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theco
Utente Super




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Inserito il - 29 dicembre 2009 : 18:05:02 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Prendo spunto dal film on line di cui Nanni ci propone la visione per fare alcune considerazioni: Link

Da una parte vi sono fonti che negano l'imminenza di un collasso ambientale globale, molto spesso lo fanno senza possedere dati numerici, ma esprimono solo una posizione di contrarietà alla tesi dominante. Questa posizione di contrarietà molto spesso si basa (filosoficamente) sul principio dell'attualismo di Lyell: le dinamiche in atto oggi sono le stesse che hanno agito in passato.

Quel principio, fondamentale per lo sviluppo successivo dell'evoluzionismo, fu enunciato proprio per contrastare le teorie interpretative catastrofiste, allora molto in voga, che volevano spiegare gli eventi passati come il risultato di disastri ambientali contingenti, anzichè come accumulo costante di microvariazioni.

Quindi chi sostiene una sorta di 'continuità ambientale' oggi nega che il riscaldamento globale, per esempio, sia opera dell'attività contingente dell'uomo, ma sostiene che da sempre ci sia stata alternanza di clima, in un certo senso fa una proiezione sul futuro del principio di Lyell e ottiene lo stesso effetto: negare una catastrofe.

Dall'altra parte abbiamo molte più persone, di solito munite di montagne di dati numerici, che sostengono come il mantenimento dell'attuale ritmo di utilizzo delle risorse naturali porterà inevitabilmente ad una catastrofe annunciata. Si discute solo sul quando (dieci anni, cento anni, ecc.) e sul come (prima l'effetto serra, o la deforestazione, o la siccità, ecc.), ma non sul risultato che si presume essere un collasso (catastrofe) del sistema attuale e mai un sua evoluzione progressiva.

L'argomento forte di queste persone è legato alla considerazione che lo sviluppo umano ha creato condizioni che esulano dai normali meccanismi evolutivi e quindi potenzialmente può giustificare una rinnovata visione neo-catastrofista.

In mezzo i miliardi di persone che stanno dalla parte giusta dello sviluppo e alle quali non frega assolutamente nulla di queste cose e gli altri miliardi di persone che invece vivono dalla parte sbagliata dello sviluppo e quotidianamente provano sulla propria pelle la precarietà e la catastrofe.

Davvero stiamo andando incontro ad una catastrofe? o ci siamo già dentro?

Ciao, Andrea

Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 18:58:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bisogna prima di tutto stabilire bene il significato di catastrofe, ne esiste anche uno matematico (che saranno in dieci a capire ). Però potrebbe essere approssimato in: fenomeno che fa passare repentinamente un sistema da un equilibrio ad un altro. Quindi definisce la catastrofe non l'entità del fenomeno, ma la sua repentinità.

Bisogna poi dire che le "catastrofi", definite come sopra, sono state inglobate nella teoria evoluzionistica degli equilibri punteggiati.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 19:17:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravissimo ! Grazie Andrea, non si poteva dirlo meglio !
Ora vorrei chiedervi : avete letto "Collasso" Jared Diamond ?
Il libro riferisce sul risultato di diverse ricerche paleoantropologiche .
In sintesi : è già successo !
Nel corso di tutta la storia dell'umanità, molte sono state le civiltà che si sono auto-ESTINTE ! Ingoiate dalla morsa di cui parla anche il film home.
Collasso demografico/sovrasfruttamento delle risorse primarie.. oltre il limite imposto dal loro territorio e spesso a prescindere delle variabili climatiche comunque presenti in ogni epoca. Come sia stato possibile che la elevata cultura affermatasi sull'isola di Pasqua abbia <tagliato l'ultima> delle palme giganti da cui dipendeva la loro vita ? Mi domando se chi cercava di opporsi è stato definito catastrofista. Il film lo dice chiaramente : stiamo bruciando l'indispensabile per comprare il superfluo, che sciatteremo. E ci sono i dati sulla fame.. L'ipotesi di 20 milioni di <profughi climatici> nei prossimi decenni, vi sembra catastrofista o cosa? La vera domanda mi sembra essere : che cosa oggigiorno fa o farebbe la differenza ? La conoscenza ?
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 20:46:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non per essere "catastrofista" ... ma mi sembra che la partenza sia parecchio in salita!

