resrza di energia è il suo risparmio - in Austria si parle di circa 30%



"La distinction des espèces de limaces est extrêmement difficile,
et aucun zoologiste n’est encore parvenu à quelque chose
d’un peu satisfaisant sous ce rapport."
H. M. DUCROTAY DE BLAINVILLE 1823

Vieni nel mondo degli Limax dell'Italia




si potrebbe aprire una discussione nuova sul risparmio energetico, sarebbe molto ma molto interessante.

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elleelle
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Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 21 marzo 2011 : 09:29:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La scelta non è semplice, tanto è vero che tutti i paesi industrializzati tengono il piede in molte staffe.
Prima avevo indicato perché l'energia eolica e l'energia solare non potrebbero garantire da sole la "potenza installata" necessaria, dato che, per esempio, durante una nevicata che interessi gran parte dell'Italia o in altre condizioni atmosferiche sfavorevoli ci sarebbe inevitabilmente un collasso e un black out.

Dai conti fatti dagli stessi sviluppatori di impianti eolici, le potenzialità stimate per l'Italia (probabilmente, per eccesso, senza tener conto dei vincoli paesaggistici) sono di soli 16.000 Mw, che, moltiplicati per il rendimento del 17% - che probabilmente, tenderà a peggiorare via via che si va a sfruttare i siti meno ventosi - equivalgono a 2740 Mw, cioè poco più della nuova centrale a carbone di Civitavecchia.

D'altra parte questa due forme di energia sono vantaggiose dal punto di vista dell'effetto serra, ma sono le più invasive sulla natura perché occupano molto territorio e lo alterano profondamente, sia con gli impianti che con la ragnatela di linee elettriche che richiedono.

Questo lo volevo dire, e mi piacerebbe che qualcuno contestasse i dati che ho presentato, se non gli quadrano, perché oggi si sente dire che l'energia eolica potrebbe risolvere il problema, mentre, a conti fatti, può solo far risparmiare un po' di combustibile e di inquinamento, ma non concorre al fabbisogno di "potenza installata", che deve essere garantita da altre fonti.

L'impostazione più ragionevole, adottata da tutti i paesi industrializzati, sembra quella di garantire la potenza necessaria attraverso le centrali termiche (carbone, petrolio, gas e nucleare), oltre che con le centrali idroelettriche (anch'esse molto impattanti), e usare le fonti alternative per ridurre il consumo di combustibile e le emissioni.

Per passare ad un altro aspetto della questione, dato che siamo un forum di amanti della natura, mi meraviglia un po' che nessuno si preoccupi della prospettiva di coprire il nostro territorio di pale che girano e di linee elettriche che deturpano il paesaggio e decimano gli uccelli.

Mi piacerebbe poi che si chiarisse un malinteso: la soluzione dell'eolico (anche se fosse, e non e, una soluzione) non rappresenta un'impostazione ecologista, ma tipicamente consumista.

Il risparmio energetico certamente sarebbe una buona cosa, ma è un palliativo, come l'energia eolica, e non una soluzione. Il grande vantaggio del risparmio è che, almeno, fa anche bene alla natura

luigi
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 21 marzo 2011 : 09:41:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di mauretto:


]Non credo che gli aspetti tecnici siano riduttivi.


Gli aspetti tecnici sono tutt'altro che riduttivi!!!

Bisognerebbe parlarne dalla mattina alla sera, bisognerebbe sapere il come, il quanto e il dove di ogni energia disponibile e/o futuribile.

Se fossi un ingegnere vi giuro mi prenderei la briga di afre delle schede tecniche, da integrare con impatto ambientale ed energetico, prospettive e ipotesi di sviluppo, costi di emssa in opera/manutenzione e via dicendo.

Se non si parte da questi presupposti come si fa a parlare di politiche energetiche?


E' quello che, immodestamente, ho cercato di fare io, che, appunto, sono ingegnere, mettendo in relazione i numeri che ho trovato in rete, per vedere cosa ne veniva fuori. Per l'eolico mi sembra che venga fuori un pugno di mosche o poco più ...

Si può vedere di quantificare anche altri aspetti, se la discussione interessa e se ci sono contributi di altri.

