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 Del genere Beggiatoa
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paolofon
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 16:52:15 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Sono passati quasi due anni da quando Escocat e Volvox ci fecero conoscere la Beggiatoa leptomitiformis: vedi qui…; anch’io la osservai (vedi qui ).

Recentemente ho osservarto filamenti simili, ma più sottili, con i (verosimili) granuli di zolfo in fila indiana.

Nell'acqua raccolta in un fosso alla periferia di Reggio Emilia il 15-05-10.

Immagine:
Del genere Beggiatoa
228,92 KB

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Del genere Beggiatoa
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Paolofon

Modificato da - geppe in Data 16 gennaio 2011 13:51:03

paolofon
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 16:57:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciò mi ha spinto a fare qualche ricerca sul genere Beggiatoa: quali sono le caratteristiche del genere? Quali specie contiene? Come si distinguono?

Ecco ciò che ho trovato.

1) definizione del genere Beggiatoa.

Filamenti singoli non ancorati di spessore regolare circondati da una guaina. I filamenti non formano gonidia attraverso fissioni trasversali dei segmenti; non arrotolati. Batteri filamentosi incolori, contenenti un granulo di zolfo

"Sulfur bacteria" di Einer Fjerdingstad 1985


Cellule incolori, di diametro circa da 1 a 200 micron e di lungheza di circa da 2 a 10 micron, organizzate in filamenti contenenti fino a 50 o più cellule. Le cellule dei filamenti dei ceppi più sottili (meno di 7 micron) sono cilindriche. In ceppi più ampi, le cellule sono a forma di disco e tipicamente più larghe che lunghe. I filamenti si trovano sia isolati che in masse cotonose. In ambienti marini possono formare un tappeto all’interfaccia sedimento-acqua. La dispersione dei filamenti avviene per morte delle cellule sacrificali (cellule necridiali) e rottura dei filamenti o per semplice disintegrazione. La disintegrazione dà come risultato la produzione di singole o doppie cellule (ormogonia) che crescono a produrre un nuovo filamento. Le cellule contengono inclusioni di zolfo se cresciute in presenza di sulfide di idrogeno e, in alcuni ceppi, tiosolfato. Possono essere presenti inclusioni intracellulari di acido poli-beta-idrossibutirrico (PHB) o di polifosfato. Non sono presenti guaine. Uno stelo può essere presente quando i filamenti sono attaccati ad oggetti sommersi in acqua corrente. Gram negativi. Ormogoni e filamenti sono mobili per scivolamento. Aerobio o microaerofilo. Chemoorganotrofico e autotrofico facoltativo. Alcuni ceppi possono anche crescere myxotroficamente. Un ceppo marino è autotrofico. Il metabolismo è respiratorio, con ossigeno molecolare usato come accettore terminale di elettroni. Le Beggiatoa sono organismi di gradiente, esistenti in strati orizzontali in sedimenti all’interfaccia tra la sottostante zona anossica liberante zolfo e la soprastante zona ossigenata. La crescita avviene tra i 0 ed i 40°.

"Bergey’s manual of determinative bacteriology" di DH Bergey, JG Holt, 1994


Paolofon
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paolofon
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 17:05:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
2) Le specie del genere Beggiatoa.

Nei testi più vecchi ho trovato interessanti chiavi di identificazione delle specie del genere.

Ad esempio nell’edizione del 1957 del “Bergey’s manual of determinative bacteriology”, di pubblico dominio e consultabile tramite internet, si trova questo specchietto.


Immagine:
Del genere Beggiatoa
58,38 KB

Basta misurare lo spessore dei filamenti….

Ma la situazione è ancora più semplice nei testi più recenti:

“Bergey’s manual of determinative bacteriology” edizione del 1994:

Nella letteratura più antica c’erano molte specie di Beggiatoa descritte solamente in base all’ampiezza dei tricomi. A causa della carenza di conoscenze, tutte le specie eccetto B alba furono depennate dalle Liste Approvate.


Beggiatoa alba è l’unica specie appartenente a questo genere.

"Elementi di microbiologia" di GJ Tortora, BR Funke, CL Case 2008



Vi sono però forse due eccezioni:
Link infatti elenca altre due specie per il genere Beggiatoa oltre a Beggiatoa alba:
- Beggiatoa leptomitiformis viene trasferita al genere Oscillatoria: Oscillatoria leptomitiformis (qui);
- Beggiatoa mirabilis, una delle forme con maggiore diametro (qui).

Avverte infine Micro*scope:

Evidenze molecolari suggeriscono che ci può essere una considerevole diversità all’interno del genere. C’è anche una diversità morfologica con filamenti di varie dimensioni, i più larghi raggiungendo i 200 micron di diametro.



E’ quindi una situazione piuttosto confusa e in evoluzione.


Paolofon
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paolofon
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 17:06:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aspetto ora i vostri commenti e le vostre critiche: può darsi infatti che abbia sbagliato tutto: in biologia sono solo un apprendista stregone curioso, ma pasticcione...



Paolofon
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escocat
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 18:42:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Paolofon vorrei intervenire per fare un pò di confusione

Ricordo di aver fotografato anche il genere mostrato da te in questo post, non ricordo dove sia questa foto, ma è diversa da quella indicata da te come riferimento. Credo che ci siano in giro due esemplari simili ma del tutto diversi di oggetti "leopardati". Questo tuo di oggi è del tipo "B" (vedi schema) e sembra più una "fila indiana" di corpuscoli agglomerati in una specie di guaina. Invece il batterio individuato da Volvox come Beggiatoa è del tipo "A", le macchie non sono in fila indiana ma sono più distribuite spazialmente. Nel tipo "A", inoltre, sembrano proturberanze "sul" corpo del batterio e non oggetti liberi inguainati come nel tipo "B". La Beggiatoa è senz'altro un cianobatterio; la stessa cosa non giurerei per quanto riguarda il tipo "B".


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paolofon
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 19:18:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie, Escocat, delle precisazioni!

Trovo in un vecchio libro "Vergleichende Morphologie und Biologie der Pilze Mycetozoen und Bacterien", di A De Bary (si può consultare in Link) questi due disegni di Beggiatoa alba che per comodità copio dal sito del nostro amico, iscritto al Forum, Luirig:


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Del genere Beggiatoa
83,74 KB

Immagine:
Del genere Beggiatoa
103,25 KB

Mi sembra che i due tipi da te differenziati siano ambedue presenti...

Certo ci vorrebbe una bibliografia un po' più aggiornata: il libro è del 1884!



Paolofon

Modificato da - paolofon in data 02 gennaio 2011 19:19:36
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geppe
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 20:17:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ma però non ci hai detto quanto è larga la tua

Giuseppe

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escocat
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 20:49:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il tipo "B", compresa la guaina, non dovrebbe eccedere i 2 micron. La Beggiatoa invece è sui 3-4 micron.

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geppe
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Inserito il - 02 gennaio 2011 : 22:11:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ma io voglio sapere quella della foto di Paolofon

Giuseppe

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paolofon
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Inserito il - 03 gennaio 2011 : 07:14:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ma però non ci hai detto quanto è larga la tua


Se l'avessi misurata, ve lo direi.

Se fosse Beggiatoa, non avrebbe molta importanza:

Cellule incolori, di diametro circa da 1 a 200 micron


Geppe ha in mente qualcos'altro....



Paolofon
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