Tema molto interessante ... ma anche molto (forse troppo?) vasto; per svolgerlo a dovere occorrerebbe analizzare una enorme quantità di sottotemi, ... ad iniziare (come ci ha fatto giustamente notare Roberto) dai vocaboli utilizzati ....
Messaggio originario di Hemerobius:
Bisogna prima di tutto stabilire bene il significato di catastrofe, ne esiste anche uno matematico (che saranno in dieci a capire ). Però potrebbe essere approssimato in: fenomeno che fa passare repentinamente un sistema da un equilibrio ad un altro. Quindi definisce la catastrofe non l'entità del fenomeno, ma la sua repentinità. .....


Trovo molto pertinente la definizione ..... ed è importante cancellare il senso di catastrofe come annientamento ...... sostituendolo con cambiamento repentino

Non ho ancora avuto modo di vedere il film che avete linkato .... mi riprometto di farlo al più presto ... e nel frattempo continuerò a leggervi!
Ciaoo.

Link
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 20:57:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' solamente l'applicazione del II principio della termodinamica: aumenta l'entropia e quindi il disordine (in modo repentino)

Ecco la teoria delle catastrofi

Link

Dai non è così complicata si parla solo di spazi euclidei

Link

Alessandro PD


Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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ninocasola43
Utente Super

Città: s.agnello
Prov.: Napoli

Regione: Campania


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Inserito il - 29 dicembre 2009 : 21:45:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
tra i miei tanti hobbies c'è anche lo studio della storia e dell'archeologia qui nasce un dubbio:
la penisola sorrentina, poco più di 2000 anni fa risultava emergere dal livello del mare di oltre 1,70m, livello che è andato riducendosi costantemente nel corso dei secoli. Attribuire questo fenomeno allo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide è una teoria accettabile, anzi possibile, ma quando può essere altrettanto possibile che la colpa dello scioglimento dei ghiacci sia da attribuire all'effetto serra derivante dall'immissione nell'atmosfera dei fumi di scarico industriali che hanno la loro valenza solo da qualche decennio e non attribuire il fenomeno ad un ripetersi di un ciclo che va avanti da lontane ere geologiche?
ho l'impressione (e la mia è una domanda e non un'afermazione) che qualche scenziato dica certe cose per farsi pubblicità?
certo abbiamo stravolto il normale ciclo vitale del pianeta Terra, ma fino a che punto rischiamo di collassarlo?

nin
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theco
Utente Super




6117 Messaggi
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Inserito il - 29 dicembre 2009 : 21:46:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hemerobius:

Bisogna prima di tutto stabilire bene il significato di catastrofe, ne esiste anche uno matematico (che saranno in dieci a capire ). Però potrebbe essere approssimato in: fenomeno che fa passare repentinamente un sistema da un equilibrio ad un altro. Quindi definisce la catastrofe non l'entità del fenomeno, ma la sua repentinità.


Giusta precisazione, che non sposta i termini del problema, ma li riconduce ad un contesto biologico.

La domanda potrebbe allora diventare: l'equilibrio attuale è ancora all'interno di una logica 'omeostatica' oppure siamo vicini ad un repentino cambio di equilibrio o se preferite, storpiando Gould ed Eldredge, siamo ancora in un lungo periodo di 'stabilità morfologica' o ci avviciniamo alla punteggiatura di una rapida 'speciazione'?

Credo che nessuno neghi il fatto che ad ogni 'catastrofe' segue un nuovo equilibrio, però la nostra specie potrebbe anche partecipare al nuovo equilibrio solo in qualità di fossile.