Parlare di risparmio energetico in una discussione separata mi sembra un'ottima idea, perché sono due problemi diversi.
Quanto meno, sul risparmio dovremmo essere tutti d'accordo ....

luigi
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theco
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Inserito il - 21 marzo 2011 : 19:09:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I risultati di un'impostazione SOLO tecnica del problema sono oggi chiaramente visibili, personalmente considero miope la limitazione del problema ad un'impostazione 'ingegneristica', non nel senso che tale punto di vista non sia necessario, ma nel senso che limitarsi ad esso, all'esercizio di trovare i 'migliori numeri', è un'impostazione che mostra oggi tutta la sua tragica fragilità.

Ho letto di pubblici richiami a 'non decidere sull'onda dell'emotività', se non ora quando? cosa pensate che debba accadere ancora per lasciare spazio all'emotività? qual'è il vostro punto di stop? quello che vi fa dire: chi se ne frega dei numeri e della razionalità, fino a questo punto mi va bene, oltre questo punto no, perchè al mondo c'è di più di uno sterile conto economico.

Io il mio punto di 'stop razionale' l'ho raggiunto, il vostro dove si colloca? fin dove arriva la vostra fiducia nell'umana razionalità? siete pronti a scommetterci tutto sopra?

Non affannatevi a dirmi che sono un irrazionale, emotivo e pessimo naturalista, non vorrei montare in superbia.

In ogni caso l'unico intento del mio intervento era di spiegare a Luigi perchè non me la sentivo di intervenire, visto che lui stesso aveva sollecitato interventi altrui, per il resto fate pure conto che questo vecchio oscurantista, nemico dell'età dei lumi, non abbia detto nulla.

Ciao, Andrea
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mauretto
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Città: pergine valsugana
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Micologia

Inserito il - 21 marzo 2011 : 19:30:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

I risultati di un'impostazione SOLO tecnica del problema sono oggi chiaramente visibili, personalmente considero miope la limitazione del problema ad un'impostazione 'ingegneristica', non nel senso che tale punto di vista non sia necessario, ma nel senso che limitarsi ad esso, all'esercizio di trovare i 'migliori numeri', è un'impostazione che mostra oggi tutta la sua tragica fragilità.

Ho letto di pubblici richiami a 'non decidere sull'onda dell'emotività', se non ora quando? cosa pensate che debba accadere ancora per lasciare spazio all'emotività? qual'è il vostro punto di stop? quello che vi fa dire: chi se ne frega dei numeri e della razionalità, fino a questo punto mi va bene, oltre questo punto no, perchè al mondo c'è di più di uno sterile conto economico.

Io il mio punto di 'stop razionale' l'ho raggiunto, il vostro dove si colloca? fin dove arriva la vostra fiducia nell'umana razionalità? siete pronti a scommetterci tutto sopra?

Non affannatevi a dirmi che sono un irrazionale, emotivo e pessimo naturalista, non vorrei montare in superbia.

In ogni caso l'unico intento del mio intervento era di spiegare a Luigi perchè non me la sentivo di intervenire, visto che lui stesso aveva sollecitato interventi altrui, per il resto fate pure conto che questo vecchio oscurantista, nemico dell'età dei lumi, non abbia detto nulla.

Ciao, Andrea


non capisco dove tu voglia arrivare.
Ti riferisci al nucleare?

ti cito: per il resto fate pure conto che questo vecchio oscurantista, nemico dell'età dei lumi, non abbia detto nulla.

se dai a qualcuno del miope è difficile fare conto che tu non abbia detto nulla...
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 21 marzo 2011 : 19:59:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Confermo Luigi per il fatto che non solo l'eolico ma tutte le energie rinnovabili non riescono (attualmente) e non riusciranno (in futuro) a soddisfare i fabbisogni energetici.
La mia non è una posizione attuale ma anche del passato.
Le energie rinnovabili possono soddisfare fabbisogni energetici a livello locale.
Un impianto fotovoltaico può risolvere i fabbisogni di un'azienda, di un'abitazione ma non di tutte le aziende di una nazione oppure di di tutte le abitazioni.
Se tutti (ma i costi non sono accessibili attualmente purtroppo e tentano di sottrarre anche gli incentivi)intraprendessimo questa strada sicuramente ciascuno di noi potrebbe non raggiungere l'autosufficienza energetica, ma coprire tale fabbisogno per circa il 60-70% nelle condizioni migliori. Già è un buon risultato.
Se abbiniamo anche forme di risparmio energetico tanto meglio.
L'eolico può essere fatto nei territori altamente vocati, ma dev'essere fatto (alla fine il suolo viene ripristinato totalmente).