Ciao, Andrea
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 22:14:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:Giusta precisazione, che non sposta i termini del problema, ma li riconduce ad un contesto biologico.
Che infatti non dovevano essere spostati! Le mie precisazioni avevano semplicemente lo scopo di porre la complessità del problema senza prendere ancora alcuna posizione rispetto alle questioni aperte.
E che il problema sia complesso lo dimostrano tante cose, tra le quali le rotture di equilibri (catastrofi) avvenute in passato per cause "naturali" (e d'altra parte non era ancora possibile incolpare l'uomo). Pensiamo a cosa deve essere stata la chiusura dello stretto di Gibilterra all'inizio della crisi di salinità del Messiniano (circa 7 milioni di anni fa) e soprattutto la successiva catastrofica riapertura, con totale e rapido riallagamento del Mediterraneo.
Per la cronaca posso dire che io credo (con qualche residuo dubbio per puro scrupolo) che l'attività della specie umana stia alterando gli equilibri e che siamo nella fase di avvio di una catastrofe. Lessi anni fa (ma veramente anni fa) sulle Scienze italiane un articolo che spiegava il meccanismo fisico che manteneva vitale la corrente del Golfo, su quale delicato equilibrio si basava e le conseguenze di una sua catastrofica interruzione. Ho il timore che a questo ci si stia arrivando, ed ad altro pure.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 22:55:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Certamente stiamo affrontando un tema complesso e, allo stesso tempo, studiato da molti scienziati importanti, che hanno costruito le teorie che sono state citate.
Si può osservare che in passato ci sono state variazioni di enorme intensità, come le glaciazioni e conseguenti abbassamenti e innalzamenti del livello del mare, che, proiettate nel nostro mondo di oggi, avrebbero conseguenze sicuramente catastrofiche.
Da quello che sappiamo, però, nessuno di questi cambiamenti è stato rapido, nel senso che diamo oggi a questa parola.
Un milione di anni per l'estinzione dei dinosauri è un cambiamento "rapido" in confronto alla durata del precedente periodo del loro sviluppo e della loro prosperità. Invece, per noi oggi, è un tempo lunghissimo; inapprezzabile.
Quindi, secondo me, il problema di oggi non è tanto l'entità di quello che potrebbe succedere (che pure non è poco), ma soprattutto la prevedibile estrema rapidità con la quale potrebbe succedere.
E questa rapidità dipende da noi, che siamo diventati estremamente numerosi e, con le nostre tecnologie, abbiamo imparato a smuovere quantità di energia che in passato erano impensabili. Questo è il fattore di novità che rende inconfrontabili gli scenari passati con l'oggi.
Oggi si potrebbero verificare dei cambiamenti così rapidi che né noi, né nessun altro essere vivente avrebbe il tempo di adattarsi mediante i meccanismi naturali dell'evoluzione.
Secondo me, il problema esiste, eccome!
Chi fa confronti con gli sconvolgimenti del passato ha dimenticato di considerare il fattore tempo (legato al fattore energia)....




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theco
Utente Super




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Inserito il - 29 dicembre 2009 : 23:33:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hemerobius:
Pensiamo a cosa deve essere stata la chiusura dello stretto di Gibilterra all'inizio della crisi di salinità del Messiniano (circa 7 milioni di anni fa) e soprattutto la successiva catastrofica riapertura, con totale e rapido riallagamento del Mediterraneo.


Abbassamento di circa 20 metri del livello medio di tutti gli oceani mondiali, quasi l'ordine di grandezza della regressione marina conseguente all'ultima glaciazione... ma in pochi giorni.
Non c'è dubbio che i meccanismi naturali quando rompono un equilibrio possono farlo in modo assai più drammatico e repentino di quello che riusciremmo a fare noi con il nostro peggio e senza lasciare a nessuno il tempo di adattarsi.

Però se la soglia di Gibilterra, anzichè da un terremoto, fosse stata abbattuta da una nostra attività vedremmo le cose diversamente. L'evento, benchè catastrofico, non avrebbe più la patente benevolente di naturalità, ma avrebbe un maledetto colpevole, esterno al sistema.
Però la nostra specie è un prodotto dell'evoluzione naturale, che vive all'interno di un sistema naturale e la consapevolezza che abbiamo raggiunto di noi stessi e dei meccanismi naturali non ci estranea neanche un po' dai meccanismi stessi.

Se considerassimo l'uomo come una parte del sistema naturale allora anche le nostre catastrofi dovrebbero farne parte, in fondo se i sistemi naturali si trovano in equilibrio non è dovuto alla lungimiranza degli esseri viventi non umani, ma ai meccanismi di retroazione tra gli opposti egoismi: tutti gli organismi sono egoisti.

Tutto questo non è per negare la possibilità che ci si stia avviando verso una catastrofe creata da noi, però non posso fare a meno di chiedermi quanto ci sia di naturale e quanto ci sia invece di culturale nel considerare questo fatto moralmente riprovevole: a nessuno verrebbe in mente di esprimere un giudizio morale sul terremoto di Gibilterra, però pensiamo che l'uomo abbia invece una responsabilità precisa verso il mantenimento del sistema. Perchè? quali ragioni 'naturali' ci sono per configurare un nostro ruolo di consrvatori o per pensare che noi dovremmo comportarci diversamente dagli altri organismi naturali, autolimitandoci, anzichè farci limitare da un bel feedback catastrofico?

Ciao, Andrea
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 29 dicembre 2009 : 23:51:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
....... Perchè? quali ragioni 'naturali' ci sono per configurare un nostro ruolo di consrvatori o per pensare che noi dovremmo comportarci diversamente dagli altri organismi naturali, autolimitandoci, anzichè farci limitare da un bel feedback catastrofico?



Secondo me non è una questione di morale, ma di autodifesa.
Un eventuale feedback catastrofico porterebbe probabilmente ad un nuovo equilibrio, ma senza la nostra specie.
Dato che noi siamo l'unica specie che ha imparato a conoscere gli andamenti presenti e passati e a proiettarli verso il futuro, mi sembra logico che cerchiamo di evitare la nostra estinzione.
luigi



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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 30 dicembre 2009 : 00:34:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Immagine:
Esiste davvero un''emergenza ambientale?
145,48 KB Se siamo nel forumNM x scambiare fotografie e ragionarci sopra.. sì, questo è basilico fiorito..e profumatissimo.. sul terrazzo di mia cognata a Posillipo! La data è 25 dicembre 2009 .. e il libeccio viene e va... Vi mando anche :Link
Correggo il dato riportato poco fa : esistono previsioni di 200 milioni di sfollati climatici prima del 2050. Leggete anche "Il mondo senza di noi" di cui non ricordo l'autore.. E tutto questo per dire che hai ragione Andrea : la estinzione della nostra specie va osservata col necessario distacco scientifico
che ci anima quando parliamo dei dinosauri. La <colpa> è una categoria morale di cui è poco interessante parlare qui...
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

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Inserito il - 30 dicembre 2009 : 02:29:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti,

faccio giusto un paio di considerazioni, senza entrare, almeno per ora, nel vivo dell'argomento.

Se considerassimo l'uomo come una parte del sistema naturale allora anche le nostre catastrofi dovrebbero farne parte, in fondo se i sistemi naturali si trovano in equilibrio non è dovuto alla lungimiranza degli esseri viventi non umani, ma ai meccanismi di retroazione tra gli opposti egoismi: tutti gli organismi sono egoisti.

Tutto questo non è per negare la possibilità che ci si stia avviando verso una catastrofe creata da noi, però non posso fare a meno di chiedermi quanto ci sia di naturale e quanto ci sia invece di culturale nel considerare questo fatto moralmente riprovevole: a nessuno verrebbe in mente di esprimere un giudizio morale sul terremoto di Gibilterra, però pensiamo che l'uomo abbia invece una responsabilità precisa verso il mantenimento del sistema. Perchè? quali ragioni 'naturali' ci sono per configurare un nostro ruolo di consrvatori o per pensare che noi dovremmo comportarci diversamente dagli altri organismi naturali, autolimitandoci, anzichè farci limitare da un bel feedback catastrofico?