Allo stato attuale non possiamo sganciarci dalle energie convenzionali. Sono convinto che gli impianti termoelettrici ci dovranno accompagnare per la nostra vita.
Per il nucleare, lasciamo perdere gli incidenti avvenuti per un attimo, ho già detto che non risolve il problema energetico ... costi troppo elevati, tecnologia obsoleta (che rimarrà sempre tale se per costruire e far funzionare un impianto ci vogliono 20-30 anni). Non è la strada del futuro!
Se poi aggiungiamo per l'Italia, la mancanza di siti idonei, il probabile dissesto idrogeologico, la sismicità ... dico ancora che questa tecnologia è insostenibile. Non dimentichiamo l'incapacità e l'impossibilità di gestire le scorie. Ugualmente dico che bisogna investire in ricerca per questa tecnologia e non bisogna chiudere nessuna strada.



Alessandro PD


Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 marzo 2011 : 21:09:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie, Alessandro, del tuo contributo chiarificatore.

Per quanto riguarda Andrea, non voglio banalizzare il suo intervento classificandolo come emotivo (non l'ho detto); sicuramente, quando ci può essere un rischio, anche se remoto, per la salute, è logico tenerne il giusto conto.

Quello che non mi piace in questa questione, e nel modo in cui viene trattata negli ultimi tempi, è il fatto di non voler conoscere i dati tecnici; il che porta a prendere posizioni di pura fantasia.

Faccio un esempio banale: se qualcuno vi dicesse che, per portare la famiglia in vacanza, potreste usare la bicicletta invece dell'auto o dei mezzi pubblici, le obiezioni più spontanee sarebbero di tipo tecnico, del tipo:
"e i bagagli dove li metto?"
"e il bambino piccolo come lo trasporto?"
"e mia suocera, che non sa andare in bicicletta?"

Quando si parla di energia, invece, la maggior parte delle persone, dato che non sanno la differenza tra un chilowatt e un chilowattora, rinunciano a chiedere chiarimenti perché immaginano che non li capirebbero, e forse, non capendoli, non ci crederebbero.

E così trasformano una scelta razionale in una scelta ideologica, illudendosi che le varie soluzioni di cui si parla siano equivalenti; il che non è affatto vero.

Ma c'è di peggio: anche nel classificare le alternative possibili dal punto di vista ideologico, si commettono errori drammatici. Come quello di pensare che le energie rinnovabili difendano la natura e che le centrali nucleari la danneggino, mentre è vero il contrario (le centrali a combustibili fossili stanno nel mezzo).

Le energie rinnovabili - almeno quelle conosciute ad oggi - presuppongono un altissimo consumo di territorio naturale, che finirà antropizzato e industrializzato, lasciando spazi sempre più miseri alla natura.

Almeno noi che scriviamo in questo forum ne vogliamo parlare?

luigi
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theco
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Inserito il - 21 marzo 2011 : 21:21:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di mauretto:

Messaggio originario di theco:

personalmente considero miope la limitazione del problema ad


se dai a qualcuno del miope è difficile fare conto che tu non abbia detto nulla...



Mauretto, possiamo non essere d'accordo sulle politiche energetiche, ma sono certo che possiamo trovare un accordo sulla grammatica... ho detto che io considero miope una determinata cosa, non ho accusato nessuno di essere miope.

In ogni caso puoi ribadire come meglio credi alle mie parole, la mia intenzione non era quella di chiudere la bocca a chicchessia, ma solo quella di abbandonare una discussione nella quale non mi sento a mio agio, nonostante abbia letto interventi interessanti come gli ultimi di Alessandro e Cmb, tra gli altri.

Ciao, Andrea
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