Sottolineo questo passaggio perché lo ritengo significativo. Quest'ottica, a mio avviso la più matura, pone la nostra specie come una causa tra le altre delle variazioni del sistema. Sempre tenendo a mente questo ragionamento, potremmo dire che ad oggi si assiste ad un'estinzione di massa a matrice biologica.

Vorrei adesso considerare due circuiti a mio avviso rilevanti per il fenomeno del riscaldamento globale. Il primo determina una omeostasi del contenuto della CO2 atmosferica; il secondo invece è un circuito a feedback positivo.

1° circuito:

a) la terra assorbe parte della radiazione solare, riemettendola a lunghezze d'onda maggiori;
b) l'anidride carbonica atmosferica riflette parte della riemissione negli infrarossi, e ciò determina un aumento della temperatura;
c) l'incremento di temperatura determina lo scioglimento di ghiacciai, con conseguente aumento volumetrico degli oceani;
d) l'effetto di diluizione provocato dalla variazione volumetrica determina una diminuzione della pressione parziale della CO2 in acqua, e ciò porta ad un ulteriore scioglimento di questa nei mari;
e) il biossido di carbonio disciolto si combina con l'acqua, formando acido carbonico, carbonati acidi, bicarbonati. Questi formano sali coi cationi di calcio e magnesio presenti in acqua e precipitano;
f) la diminuzione dell'anidride carbonica atmosferica determina una maggior perdita radiativa della terra, e questo fa scendere la temperatura;
g) la diminuzione della temperatura fa congelare acqua, con riduzione volumetrica degli oceani;
h) si ha un aumento della pressione parziale della CO2 che quindi abbandona la soluzione;
i) si torna al punto a).

2° circuito:

a) un aumento di temperatura, cagionato da eventi stocastici, porta ad una riduzione della solubilità della CO2 in acqua;
b) l'aumento della concentrazione in aria di CO2 determina un aumento di temperatura;
c) si torna al punto a).

Le considerazioni che mi sento di fare su quanto appena detto sono le seguenti:

a) dato che i due circuiti sono in contrasto tra di loro, è evidente che l'importanza qualitativa dei due cicli debba essere quantomeno diversa;
b) come detto, il primo circuito è autoregolatorio, il secondo determina un'impennata delle temperature autoalimentante;
c) l'evento stocastico al punto a) del 2° ciclo potrebbe, intuitivamente, essere ricondotto alla nostra specie;
d) la considerazione dei soli due circuiti sopra citati costituisce comunque un'analisi riduttiva rispetto alla complessità del problema.


Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 09:32:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Acipenser:
........
a) dato che i due circuiti sono in contrasto tra di loro, è evidente che l'importanza qualitativa dei due cicli debba essere quantomeno diversa;
b) come detto, il primo circuito è autoregolatorio, il secondo determina un'impennata delle temperature autoalimentante;
........


Si tratta di un refuso? Intendevi "quantitativa"?

Comunque, mi viene un dubbio.
Il processo , a feedback negativo, sarebbe quantitativamente sufficiente, anche in assenza di turbative introdotte dall'uomo, a riportare il sistema in equilibrio, oppure agisce semplicemente nel senso di contrastare la deriva, che comunque rimane?
Così a occhio, mi sembra che la diminuzione di salinità derivante dallo scioglimento dei ghiacci non dovrebbe essere gran cosa.
luigi



Modificato da - elleelle in data 30 dicembre 2009 09:37:07
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 12:19:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Così a occhio, mi sembra che la diminuzione di salinità derivante dallo scioglimento dei ghiacci non dovrebbe essere gran cosa.

La salinità dell'acqua di mare e la sua temperatura determinano il suo peso specifico e quindi la stratificazione. Questa a sua volta determina il percorso e l'entità delle correnti oceaniche.. che <fanno> il clima sulla terra...

Modificato da - nanni in data 30 dicembre 2009 12:21:12
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 13:37:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai ragione, Nanni, ma stavamo parlando nello specifico del ciclo della CO2 ....

Comunque, vorrei approfittare di questo momento di pausa negli interventi per fare qualche considerazione sul quesito posto da Andrea 1°
Secondo me, si tratta del tema centrale dell'ambientalismo e dell'ecologia e sicuramente è utile parlarne. Io ho già imparato un paio di cose nuove: l'ipotesi di alluvione "veloce" attraverso lo stretto di Gibilterra e il processo indicato da Andrea 2° che compensa l'aumento della CO2.
Se invece volessimo arrivare a delle conclusioni, sarei molto meno ottimista.

Di questo tema si stanno occupando migliaia di studiosi nel mondo e, anche considerando solo quelli in buona fede, c'è ancora molto disaccordo.
Del resto, chi di noi si è dovuto cimentare con sistemi di valutazione basati su modelli matematici sa che basta cambiare di poco le pesature attribuite ai vari fattori per rovesciare il risultato.

Forse potremmo rinunciare a cercare qui una conclusione che sarebbe obiettivamente difficile trovare concentrando in poche righe migliaia di pagine, grafici ed elaborazioni prodotte dagli scienziati.

Potremmo bypassare la risposta "se stiamo andando o no verso una catastrofe" (evitando quindi di impantanarci sulla definizione di catastrofe) e pensare invece a qual'è il mondo futuro che ci piacerebbe e se ci stiamo avvicinando o allontanando da questa prospettiva.

Per esempio, anche se non ci saranno catastrofi vere e proprie, probabilmente la popolazione aumenterà; aumenteranno di conseguenza gli spazi utilizzati dalle città e dai campi coltivati a scapito degli spazi naturali e dei relativi ecosistemi. Questo potrebbe essere un problema incontestabile.
Finiranno i combustibili fossili e dovremo dedicare altri spazi sottratti alla natura per impiantare colture di palma da olio (vedi Madagascar), campi di mais e "parchi eolici" ecc.... Altro problema incontestabile.
E si potrebbe continuare elencando tanti altri esempi - se non di "catastrofi", con tanto di rischio di estinzione della nostra specie - di semplici iatture che, messe insieme, comprometteranno la qualità di vita dei nostri discendenti (e, magari, di noi stessi, se avremo la fortuna/sfortuna di campare abbastanza).
Questo potrebbe essere un sottotema più facile da trattare, anche perché ci possiamo limitare alle valutazioni di tipo qualitativo, mentre sul tema generale, se non entriamo nel "quantitativo" con tutte le enormi difficoltà che comporta, non ne caviamo le gambe.

luigi




Modificato da - elleelle in data 30 dicembre 2009 13:38:42
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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

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Flora e Fauna

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 13:51:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quale catastrofa? Ci moiano due o tre milliardi o di più della nostra specie e la terra puo ricomminciare da respirare....



"La distinction des espèces de limaces est extrêmement difficile,
et aucun zoologiste n’est encore parvenu à quelque chose
d’un peu satisfaisant sous ce rapport."
H. M. DUCROTAY DE BLAINVILLE 1823

Riassunto del Forum Natura Mediterraneo degli Limax dell'Italia
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Acipenser
Utente Senior


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Inserito il - 30 dicembre 2009 : 13:59:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si tratta di un refuso? Intendevi "quantitativa"?


Sì, si tratta proprio di un refuso ; intendevo dire quantitativa. Grazie per avermelo fatto notare.

Il processo 1°, a feedback negativo, sarebbe quantitativamente sufficiente, anche in assenza di turbative introdotte dall'uomo, a riportare il sistema in equilibrio, oppure agisce semplicemente nel senso di contrastare la deriva, che comunque rimane?
Così a occhio, mi sembra che la diminuzione di salinità derivante dallo scioglimento dei ghiacci non dovrebbe essere gran cosa.


Si tratta in effetti di un processo minoritario anche se, come dice nanni, vi è una certa zonazione dei valori di densità, e questo ridurrebbe il volume d'acqua interessato dal fenomeno, rendendo le variazioni più significative di quanto sarebbero se coinvolgessero davvero tutta la massa d'acqua indistintamente.

Ad ogni modo, non è semplice rispondere alla tua domanda, che si riferisce a quanto in effetti avevo lasciato in sospeso nel mio intervento precedente. Stabilire le importanze relative dei due cicli, ed integrarli nelle altre complesse dinamiche che correlano terra, oceani ed atmosfera, è complicato.
Servono dati che diano un senso alle mie poco più che banali nozioni qualitative. A naso, direi che il 2° ciclo è il più rilevante; se così fosse, il 1° ciclo allo stato attuale costituirebbe soltanto un blando tampone.


Tautò tèni zon kài
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Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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Acipenser
Utente Senior


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Prov.: Estero

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Inserito il - 30 dicembre 2009 : 14:08:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
[...] sul tema generale, se non entriamo nel "quantitativo" con tutte le enormi difficoltà che comporta, non ne caviamo le gambe.


Concordo pienamente. Però forse qualcuno nel forum che qualche dato lo ha c'è; a me viene in mente CarloAG, forse ce ne sono altri.


Tautò tèni zon kài
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Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 17:37:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Cmb:

Quale catastrofa? Ci moiano due o tre milliardi o di più della nostra specie e la terra puo ricomminciare da respirare....



Credo anch'io che questo sia il punto centrale: consumiamo troppo, ma, soprattutto, cresciamo troppo di numero.
Per me è incomprensibile che si parli di tutto (risparmio energetico, sviluppo di fonti di energia rinnovabili ecc....) e si continui a girare intorno al problema di fondo: il "risparmio delle nascite", la cui soluzione è pregiudiziale rispetto a tutti gli altri.
Ma!.....
luigi




Modificato da - elleelle in data 30 dicembre 2009 17:38:25
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 30 dicembre 2009 : 18:03:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Certo Theco.. bello sarebbe potersi occupare soltanto degli aspetti qualitativi, magari filosofici o artistici ... ammesso e non concesso che fossimo lì più attrezzati ! Siamo un popolo di poeti ma quando sento :
Si tratta in effetti di un processo minoritario anche se, come dice nanni, vi è una certa zonazione dei valori di densità, e questo ridurrebbe il volume d'acqua interessato dal fenomeno, rendendo le variazioni più significative di quanto sarebbero se coinvolgessero davvero tutta la massa d'acqua indistintamente

Allora penso che bisogni ancora misurarsi ed accordarsi <sull'ordine di grandezza>dei fenomeni che vogliamo studiare. Le correnti oceaniche che interessano le acque di tutti i mari <mediterranei> sono mosse dal vento dalle maree dalla rotazione terrestre.E' stato calcolato che una goccia d'acqua ci metta <solo> 1500 anni per fare il giro del pianeta.. Acipenser facci capire, tu pensi che una <piccola> variazione di questo flusso , possa essere meno significativa per noi del gasdotto che ci porta il metano dalla Russia ? Io no. Ed ancora, secondo voi l'aumento della durata della vita (nei paesi sviluppati ovviamente) è dovuto più ai tanto declamati progressi della medicina o al fatto che le nostre case sono più calde di 50/100 anni fà ? Io la seconda.. Vi ricordo che l'analisi dei residui di polveri ed aria <fossile> nei carotaggi di ghiaccio polare, ha dimostrato inequivocabilmente che la specie umana negli ultimi 200'ooo mila anni di evoluzione sul pianeta NON HA MAI RESPIRATO questo tipo di atmosfera e che i 4/5 delle specie botaniche ed animali evolutesi insieme a noi STA SCOMPARENDO. Voi pensate (come me) che potremmo essere gli ultimi testimoni di tanta bellezza, che ci ha prodotto ? Per favore riguardate quel film...

Modificato da - nanni in data 30 dicembre 2009 18:12:38
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